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Autore: FannyHarris    10/03/2012    1 recensioni
Ciao. Questo è un esperimento che scommetto mi aiuterà. È la mia prima fanfic scritta in prima persona. Tanti consigli per migliorare perché con la prima persona non sono affatto brava e vorrei tanto migliorare. Questo è un momento introspettivo visto dagli occhi di Vegeta. Buona lettura. Spero.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’amore.

 

L’amore è un animale selvaggio … ti respira, ti cerca. Va a caccia nei pressi di baci e candele, scava tunnel fra le costole … distruggendoti a poco a poco.  Si lascia cadere candido e soffice come la neve, prima è caldo e intenso, poi freddo, tanto da far male. O Amore, tutti vogliono addomesticarti; invece, Amore, resti sempre impigliato fra i denti, timoroso di venir fuori. 

 

Sei solo una bestia libera, indisciplinata e impetuosa: mordi e graffi, saltandomi addosso e legandomi stretto nella tua micidiale morsa per poi trascinarmi nel tuo nido. Lì mi divori completamente, fino a che di me non resta più nulla, solo allora, dopo anni, mi lasceresti andare via, libero ma segnato nel profondo.

Sono caduto nella tua letale trappola. Mi fissi negli occhi, i miei pieni di odio e rancore, rendendomi mansueto e incantandomi ogni volta che il tuo sguardo mi colpisce. No, non posso.

Io sono il principe dei sayan, il sanguinario e il più temuto; non posso cadere nella trappola anche io, come un misero debole.

Cala il tramonto e sento un doloroso senso di smarrimento. I caldi e intensi colori del crepuscolo si riflettono nei miei occhi, penetrandomi sin dentro l’anima. Ho un’anima? Una coscienza? Un cuore? Di certo no. Ho ucciso e sterminato, ho inalato con gaudio l’odore del sangue del mio nemico, donna o uomo che fosse, ho visto le mie mani macchiate di un rosso profondo ed elettrico, senza che mai i miei occhi tremassero.  Eppure questo rosso che vedo quest’oggi è diverso da quello. Non posso esserci caduto.

Sono totalmente immerso nel mio mondo, vedo combattimenti, stragi, occhi supplicanti, occhi fuori dalle orbite, viscere sparse qua e là; sento ancora le urla strazianti dal dolore che mi pregano di lasciare loro il regalo prezioso della vita. Impassibile, sia a suo tempo, sia adesso. No, io non ho una coscienza, un cuore. Io sono il Male. Male puro.

E allora, perché?
“Il super sayan, il guerriero dall’animo puro.” Bisbiglio con voce roca, dirigendomi fuori dalla Gravity Room. Forse non sono del tutto puro.

Sento dei passi, e, dal suono, pare che era una donna dall’esile profilo ad avvicinarsi a passo lento.

Mi volto e le rivolgo una delle mie solite occhiatacce. Come è possibile che stia sempre fra i piedi?

Per un solo istante però riesco a vedere la mia altera e burbera immagine riflessa nei suoi occhi azzurri.  Le donne sayan erano diverse: forti, autoritarie e, come noi uomini, dai capelli e gli occhi scuri. Siamo cresciuti nelle tenebre della notte e nella guerra, non come questi terrestri, amanti della pace. Pace? Prima d’ora non avevo mai sentito parlare di < pace >. A cosa serve? Come è possibile che io, il principe di una gloriosa razza di combattenti viva qui, in mezzo a rammolliti?

Però, c’è qualcosa che mi trattiene. Come un legame sottile e quasi invisibile, ma non capisco cosa e dove sia.

“Ehi, Vegeta!” La guardo con aria severa, è in piedi davanti a me. Stupida terrestre. Ha un carattere autoritario e forte, forse non è così diversa dalle donne sayan, tranne che per la forza fisica. La donna che ho davanti potrei ucciderla persino se tentassi di carezzarla.

Carezzarla? Non capisco.

“Che vuoi?” Dico con aria severa e di sufficienza. A me non interessa nulla di lei. 

Non si scompone. “Questa sera esco con Yamcha. Volevo dirti che per la cena …” Non fa in tempo a finire, non può. Con un rapido movimento mi sono avvicinato e ho avvinghiato le mie labbra alle sue. Non mi spiego il perché, ma ne sento la necessità.

La sento, vicina e la sento respirare. Percepisco ogni singolo battito.

La porto in camera, passando dalla finestra. Non parla, semplicemente mi guarda, come se avesse sempre aspettato questo momento. Forse dovrei fermarmi, ma è inutile.

Ecco, ancora, sento quella stretta morsa afferrarmi e legarmi a sé. Non posso scappare più.

La bacio, con passione, assaporando ogni centimetro della sua pelle profumata. E’ bianca come l’avorio e liscia, non come la mia, marchiata a fuoco da tutte le cicatrici del passato.

Per un momento vedo passato e futuro disperdersi in una miriade di candele, che bruciano creando una reazione a catena. C’è solo quel momento.

Il principe dei Sayan e una semplice terrestre. E’ riuscita persino ad abbattere il mio orgoglio da sayan.

Anche lei si muove, sinuosamente ed elegantemente, come se mi conoscesse da una vita.

I nostri sguardi si sono incrociati per un preciso istante, i miei occhi neri e i suoi chiari. In quel momento io ho deciso, è mia, in tutti i sensi. Felice?  Ci addormentiamo, insieme. Come fossi un semplice terrestre.

Qualche ora più tardi mi sveglio, sudato, fra profumate coperte bianche. Sento due deboli mani appoggiate sul mio petto costellato da innumerevoli cicatrici.

Troppo tardi. In quel momento, passato e futuro sono tornati a distinguersi e a bruciarmi l’anima. La mia missione è diventare supersayan.

Ciao.

Accetto tute le critiche del mondo! Io non so proprio scrivere in prima persona ma diciamo volevo fare questo esperimento. Vi prego non trucidatemi, ditemi solo gli errori che ho fatto xD E anche se sono caduta nell’OOC. E’ stato davvero uno sforzo. Sono più portata a scrivere in terza persona. Ps. È una one-shot di quasi 900 parole.

Ho bisogno di pareri, è molto importante, perché voglio cercare di imparare a scrivere in prima persona ;) Ciao.

 

   
 
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