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Autore: HelenaRavenclaw    11/03/2012    4 recensioni
“L'agitazione all'interno della saletta era palpabile, ora nessuno aveva il coraggio di aprire bocca.
James rifletteva sul modo con cui sarebbero stati smistati, ma era sicuro che qualunque cosa sarebbe stata lui se la sarebbe sicuramente cavata.
Sirius invece pensava a come diventare un Grifondoro, non voleva proprio rischiare di diventare acido e odioso come i suoi amati genitori.
Remus si torceva le mani sperando con tutte le sue forze di finire nella stessa casa dei suoi nuovi amici, lui infatti non era abituato ad averne, e si sentiva felicissimo e fortunatissimo.
Peter dal canto suo pensava a poco e niente se non al banchetto di cui aveva parlato la professoressa McGranitt.”
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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I malandrini cap 1
 'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'. 

Capitolo 1

Tanti incontri


Erano circa le 11 meno un quarto a Londra e anche quella mattina la stazione di King's Cross era piena di persone che andavano e venivano da tutte le parti; all'improvviso un fischio acuto attirò l'attenzione di tutti, un enorme gufo rosso strideva da una gabbia posata in cima a un vecchio baule di pelle.
Il carrello su cui era sistemato quell'enorme baule era spinto da un giovane ragazzino dai capelli scuri e arruffati, vestito con dei pantaloni blu e un maglioncino intonato da cui spuntava il colletto di una camicia azzurrina; appoggiato al manico del carrello c'era una giacca a vento marrone e sul naso portava un bel paio di occhiali squadrati color ebano che facevano da contorno agli occhi color nocciola.
«Sbrigati James, non vorrai perdere il treno...» disse la donna slanciata che lo accompagnava e che era vestita in modo decisamente più eccentrico: infatti indossava una lunga veste color porpora piena di ornamenti dorati, che faceva un bel contrasto con i capelli corvini e la carnagione chiara.
Certo tutte queste cose potrebbero sembrare veramente strane, se non fosse che i due erano una strega e un giovane mago e che quindi, per loro, tutto ciò era perfettamente normale.
Il motivo per cui una strega e suo figlio si trovavano in una stazione piena zeppa di babbani, persone senza un briciolo di magia nel sangue, era semplice: quello non era un giorno qualunque, ma era il primo settembre, e se sei un giovane mago tra gli undici e i diciassette anni vuol dire che stai per iniziare un nuovo anno ad Hogwarts, la scuola di magia e stregoneria. Per arrivare alla scuola i ragazzi dovevano prendere l'Espresso di Hogwarts, un treno a vapore di un bel rosso cremisi, che per l'appunto partiva dalla stazione di King's Cross al binario 9 e ¾.
James accelerò il passo con aria eccitata, «Dov'è mamma?».
«Ci siamo quasi...Ah eccolo».
Si erano fermati di fronte ad un muro esattamente in mezzo ai binari 9 e 10.
James si avvicinò con cautela e posò una mano sui mattoni, poi accostò un orecchio, come per origliare, goccioline di sudore spuntarono qua e là sulla sua fronte, e gli occhiali quadrati gli scivolarono sino alla punta del naso.
«Mamma spiegami di nuovo come funziona!» esclamò il giovane, studiando nervosamente il muro e tornando ad afferrare il carrello che portava i suoi strani bagagli.
«Non è difficile, la parete ti sembra solida ma in realtà è solo un'illusione e solo i babbani non possono attraversarla,» a quelle parole James si guardò attorno, «quindi noi non avremo problemi, basta appoggiarsi con aria indifferente al muro e passare dall'altra parte, ma se hai paura possiamo andare di corsa...».
«Non ho paura!! E' solo che sembra molto solido» si sbrigò a dire James, apparentemente offeso dalle parole della madre.
«Tranquillo, allora pronto?», stavano per muoversi quando la donna si accorse di un ragazzino, anche lui con un grande baule, che li osservava attentamente. «Ciao, ti serve aiuto?» gli domandò sorridendo.
Il ragazzino, dai capelli di un castano molto chiaro e con due occhi marroni molto stanchi, circondati da occhiaie marcate, stava strapazzando un foglio di pergamena che teneva tra le mani e rispose con voce insicura 
«Si, ehm, io non so... Dovrei prendere il treno, ma il binario... non so dov'è!».
La donna lo guardò dolcemente e lui sembrò cercare di nascondersi dietro il suo baule, forse perché i suoi vestiti erano un po' trasandati, ma né James né sua madre ci fecero caso.
«Anche per James è la prima volta», il ragazzino gli sorrise educatamente, «Io sono Dorea, la mamma di James. Dunque il binario 9 e ¾ è qui dietro, Non devi aver paura, andare dall'altra parte è molto semplice. Il difficile è non farsi notare dai babbani.» disse guardandosi attorno come aveva fatto prima il figlio.
I due ragazzini si scambiarono un mezzo sorriso, James cercava di nascondere l'ansia senza riuscirci troppo bene.
«D'accordo, siete pronti? Al mio tre». Dorea diede un'ultima occhiata per assicurarsi che nessuno li osservasse. «Uno... Due... Tre».
Partirono di corsa e, mentre James e l'altro ragazzino strizzavano gli occhi, proprio quando si sarebbero dovuti schiantare contro il muro, sparirono!
La prima cosa che videro oltre la parete fu un grande treno scarlatto avvolto in una nuvola di vapore.
«Evviva ce l'abbiamo fatta» esclamò raggiante James dando una pacca sulla spalla del giovane accanto a lui.
Quest'ultimo sorrise imbarazzato, 
«Scusate sono stato maleducato, non mi sono presentato. Mi chiamo Remus, grazie mille per avermi aiutato!». Remus aveva detto tutto ciò con una gran fretta, guardandosi le mani.
«Figurati, ci ha fatto piacere, e poi adesso tu e James potrete fare il viaggio insieme, che ne dite?» disse Dorea posando una mano sulla spalla di Remus.
«Certo». Esclamò allegro il figlio, sorridendo.
«Dorea! Cosa ci fai con quello lì? Non sarà mica tuo figlio?!».
I tre si girarono e videro una donna robusta e piuttosto brutta avvicinarsi tirando un giovane ragazzino con i capelli lunghi fin sotto le orecchie e un'espressione decisamente seccata.
«Buon giorno Walburga». disse Dorea con un tono piuttosto seccato. «Questo è Remus, lo abbiamo aiutato a trovare il binario...».
«Non sarà mica un mezzosangue?». La interruppe la donna scura in volto, guardando con il naso arricciato i vestiti un po' rovinati di Remus.
«Anche se fosse non ci sarebbe motivo di chiamarlo in quel modo». Esclamò scioccata Dorea. «Ora se non ti dispiace devo accompagnare mio figlio e il suo amico al treno», e detto questo si allontanò spingendo avanti i ragazzi.
James scoccò un'ultima occhiata alla donna e a quello che doveva essere suo figlio, anche se le somiglianze tra loro erano proprio poche: soprattutto l'espressione del giovane si poteva dire l'opposto di quella della madre, i suoi occhi osservavano con interesse Remus e sembrava desideroso di parlare con entrambi, ma subito la madre richiamò la sua attenzione cercando di lisciargli i capelli sulla testa.


