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Autore: ProcrastinatingPalindrome    14/03/2012    2 recensioni
Dopo che i suoi piani per San Valentino con Cina vanno a rotoli, Russia si ritrova a passare il resto della giornata con America, una bottiglia di vodka e una scatola di cioccolatini oscenamente grande.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Russia/Ivan Braginski
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia non mi appartiene è una traduzione dell'omonima storia di ProcrastinatingPalindrome (potete trovarla su Fanfiction.net). Non posseggo i personaggi qui utilizzati né il fumetto dal quale sono tratti. Questa storia non è a scopo di lucro.


“Hai l’aspetto di uno che sta congelando all’Inferno.” Disse America prima di mettersi in bocca un altro cioccolatino. “Senza offesa.”

“Questo non ha senso.” Disse Russia, la voce alquanto smorzata per via del fatto di essere con la faccia appoggiata contro il tavolo. “L’Inferno è molto caldo, da? Perché uno dovrebbe congelare?”

“È solo un modo di dire, amico. Non pensarci troppo. Sto solo dicendo che sembri…appassito.”

Quello sì che era un giudizio onesto. Russia si sentiva appassito. Anche il fiocco nel quale aveva legato la sciarpa cominciava ad avere un aspetto floscio.

“Avanti, rallegrati!” Disse America, dando una pacca sulla schiena all’imbronciata nazione. “Non è andata così male, no?”

“Non è andata male. Peggio. È stato umiliante.” Russia sollevò la testa dal tavolo abbastanza a lungo da bere un sorso dalla sua vodka ormai mezza vuota e ritornò nella posizione di prima.

“Allora cosa-” Si sentirono degli umidi suoni mentre America si fermava per mangiare degli altri cioccolatini. “Cosa è successo, huh?”

“Non voglio parlarne.”

“Ti sentirai meglio se ne parlerai!”

“Lo dici solo perché sei curioso. Vuoi bearti del mio fallimento. Davvero poco eroico da parte tua.”

“Mi ferisci, amico. E dopo tutto l’aiuto che ti ho dato.”

“Non mi hai aiutato. Mi hai solo…incoraggiato nella mia follia.”

E ti ho detto di fare un fiocco con la sciarpa! Quella è stata una mia idea!”

“È stata un’idea stupida. Non avrei dovuto ascoltarti.”

“Beh, se faccio così tanto schifo, perché sei tornato qui, huh?”

Russia non aveva una buona risposta a quella domanda. Era strano come ieri America sembrava entrare perfettamente nei suoi piani. Forse era stato quello il suo primo sbaglio, permettere ad America di aiutarlo. Non avrebbe dovuto abbassare la guardia in quel modo, non doveva farsi scappare il fatto di volere finalmente chiedere a Cina di uscire con lui a San Valentino. America era sembrato stranamente deluso (forse anche lui era interessato a Cina?) ma si era rallegrato rapidamente. Aveva un incontro con Cina il 13, e c’era un letto in più nella sua stanza. Perché non dividerla? Poi Russia avrebbe potuto parlare con Cina la mattina seguente, e se tutto fosse andato secondo i piani, allora lui e Cina avrebbero potuto passare insieme San Valentino e il Capodanno Cinese.

Tranne per il fatto che le cose non erano andate secondo i piani. Per niente. Passare la notte con America, ricevere un discorso d’incoraggiamento la mattina e permettere alla nazione più giovane di aiutarlo a fare un fiocco con la sua sciarpa era andato bene, ma poi tutto era andato a rotoli.

La gigantesca scatola rosa a forma di cuore piena di cioccolatini davanti ad America non era neanche vuota per un terzo, nonostante America non avesse smesso di mangiarne sin da quando Russia si era accasciato al tavolo del bar dell’hotel. Da dove spuntava poi? E com’era che lo stomaco di America non era ancora esploso? Due misteri, ma Russia era troppo sciupato per interessarsi all’origine della scatola o al buco nero che poteva esistere nello stomaco di America.

