Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: FRC Coazze    12/03/2012    4 recensioni
Questo è un epilogo alternativo alla mia fanfiction 'La Ballata del Principe della Notte'. Contiene una 'scena tagliata' con protagonisti Albus Silente e la McGranitt. Se state leggendo la Ballata e non l'avete ancora finita, non leggete, o vi rovinerete il finale!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Minerva McGranitt, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Il Principe della Notte'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Disclaimer: I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me, ma a J.K. Rowling e a chi ne detiene i diritti. I luoghi non inventati da J.K. Rowling, la trama di questa storia ed i personaggi originali presenti in essa sono invece di mia proprietà e pertanto occorre il mio esplicito e preventivo consenso per pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.

 
Salve a tutti. Quello che segue è un epilogo alternativo alla storia 'La Ballata del Principe della Notte', e quindi presuppone che chi legga conosca la storia, altrimenti ha poco o nessun senso.

La cosa nasce dal fatto che qualcuno era rimasto deluso dall’epilogo ‘ufficiale’ che è focalizzato sui soli Severus e Lily, aspettandosi magari una panoramica maggiore sulla situazione. Bene, è proprio quello che c’è in questa variante dove è stata inserita una parte in cui Albus Silente e Minerva McGranitt parlano della situazione. E’ un epilogo tecnico. XD

L’ultima parte è pressoché identica all’epilogo ufficiale, però vi chiederei di non saltarla, anche se magari l’avete già letta, perché così vedete se funziona anche con la parte di Silente prima.

Se posso dire la mia, trovo la parte di Albus spezzi l’atmosfera romantica dell’ultima parte, ed era il motivo per cui l’avevo evitato nella versione ufficiale. Vedete voi, se preferite l’epilogo tecnico o quello romantico.

Leggete, valutate e commentate!

*******
 

-La Ballata del Principe della Notte-
 

Epilogo alternativo

 

 

Silente si accomodò meglio sulla poltrona dietro la sua scrivania. Si passò distrattamente una mano sulla fronte con fare stanco. Che razza di giornata era stata! E non solo quella, no, anche le quattro precedenti. Era arrivato al punto che avrebbe volentieri annichilito qualsiasi personaggio ricordasse anche solo alla lontana un giornalista. Poteva capire i funzionari del Ministero, gli Auror, il Ministro Bagnold in persona: era il loro lavoro, assillarlo per una firma, un consiglio o quant’altro. Ma i giornalisti… i giornalisti erano una piaga inutile e sottilmente crudele… un’orticaria.

Sì, Albus Silente era arrivato al punto di beccarsi una bella allergia giornalistica. Un patema che non conosceva dai tempi di Grindelwald.

I suoi occhi azzurri si posarono distrattamente sulla Gazzetta del Profeta poggiata sulla scrivania.
 

Un Mangiamorte l’eroe del Mondo Magico?

Ebbene sì, cari lettori. Lo avreste mai creduto? O potreste mai credere che le parole eroe e Mangiamorte avrebbero mai potuto comparire insieme in una stessa frase, riferenti alla stessa persona?

La vostra Rita Skeeter è qui per fare chiarezza sull’ambigua figura di colui che altri hanno consacrato a ‘Eroe del Mondo Magico’.

Parliamo di Severus Tobias Piton,  21 anni, pupillo di Albus Silente e seguace di Colui-che-non-deve-essere-nominato. L’uomo dal doppio volto. Tutto sta nel decidere quale delle due affermazioni qui sopra sia veritiera.

Parliamo di un ragazzo segnato da terribili abusi nella sua infanzia, abusi perpetuati dal suo padre Babbano. L’anima ferita di un ragazzino che ha versato lacrime di dolore. Questa è la bizzarra storia di Severus Piton. Dagli abusi nella sua infanzia, al diploma preso a pieni voti, alla sua deprecabile carriera al seguito di Voi-sapete-chi… fino al finale a sorpresa di pochi giorni fa.

