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Autore: glendower    14/03/2012    2 recensioni
[Ferriswheelshipping molto sofferta + accenni quasi inesistenti di IsshuShipping] Touko/N - To Lacie.
«Allora io vado, Touko.»
«Per me puoi fare quello che vuoi, anche sparire se è per questo.»
Lei alzò le spalle, incamminandosi senza guardare indietro.
In quel momento non si guardarono nemmeno in faccia.
C'era stato un solo attimo in cui l'amore - un amore, tra l'altro, mai esistito - si era fatto odio. Odio nero, odio profondo, odio nero.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Troppi silenzi insopportabili portano odio e tristezza


«Allora io vado, Touko.»
«Per me puoi fare quello che vuoi, anche sparire se è per questo.»
Lei alzò le spalle, incamminandosi senza guardare indietro.
In quel momento non si guardarono nemmeno in faccia.
C'era stato un solo attimo in cui l'amore - un amore, tra l'altro, mai esistito - si era fatto odio.
Odio nero, odio profondo, odio nero.




È andato, andato e mai più tornato. Sparito, volatilizzato senza lasciare dietro di sé nemmeno una singola traccia – nemmeno un capello verde, non una briciola di tutta quell'ambiguità che colora, da quanto è nato, la sua essenza da cactus con strane tendenze.
Nessun motivo o rimpianto da spiegare, nessuna destinazione verso un infinito con un traguardo, niente vale un interessamento da parte sua e a lei tanto tutto questo non importa, sa benissimo di poter vivere bene anche da sola, senza un pervertito sempre pronto a toccarle il sedere o a farle complimenti su quanto può star bene anche senza quei pantaloncini stracciati.

Senza aspettarlo sono passati cinque anni di completo silenzio dove Touko si è fatta via via sempre più forte, sempre più grande e smaniosa di diventare adulta e, ancor più che diventare principessa o regina, si è trasformata in un'eroina senza macchia e senza paura, ormai maestra di pokèmon fatta e finita, pronta per andare ad esplorare nuovi lidi fuori dalla sua terra di nascita.

Di lui invece non si è sentita nemmeno una notizia al telegiornale, nessuna lettera sporca d'inchiostro che maledestramente qualcuno, anche se solo per sbaglio, ha abbandonato nell'ufficio di posta.
Niente, solo un senso di vuoto negli sguardi attoniti di chi lo ha visto da vicino e poi lo ha osservato nel momento esatto in cui è volato via, in groppa ad un filo destriero nero, con le ali ed un sorriso accompagnato da un presagio negativo.

Ogni Re, in ogni caso, abbandona il suo regno prima o poi, per un motivo o per l'altro, ma questa, purtroppo, è una cosa che Touko non ha ancora capito ed inconsapevolmente si è attaccata al suo significato opposto, sperando che un giorno lui sarebbe tornato, planando nel suo giardino come il principe di una fiaba qualsiasi. Un uomo che, secondo il suo immaginario amoroso, le avrebbe dedicato una canzone stonata sotto una luna così piena da sembrare grassa.

Queste però sono solo le sue fantasie maturate con il tempo, giochi fra pensieri che il suo cervello mescola nel vano tentativo di alleggerire il peso parcheggiato sul suo cuore. Informazioni gratuite che non accetta perché i suoi sentimenti sono cambiati tanto quanto è cambiato il suo aspetto, il suo modo di pensare e di essere. Roba da niente comunque, perché nessuna di queste sue considerazioni ha mai avuto effetto e quell'anestetico, più che inibire il suo malessere, non fa altro che rafforzarlo.

Con il trascorrere dei mesi però, tutto si è fatto più nitido e chiaro ed i perché e l'abbandono hanno trovato una loro risposta, riponendo tasselli là dove c'erano solo dei buchi enormi.
N, nelle giustificazioni senza senso campate per aria sulle bocche di tutti, si è semplicemente ritrovato nel rogo di fiamma della vendetta di suo padre, ed incapace di sfuggire ad un incendio ben esteso, ne è rimasto carbonizzato.
Morto o vivo, probabilmente ora sta a leccarsi le ferite da qualche parte e la bara su cui centinaia di persone hanno pianto e piangono ancora, in realtà è vuota, lasciata come segno di una fenice pronta a rinascere, un giorno o l'altro, in un presente in realtà molto lontano, invisibile.

Touko sbadiglia, mentre alza improvvisamente lo sguardo sul cielo bianco sopra di lei, ad osservare nuvole rosa sfumarsi in un arancione violaceo di un tramonto pronto a sostituire il pomeriggio con la sera.

È il primo giorno di primavera, una stagione antipatica per chi è allergico a tutto, fiori ed api comprese. Giornodisole brilla, distogliendola da brevi spezzoni di idee rintronanti e chiacchiericci mentali incentrati su di un N che preferisce non rammentare.
L'attacco di Serperior risplende a tal punto che sembra mattina ad ore inoltrate, dove tutto è inondato di luce, una luce così forte che le lacrime sono il dispetto di occhi appannati, non tristi ma semplicemente lividi per il bruciore di piagnistei ricorrenti sia fra gli amici fidati, sia fra le persone più sconosciute.
Sono tutti stretti, radunati lì, su di una lapide grigia con sopra inciso nessun nome, solo iniziali scarabocchiate in fretta da qualcuno per ricordare un cavaliere caduto in disgrazia.