“Pensavo che San Valentino fosse un giorno nel quale donare il proprio cuore alla…qual è la parola…alla propria cotta, da?” Mormorò Russia contro il tavolo.

“Sì, puoi farlo.” Disse America con leggerezza, gettando in aria un altro cioccolatino per poi mangiarlo. “Perché?”

“Perché è andato tutto storto. Ho provato a donare il mio cuore a Cina e non ha funzionato. Non lo ha voluto.”

“Sei sicuro? Voglio dire, è un po’ indisponente qualche volta quand’è di cattivo umore. Cosa ha detto?”

“Ha detto, ‘Aiya, è disgustoso! Rimettitelo nel petto prima di sanguinare su tutto il pavimento, aru!’”

America si immobilizzò, un altro cioccolatino a metà strada verso la sua bocca.

“Aspetta, cosa?”

“Mi stai ascoltando? Tu chiedi e chiedi e adesso che ti sto rispondendo non mi ascolti!”

“No, sto ascoltando, solo che…sono confuso.”

“Cosa c’è da capire? Mi sono tolto il cuore e ho detto ‘Buon San Valentino, questo è per te’ e tutto quello che ottengo sono delle grida.”

“Stai scherzando.”

“Nyet, ha davvero gridato!”

“Stavo parlando del fatto che ti sei tolto il cuore! Non lo hai fatto sul serio, vero?”

“Certo che l’ho fatto! Come faccio a donare il mio cuore a qualcuno se non lo tiro fuori?”

“Mi stai prendendo in giro!” Ululò America, pestando il pugno sul tavolo. “Oh amico, non posso credere che tu l’abbia fatto sul serio. Non ha prezzo, tutto questo! No, scusa, non andartene!” Aggiunse in fretta, afferrando Russia per il braccio quando lo vide alzarsi.

Lasciami andare. Sono molto stanco. Voglio tornarmene in camera e risposare.” ‘Riposare’ era, in quel contesto, un sinonimo di ‘ubriacarsi e piangere contro il suo cuscino’.

“Non fare così, amico! Mi dispiace di aver riso, okay? Ma davvero, hai sbagliato tutto. Non bisogna letteralmente togliersi il cuore quando si dice ‘donare il proprio cuore a qualcuno’. Le persone morirebbero in quel modo. È una…come si chiama, metafora o qualcosa del genere. O una similitudine. Non so, una di quelle cose che dicono una cosa ma significano un’altra. O forse è un’allegoria-”

“Avrebbero dovuto essere più chiari al riguardo.” Disse Russia, accasciandosi di nuovo al suo posto. “Mi sarei risparmiato l’umiliazione. E adesso Cina non vuole avere più niente a che fare con me.”

“Cosa, solo perché hai fatto qualcosa di inquietante e schifoso? Non credevo fosse così sensibile.”

“Nyet, ha detto…” Qui Russia dovette fermarsi e deglutire il nodo che gli si era formato in gola. “Anche dopo essersi calmato, ha detto di non essere interessato. A me. In quel modo.” Il retro della sua bocca stava cominciando a sapere di lacrime, e lui deglutì di nuovo.

“Aw, accidenti. Mi dispiace.” Disse America, dando una pacca sulla spalla a Russia. Non sembrava affatto dispiaciuto, però. Sembrava quasi…sollevato. Prese un altro cioccolatino dall’apparentemente infinita scorta nella scatola e lo morse, facendo una smorfia. “Ew, cocco! Odio il cocco. Tieni, puoi averlo tu.”

Il cioccolatino mezzo mangiato venne spinto contro il viso di Russia. “Perché dovrei volere il tuo cioccolatino mezzo mangiucchiato?”

“Non fare il bambino, ne ho mangiato solo l’angolo. E tutti sanno che il cioccolato ti fa stare meglio, perciò mangialo. Ne ho un sacco!”

“Non ho fame.” Sospirò Russia, riappoggiando il mento al tavolo. La sua patetica postura gli valse un’altra pacca sul braccio.

