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Autore: Florence Rhymes    12/03/2012    0 recensioni
{Rivisitazione della mia precedente fan fiction 'Fantasmi a McVilley'}
Roberta Davies potrebbe sembrare,per tutti,una normale sedicenne con problemi scolastici e con poche,pochissime amiche.In realtà Roberta,fin da piccola,ha un dono:vedere i Fantasmi.Tale dono,di cui lei non era a conoscenza in quanto non ricorda nulla di ciò che le era accaduto da quando ra nata fino ai 5 anni,si era assopito ed ora,con il trasferimento a McVilley,sembra risvegliarsi anche grazie ad un misterioso esorcista.Ma cosa vuole da Roberta?Quale segreto é celato dietro ai cinque anni 'di buio' nei suoi ricordi?E perché i De La Rue sembrano avercela così tanto con lei,tranne il conte Edçard?
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fantômes du passé'
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05

 

"Ehi Roberta,piccola Roberta?"

La ragazza aprì gli occhi.Attorno a lei vi era luce,tanta luce,mentre davanti a lei,seduta su una sedia a dondolo,c'era un anziana signora,che sorrideva.

Roberta si guardò le mani,e vide che erano piccole come quelle di una bambina.Non capì perché le sue mani fossero così piccole.

"Zia Elisse?"

Chiese la piccola Roberta,inclinando appena la testa di lato. La donna sorrise,e stavolta Roberta ne poté vedere anche il volto. le labbra erano incurvate in un dolce sorriso,che si rifletteva anche nei suoi profondi occhi neri.La luce venne immediatamente sostituita da un salotto antico,con mobili rovinati.Roberta era sicura di conoscerlo ma,al momento,non ricordava dove avesse già visto quella stanza.Roberta scoprì d'avere in mano un libro di fiabe:La Principessa Incantata ed Altre Storie.

In copertina c'era l'immagine di una ragazza dai capelli castani boccolossi e gli occhi azzurri.

"Zia,voglio leggere questo!"

Esclamò la bambina,dando il libro alla donna.

"La principessa incantata?Ma tesoro,ormai te l'ho letta tante di quelle volte..."

"Lo so Zia,ma é la mia preferita! Ti prego!"

Esclamò la bambina,con sguardo da cucciolo.La donna sorrise,scompigliandole i capelli.

"E va bene,Roberta."

Aprì il libro,mentre la bambina si accomodava sulle sue gambe.

"C’era una volta un povero calzolaio che aveva due figlioli: il maggiore si chiamava Elmerico ed era maligno e prepotente; l’altro si chiamava Gianni e aveva un carattere mite.

Il padre, chissà perché, aveva scambiato la prepotenza di Elmerico per coraggio, e la sua malignità per furberia, mentre la mitezza di Gianni gli sembrava soltanto stupidità. Perciò stimava moltissimo il maggiore, mentre si vergognava un po’ del secondo. Un giorno in cui era andato all’osteria udì parlare alcuni clienti.

- Vi assicuro che è così – diceva uno. – La figlia del re è stata rapita da uno stregone che la tiene prigioniera in un castello pieno di tesori. Chi riuscirà a superare tre prove imposte dallo stregone, sposerà la principessa e diventerà padrone di tutte quelle ricchezze."

La bambina rimase stupita.

"Dev'essere speciale,questa Principessa."

Disse la bambina,guardando rapita le illustrazioni.

""Ecco un’impresa fatta apposta per il mio Elmerico", pensò subito il calzolaio. "Coraggioso e intelligente com’è, supererà le tre prove e libererà la principessa; la sposerà e diventerà re. Corro subito a dirglielo". E infatti, ritornò a casa in gran fretta e narrò tutto al figliolo. Elmerico, naturalmente, decise di partire subito, e il calzolaio, per dargli un equipaggiamento degno di lui, vendette persino le suppellettili di casa, e riuscì a comprargli un bel cavallo e anche un’armatura.Al mattino successivo il giovane balzò in sella e salutò tutti:

- Non appena avrò sposato la principessa manderò una carrozza d’oro tirata da sei cavalli a prendere voi e quello sciocco di Gianni. "

Roberta iniziò a prendere in antipatia Elmerico.

