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Autore: Metzengerstein    15/03/2012    0 recensioni
Sine lucem.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ha un mondo. Un mondo, tra tanti intorno a se. Ma Quel mondo, Quella sfera insignificante, non troppo grande, polverosa, misera è sua. La plasma a suo piacimento, affinché lo soddisfi. E poi realizza, alla fine che: quel mondo che sta plasmando è egli stessi.. e ne prende coscienza. E se ne compiace. Le terre, gli oceani. L'arcata celeste, le creature, l'aria. E' tutto opera sua, a tratti.. ne è fiero. Se ne compiace. E continua, col tempo, a plasmare e plasmarsi. Cambia costantemente, si evolve, si adatta, migliora, peggiora. A proprio volere.
In un istante, la luce affievolisce.. lo avverte, ma non ci fa caso, e continua a plasmare. Fino al momento in cui, non ve n'è più traccia alcuna. Prova a cercarla dunque. Quella luce che possa aiutarlo a vedere per sapere cosa plasmare. Tuttavia, la luce è fuggita.. o portata via, morta.. svanita. Miliardi di fotoni lo circondano, ma solitari. Non fasci. Tenta di prenderli, metterli insieme.. ma filtrano, tra le dita. Sfuggono, riluttanti, alla presa, già di per se incerta nelle tenebre. Rifiutano il tocco.. non è la luce ad aver perso lui.. è Lui ad aver perso la luce. E senza la luce.. il creato prende a morire.. deperire.. le creature fuggono, altrove, altri mondi.. o muoiono. L'acqua congela, del tutto, s'indurisce. La terra cessa di dare i proprio frutti, di essere solida.. si frantuma al lieve tocco d'una caduca foglia dei faggi, al culmine della sopravvivenza.. l'aria. L'aria diviene evanescente, come se un cancro.. un cancro invisibile.. la divorasse. Perde tutto.. tutto ciò che ha plasmato, creato.. ciò che gli è costato fatica, sacrificio.. o odio, rabbia, rifiuto, e amore. Implora aiuto, altrove.. ma ovunque ci si mantiene per se quel calore.. quella splendente luce, così aurea.. e bella.. e calda.. tutto. Perde tutto. In un unico, solo istante immobile nel tempo. La luce, rifiutandolo, condannò a morte certa.. una fine lenta, d'agonia.. e s'arrende. Unico pietrisco, in quello spazio vaga. Solitario, e senza luce. Fluttua, nel tempo, scansato.. 
  
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