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Autore: hipsta please    12/03/2012    2 recensioni
«Ehi, Maddy... Da quant'è che siamo amici, io e te?», disse ad un tratto.
«Da sempre, Lou. Sei il mio amico del cuore, lo sai vero?», fece lei sorridendo.
«Si, anche tu sei la mia amica del cuore. È solo che... Credo che non potremmo più esserlo». Quelle parole colpirono la ragazza come una doccia fredda; cosa aveva detto? Perché, perché la stava chiudendo fuori dalla sua vita?
«Non capisco Louis. Io ti voglio bene, voglio ancora essere la tua amica», tentò di dire.
«Anche io ti voglio bene, Maddy, tanto. Ma vedi... Mamma oggi mi ha fatto preparare le valigie. Ha detto che domani ci trasferiamo».
Lui le sorrise, per un'ultima volta; si alzò, verso l'uscita del parco, dove una bella signora con un tailleur pervinca lo aspettava col sorriso in faccia. La prese per mano ed uscì per sempre da quel posto.
Per sempre da quel parco; per sempre dalla vita di Madison.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 I've always loved you 

 
 
Era una calda giornata di fine estate; il sole batteva pesantemente sulle giostre di metallo del piccolo parco. Tutt'intorno un cicaleccio confuso di grida di bambini e risate di signori riempiva l'aria, rallegrando quell'atmosfera così torrida e afosa.
La ragazza era comodamente seduta all'ombra di una grande quercia; l'iPod nelle orecchie, osservava il mondo intorno a lei. Una scena catturò la sua attenzione.
Un piccolo bambino, di circa sei anni, stava inginocchiato sull'erba, col jeans sporco di terra: in mano aveva un piccolo anello di latta, di quelli che escono dai sacchetti di patatine, e lo porgeva alla bimba davanti a lui. Molto graziosa nel suo abitino rosa, lei sorrise e gli prese l'oggettino dalle mani; lui si alzò e la prese per mano, dirigendosi verso le grandi altalene.
Quella vista le provocò una stretta al cuore: tutt'intorno le urla e il chiasso si fecero sempre più fiochi, il parco si confuse in un vortice indistinto di colori, le palpebre si fecero pesanti...
 