"Ma che nome é,Elmerico?!"

Protestò la bambina,facendo ridacchiare la zia. Se avesse saputo che,suo figlio,si chiamava Elmerico...

L'ora di lettura della bambina venne,improvvisamente,interrotta da un urlo.Qualcuno la stava chiamando con veemenza,e singhiozzava. la bambina,infastidita,si tappò le orecchie ed abbracciò l'anziana signora. questa le accarezzò i capelli.

"Chi piange,Zia Elisse?"

"Qualcuno che é in pensiero per te."

"La mamma?"

Sul viso della donna si dipinse un sorriso sia sincero che malinconico.

"Anche,ma non solo lei. Ora devi andare,piccola mia. Non é ancora l'ora"

La bimba alzò il viso,non capendo. La donna le sorrise,nuovamente,per rassicurarla,

"Ci rivedremo,ma non ora. Vai,qualcuno ha bisogno di te."

Il corpo di bambina lasciò il posto a quello di una sedicenne. La ragazza strinse convulsamente il braccio della donna,piangendo. Non voleva svegliarsi,non voleva.

"No Zia Elisse,no!"

"Devi,Roberta. Devi svegliarti."

Le diede un bacio sulla fronte,prima di scomparire.

Roberta si risvegliò pochi istanti dopo,le fasciature troppo strette che quasi le impedivano di respirare. Le ci volle un pò di tempo,prima di abituarsi alla luce della lampadina,più accecante rispetto a quella calda luce del suo sogno.Le ci volle un pò,prima di riordinare le idee e capire che,in quel letto d'ospedale,doveva esserci la sua amica Alice,e non lei.

La sopraccitata ragazza la strinse in un abbraccio stritolatore,piangendo quasi convulsamente.

"S...sai mamma...ho..visto la zia Elisse. mi ha letto una fiaba,come...come quando ero..piccola.."

Farfugliò Roberta,accennando un sorriso. La madre sorrise,passandole una mano fra i capelli,per poi alzare lo sguardo al cielo. Una dottoressa si avvicinò ai presenti.

"Vorrei chiedervi di allontanarvi,la Signorina Davis deve riposare."

Acconsentirono,uscendo dalla stanza. Alice si trattenne un pò più a lungo,guardando la ragazza.

"Roberta...il tuo sogno...sicura fosse esattamente come me l'hai descritto?"

La ragazza abbassò lo sguardo. effettivamente,c'era un dettaglio che non combaciava. Un piccolo,innocuo dettaglio,che le avrebbe permesso di non buttarsi a capofitto per proteggere l'amica,se gli avesse dato un pò più peso.

"Di notte."

"Di..notte?"

"Il sogno si svolgeva di notte."

Alice rabbrividì,e si allontanò. Era certa che,per quella notte,non sarebbe riuscita a dormire. Un Esorcista psicopatico le avrebbe sparato,quella notte,stando al sogno di Roberta,come poteva anche solo sperare di riuscire a passare una notte tranquilla?

Quella notte camminava nell'erba,nei pressi del Cirque de la Nuit,un Circo che presto avrebbe aperto i battenti. Una donna bassa e grassoccia,dai capelli biondi malamente legati in una crocchia,gli si avvicinò,scrutandolo dai suoi occhiali a mezzaluna.

"Chuck Von Hall...Ti pare questa,l'ora di venirmi a disturbare?"

L'uomo sogghignò,alzando lo sguardo verso la luna. Quella donna,in quattro anni,non era cambiata per nulla. Spocchiosa,ligia al dovere ed iraconda se veniva svegliata ad orari impossibili.

"Améthyste,nemmeno un ciao?"