* * *


Solo quando furono a qualche metro di distanza Dorea smise di spingerli, «Accidenti, speravo proprio di non incontrarla. Mi dispiace Remus, non fare caso a lei!».
Remus le sorrise decisamente sollevato nel sentire che non la pensava come quella donna sgradevole.
«Ma chi era, mamma?» domandò James.
«Mia nipote» rispose in un soffio. «E' la figlia maggiore di tuo zio Pollux, ma probabilmente non ti ricorderai neanche chi sia. Non vedo spesso la mia famiglia, e l'ultima volta che ti ho portato da loro avevi poco più di due anni.».
Ci fu un momento di silenzio in cui Dorea sembrava essersi persa in chissà quali reminiscenze. Dopo un lungo sospiro disse 
«Bene ragazzi, prima di tutto dovete trovare uno scompartimento vuoto... Oh cielo mancano solo 5 minuti, diamoci una mossa».
«Come diamoCI?? Dai mamma ce la possiamo cavare da soli» Disse James spingendo via la madre.
Dorea gli sorrise dolcemente 
«Va bene allora, fai il bravo d'accordo? Non metterti nei guai e rispetta le regole della scuola». Poivoltandosi verso Remus «In bocca al lupo anche a te, rimarrete sicuramente affascinati dalla scuola».
Remus fece una strana smorfia sentendo l'augurio della donna, ma si riprese subito e sorrise garbatamente.
I due avevano già un piede sul treno quando la sentirono gridare «James vedi di non spendere tutti i soldi in porcherie sul treno, e sii educato con gli insegnanti!!».
James si sporse dal finestrino quando il treno prese a muoversi 
«Non preoccuparti mamma, in fondo sono un angioletto no?!».
La faccia tutt'altro che rassicurata di Dorea fu visibile ancora per qualche minuto, per poi scomparire alla prima curva dei binari.