Chi è realmente Severus Piton?

Un ragazzino solo e abbandonato dal mondo che ha trovato rifugio nelle peccaminose Arti Oscure? Un criminale graziato per la dorata influenza di Silente?

Chi è realmente Severus Piton? Quale diritto ha un Mangiamorte di essere chiamato eroe? Miei cari lettori, qui si parla di un personaggio ambiguo e ancor più potenzialmente pericoloso. Si parla di un uomo accusato di aver utilizzato Maledizioni Senza-Perdono agli ordini di Voi-sapete-chi. Un uomo macchiatosi di crimini contro la Comunità Magica… un uomo a cui il Ministero della Magia ha concesso la libertà. Certo, parliamo di un protetto di Silente. Il cocco del Preside di Hogwarts.  Preside che si è oltretutto rifiutato di rilasciare un’intervista chiarificatrice sulle intricate e ambigue vicende di cui è stato oggetto insieme al suo pupillo Mangiam-

Albus afferrò il giornale con stizza e lo voltò dall’altra parte, sbattendolo con irritazione sulla scrivania. Sospirò profondamente passandosi una mano rugosa sugli occhi. Dannata Rita Skeeter… Fortuna che era riuscito a tenerla alla larga da Severus, pur sapendo che l’intrepida giornalista degli scandali avrebbe comunque tirato fuori qualcosa di deprecabile. Almeno lui non avrebbe dovuto spiegare come mai la famosa Rita Skeeter fosse finita al San Mungo per essere stata vittima di una terribile fattura Pungente.

Si voltò lentamente verso la fulgida fenice che sonnecchiava tranquilla sul suo trespolo.

“Ah, Fanny…” Sospirò il preside. “Io e Severus siamo diventati proprio dei bocconi appetitosi.” Sorrise appena quando gli occhi dorati della fenice si aprirono appena per sbirciare verso di lui.

In quell’istante, qualcuno bussò alla porta.

“Sì. Avanti.” Fece allora Albus, portando gli occhi verso la porta dell’ufficio, mentre questa si socchiudeva sotto l’invito del preside.

La professoressa McGranitt comparve sulla soglia, la sua solita espressione severa dipinta sul viso, la luce che si rifletteva nei suoi occhi attraverso le lenti degli occhiali.

“Ah, Minerva. Ti stavo aspettando.” Fece Silente, sbirciando la collega da sopra gli occhiali a mezzaluna, mentre questa gli voltava per un secondo le spalle per richiudere la porta con fare stizzito.

“Ti vedo leggermente nervosa stasera, Minerva.” Disse Albus sorridendo non appena la professoressa tornò a guardarlo negli occhi.

“Visto che hai la Gazzetta del Profeta sulla scrivania, suppongo tu sappia il perché, Albus.” Disse allora la McGranitt, accennando al giornale vicino al braccio del preside.

Gli occhi di Albus tornarono su di esso con calma. Lo guardò come se non lo avesse mai visto prima, quasi come un bambino che vede tante parole tutte insieme per la prima volta, stupito e incuriosito.

“Oh.” Fece, con fare furbo. “Ti riferisci all’articolo di Rita Skeeter?”

Minerva si avvicinò a lui a grandi passi, sbuffando appena. Si sedette pesantemente sulla poltrona dirimpetto al preside e si tolse gli occhiali con un movimento svelto.

“Sì, proprio a quello.” Disse la professoressa. “Ma perché mi dia così fastidio non lo so, visto che sono cinque giorni che quella giornalista continua a sputare veleno su Severus.”

Albus ridacchiò appena. Pur dando pienamente ragione all’austera collega, era sempre così divertente vedere quel naso adunco tremare dall’indignazione. Con l’unica eccezione di quando quell’irritazione era rivolta verso di lui… allora era molto più divertente, perché poteva prendersi gioco dell’amica.

