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Autore: shaolin7272    14/03/2012    1 recensioni
Régine si lisciò l'abito rosso che faceva risaltare le forme generose con soddisfazione. Si passò il rossetto vermiglio sulle labbra piegate in un gelido sorriso. Sentiva di avere in pugno Jean-Micheal e questo l'eccitava.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto e recensito. Grazie di cuore.


VII

Erano passate le due di notte e Jacques stava aspettando l’arrivo dell’uomo che aveva ucciso Règine e Dubois. Di questo ormai ne era certo. La trappola stava per scattare, il cuore gli batteva forte. Dall'auricolare gli arrivò il segnale. La preda era lì. Sussurrò dentro al microfono di stare in attesa .

Sentì l’ascensore e poi alcuni passi esitanti poi un'ombra si stagliò sulla porta

“Buonasera Signor Caron” esordì Jacques illuminando l'ufficio di Gustave Eiffel

L'uomo si irrigidì sbattendo gli occhi sorpreso

“Ispettore Barbier?” disse confuso “Cosa ci fa qui?”

“Si aspettava di trovare Fournier vero?” domandò il poliziotto “Nestor è stato molto gentile a prestarsi.”

Caron capì allora che era stato lui a mandargli il video e non Fournier . “Come ha fatto a trovarlo? Pensavo che Régine l'avesse solo sul telefonino”

“Régine l’aveva anche sul computer, l'aveva cancellato ma … non abbastanza bene per i nostri tecnici”

Caron annuì “Dovevo immaginarlo.”

“La stava ricattando vero?”

“Sì, ma non avevo intenzione davvero di farle del male” abbassò lo sguardo.

Dopo qualche istante di silenzio riprese a parlare sommessamente “Non volevo ucciderla io l’amavo,” scosse la testa “mi guardava, mi sfidava, io mi sentivo con le spalle al muro. Non so ... Lei si è messa a ridere e... non so cosa mi sia preso ad un tratto mi sono ritrovato il coltello fra le mani.”

“E Dubois?” chiese Barbier

“Sapeva che usavo l’ufficio di Eiffel per i miei incontri notturni. Di solito era lui che metteva le candele e i bicchieri . Una volta finito lo chiamavo perché andasse a rimettere in ordine”

“ Ma l'altra notte non l'ha chiamato e si é insospettito”

L'uomo fece segno di sì con il capo “Infatti quando è tornato a casa mi ha chiamato chiedendomi se era tutto a posto. Ma dopo aver sentito il telegiornale era spaventato.” sospirò “Mi ha minacciato di raccontare tutto alla polizia”

“E quindi ha pensato di sbarazzarsi del guardiano, meglio ancora, inscenare un suicidio per fare ricadere la colpa su di lui”

“Uscito di scena lui nessuno avrebbe potuto collegarmi a Régine”

“Ma poi oggi è arrivata la chiamata di Fournier. Quando ha visto il video gli ha dato l'appuntamento qua alla torre Eiffel. Aveva intenzione di uccidere anche lui?”

Caron rimase in silenzio guardando l'ispettore, quest'ultimo scosse la testa “Mathias” chiamò.

Legarrel comparve dietro ai due “Portalo via” disse Barbier lanciando un'ultima occhiata disgustata all'assassino.



Punteggio contest  Paris mon amoir 

Voto: 41

Aspetto stilistico: 7
Stilisticamente il racconto non è male, il problema che ho riscontrato, credo, sia stato il frequente uso di punti. Troppi, mi spiego: anche quando bastava una virgola o sarebbe stato più elegante ed efficace un punto e virgola e i due punti, tu hai messo il punto. Ne vengono fuori frasi molto corte, spezzate, uno stile piuttosto stenografico. I dialoghi paiono un po’ forzati, comunque mi hanno ricordato certe atmosfere alla Agata Christie e io adoro quell’autrice e i suoi gialli! È uno stile semplice e scorrevole, si legge con facilità.