“Non demoralizzarti troppo, amico. Ci sono un sacco di pesci nell’oceano.”

“Lo so.” Scattò Russia, arrabbiato. “Ci sono milioni di pesci nell’oceano. Ma questo non c’entra niente con Cina. Smettila di cambiare discorso.”

“Non sto cambiando discorso! È un detto, sai? Tipo, ci sono un sacco di pesci e c’è un pesce speciale per tutti, no? Ogni pesce va con un pesce diverso.”

“Allora i pesci si accoppiano con specie diverse? Perché io avevo l’impressione che i pesci si accoppiassero solo con quelli della loro specie. A meno che questi non siano dei pesci diversi. Stiamo parlando di accoppiamenti, da? O della catena alimentare? Ogni pesce mangia solo un altro tipo di pesce? Io non so niente sui pesci. Dovremmo parlarne con Seychelles.”

“Esattamente quanto ubriaco sei? Perché non ho capito niente di quello che hai detto.”

“Bene. Nemmeno io so di cosa stiamo parlando.”

“Non stavo parlando letteralmente di pesci. È un’altra di quelle allegorie o che altro. Tutti sono dei pesci, va bene? Tu sei un pesce, io sono un pesce, Cina è un pesce, tutti sono pesci. E tutti hanno un pesce speciale con il quale sono destinati a stare. Tipo un’anima gemella.”

Russia ci pensò, poi prese un altro sorso di vodka. “Che pesce sono io?”

“Non so…uno squalo balena? Perché è il più grande di tutti. E io sono uno squalo bianco!”

“Perché sei stupido e rude come lo squalo, da?”

America lo schiaffeggiò forte sulla testa senza neanche fermarsi. “No, perché gli squali bianchi sono fottutamente grandiosi! Non guardi mai Shark Week? Lo squalo più figo di tutti.”

“Allora Cina cos’è?”

“Um…un pesce rosso? Non quelli dei luna park, intendo quelli che ha lui dalle sue parti. Comunque, il punto è…forse Cina-pesce non è fatto per stare con Russia-pesce. Capito?”

“Perché il pesce rosso è troppo piccolo per lo squalo balena? Ah, allora si trattava di accoppiamento!”

“No! Si tratta di amore!”

“Allora perché? Perché Cina-pesce non può amare Russia-pesce?” Gemette Russia. “Non è colpa mia se sono uno squalo balena. Non è giusto!”

“Lascia perdere lo squalo balena per un secondo, okay?” Disse America con calma. “Non si tratta di specie o taglia o da dove viene uno o che altro…qualche volta le cose vanno bene, e qualche volta no. Perciò se viene fuori che Cina-pesce non è fatto per stare con Russia-pesce…beh, ci sono lo stesso un sacco di altri pesci che potrebbero andare bene per Russia-pesce. Perciò non deprimerti così tanto. Questo è quello che stavo cercando di dirti.”

Ci fu silenzio mentre Russia restava accasciato contro il tavolo a pensare a quello che gli era stato detto e America mangiava degli altri cioccolatini.

“Ma tanto per fartelo sapere.” Disse America, la voce soffocata da tutto il cioccolato che aveva in bocca. “Non ho mai pensato che tu e Cina steste bene insieme. Dico. Insomma, non sembrava mai felice di stare insieme a te, e tu non ti rilassavi mai in sua presenza-”

“Ci stavi spiando?”

“N-no! Voglio dire, magari vi ho osservato qualche volta durante le riunioni e roba simile…non che ci prestassi davvero attenzione o altro…” America tossì imbarazzato e si grattò il naso, sporcandoselo di cioccolato. Russia decise di non dirglielo.

“Con quale pesce sto allora, se non con Cina?”

Per sua sorpresa, America arrossì. “N-non lo so. Ci sono un sacco di pesci.”

“Dinne solo uno.”

“Ho detto che non lo so! Lascia perdere!”

“Bene, allora con che pesce sta America-pesce?”