* * *


«Forza Remus, andiamo a cercare uno scompartimento» esclamò James sorridendo visibilmente eccitato.
Trascinando i pensanti bauli e, James, la gabbia con il gufo, si diressero lungo il corridoio sbirciando attraverso le finestre.
Il treno filava già da una quindicina di minuti quando finalmente trovarono uno scompartimento vuoto, si aiutarono a vicenda ad issare i bauli sulle retine portabagagli e poi si sedettero l'uno di fronte all'altro: Remus teneva gli occhi bassi mentre James lo studiava silenzioso, stava per aprire bocca quando la porta si aprì.
In piedi davanti a loro con un mezzo sorriso sulle labbra c'era quel ragazzino che avevano visto insieme alla nipote di Dorea.
«Ehm, ciao. Non è che potrei sedermi con voi? Gli altri scompartimenti sono pieni».
«Certo» .
«Sicuro».
Risposero James e Remus in coro. Si guardarono sorridendo e poi aiutarono il nuovo arrivato con il baule.
«A proposito, io sono Sirius, Sirius Black» annunciò allungando la mano verso i due.
«Piacere, io sono James, James Potter. Sai ho appena scoperto che la mia mamma e la tua sono parenti!!» esclamò raggiante.
Sirius gli rivolse un'occhiata stupita 
«Si me lo ha spiegato prima mia madre», i ragazzi notarono una smorfia strana sul volto di Sirius mentre pronunciava quelle parole, poi rivolto a Remus disse «Mi dispiace per quello che ha detto, non è esattamente un esempio di bontà e di educazione, mia madre».
«Tranquillo» disse Remus stringendo la mano del ragazzo, «Io sono Remus Lupin», era decisamente felice, continuava a guardare i suoi nuovi amici e sembrava stupito e allo stesso tempo lusingato di trovarsi con loro.
I tre ragazzi passarono l'ora successiva a ridere e scherzare, James e Sirius erano due burloni, conoscevano un mucchio di scherzi e ne mostrarono un bel po' a Remus, gli insegnarono qualche incantesimo tra cui uno che annodava tra loro i lacci delle scarpe, un altro che ti faceva piegare in due dalle risate, come se due mani invisibili ti facessero il solletico e un altro ancora che ti faceva crescere le sopracciglia fino al mento.
Verso mezzo giorno una donna grassottella aprì la porta mostrando un carrello pieno zeppo di ogni sorta di squisitezza «Qualcosa dal carrello cari?» domandò dolcemente.
Sirius e James si fiondarono da lei chiedendo questo e quel dolce e furono di ritorno ai sedili con le braccia cariche di schifezze di ogni tipo.
«Tu non desideri niente caro?» chiese educatamente a Remus.
«No grazie, sono a posto».
Quando la signora si fu allontanata James e Sirius offrirono un po' dei loro dolci all'amico, il quale però non ne volle sapere, 
«Grazie ma davvero, non voglio niente» e detto questo tirò fuori dei panini dalla tasca della giacca.
Dopo che i due ragazzi si furono lanciati un'occhiata stupita, attaccarono a divorare i loro dolci.
«Ghhh, gelatina al gusto di caccola» esclamò Sirius sputando qualcosa di verde in un fazzoletto.
Remus osservò interessato la scatola di Gelatine Tuttigusti+1, mentre James si faceva scappare dalle mani una rana.
Un momento, una rana?, pensò Remus guardando ora l'uno ora l'altro sempre più stupito.
«Oh insomma Remus, ora ti prendi questa Cioccorana e non fai storie. Su forza, è solo cioccolato. Non dirmi che non ti piace il cioccolato?!».
«A chi è che non piace il cioccolato?! Certo non a me, io adoro il cioccolato, mi fa sentire una bella sensazione di calore e tranquillità nella pancia».
Alla fine si arrese «D'accordo, ma solo una».
E proprio quando stava per addentarla la porta dello scompartimento si aprì di nuovo e si richiuse in un lampo, e un ragazzino piuttosto cicciotto andò a sbattere contro la testa si Remus facendogli cadere il dolce.
«Sc-sc-scusate» disse ansante il ragazzino, con i capelli biondo cenere arruffati e le guance arrossate.
Si avvicinò tremante al finestrino della porta e prese a sbirciare fuori.
James, Sirius e Remus lo guardavano straniti.
«Ehm, ma tu chi saresti?» chiese Sirius.
«Peter Minus, aaaaaa» con un urletto acuto il ragazzino corse dietro Sirius e si nascose tremando.
«Per le mutande di Merlino...»
Ma in quel momento un ragazzo corpulento con dei lunghi capelli biondi aprì la porta, «Dov'è quel piccolo schifoso?» domandò scortesemente.
«Qui non c'è nessuno di schifoso almeno, non c'era fino a che tu non hai deciso di entrare!» disse James gonfiando il petto.
«Levatevi di torno pidocchi, quello scarafaggio mi è caduto addosso e ora si merita una bella punizione».
Ne Sirius, ne James accennarono a spostarsi.
«Avete idea di chi sono io razza di microbi? Io sono Lucius Malfoy, e a meno che non vogliate ritrovarvi appesi per le orecchie alla retina portabagagli vi consiglio di lasciarmi prendere quel topo!».