Silente si schiarì la voce.

“Notizie?” Si informò.

La McGranitt si posizionò meglio sulla poltrona. Probabilmente l’orticaria giornalistica non dava tregua neanche a lei, notarono gli occhi azzurri del preside.

“Come sta Severus?” Chiese ancora Albus.

“Si sta rimettendo in fretta. Certo, il riposo non fa per lui… ma il fatto che ci sia Lily con lui è una buona cosa. Trovo quasi che sia lei la cura per le sue ferite.” Disse la professoressa.

Silente annuì deciso col capo. “Mai considerazione fu più valida.” Osservò.

La McGranitt fece schioccare la lingua, sovrappensiero. “Potrei tirarmi una martellata sul piede per non aver mai capito cosa ci fosse tra quei due.”

Albus ridacchiò. “Ma come?” Fece divertito. “Minerva! Una donna acuta e intelligente come te!”

Minerva lo fulminò subito con un’occhiataccia, gli occhi ridotti a fessure. “Non sei divertente, Albus.” Gli disse in un ringhio.

Silente mise da parte la risata sommessa per far spazio ad un largo, tranquillo sorriso che si posò come un velo leggero sul suo viso portando con sé gli scintillii blu dei suoi occhi.

Gli occhi di Minerva si fecero più placidi mentre pensava ai due ragazzi che aveva lasciato a Villa Silente, poco prima, dopo essere andata a trovarli per assicurarsi delle condizioni di Severus insieme con Madama Chips.

“Sono felice per Severus.” Commentò quasi in un sussurro, come se parlasse più a s stessa che non con il preside dinnanzi a lei.”

Albus annuì all’udire quelle parole. “Sì, anch’io. Il ragazzo meritava il suo lieto fine.”

Minerva alzò gli occhi da gatta verso di lui. “Lo è davvero?” Chiese, la voce improvvisamente incupitasi.

Silente la guardò interrogativo, spronandola a spiegarsi.

“E’ davvero la fine?” Disse la professoressa. “Albus, non posso non pensare ad alcune cose che Tu-sai-chi ha fatto o detto. Prima fra tutte quella frase che ci ha riferito Severus…”

“Ah, Minerva.” La interruppe Albus levando una mano. “Ho già parlato con Severus di questo. E anche di altre cose. Considerazioni, ipotesi su un possibile ritorno di Voldemort, al momento, devono restare tali. Siamo in pace. Viviamo tranquilli.”

“Ma Albus… se mai…” Tentò la professoressa, ma Albus la silenziò nuovamente.

“Se mai ci saranno segni tangibili di un ritorno del nostro caro Tom… io e Severus sapremo come comportarci.”

“Tu e Severus?” Ripetè la professoressa McGranitt, indignata. “Cos’altro vuoi da quel ragazzo? Lascialo in pace. Lascia che viva la sua vita con la ragazza che ama…”

Silente sorrise dolcemente all’amica. “Non spetta a me decidere per Severus. E’ un membro dell’Ordine e un uomo adulto. Ed è inutile pensare oggi a cosa potrebbe succedere domani. Questo genere di cose lasciamolo alla nostra professoressa Cooman.”

Minerva sopirò con fare rassegnato quando udì quel nome, scuotendo appena il capo sotto lo sguardo divertito di Albus.

“Harry?” Chiese poi la professoressa, cambiando discorso.

“Harry rimarrà con sua madre. E con Severus.” Rispose Albus con un sorriso.

“Nozze in vista?” Domandò civettuola la McGranitt protendendosi in avanti con occhi furbi.

Silente rise. “Chissà!” Rispose, tra un sorriso e l’altro.

“Uhm… sperando che Sirius non faccia da incomodo.” Osservò Minerva con un sorriso, ripensando al ragazzo che ancora non riusciva a mandare giù il fatto che la ragazza del suo migliore amico ora stesse con il giovane che era stato suo rivale e vittima a scuola.