File e file di fiori umani tinti nero, mano nella mano, borbottano canzoni d'addio – sciorinano perle di un rosario inventato, la nenia canterina che conduce i defunti in un aldilà fatto di silenzi, tristezza e dimenticanza. Stessi vuoti, medesime occhiaie marchiate su tutti.
L'unica a non partecipare è proprio lei, Touko, la schiena alla folla e la mano destra intrecciata a quella di Touya, impassibile e nascosto nell'ombra del suo solito cappellino, prontamente calato sul viso; la faccia scura tempestata di gemme.

Lui sa piangere nello stesso modo degli altri – piangere con pena e dolore, dolore e mille parole taciute a prendere il posto di lacrime variopinte, grosse come blocchi di grandine ad imporporargli le guance. Soprattutto, lui è a conoscenza di aver perso il suo unico amore, la sua seconda parte di sé, quell'eterno rivale che ora non esiste più.
«Senti male da qualche parte?» le sussurra all'orecchio a voce bassa, alzandosi in punta di piedi per raggiungerla meglio e per parlare in segreto, senza orecchie ad ascoltare i loro brevi discorsi elementari.

«Dovrei?» lei abbassa gli occhi, schiude le labbra e fa una smorfia – una smorfia infantile, dove tutto il suo viso s'increspa di piccole rughe d'espressione arrabbiate.
È isprezzo, il disprezzo di Touko nei no che suonano come domande.
Ed dentro il suo petto c'è anche odio, l'odio e la  poca disponibilità ad essere donna, donna che ama e sa aspettare il principe alle porte del mondo.

È diversa, la più forte di tutti. È sbagliata, così sbagliata che vorrebbe ricostruirsi da zero, elemosinando pietà e perdono da chi ne ha al posto suo.
Touko ha un brutto modo di fare e quando Touya la fissa ad occhi sgranati, lei molla la presa, muovendo qualche passo in avanti, ricongiungendosi alla fila ordinata di persone che ha lasciato per distrarsi un po' – per cercare un po' d'aria in quella calca che rimane compatta e non si ramifica in gruppi più piccoli.

«Vuoi dire che non ti manca? Questo significa che non sei triste?»

Touko ride, spinge in su gli occhiali da sole, sistema la montatura sul naso e scrolla la testa, sospirando.
«N non è mica morto, è andato e non tornerà più perché è un bambinone. Lo so io, lo sai tu, lo sanno anche loro, sono solo troppi ciechi per vedere cosa ha portato la sua sconfitta e la nostra vittoria.» e prima che l'altro possa contribattere, lei lo supera, sgomitando per farsi spazio e arrivare a quella tomba dove si china, inginocchiandosi sull'erba umida di strazi e lamenti.
Chi le sta intorno si allontana, lasciandola in un intimo perimetro in cui può crogiolatsi nel suo tormento - un tormento fatto di cose insopportabili.

Fra i lunghi boccoli castani, tenuti insieme da un fiocco vaporoso, grande quanto elegante, c'è un fiore nero, una rosa che rappresenta il suo lutto –  il lutto di un amore negatosi personalmente.
Portandosela alle labbra ne bacia i petali e, dopo averla abbandonata insieme a tutte le altre piante - i fiori ed i regali, i biglietti ed i messaggi registrati - si rialza i piedi, non prima di aver accarezzato con l'indice la fredda pietra, macchiandosi i polpastrelli con l'inchiostro con cui è stato scritto il nome del Re.

«C'era una volta una Principessa che amò così tanto da farsi male.
Durante una partita a scacchi in cui c'era in gioco anche quello stesso loro amore, la miglior pedina del Principe fu distrutta e lui fu così costretto ad andarsene per redimersi dai suoi peccati...» presa una pausa, rincomincia a parlare, chiudendo gli occhi e deglutendo per inghiottire il nodo alla gola.

«Lo sai che cosa ha portato l'abbandono di quel principe, N? Solo silenzio. » e con un inchino che ha del teatrale, accompagnato da un fruscio di gonne e stoffe, lei si congeda, rimescolandosi alla folla.

Touko disconosce i discorsi mai fatti,
non riesce a reggerli e facendoli suoi non prova neanche a combatterli.
Li accetta perché sa che i silenzi insopportabili portano odio e tristezza e da loro non c'è scampo -
portano a far morire il sentimento e a far cadere le foglie, facendo così passare il tempo.
Per lei sono come l'abbandono - le persone vanno, vengono e alla fine muiono.






Note:
Fa schifo e non so esattamente perché N è morto ma in realtà non è morto, forse perché non avevo in mente una morte come si deve per questo povero, odioso ragazzo scassascatole. E' un'idea malsana quanto me però mi serviva qualcosa per ritornare nel fandom dei pokèmon a cui sono legatissima perché lì ho conosciuto mia moglie (a cui dedico questa... obbbbbrobbbriosità della quale mi dovrà perdonare, giustamente senza chiedermi il divorzio ) e il mio personale Layton, senza dimenticarsi di Wonder e Mileidi - perché sì, loro forse non lo sanno ma io amo anche loro. *sparge cuori* E niente, io sono da picchiare perché ho millanta idee e zero voglia per metterle in atto, ultimamente ho un periodo poco normale in cui mi trovo ripetitiva e noiosa e preferisco starmene buona, evitando di scrivere anche se mi piace tanto y_y GOOODBAY.
Ps: Se qualcuno si è chiesto che fine ho  fatto, io non sono morta, mi sono semplicemente rintanata sul mio LJ, se siete curiosi il link e nel profilo.
  
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