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Autore: Fed    11/10/2006    15 recensioni
“Capelli rossi spettinati e vivaci come zucchero, assurdi come cannella; gli occhi azzurri e candidi come quelli di un bambino, chiari come il cielo di prima mattina, simili al latte freddo; le lentiggini spiritose ed entusiaste, disarmanti come nocciole, e quel vago cipiglio sul viso, tenero alone di cioccolata fondente.” La mia prima Ron/Mione, completamente dedicata ad Eowin88 (XD! Visto che ce l’ho fatta?)...
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non l’avevo mai detto a nessuno

By Fed

 

 

 

 

 

Zucchero.

Nocciola.

Cannella.

 

 

Non l’ho mai confessato ad anima viva, ma io – sì, proprio io, Hermione JaneSoTuttoIoGranger – amo associare ad ogni persona che entra a far parte della mia vita un particolare alimento, dolce o spezia.

 

Prendete Harry, ad esempio: il tipico paradigma di Grifondoro testardo, leale, simpatico, sempre un poco presuntuoso nel suo essere costantemente troppo umile.

Snervante, buono e malinconico.

 

Sì, malinconico. Perché è solo malinconia il sentimento che può coglierti se guardi al suo passato, alle sue continue perdite, alla sua sfortuna cronica.

 

 

Ebbene, a me Harry Potter, proprio quel Potter che voi inneggiate a “Prescelto” o “Bambino-che-è-sopravvissuto”, ricorda tantissimo il Tiramisù.

Biscotti bagnati in un caffé amarissimo alla base, in onore del suo triste passato, una crema dolce e chiara, come il suo carattere allegro e onesto, nel mezzo ed infine una spolverata di cioccolato amaro in superficie, ovvero la sua innata predisposizione nel cacciarsi nei guai e, perché no, la sua solenne faccia tosta.

 

 

 

Come per lui, ho assegnato una ed una sola cibaria ad ogni mio amico o conoscente: marmellata di ciliegie a Ginny, limonata a Luna, Whisky Incendiario ai gemelli, marron glacè – oh! Quanto odio i marron glacè! – a quella smorfiosa di Lavanda, che ora ti sta appiccicata come una sanguisuga e non la pianta di sbavarti dietro e catturarti ad ogni occasione, anche se ormai è quasi un anno che l’hai lasciata…

 

 

 

 

Senza farmi notare, alzo gli occhi dalla pagina che sto leggendo, bloccando la lettura mentre l’autore si apprestava a compiere un’accurata e bellissima descrizione del mare.

 

Ti osservo con la chiara intenzione di cogliere il tuo sapore.

 

 

 

Capelli rossi, spettinati e vivaci come zucchero, assurdi come cannella; gli occhi azzurri e candidi come quelli di un bambino, chiari come il cielo di prima mattina, simili al latte freddo; le lentiggini spiritose ed entusiaste, disarmanti come nocciole, e quel vago cipiglio sul viso, tenero alone di cioccolata fondente.

 

 

 

 

A me piaci così, Ron, senza un sapore, con mille sapori diversi.

 

…Anche questo, a pensarci bene, non l’ho ancora mai detto a nessuno…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Devo aver fatto qualcosa di enormemente sbagliato senza volerlo, negli ultimi giorni: tutto ciò non può che essere una punizione divina.

 

 

Lavanda mi si è avvinghiata addosso come non mai, Harry non mi parla quasi più, troppo intento a pensare a chissà quale ragazza della quale non vuole svelarmi il nome, Ginny sta di nuovo con Dean e mi tiene il broncio da settimane, perché a suo avviso non faccio il minimo sforzo per capirla.

 

L’ultimo dei miei problemi – o forse il primo, chissà –, infine, se ne sta da ore ed ore a leggere un insulso libro troppo grande, dalla copertina troppo scura e dalle lettere troppo piccole.

 

La sento che di tanto in tanto tira su gli occhi castani e mi osserva appena, come studiandomi, cercando in me una qualche risposta, per poi tornare a leggere senza più prestarmi attenzione. Non ce la faccio più a far finta di nulla.

 

 

In un unico impeto di coraggio, mi alzo e congedo la Brown con le parole più gelide che mi vengono in mente, per poi dirigermi senza affrettarmi troppo verso la poltrona accanto alla tua, sbirciando appena nella tua direzione e scorgendo il titolo del tanto odiato volume che sembra interessarti decisamente più di me: “La rivolta dei Troll, tomo IV”.

 

Bleah!

 

 

Mi siedo, stringendo nelle mani il rivestimento dei braccioli e sentendo uno strano calore salirmi alle orecchie, mentre ti osservo con più attenzione.

 

Ciocche riccissime di capelli ti ricadono sulla fronte e tu non provi neanche più a tirarle dietro le orecchie, come facevi sempre al primo anno; hai le gambe incrociate sotto la gonna della divisa e la schiena dritta, per nulla incurvata sullo schienale.

 

 

 

Anche mentre fai una cosa stupida come leggere, riesci a mantenere un contegno degno di te.

 

 

 

Mi sento un po’ misero ed infimo, qui, seduto accanto a te, che ti fisso aspettando che ti decida a voltarti.

Ancora una volta, ti prego solo una, guardami.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hermione lisciò la pagina che stava leggendo con l’indice, prima di cominciare a parlare verso Ron, seduto proprio vicino a lei, senza però staccare gli occhi dal libro.

