Sentiva quel corpo muoversi sotto la sua bocca mentre Yuu ansimava appena, perché provava piacere ma non abbastanza: voleva sentirne tanto da urlare. In fondo, non c’era pericolo che i vicini lo udissero: il suo appartamento funzionava da base operativa, era lì che lavoravano, lì che componevano e si esercitavano, e le pareti erano del tutto insonorizzate. Era il posto ideale per scopare fino a non poterne più, per perdersi senza rimpianti uno nell’altro, per sentire Yuki che gli apparteneva, per udire quella sua splendida voce fondersi in urla e gemiti, a gola spiegata e come se fossero soli al mondo. Nel loro mondo, erano soli.