Peter tremava tutto dietro le schiene di James e Sirius, e proprio mentre Malfoy stava per prendere la bacchetta Remus, Sirius e James gli scagliarono contro 3 incantesimi differenti e quello se ne scappò via piegato in due dalle eccessive risate, con le sopracciglia lunghe 10 centimetri e con i lacci legati insieme, cosa che lo fece cadere dopo due passi!
Ridendo come dei matti i quattro ragazzi uscirono dallo scompartimento per non perdersi la scena di Malfoy che cercava di slegare i lacci scosso dalle risate.
«Grazie mille ragazzi, in questo momento sarei pappa per Ippogrifi se non foste intervenuti voi» disse Peter una volta che furono rientrati.
«Figurati, quel vermicolo di Malfoy se lo meritava. Non mi piace per niente, l'ho incontrato la settimana scorsa da Madama McClan e dovevate sentire come maltrattava quella povera donna! Si crede chissà chi solo perchè suo padre è ricco sfondato» disse Sirius tutto di un fiato. «Naturalmente mia madre sarebbe ben contenta se io diventassi suo amico, ma proprio non ci penso».
Sirius era a dir poco furioso e sembrava che parlasse da solo più che con gli altri.
«Ho una gran voglia di tirargli una Caccabomba dritta in testa... Sapete cosa vi dico? Lo vado a fare! Chi viene con me?!».
James non se lo fece dire due volte, Peter era assolutamente eccitato e gli corse dietro, Remus invece li seguì con riluttanza, aveva paura che si mettessero nei guai.
Attraversarono due carrozze prima di trovarlo, sentivano la sua voce urlante venire da uno scompartimento con la porta aperta.
Il corridoio era pieno di ragazzi quindi ci misero un secolo ad arrivare, ma prima di poter agire il treno ebbe uno scossone e un ragazzino basso e con i capelli corvini piuttosto unti rovesciò tutto il suo succo di zucca addosso a James.
«Per tutti i gargoyl!» esclamò James facendo un balzo indietro e pestando i piedi a Peter.
«Si può sapere che ti è saltato in mente?» James gli lanciò un'occhiata in tralice.
«Non ho fatto apposta» sbottò l'altro.
«Beh stai attento a dove versi il tuo succo la prossima volta se non vuoi...».
James si interruppe perchè in quel momento un ragazzina decisamente carina dai capelli cremisi, con due occhi verdi svegli e luminosi spuntò dallo scompartimento li difronte.
«Cosa succede Sev, perchè ci metti tanto?» domandò rivolta al ragazzino con i capelli scuri e unti.
«Scusa Lily, dovrò andare a prendere altro succo perchè l'ho versato tutto...»
«
Sì sui miei piedi per la precisione» disse James sprezzante.
Sirius era tornato indietro e si era messo vicino all'amico 
«Hei tu, chiedi scusa a James, forza».
«E' lui che mi è venuto addosso, io non c'entro».
«
Bugiardo, casomai sei tu che sei venuto addosso a me!»
«
Andiamo Sev, non mi va più il succo, e poi mi sembra inutile stare a discutere con certi individui» affermò Lily, che ora era uscita del tutto e osservava Sirius e James con uno sguardo degno della madre di quest'ultimo.
Il ragazzo chiamato Sev aveva appena mosso un passo in direzione di Lily quando James afferrò la Caccabomba dalle mani di Sirius e gliela lanciò in testa sghignazzando.
«Bel colpo amico» disse Sirius battendo il cinque all'amico.
Uno scoppio improvviso e James si ritrovò schiacciato contro la parete del treno.
«Severus Piton ti sembra un comportamento accettabile?» Lily sembrava scandalizzata dal comportamento dell'amico che aveva ancora la bacchetta sollevata,«Dovevamo denunziarlo ad un insegnante una volta arrivati a scuola, oh cielo adesso rischierai una punizione! E l'anno scolastico non è nemmeno iniziato. Forza Sev vieni dentro e lasciali perdere».
Nel frattempo l'incantesimo era finito e James poteva di nuovo muoversi.
«Si piccolo Sev ascolta la mammina. Cos'è mocciosetto non puoi fare a meno della mamma e te la sei portata a scuola?!» domandò rivolgendogli occhiate furenti.
«Non sono fatti tuoi... Vattene, anzi prima dimmi il tuo nome, così potrò denunciarti ad un professore».
Era stata Lily a rispondere, e per quanto fosse l'ultima cosa che volesse fare, una volta che la ebbe guardata negli occhi rispose, 
«Sono James Potter dolcezza, non c'è bisogno di una scusa del genere per sapere il mio nome!» affermò pavoneggiandosi.
«James ma ti sei fritto il cervello? Quella ti denuncia veramente! Forza andiamo» Sirius prese a tirare l'amico per la manica, aiutato da Peter, decisamente eccitato per la scena a cui aveva assistito, e da Remus che invece era decisamente preoccupato e sembrava pensarla come Sirius.
James si fece trascinare via, ma non prima di aver gridato 
«Ti è andata bene che ci fosse la tua mammina... Mocciosus».
«Bella James» rise Sirius.