“Ci penserà Remus a tenerlo a bada.” Commentò Albus, gli occhi scintillanti.

“Così, questa storia ha avuto il suo lieto fine.” Disse la professoressa, tornando seria, mentre gettava un’occhiata verso la finestra, pensando a Severus e Lily, laggiù, a Villa Silente. Insieme e felici, dopo tanto trambusto e tante sofferenze.

“Sì.” Concordò Albus. “Un bel lieto fine. Un bel sogno che inizia.”
 

***
 

Severus si appoggiò coi gomiti alla ringhiera del balcone di Villa Silente. Sospirò profondamente, chiudendo gli occhi. L’aria era calma intorno a lui. Nessun fruscio saliva dal giardino, a nessun sussurro s’azzardava a dar voce il vento. Il sole stesso sembrava pensieroso lassù, nel suo salotto celeste, cupo, silenzioso.

Il ragazzo deglutì. La ferita sul petto doleva. Doleva ancora, nonostante fossero passati cinque giorni dalla battaglia a Villa Riddle. Doleva ancora nonostante le cure scrupolose di Madama Chips. Ma Severus sapeva che, più che il profondo taglio che gli attraversava il petto, era il suo cuore a fare male Sembrava sospeso in un mondo senza tempo, così come il paesaggio intorno al ragazzo. Erano stati giorni vuoti, quelli che avevano seguito la vittoria a Villa Riddle. Almeno, lo erano stati per lui. Gli sembrava di vivere in un’altra realtà. In un sogno. In una polla argentea e cangiante che lo imprigionava. Un Giona nella pancia della balena.

Severus riaprì gli occhi, schiudendo la loro notte alla luce del giorno. Sembrava così lontano quel giorno. Tutto il tran tran di Auror che aveva invaso quasi subito Villa Silente, dove lui e altri feriti erano stati portati. Gufi che volavano a destra e a manca… Albus assediato da giornalisti e ufficiali del Ministero. Albus, che nonostante tre costole incrinate, s’era affannato a fare su e giù da Villa Silente, a Hogwarts, al Ministero. Quanto sembravano lontani quei giorni… e dire che tutto questo non era ancora finito.

Severus sospirò. Si voltò verso la porta che dava sul salone della villa. Grazie al cielo, tutta la bagarre che aveva invaso quelle stanze fino al giorno prima si era trasferita al Ministero, tutta stretta alle calcagna di Silente. Davvero miracoloso come il preside si portasse dietro Auror, giornalisti e funzionari ministeriali come cagnolini adoranti.

Severus raddrizzò la schiena, gettando un’ultima occhiata al giardino, quindi voltò le spalle diretto verso il salone. Entrò nella sala vuota. Strano come la vittoria vivesse di silenzio… E’ da egoisti credere che si possa ottenere qualcosa senza dare nulla in cambio. E’ sciocco pensare che la vittoria alata dispieghi le ali al vento se non è sorretta dall’anima di chi per lei se ne è andato.

Gli occhi del giovane si appannarono improvvisamente di lacrime. Dov’era ora la voce roca e allegra di Brix? Perché non vedeva l’elfo trotterellare verso di lui, deciso a rendersi utile, ad aiutare, a servire… Era il balzellare allegro di Brix, le sue grosse orecchie da pipistrello che ondeggiavano, a dar voce a quel silenzio? Oppure… oppure era il vociare dell’intero Mondo Magico a fagocitare sé stesso e ogni suono del mondo, in una perversa autodistruzione?

Che cosa si poteva chiedere di più? Voldemort era stato sconfitto, Bellatrix e gli altri suoi seguaci erano ad Azkaban in attesa del processo. Lucius e la sua famiglia se la sarebbero cavata… Silente aveva dato la sua parola che li avrebbe tenuti lontani dalla temuta prigione dei maghi. Lily stava bene, felice con suo figlio. L’intero Mondo Magico era in festa. E allora perché quel silenzio? Perché quella bolla di sapone che avvolgeva Severus, occludendolo in una visione, lontano dalla realtà.