Si trovava esattamente seduta sotto quella quercia, le gambe incrociate. Quello era il suo posto preferito: quando aveva bisogno di scappare per un po' dalla realtà amava rifugiarsi ai piedi di quel grande albero, che le trasmetteva conforto e sicurezza. 
Il sole splendeva alto nel cielo, ma l'aria non era calda, anzi: un leggero venticello le scompigliava continuamente i capelli, e la costringeva in continuazione a passarsi una mano tra quella capigliatura ribelle, per cercare di domarla.
Contava attentamente le margheritine tutt'intorno a lei: di tanto in tanto ne coglieva qualcuna, le più belle, e le intrecciava per formare una piccola coroncina. Amava i fiori, amava la natura. Tutto ciò che era verde e profumato le trasmetteva un senso di gioia.
«Maddy!», una voce la chiamò. Normalmente sarebbe stata parecchio seccata di quell'interruzione; non ora. Alzò gli occhi, con già pronto il sorriso sulle labbra; degli occhi azzurro ghiaccio la fissavano, sorridenti, e il ragazzo si sedette sull'erba vicino a lei.
«Louis», sorrise la ragazza. Louis, Louis Tomlinson. Il suo migliore amico, da... Quando? Da sempre, forse. Da quando entrambi si trovavano in culla, probabilmente.
«L'hai fatta tu, questa?», le chiese lui fissando ammirato la coroncina che la bambina stringeva freneticamente tra le mani. Lei sorrise, annuì con la testa.
«Ti piace?», chiese.
«Se mi piace? È bellissima», le disse. Lei tornò a raccogliere margheritine; di tanto in tanto si passava una manina tra i capelli, mentre il ragazzo la fissava assorto.
Quanto tempo era passato? Mezz'ora, forse un'ora. Il tempo trascorreva così: non avevano bisogno di parole tra loro. Amavano il silenzio, amavano le sue sfaccettature; Louis sapeva benissimo di quanto la ragazza amasse quel posto. Le fece assaporare fino all'ultimo momento quell'aria di gioia, quel canto degli uccellini che si sentiva nell'aria, quell'odore di erba fresca. 
Prima di darle la notizia.
«Ehi, Maddy... Da quant'è che siamo amici, io e te?», disse ad un tratto.
«Da sempre, Lou. Sei il mio amico del cuore, lo sai vero?», fece lei sorridendo. Gli porse la coroncina appena fatta, lui la guardò con occhi luccicanti.
«Si, anche tu sei la mia amica del cuore. È solo che... Credo che non potremmo più esserlo». Quelle parole colpirono la ragazza come una doccia fredda; cosa aveva detto? Perché, perché la stava chiudendo fuori dalla sua vita?
«Non capisco Louis. Io ti voglio bene, voglio ancora essere la tua amica», tentò di dire.
«Anche io ti voglio bene, Maddy, tanto. Ma vedi... Mamma oggi mi ha fatto preparare le valigie. Ha detto che domani ci trasferiamo... Cosa vuol dire trasferire, Maddy?», gli chiese lui guardandola curioso. Tra i due lei era quella più acculturata, lui il più spaccone e solare.
Due metà di un intero.
«Credo... Credo che significhi che tu te ne andrai per sempre. È così, Lou?». Aveva ormai le lacrime agli occhi.
«Si, credo di si. Ha parlato di New York... Ricordi, Maddy? Quella grande città che tu volevi visitare da grande, dall'altra parte dell'oceano. Quella lontanissima, dove io ti avrei accompagnato. Ricordi?». Lei fece un cenno con la testa, incapace di dire altro.
«Si, è così. Io domani me ne vado, Maddy. Non ci vedremo più, questo lo sai, vero? È per questo che non voglio più essere il tuo amico del cuore. Troverai qualcun'altro con cui passare il tuo tempo. Cosa posso darti, io, da New York?», fece lui guardandola sconsolato.
«No! - sbottò. - No Louis, non voglio un altro amico, voglio te! Per favore, per favore, non andartene! Resta qui con me!». Ormai piccole lacrime colavano dal suo visino di porcellana; il cielo si era fatto più scuro, l'aria più fredda.
«Lo sai che non posso. Non posso abbandonare la mia famiglia. È meglio così Maddy, per tutt'e due. Però... Però voglio darti questo. In modo che tu ti ricordi sempre di me>. Mise la mano in tasca, ne cacciò una piccola catenina d'argento. Aprì il palmo della manina: appesa a quella catenina, un piccolo anello nero splendente faceva sfoggio di tutta la sua bellezza catturando, per un momento, lo sguardo meravigliato di Maddy.
«No, Louis, non lo voglio! Questo significa che non tornerai più! Non voglio quell'oggetto, non riuscirà mai a rimpiazzarti!», disse disperata, buttando la faccia sulla spalla di Louis e gemendo forte.
«Maddy, per favore, non piangere...», piangeva anche lui.
«Lo so che non rimpiazzerà mai il mio posto, sciocchina. È solo che... Quest'anello me l'ha regalato la mia mamma, proprio ieri. Mi ha detto di darlo, un giorno, alla ragazza che amo. Alla mia fidanzatina. Ma io non voglio fidanzate, io voglio te. Come sto bene con te non sto bene con nessuno. È te che amo, Maddy. Per favore, accettalo, come segno del mio affetto», aggiunse accarezzandole i capelli. La ragazza alzò lo sguardo su di lui, poi sull'oggetto tra le sue mani. Senza dire niente lo prese e lo infilò al collo.
«Nemmeno io voglio fidanzati; io voglio te. Ti amo, Lou», disse ingenuamente, dandogli un bacino sulla guancia.
L'ultima cosa che gli disse.
Lui le sorrise, per un'ultima volta; si alzò, verso l'uscita del parco, dove una bella signora con un tailleur pervinca lo aspettava col sorriso in faccia. Lui la prese per mano ed uscì per sempre da quel posto.
Per sempre da quel parco; per sempre dalla vita di Madison.
 