***


I ragazzi tornarono ridendo al loro scompartimento, il più serio era Remus.
«Sicuro che non avrai dei problemi James?» gli domandò preoccupato.
«Figurati, erano solo chiacchiere». Sembrava molto sicuro di sé.
«Era carina quella rossa è James?!» lo prese in giro Sirius.
«Aaah taci» rispose arrossendo leggermente.
«Ehi Peter, tutto bene?» il ragazzo aveva lo sguardo stranamente vacuo.
Non rispose così gli altri tre gli andarono vicino un po' preoccupati.
«Pensate che stia bene?» chiese Remus.
«Non saprei, sembra in trance» rispose James.
«Peter, ehi... PETER!!» gridò Sirius schioccando le dita.
Peter sbatté due o tre volte le palpebre «Che succede? Che mi sono perso?».
Gli altri erano letteralmente allibiti.
«Ehm, stai bene? Cosa ti è successo?».
«
A me?» domandò Peter, «Niente, perchè?» iniziava a preoccuparsi vedendo gli sguardi sospettosi degli amici, «Cos'è successo?».
«Boh, te ne stavi lì immobile con gli occhi semichiusi e la bocca spalancata!», spiegò Remus.
«Ah, devo essermi addormentato!» disse Peter diventando tutto rosso.
«Addormentatooo?!» gridarono ridendo come matti James e Sirius.
Si lanciarono su Peter iniziando a fargli il solletico e pensarono bene di coinvolgere anche Remus.
Agitandosi come matti andarono avanti così per qualche minuto fino a che non cascarono con un tonfo dai sedili.
Fu in quel momento che una ragazza alta e snella entrò e si fermò di botto nel vederli ridere come matti, tutti aggrovigliati sul pavimento.
«Hem, tutto bene?» chiese educatamente.
I quattro annuirono continuando a ridacchiare.
«Beh sono venuta a dirvi che siamo quasi arrivati al Castello, dovete mettervi le divise».
Effettivamente fuori dal treno era calata la sera, e la ragazza era già vestita e portava una spilla dorata con una P incisa.
«Sei un prefetto?» domandò Remus.
«Si, sono Emmeline Vance, prefetto di Grifondoro. Forza sbrigatevi, il treno sta già rallentando».
Ed era vero!
«Per le mutande chiazzate di Merlino! Dobbiamo muoverci! Peter dove diavolo hai lasciato il tuo baule? Sbrigati vallo a prendere!».
Per i 10 minuti seguenti regnò il caos più totale, quando finalmente ebbero tutti indossato le divise e messo via tutti i dolci e le altre cianfrusaglie si misero in fila nel corridoio, in attesa di scendere.

Questa storia è nata qualche anno fa; fin dalla prima volta che ho letto dei Malandrini mi sono chiesta come potesse essere stata la loro vita ad Hogwarts, così ho deciso di immaginarmela e di scriverla ed ora ho pensato di pubblicarla! Spero vi piaccia.

   
 
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