"Non fare lo stupido,Chuck. Se mi chiami qua,a quest'ora,c'é una ragione più che ovvia."

Chuck ridacchiò. Sempre dritta al punto -Pensò,beffardo. Si portò una ciocca di capelli dietro all'orecchio,sistemandosi il cappuccio.

"Devi portare a cinque persone cinque biglietti per il Circo."

La donna inarcò un sopracciglio. La cosa era sospetta,dato che Chuck non era tipo da regalare qualcosa a qualcuno.

Lo guardò con sguardo indagatore,tentando di capire che cosa volesse veramente.

"Amici,Chuck?Ti sei fatto degli amici?"

"In un certo senso.."

"Mi prendi in giro. Ci conosciamo dall'Asilo,e non sei mai riuscito a stringere amiciza con qualcuno,Chuck."

"Amé,le persone cambiano,col tempo."

La natura delle persone non può cambiare,Chuck-Pensò la donna,girandogli attorno ancora più sospetta. Lui sbuffò,mettendosi le mani in tasca.

"A chi devo darli,questi biglietti?"

"Roberta Davis,Alice Hail,Esmeralda Nunez,Britney Von Sknoeder e Jey Della Fossa"

La donna si segnò i nomi su di una piccola agenda. Von Sknoeder e Della Fossa erano cognomi che,a lei,non erano nuovi;Si sarebbe informata sulla reale identità di queste persone,nonostante tutto non si fidava di Chuck.

"Vedrò cosa posso fare"

Fece per girarsi,ma Chuck la afferrò per il collo.

"E vedi di non fare scherzi,Améthyste."

La donna annuì,terrorizzata. Non era così,il Chuck che si ricordava. Cos'era successo,che lo aveva stravolto fino a quel punto? La faccenda le piaceva sempre meno.

Quella mattina,come tutte le mattine Améthyste Oneda era seduta davanti al suo computer,sottomano il foglio con i nomi dategli da Chuck. Iniziò con Britney che,avendo un cognome che le pareva di conoscere,pensava fosse la più facile da cercare.

Ci mise quasi mezz'ora,prima di trovare la pagina giusta. La sua espressione si fece tremendamente seria.

Davanti ai suoi occhi si aprì la pagina del Liceo Scientifico Le Tre Grazie. Vi era una pagina dedicata ai profili degli studenti. La aprì ma,davanti a lei,si parò una pagina recante in rosso la scritta "password" e sotto il rettangolino dove inserirla. Sbuffò,e prese il telefono. Sperò solo che sua figlia Emily rispondesse.

"...Mamma?"

Chiese una voce dall'altro capo del telefono,mangiucchiando. La donna sospirò,alzando gli occhi al cielo,poi annuì al nulla.

"Emily cara...conosci la password del sito scolastico?"

La ragazza alzò impercettibilmente un sopracciglio,dividendo le patatine con suo fratello Chris. Quest'ultimo rideva sguaiatamente,guardando un telefilm americano di cui ora le sfuggiva il nome.

"La cambiano ogni settimana,quella di questa settimana dovrebbe essere Thestral. A che ti ser..."

Améthyste,troppo concentrata sul suo tentativo di smascherare Chuck,chiuse inavvertitamente il telefono,mentre con la mano sinistra digitò la password. Incrociò le dita,mentre la pagina si caricava.

poi,inaspettatamente,apparve la scritta 'Error 404'. Imprecò,dando un pugno al tavolo. Riprovò più e più volte,togliendo lettere e aggiungendone,finché non trovò quella giusta.

Era Tresthral,la password esatta.

Davanti agli occhi increduli della donna,si parò una lunga lista di nomi di studenti. Quattro le saltarono agli occhi.

Davies Roberta,Hail Alice,Von Sknoeder Britney e Della Fossa Jey. La donna deglutì rumorosamente. Erano tutti ragazzi fra i sedici e i diciannove anni.

"Cosa stai pianificando,Chuck...?"

Chiese,salvando i dati su un CD-Rom.

   
 
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