Lo squillo improvviso di un cellulare la riportò alla realtà; nella sua tasca il telefono suonava incessantemente, provocandole un mal di testa incredibile. Lo chiuse con uno scatto secco, e appoggiò la schiena al tronco.
Era da anni che non pensava a quel giorno; da anni che non pensava a Louis. I primi tempi erano stati i più duri; in fondo lei era solo una bambina quando lui se n'era andato, ed aveva sofferto incredibilmente la sua mancanza. Ma a poco a poco aveva imparato ad andare avanti, a continuare a sorridere, a continuare a vivere; il mondo andava avanti, lei andava avanti. O almeno, si sforzava.
Non si separava mai da quella collana, mai da quell'anello: era come possedere una parte di lui, una parte del suo cuore. La faceva stare... Bene. Madison non aveva mai dimenticato le parole dette dal ragazzo; nonostante fosse stato un bambino, nonostante fossero passati quasi dieci anni, lei credeva alle sue parole.
Ci credeva al fatto che lui le volesse bene; al fatto che le voleva bene più che di una semplice migliore amica.
Per un po' di tempo, lo era stato anche per lei.
Era stato troppo difficile capirlo ad otto anni, ma adesso non aveva dubbi. Sapeva che si era innamorata di Louis; il fatto di non poterlo vedere, di non poterlo più abbracciare come una volta e di non potergli dire tutto quello che sentiva la faceva stare male.
Il cielo mano a mano si scurì, il parco divenne sempre meno affollato: parecchi genitori erano tornati per portare a casa i loro figli. Madison si alzò in piedi, posando l'iPod nella borsa, e si avviò all'uscita del cancello; andò a sbattere contro qualcuno.
«Ma cosa diavolo...?». Le parole le morirono in gola.
Quegli occhi azzurri.
I suoi, occhi azzurri.
Non potevano essere lì. Non potevano fissarla come se la stessero radiografando, non potevano farle tremare le ginocchia, non potevano farle battere così violentemente il cuore.
Semplicemente, lui non poteva essere lì. E non ce la faceva ad accettare il contrario.
A testa bassa si avviò sul marciapiede, cercando di mettere più distanza possibile tra lei e quel ragazzo.
Qualcuno la prese per il braccio, la costrinse a voltarsi.
«Madison... Speravo di trovarti qui>, disse. Dai suoi occhi scesero lacrime, tante lacrime; non si fermavano più. La sua voce era cambiata; più adulta, più matura, più adatta ad un uomo di vent'anni. Ma era sempre piacevole come una carezza, e le provocò immediatamente tante farfalle nello stomaco.
Farfalle? Che esagerazione. Erano api assassine, piuttosto.
«Louis... Il mio Lou...», fu tutto quello che riuscì a dire, prima che la voce le si spezzasse del tutto. Si buttò tra le braccia del ragazzo, gemendo, tirandogli dei pugni sul petto con la poca forza che aveva; le stava facendo male vederlo lì, di nuovo, ma allo stesso tempo non si era mai sentita così bene da dieci anni a questa parte. E lo odiava per questo.
«Cosa. Diavolo. Ci. Fai. Qui», sputò tra le lacrime. Lui le accarezzava dolcemente i capelli, non parlava.
Passarono minuti, ore.
La ragazza aveva smesso di piangere; sembrava che tutte le sue lacrime si fossero esaurite.
«Sono tornato, Madison. Sono tornato per restare. Mi sono innamorato». Quelle parole la colpirono come uno schiaffo. Certo, era tornato perché aveva seguito la ragazza dei suoi sogni. Poteva mai essere Madison, la sua migliore amica, la ragazza che conosceva da quand'era piccolo, la persona che gli era stata più di tutte vicina ad essere la causa del suo ritorno? Ma per piacere.
«D'accordo, Louis. Corri da lei, dille che la ami. Non ho nient'altro da dirti». Si girò, si incamminò per la sua strada. 
Basta, ci avrebbe messo una pietra sopra.
«...Madison?». Venne strattonata per un braccio, di nuovo; lei si girò. «Cos...?».
Delle labbra si posarono dolcemente sulle sue; le mani del ragazzo la presero per i fianchi, come per evitare di lasciarla scappare.
Ma lei non aveva bisogno di scappare da nessuna parte. 
Perché lì, tra le sue braccia, si sentiva finalmente viva.
«Ti amo, Maddy. Ti ho sempre amata».
  
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