Aspetto grammaticale, lessico e sintassi: 6,5
La punteggiatura è piuttosto carente: pochissime virgole, ci sono frasi lunghissime come questa qui, in una delle ultime pagine: “sono riuscito a recuperare dei messaggi email che la signora Bachelin aveva e ho trovato qualcosa che è meglio che tu veda di persona”. Se uno la leggesse ad alta voce, senza fare nemmeno una pausa, gli mancherebbe il fiato. Poi a volte lasci troppi spazi tra le parole (o forse è un problema della mail?). Nella quarta pagina c’è una frase: “guardarsi intorno e cercare” starebbe meglio un “a cercare”. Ogni tanto ti dimentichi qualche maiuscolo dopo i punti o di spaziare dopo i punti. Nell’ottava pagina, in uno dei dialoghi, manca un punto di domanda: “perché Régine avrebbe accettato…” In generale il racconto non è curato bene visivamente: tutti questi spazi, virgole e punti distanziati o parole tutte attaccate… non so se è un problema del file inviato o se avevi scritto così, comunque a me risultano cose come “Régine l’aveva mandata anche al computer , l’aveva cancellato ma … non abbastanza bene”. Insomma non invoglia alla lettura, risulta fastidioso all’occhio; la forma conta.
Il lessico è piuttosto semplice, non ci sono errori di grammatica, però la sintassi è un po’ ballerina, per questo il voto non tanto alto.

Originalità: 6
Ehm, purtroppo ho messo un voto bassino perché non ho trovato la suspence, il mistero che ci si aspetterebbe da un racconto giallo: Régine viene uccisa, sì, si cerca il colpevole e il colpevole chi è? è il personaggio che si vede all’inizio solo chiamato col cognome invece che col nome. O sono io che ho capito male e nel caso mi scuso oppure è così, quindi una soluzione abbastanza scontata e per di più un po’ (perdonami il termine) una presa in giro: Caron compare di straforo così, marginalmente, come può il lettore anche solo considerarlo nella rosa dei sospettati? Le intuizioni dell’ispettore Legarrel sono piuttosto prevedibili, non mi è sembrato possedere quel pedigree da detective che lo rendesse un personaggio interessante. 

Caratterizzazione dei personaggi: 5,5 
Li ho trovati piuttosto piatti, perdonami: solo Régine mostra un minimo di introspezione all’inizio e il suo assassino un po’, ma solo all’inizio: il resto è pura cronaca di un’indagine. Legarrel sembra un semplice manichino che dice quel che deve dire, non coinvolge (almeno a me non ha coinvolto), non ha né pregi, né difetti: sta lì e basta, come i suoi agenti. I dialoghi non aiutano a mostrare sfaccettature dei personaggi, se non un poco, appunto, all’inizio. Un racconto giallo certo non deve contenere spaccati introspettivi alla Joyce, non dico questo, però si tratta di un assassinio, di un delitto: è proprio in queste situazioni che gioca molto la psiche umana (leggesi Agata Christie, appunto, ma qualsiasi altro giallista o scrittore di noir). Qui non l’ho trovata sfruttata.

Aderenza alla sezione scelta: 7,5
Rientra perfettamente nella sezione, ma come ti ho detto non c’è l’elemento psicologico necessario. Comunque molto accurate le fasi delle indagini e ho apprezzato come sei stata precisa nel contesto della polizia parigina.

Uso Parigi: 5
Purtroppo devo mettere un voto basso perché Parigi non si vede e non si sente: viene solo nominata, senza nemmeno descriverla tanto, la Tour Eiffel come luogo del delitto. La consegna di questo contest prevedeva che Parigi non dovesse essere la protagonista, ma in qualche modo spiccare nel racconto, non semplice ambientazione, ma un’ambientazione che fosse vivida e viva, e questo non l’ho riscontrato nella tua shot.

Giudizio personale: 3,5
A me piacciono i gialli, molto, ma questo non mi ha coinvolta e continuo a pensare che la scoperta dell’assassino sia piuttosto “tirata”, senza un vero e proprio mistero ingarbugliato da svelare.

 

  
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