I suoi passi condussero Severus nel soggiorno. Per un attimo gli sembrò di vedere la sagoma piccola di Brix, affondato nei cuscini della poltrona, come lo aveva trovato tante volte. Scosse il capo, tristemente. Sciocche impressioni di un passato ancora vivido. Troppo vicino.

Gli occhi scuri si posarono per caso su una Gazzetta del Profeta, gettata sul tavolino da tè al centro della stanza. Era l’edizione uscita cinque giorni prima.
 

Colui-che-non-deve-essere-nominato sconfitto.
 

Gridava il titolo in prima pagina. Caratteri cubitali per una notizia tanto bella quanto terribile. Forse, quelle lettere enormi servivano a contenere tutta la sofferenza che Voldemort aveva sparso intorno a sé: uno strano modo di trasformare il male in una buona notizia.

Severus passò appena le dita sulla carta ruvida del giornale, osservandone le colonne fitte di parole che incorniciavano quel titolo enorme. Chissà cosa avrebbe detto Brix di quella notizia…

“Severus?” Fece una voce alle sue spalle.

Il ragazzo si voltò lentamente, con calma. I suoi occhi incontrarono la figura sorridente di Lily, i lunghi capelli rossi sciolti sulle spalle. I segni della battaglia erano ancora evidenti sulla pelle chiara: graffi e lividi che la marchiavano come parole di una storia ormai conclusa, ma ancora vivida nei ricordi.

“Va tutto bene?” Gli domandò Lily, notando lo sguardo triste che il ragazzo le rivolgeva.

Severus sbuffò, gettandosi un’occhiata intorno come a cercare le parole adatte, come se fossero nascoste in quella stanza, sulla mensola del camino, dietro la porta.

“Non so cosa pensare.” Disse infine il ragazzo riportando gli occhi su Lily. “Non so se essere felice o…”

“Lo so.” Gli disse allora Lily, avvicinandosi a lui. Delicatamente gli pose una mano sulla spalla, cercando i suoi occhi neri che lui aveva abbassato quasi a voler fuggire da lei.

Severus la guardò, incapace di tenere lo sguardo lontano da quegli occhi verdi.

“Non voglio essere un eroe.” Le disse sinceramente. “Non voglio che quella gente”, e gettò un’occhiata verso la Gazzetta del Profeta, riferendosi ai giornalisti, “mi dipingano per quello che non sono.”

Lily seguì gli occhi neri di Severus, cogliendo l’allusione agli articoli che si erano susseguiti in quei giorni sulla Gazzetta. Nonostante Silente avesse cercato in ogni modo di tenere Severus lontano dai riflettori, le indiscrezioni erano volate a destra e a manca. Non erano piaciuti a nessuno alcuni articoli in particolare, ma d’altronde, cosa ci si poteva aspettare da una giornalista come Rita Skeeter se non strati di verità e bugie montate ad arte in uno scandalo? E la vecchia Rita era ingrassata sulle voci che volevano un Mangiamorte come eroe del Mondo Magico.

 “Ma tu sei un eroe, Sev… E checché ne dica Rita Skeeter, non sei un Mangiamorte. Sei tu ad aver sconfitto Voldemort.” Gli disse Lily, poggiando una mano sulla sua guancia e accompagnando il suo sguardo verso di lei.

Lily gli sorrise. Sì, i giornalisti potevano blaterare quanto volevano, ma d’altronde, la notizia era troppo ghiotta per farsela scappare. Potevano dare contro a Severus, e molti, come la Skeeter, lo facevano, ma non potevano cambiare quello che Lily pensava di lui. Severus era davvero l’eroe. Era l’eroe non perché aveva sconfitto il cattivo di turno, ma perché Voldemort rappresentava il lato oscuro dello stesso Severus. Era il suo passato, le sue colpe, i suoi errori. Severus era il vincitore perché aveva avuto la meglio su sé stesso e su quello che era stato. Ora, aveva l’opportunità di ricominciare daccapo. Ed era un’opportunità che si era aperto lui stesso, con il suo dolore, con il suo rimorso, con il suo coraggio… per questo era l’eroe. Per questo era il vincitore.

