10/03/2012
8 recensioniVedi tu, stai per mandare un contest a quel paese quando alla fine arriva un'adorabile giudiciA sostitutiva che in meno di 4 giorni legge e valuta le storie :3 E colmo dei colmi, per la prima volta da quando ho inizato a partecipare ai contest sono pure arrivata prima!! °w°
... Comunque, scopo originale del contest era far appassionare ed incuriosire al fandom una persona che non lo conosceva.
Note: prompt da utilizzare -> "malinconia"; immagine facoltativa da inserire -> questa; ambientata nel periodo in cui Nowaki è a New York. ^^
Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.
Ja ne,
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Another Day Away From You
Stringendosi i lembi della giacca contro il corpo e decidendo che fosse effettivamente meglio chiuderla, Nowaki fece scorrere la zip in alto fino alla fine, il colletto che gli arrivava poco più su della bocca. Incurvando le spalle per proteggersi dal freddo, piegò le lunghe gambe e poggiò le braccia sulle ginocchia con fare stanco; un sospiro gli sfuggì e formò una nuvoletta di condensa davanti ai suoi occhi, mentre fissava l'orizzonte senza battere ciglio.
Da dove si trovava, seduto in un punto asciutto della banchina del fiume, poteva vedere un ponte in lontananza, illuminato dall'arancione chiaro del tramonto che si rifletteva debolmente sull'acqua del mare. A destra, delle nuvole grigie sullo sfondo blu del cielo ed una schiera di grattacieli, in basso, con qualche barca attraccata ad un piccolo molo—una bellissima vista.
Una vista che però riempiva Nowaki di una strana sensazione di vuoto che ormai aveva imparato a riconoscere: solitudine, malinconia, il desiderio di tornare a casa...
Stringendo le mani arrossate a pugno, Nowaki sospirò di nuovo.
Erano cinque mesi che si trovava a New York; mesi lunghi un'eternità, quando tutto ciò che voleva veramente era poter abbracciare Hiro-san ogni giorno, poterlo vedere e sentire la sua voce - mentre lo salutava prima di uscire, mentre chiacchierava di cose futili, mentre lo rimproverava per aver messo in disordine i suoi preziosi libri o perché l'aveva messo in imbarazzo -... Avrebbe voluto mostrare quel paesaggio alla persona che amava più di ogni altra, ma era cosciente che i suoi studi ne avrebbero risentito e non poteva permettersi di ritardare il suo ritorno: un anno, questa era stata la sua decisione—si sarebbe concentrato al massimo per finire il programma di medicina in un solo anno ed una volta concluso, sarebbe tornato in Giappone, dal suo Hiro-san, e la differenza fra le loro carriere si sarebbe finalmente accorciata.
Doveva assicurarsi di essere un uomo degno di stare al fianco di una persona fantastica quale era Kamijou Hiroki.
Dopo un lungo momento passato ad osservare gli ultimi raggi di sole svanire oltre la superficie del mare in lontananza, Nowaki si alzò, infilando le mani fredde nelle tasche del giubbotto e sfiorando nella sinistra l'involucro di una lettera - l'ennesima -: nemmeno stavolta era riuscito a spedirla. Si ritrovò a sorridere colpevolmente per quanto la sua forza di volontà sembrasse vacillare quando si trattava di Hiro-san...
"Sono proprio senza speranza, eh?" Mormorò tra sé e sé, scuotendo il capo, mentre si dirigeva verso l'appartamento che era la sua casa durante il soggiorno a New York, la testa rivolta al suolo per contrastare il vento freddo dell'inverno nord-americano.