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Autore: ethelincabbages    10/03/2012    8 recensioni
Je te voyais courir sur des terrasses,
Je te voyais lutter contre le vent,
Le froid saignait sur tes lèvres.
Et je t’ai vue te rompre et jouir d’être morte ô plus belle
Que la foudre, quand elle tache les vitres blanches de ton sang.
Yves Bonnefoy
Buon Birthday-A a Kia85 e a KekkaP10
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
- Questa storia fa parte della serie 'Delusions of Granger & Potter'
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Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri nonostante le mie storie tristi, tanti auguri a te.
Buon Birthday-A a KekkaP10 e a Kia85!

 


 

Je te voyais courir sur des terrasses,
Je te voyais lutter contre le vent,
Le froid saignait sur tes lèvres.

«Harry!» ti chiamava, si mordeva il labbro e correva giù dalle scale strette, mentre infilava uno, due, mille cose in quella sua miniborsetta. E tu ridevi, aspettandola sulla porta.
Una sciarpa rossa, troppo grande, le cingeva il collo, sempre pericolosamente pronta a scivolare. Ti saltava tra le braccia e ti stringeva forte, come fosse la prima volta, come fosse l’ultima volta. Restavi sempre stupito davanti ai suoi abbracci, ti sconvolgeva come una persona così minuta potesse infondere tutta quella forza, la stessa forza che ti aveva permesso di sopravvivere alla guerra, alla rottura con Ginny, alle discussioni con Kinglsey e con Ron al Quartier Generale. C’era sempre quel nanosecondo di stupore prima di poterle stringere la vita e tuffare il viso nell’incavo del suo collo.
Poi ti acciuffava la mano e ti trascinava fuori casa, giù per Kensington Park Gardens, verso il mercato, a comprare le arance, a prendere in giro i turisti e a mangiare una ciambella, due pounds e cinquanta, divisa in due.
E faceva freddo, freddo, freddo. E avevi sempre le labbra screpolate, e non volevi mai comprare il burro cacao – “è poco virile,” ti ostinavi a pensare -, ma alla fine lei ti convinceva ad usare il suo. Con la carezza di un dito attento. Con un bacio morbido.
E tu ridevi, e non ti importava che il vento vi sconvolgesse i capelli e i sorrisi. Un gelsomino rosso e qualche fiocco di neve si perdevano tra i suoi riccioli. Ridevi.

*

Rideva, quando ti ha stretto la mano l’ultima volta.
«Oh, Harry» ti ha detto. Prenditi cura di te come farei io, Harry. Non fare sciocchezze, Harry. Ci sarò sempre, Harry. Ti amo, Harry.
Ci hai provato, forse ci sei anche riuscito. Il ginocchio scricchiola ugualmente, e certe mattine è difficile sopportare il vuoto tra le coperte. Ma senti sempre il suo rimprovero sul cuore. La sua risata. Vivi bene, Harry. Vivi.
Hai una sciarpa, rossa e troppo grande, che indossi, tutti i giorni, durante la tua passeggiata. Rosso, come il gelsomino che lasci scivolare, tutti i giorni, sul suo nome. Ripensi alle risate, alle ciambelle, alle scale, agli abbracci. Ai fiocchi di neve tra i suoi capelli. Ma è solo ieri, in fondo. Giusto ieri.

Et je t’ai vue te rompre et jouir d’être morte ô plus belle
Que la foudre, quand elle tache les vitres blanches de ton sang.

 


 

*Yves Bonnefoy, Du Mouvement et d’Immobilité de Douve, Théâtre, I

   
 
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