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Autore: Swindle    11/03/2012    1 recensioni
Severus non ha ucciso suo padre. Non l'avrebbe mai fatto.
Questa è la sua promessa. « Ma non ucciderei mai mio padre. Lo giuro. »
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Lucius Malfoy, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Father and Son'
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 Non so esattamente come mi sia venuta questa idea.
Comunque, è nata per rispettare il tema del II° turno del Concorso n°1 “Lotta all’Ultimo Inchiostro” sul forum di Magie Sinister.
Per questo Concorso il limite di parole è di 500. Ho dovuto comprimere tutto: perciò dovete ringraziare il regolamento del Concorso se questa flash risulta così… contorta. =P
 
Nota: Questa drabble fa parte della raccolta “Father and Son”. Si tratta di una raccolta di storie varie incentrare sul rapporto, che io amo, fra Severus e Albus.
La raccolta, che mano a mano acquisterà altri pezzi, non segue alcun criterio logico, ma solo la voglia di approfondire questi due personaggi e la mia fantasia.
Ovviamente il titolo della raccolta è un omaggio all’omonima canzone di Cat Stevens.








 

 
Piano Fantasma

 
 






« Non ho ucciso mio padre. » afferma il ragazzo, lo sguardo fiero che scatta sul corpo ormai senza vita, steso sul lettino d’ospedale, prima di allacciarsi a quello dell’avvocato.
« Non è mai stato un buon genitore, né ha mai mostrato alcun segno di orgoglio o affetto nei miei confronti. » dice ancora « Ma non ucciderei mai mio padre. Lo giuro. »
Un uomo dalle vivaci vesti e gli occhiali a mezzaluna mette una mano sulla spalla del ragazzo.
Nello stesso momento qualcuno stringe la mia.
Sobbalzo sorpreso, voltandomi.
« …Albus? » chiedo confuso, riconoscendo il volto.
Improvvisamente, mi rendendo conto della situazione.
Il me ragazzo e il Silente più giovane sono fermi, ghiacciati, come se qualcuno avesse messo tutto in pausa.
« Severus. Ti aspettavo. » afferma enigmatico il vecchio preside, sorridendo.
Si sporge oltre la mia spalla.
« Mmm. » commenta « Avevo proprio dei gusti orrendi in fatto di vestiti. »
Evito di dirgli che è sempre stato così.
« Siamo nella mia mente? » chiedo sconcertato.
« Oh, sì. » ridacchia « Come potrebbe essere altrimenti? Io sono morto! »
Qualcosa a livello dello stomaco, sempre che ce l’abbia ancora, mi storce le budella.
Ah, già.
L’Avada.
« E devo dirti che è davvero complicata. »
Non sono sicuro sia un complimento.
« Talmente complicata da essere un labirinto. » riprende imperterrito « Non sai quanto abbia dovuto girare per trovare un posto sicuro dalle intrusioni. »
Di che intrusioni parla?
« È curioso che sia riuscito a nascondermi proprio qui. » indicando la scena come sovrappensiero « La morte di tuo padre… »
« Non sono neanche riuscito a mantenere la promessa… »
Per la prima volta Albus mi guarda dritto negli occhi. Avevo dimenticato quanto potesse essere penetrante il suo sguardo.
« È stato un onore essere ucciso da te, figlio mio. » afferma serio.
Mi sento mancare il fiato, anche se non sono sicuro di avere davvero dei polmoni.
« Tu sei… » comincia a dire.
« Solo. » lo interrompo, non voglio sentire cosa ha ancora da dirmi « Lo sono sempre stato. »
Il suo sguardo si addolcisce.
« Tu non sei solo. Hai me. »
 
 
Le pareti bianche mi feriscono gli occhi.
Riprendo conoscenza lentamente, ricordando dove mi trovo: San Mungo, sul piano fantasma che usa Voldemort, a cui possono accedere solo i Mangiamorte.
« Il Signore Oscuro ha scavato a fondo nel tuo cervello, Severus. » il mio nome pronunciato da Lucius, accanto a me, mi fa male alle orecchie. « Mi hai deluso… A quanto pare non hai nessuno che si fidi di te, non hai speranze, non hai segreti. »
Mi guarda con disprezzo e se ne va.
« I miei segreti sanno nascondersi bene. » dico al nulla, cercando di ricordare il suono della voce di Albus.
Subito ricordo il suo sguardo, pieno di quell’affetto e di quell’orgoglio che non mi sono mai stati dimostrati da chi chiamavo padre.
« Non ti deluderò. »

 
 

Fine

  
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