America soffocò leggermente, arrossendo ancora di più. “Con chiunque diavolo voglia!” Scattò. “È un fottuto squalo bianco, quindi sta con chiunque voglia.”

“Ma sei single adesso, da?” Era un po’ cattiva come osservazione, ma dopo tutte le delusioni avute, Russia non seppe resistere. Si sorprese di sentirsi leggermente in colpa quando le spalle di America si abbassarono.

“Forse non ho ancora fatto la mia mossa.” Brontolò. “Ci hai mai pensato? Certo che no. Perciò fatti gli affari tuoi.”

“Tu non ti fai mai gli affari tuoi.” Gli ricordò Russia.

“Quello perché sto tentando di aiutarti, idiota. Non so perché mi prendo il disturbo.”

“Da, perché ti prendi il disturbo?”

L’aveva intensa come una leggera frecciatina, solo l’ennesimo botta e risposta fra loro, ma America divenne serio e immobile.

“Perché è questo che fanno gli amici, stupido. Si tirano su l’un l’altro quando stanno passando una giornata di merda.”

Oh. Russia odiava quando America si comportava così. Se la cavavano così bene in una conversazione e lui all’improvviso se ne usciva con robe simili che spezzavano il ritmo, tanto che quello che uscì dalla bocca di Russia fu, “Non siamo amici”, e quella era una cosa che davvero non voleva dire.

“Beh, lo eravamo una volta, giusto?” Disse America fermamente, per nulla frenato. “Allora perché non possiamo esserlo di nuovo? Voglio dire, io…i-io non ti odio. E davvero, davvero spero che neanche tu mi odi. Non più, comunque.”

Russia odiava anche questo. Era troppo sincero, troppo aperto, troppo onesto. Desiderava poter pensare che si trattasse tutto di una recita, ma America era pessimo a raccontare bugie. C’erano cose che non aveva dimenticato della Guerra Fredda, e una di quelle era capire quando America stava parlando onestamente. Quello che Russia aveva dimenticato era come reagire a quell’onestà senza sembrare un idiota, e quindi le parole che disse erano spezzate e balbettate.

“N-neanche io ti odio.”

Il viso di America si illuminò immediatamente. “Grande! Allora possiamo iniziare a ridiventare amici, giusto? Ecco, puoi avere un altro cioccolatino. Puoi prendere tutti quelli che vuoi, e non li mangiucchierò prima. Quale vuoi? Al caramello? Al lampone?”

“Da dove viene tutto quel cioccolato?” Chiese Russia, facendo immobilizzare America nell’atto di scegliere un cioccolatino.

“L-l’ho ricevuto.” Disse con imbarazzo. “Ti piace la Crema Irlandese-”

“Da chi?”

“Da Inghilterra, va bene? Che ne dici di-”

“Che è successo?”

“Niente, cavolo!”

“Io ti ho raccontato di Cina. Il minimo che puoi fare è raccontarmi di Inghilterra. Non è…non è quello che fanno gli amici? Hai…ascoltato i miei problemi. E non sei stato un granché come compagnia, ma hai…ascoltato. E quindi io farò lo stesso, da?”

L’espressione di America si addolcì un po’ mentre rimetteva giù il cioccolatino che aveva preso. “Tanto per avvertirti, questo è peggio di quello che è successo fra te e Cina.”

“Cosa? Ti sei rimosso il fegato invece del cuore?”

“Non posso tirare fuori i miei organi, scemo. Lo fai solo tu. No…Inghilterra…dannazione, sapeva che sarei stato da queste parti, perciò è venuto qui e…e mi ha detto che mi amava, va bene?”

Il silenzio fra loro due si fece gelido.

“Capisco.” Disse Russia brevemente. Perché era improvvisamente così seccato? “Allora perché non te ne stai col tuo nuovo ragazzo?”

“Perché lui non è il mio nuovo ragazzo. L’ho respinto.”

Russia si rigirò nella mente la nuova informazione ricevuta, cercando di capire. “Stai per caso facendo il difficile con lui?”