Come lo era anche Brix. Anche Brix che aveva sacrificato la sua vita per proteggere lei ed Harry. Anche lui aveva vinto. Aveva vinto sulla Morte. Aveva infranto il potere oscuro di Voldemort con il suo sacrificio ed aveva strappato alla Morte stessa quella che avrebbe dovuto essere la sua preda, offrendosi lui al suo posto. Libero e consapevole. Libero.

“Ora te ne puoi andare, Lily.” Disse improvvisamente Severus, amaramente. Lily lo guardò confusa.

“Non sei più tenuta a rimanere con me.” Spiegò allora Severus. “Non ho più alcuna utilità per te. Hai ritrovato tuo figlio.”

Lily lo guardò incredula. Ancora? Possibile che non capisse? Possibile che ancora non si ritenesse degno di affetto, non si ritenesse degno di lei?

“Sev”, gli disse dolcemente, sfiorandogli la guancia. “Ricordi quando ti ho promesso che ti sarei rimasta vicino?”

Il ragazzo annuì. Sì, lo ricordava. Molto bene. Un istante in cui aveva creduto di esistere, un istante di illusione in cui aveva pensato che forse, forse Lily sarebbe potuta rimanere con lui.

“Credi davvero che stessi bluffando?” Gli domandò Lily, cercando di far salir un sorriso sulle sue labbra.

Gli occhi di Severus invasero i suoi. La notte silenziosa in quella verde foresta.

“Credevo fosse un sogno. E forse lo è ancora…” Mormorò Severus, perdendosi in quegli occhi verdi, chiedendosi ancora, per un ultimo istante, cosa avesse fatto per meritare di vederli ancora.

“E se anche fosse?” Fece Lily alzando le spalle, mentre sorrideva felice. “E’ un bel sogno, no?”

Il ragazzo le sorrise di rimando. Sì, era un bel sogno. Probabilmente avrebbe avuto fine a breve, ma fino ad allora, perché rifiutarsi di viverlo? Era solo un sogno, dopotutto.

“Sì.” Disse con voce calda. “E’ un bel sogno.”

Le labbra di Lily si avvicinarono alle sue, ancora incurvate dal sorriso. Si unirono a lui, regalandogli la loro dolce curva. E Severus la strinse a sé, strinse a sé la sua Principessa di Fuoco… lei e il Principe della Notte vivevano nei sogni e nei sogni si sarebbero incontrati, avrebbero potuto stare insieme. E non era forse un sogno quello?

Mentre gli occhi di entrambi si chiudevano su quell bacio, cercato a lungo, ma mai realmente raggiunto, la voce del vecchio Brix sussurrò alle orecchie di Severus, mormorando la balata che li aveva legati.

“I will promise my sword to the Light!
I won’t give in to my past, I will fight!
I’ve regained my life, thanks to your sweetness.”

E Severus aveva riacquistato la vita. Lo aveva fatto grazie all’amore di Lily. Grazie a lei aveva sconfitto la maledizione Imperius. Grazie all’amore aveva trovato la forza per trafiggere Voldemort. L’amore aveva guidato le mani del ladro nell’afferrare la lama fatale.

Wake me, and with you I’ll fly,

Svegliami… svegliami chiedeva il principe della Ballata. La ballata di Brix… la ballata che li aveva uniti  con le sue parole.

Wake me, and I’ll regain my sight.

Svegliami. Ma Severus non voleva svegliarsi. Severus voleva sognare. 
 
 

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: FRC Coazze