 

 

“Non mi dire che – finalmente! – Lav Lav ha scocciato anche te… Dunque non sei una persona così anormale come credevo…”

 

 

Il rosso emise uno sbuffo di rimando, un poco offeso per la battuta dell’amica, e prese parecchio tempo prima di azzardare una risposta decente.

 

“Sei tu la persona anormale che non riesce a smettere di leggere neanche mentre parla!”

 

 

La Granger chiuse il volume con un sonoro scatto e prese a guardare dinanzi a sé con aria stanca e quasi… quasi incerta. Weasley si spinse maggiormente sulla poltrona, mettendosi sulla difensiva, pronto ad una qualsiasi ramanzina da parte dell’amica.

Dovette però ricredersi non appena lei aprì bocca.

 

 

“Stavo pensando…”

Il ragazzo incurvò un sopracciglio, portandosi una mano alle labbra e prendendo a mangiare l’unghia del pollice mentre la grifondoro continuava.

 

“Stavo pensando… quale sapore avrei, secondo te, se fossi qualcosa da mangiare?”

 

 

Ron rischiò seriamente di cadere, gli occhi sbarrati nel sentire una domanda tanto assurda; si trattenne dal ridere e pensò che forse era la costante compagnia della Lovegood a creare problemi mentali alla ragazza.

 

“Qualcosa da mangiare?”

 

“Si… dai, un cibo… una spezia… una cosa così…”

 

La prefetta aveva le gote tinte di un rosso piuttosto acceso, e questo piccolo particolare fece accentuare maggiormente il ghigno del rosso.

 

“Uhm… Dunque… se tu fossi un cibo saresti… ecco! Per me saresti Acqua!”

 

 

Hermione spalancò gli occhi nocciola e si tirò in piedi, facendo cadere il libro che poco prima aveva posato sulle proprie ginocchia.

 

“Acqua? Acqua? Dannazione, Ron! Sei sempre il solito… Ed io che ti avevo associato ad una marea di cose diverse, come lo zucchero, la cannella, il cioccolato fondente… ed invece sei tale e quale alla Brown, un odioso marron glacè!”

 

 

Il giovane cercò di mugugnare qualcosa, tentando di bloccare il fiume di parole della coetanea, con risultati davvero scarsi.

 

 

“Oh… ti credevo finalmente maturo… Ti ho appena fatto una domanda molto importante e tu mi ripaghi dicendomi che sono come l’acqua… intendi insapore ed incolore, vero…? E poi non si tratta di un cibo… Ma si può sapere perché mi hai paragonata proprio all’acq…”

 

 

“Acqua perché è il cibo più importante che esista!”

 

Esclamò tutto d’un fiato il prefetto grifondoro, con un tono così alto da far voltare tutta la sala comune.

 

 

 

 

La brunetta divenne nuovamente rossa ed afferrò l’amico per un braccio, portandolo fino al corridoio, lontano da occhi indiscreti se non da quelli della Signora Grassa, sempre impegnata nello spulciare i discorsi altrui.

 

“E’ stata la cosa più carina che tu mi abbia mai detto…”

 

Mormorò lei distrattamente, appoggiandosi al muro e lasciando di malavoglia la presa sull’arto del ragazzo.

Lui prese un’espressione più sicura del solito e le si avvicinò sorridendo, a metà tra il malizioso ed il tenero, fino quasi a toccare il naso dell’altra con il suo.

 

 

Si avvicinarono come se fosse l’unica cosa da fare, fino a far coincidere le loro labbra in un unico, castissimo bacio. Quel tipo di baci a stampo, Ginny li aveva sempre chiamati “pomiciate tra poppanti”, ma a Ron sembrò il contatto più maturo di tutta la propria vita.

 

Proprio sulle labbra di Hermione, mormorò poche ultime parole, prima di prenderle una mano e portarla altrove, prima che la Signora dicesse qualcosa di compromettente, prima che finisse quella straordinaria magia che aveva deciso di unirli insieme, una volta per tutte.

 

 

“Non l’avevo mai detto a nessuno”

 

 

 

 

 

 

..::~.OWARI.~::..

 

 

 

 

 

Uh, uh!

Ok, lo so che fa pena -________-… Credevo che questa coppia mi ispirasse di più, invece… Vabbè, su, io ci ho provato! E poi questa shot ormai l’avevo promessa troppe volte per non scriverla XDD!

 

Dunque, come già scritto, la fic è dedicata ad Eowin88… scusa se non è un granchè… considera che è la mia prima Ron/Mione, quindi tanto bene non poteva venire… se poi ci aggiungiamo il carico da novanta della scuola che distrugge le nostre povere menti creative (sigh… la colpa è sempre dei prof… sigh…)…

 

Beh, la finisco e sparisco prima che cominciate a tirarmi anche le sedie (…i pomodori sarebbero uno spreco)…

 

Baci a tutti, bacioni a chi ha letto, bacissimi a chi deciderà di recensire, anche solo per mandarmi lì dove devo andare (…a fare i compiti, cosa avevate capito… XD!)…

 

A presto,

Fed

 

 

* si dilegua schivando un tavolino diretto proprio contro il suo viso*

 

 

 

 

 

Disclaimer: I personaggi non sono ancora i miei ma di mamma … Sappiate comunque che prima o poi me ne impadronirò e li costringerò a fare ciò che voglio. Tutto sommato, mi pare pure giusto.

  
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