“Diavolo no!”

“Allora perché? Tutti sanno che avete una…una ‘relazione speciale’.”

“E ‘relazione speciale’ significa che devo volergli saltare addosso? In una parola, no.” America improvvisamente ebbe un aspetto così miserabile che Russia si domandò se per caso in questa situazione i quasi-amici dovessero abbracciarsi. “Non è che non ci tenga a lui, sai? Solo…non in quel modo. Tu ci tieni a Bielorussia, no? Ma non vuoi sposarla. È una cosa del genere.”

“Touché.” Concordò Russia rabbrividendo.

“È stato orribile.” Sospirò America, giocherellando con la scatola di cioccolatini. “Non è che si sia messo a piangere, ma sembrava sul punto di cominciare. E non ha voluto riprendersi i cioccolatini. Ha detto che avrei dovuto tenerli lo stesso. Quindi l’ho fatto. Sono un idiota?”

Russia non rispose subito. Invece afferrò un cioccolatino e se lo mise in bocca. Aveva un gusto appiccicoso e indefinibile.

“Allora Inghilterra-pesce non è quello giusto per America-pesce, da?” Disse alla fine, cercando di rimuovere lo schifo che aveva fra i denti con la lingua.

America rise debolmente e sollevò gli occhiali per strofinarsi la base del naso. “Qualcosa del genere.”

“Hai un altro pesce in mente?” Chiese Russia, desiderando di avere uno stuzzicadenti.

“S-sì.” Disse America con voce piccola, arrossendo di nuovo. “Ma in questo momento non posso fare niente. Si trova in una posizione strana, romanticamente parlando. Se provassi, succederebbe un casino.”

“Ne sembri sicuro.”

“Sono sicuro. E so per esperienza che può essere una persona davvero difficile.”

“Ne vale la pena, allora? Se è così difficile.”

Un’altra risata da America, e un caldo sorriso che fece capovolgere lo stomaco di Russia. O magari si trattava del cioccolatino che si stava scontrando con la vodka che aveva bevuto prima.

“Sì, si ne vale la pena. È un gran bel pesce.”

Russia annuì e bevve di nuovo dalla sua quasi finita bottiglia di vodka. La strana sensazione allo stomaco non se ne era ancora andata. Mangiare quel cioccolatino poteva essere stato un errore. “Allora ti auguro buona fortuna con la tua pesca.” Sospirò, appoggiandosi allo schienale della sedia. “Sembra che entrambi abbiamo avuto sfortuna questo San Valentino.”

“Hey, è solo mezzogiorno. San Valentino non è ancora finito.”

“Un peccato. Sono pronto per la sua fine.”

“Perché? Io e te siamo ancora qui. Perché non usciamo?”

Russia sbatté le palpebre alla proposta. “Non è patetico per due single uscire insieme a San Valentino?”

“Affatto!” Insistette America sbattendo la mano sul tavolo. “Oggi dovrebbe essere un giorno d’amore, giusto? Perché deve per forza essere amore romantico? E dell’amore fra due amici? Possiamo celebrare quello.”

“Vale la pena celebrarlo?” Chiese Russia, e si rese conto di aver appena chiesto una stupidaggine non appena ebbe lasciato la sua bocca. La sincerità negli occhi di America stava rendendo il rifiuto di Cina sempre più leggero ogni minuto che passava. Gli era mancato tutto questo, il calore e il conforto. Gli era mancata questa amicizia. Gli era mancato America.

“Certo che lo è!” Esclamò America, tirando una pacca alla schiena di Russia in preda all’entusiasmo. “Ne vale la pena!”

“Allora celebriamo.” Disse Russia, sorridendo insieme ad America per la prima volta quel giorno.

America si illuminò e cominciò a blaterare su tutto quello che potevano fare insieme (Vedere un film? Uscire a cena? Visitare la città?), e Russia cominciò a chiedersi se squali balena e squali bianchi potevano vivere nello stesso oceano. 

  
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