Non ho fatto in tempo a farla betare da nessuno, quindi tutti gli errori sono miei.
Beh, vi ho annoiato anche troppo, vi lascio alla storia.
A presto, Silvia.
Questo era un giorno importante, sarebbero stati messi alla prova in un modo in cui non erano mai stati messi prima.
-Sei sicura che sia pronta?- le chiese l'agente anziano, preoccupato.
-Tony, ne abbiamo già parlato...- disse lei continuando a preparare la colazione- Cosa ne dici di andare a svegliarla invece di continuare a preoccuparti?- lei rispose accarezzando la guancia al marito.
-Va bene,- rispose- ma prima voglio un bacio dalla mia bellissima moglie- disse sorridendo.
-Certe volte sei più bambino di loro.- rispose ridendo prima di baciarlo.- E ora vai a svegliare la nostra bambina, non vorrai farla arrivare in ritardo al suo primo giorno di scuola.- disse spingendolo verso le scale.
Prima che lui potesse salire anche solo un gradino, una piccola furia di sei anni con i capelli mossi e scuri, scese di corsa le scale arrivando tra le braccia di suo padre.
-Papà papà papà! Oggi vado a scuola! Non sei ancora pronto?Dai, manca poco!- disse facendosi prendere in braccio dal padre, che la sollevò in aria.
-Sei emozionata piccola, eh?-.
-Si papà!-.
-Allora facciamo una cosa, vai a mangiare la colazione e poi andiamo a toglierci questo pigiama, così possiamo uscire. Ti voglio dire un segreto, oggi la mamma ha preparato le frittelle!-.
-Davvero?- chiese lei, con gli occhi che le brillavano.
-Si, davvero,- rispose Ziva- ma non so se te le meriti, non mi hai neanche dato un bacio- ripose scherzando, rivolta alla piccola DiNozzo.
La bambina subito lasciò le braccia dl padre per abbracciare la madre all'altezza della vita e stamparle un umido bacio sulla guancia, quando lei si abbassò alla sua altezza.
-Ciao mamma.- le disse la bambina sorridendo.
-Ciao Beth, hai dormito bene?-.
-Si mamma! Oggi vado a scuola!-.
-Lo so tesoro!- disse accarezzandole i capelli.
Era passata un'ora e si trovavano davanti alla scuola elementare. La bambina teneva per mano il suo papà, un po' intimorita dalla grandezza dell'edificio e da tutta la gente presente. Quando la campanella suonò la bambina guardò i suoi genitori.
-Beh, è ora di andare piccola!- disse Tony, passandole una mano tra i capelli.
-Sii buona e divertiti, va bene piccola?- le disse Ziva, abbracciandola.
-Ok! Vi voglio bene!- disse la bambina salutando con la mano i genitori, mentre le maestre aspettavano all'ingresso che tutti i nuovi alunni entrassero.
-La nostra bambina è cresciuta...- disse l'uomo.
-Era inevitabile Tony, non poteva rimanere la nostra piccolina per sempre.- rispose lei.
-Tra un po' andrà al college, si sposerà, avrà dei figli e...- venne bloccato dalla moglie.
-Tesoro, non starai un po' esagerando? Ha solo sei anni, non sta andando via di casa domani- rise.
-Aspetta che questo campione nel passeggino entri a scuola e ne riparleremo.- disse scompigliando i pochi capelli sulla testa del bambino di appena cinque mesi.
-Va bene, ne riparleremo, ma per ora godiamoci il momento, al futuro penseremo dopo, ora siamo noi e i nostri due bellissimi bambini.- disse baciandolo.
-Loro magari cresceranno e se ne andranno,-disse guardandola negli occhi- ma io non ti lascerò mai- aggiunse con una vocina da bambino.
-Certe volte mi sembra di avere tre figli e non due- rispose la donna ridendo.