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Autore: Unbreakable_Vow    15/03/2012    5 recensioni
Ho scelto di lanciarmi
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Andiamo per fasi...'
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Dopo un'accoglienza così calorosa, sono ben felice di continuare quella che, inizialmente, aveva l'intenzione di essere soltanto una shot senza troppe pretese ^^ E così, approfittando nuovamente del prompt di Nefene (la Draco/Harry, che tiene conto dell'epilogo) sono tornata con una seconda fase! E temo che non sarà neanche l'ultima.
Fatemi sapere che cosa ne pensate, specialmente sulla caratterizzazione - argh, Draco è sempre difficile! 
E scusatemi tantissimo se ci metto un po' a rispondere alle recensioni :(


Titolo: Seconda fase
Autore: Unbreakable_Vow
Beta: Cabiria Minerva
Personaggi: Draco Malfoy, Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy, Lily Luna Potter
Pairing: Draco/Harry
Ambientazione: Post-saga
Frase-chiave: Ho scelto di lanciarmi.
Genere: Introspettivo, moderatamente Comico e Romantico
Rating: Verde
Avvertimenti:  Pre-slash, One-shot, What if?
 

 



Aprire quella porta è come fare un salto nel vuoto.
Draco lo sa, ormai l'esperienza lo ha istruito a dovere. Far scattare la serratura - serratura di cui gli è stata data la chiave, senza che ancora ne sappia bene il perché - equivale a fare una muta ammissione: ho scelto di lanciarmi.
Ogni giovedì Draco si ritrova a rinnovare quell'intento e, anchese sa che alla fine quella decisione sarà sempre più forte delle sue riserve, non riesce mai ad impedirsi di rimanere cinque minuti buoni di fronte all'uscio, indeciso fino all'ultimo istante se aprirlo o andarsene.
Da bambino era una persona piuttosto sicura di sé. Crescendo ha continuato ad esserlo, di facciata, ma dentro perdeva ogni giorno un po' della sua sicurezza. Ci sono stati anni, poi, in cui non l'aveva avuta più nemmeno fuori. Da quando l'ha recuperata - dopo una guerra, processi su processi e una faticosa scalata verso la riabilitazione sociale - ha capito quanto sia preziosa, e se la tiene stretta come fosse la cosa più importante che ha. Dopo Scorpius e la sua famiglia, naturalmente.
La padronanza di sé, la fiducia in se stesso, l'appoggiarsi alle sue capacità: Draco vuole tutto questo, l'ha conquistato con fatica ed è fiero di poterlo sfoggiare. Ringrazia ogni giorno la sua caparbietà e la forza che Astoria e loro figlio sono stati capaci di infondergli, perché sa bene che è solo grazie a questa forza che è riuscito a superare tutto il dolore e a diventare l'uomo che è adesso, orgoglioso di sé anche se pieno di cicatrici.
E allora perché sente di star perdendo tutto questo? Perché rinnova settimanalmente il salto nel vuoto e nell'insicurezza?
Se lo chiede, ma la risposta non ci mette mai più di un secondo ad arrivare.
Perché c'è di mezzo Potter, ovviamente - la 'variabile impazzita Potter', ma guarda un po' che novità. C'è di mezzo Potter coi suoi tentativi di instaurare un rapporto fra loro, Potter e le sue stupidi (e convincenti) parole a proposito dell'armonia fra i loro figli, Potter e il suo essere così cordiale e disponibile da mandarlo in confusione.
Il problema è Potter, la croce della sua adolescenza, che gli mostra lati di se stesso che Draco avrebbe preferito non conoscere.
Perché è così dannatamente amichevole nei suoi confronti? Se proprio deve, che lo sia con Weasley e la Granger, no? Dov'è finito l'astio che provava per lui quando erano a Hogwarts, gli sguardi rabbiosi e le parole schifate?
Sembra tutto scomparso in una nuvola di vapore, adesso, come se fra loro non ci fossero stati anni di litigi e due fronti opposti di una battaglia; come se fossero da sempre stati buoni amici e continuassero, anche da adulti, a portare avanti questo rapporto.
E Draco sa che si sta facendo del male, che dovrebbe troncare qualunque gesto benevolo di Potter e lasciare che gli si avvicini come ha sempre fatto, con rabbia e cattiveria, in risposta a qualcuna delle sue frecciatine pungenti.
Sa che dovrebbe, ed è quello che ha tentato di fare da quando Potter ha ben pensato di fargli quel discorso: tenerlo lontano, insultarlo, offendere le persone a cui tiene. Distanza di sicurezza, si era imposto. Ma ci riesce sempre meno, e si rende conto, con suo sommo rammarico, che sta davvero permettendo a Potter di avere con lui quei "rapporti civili" di cui andava tanto cianciando qualche mese fa.
Si chiede dove sia andato a finire il suo amor proprio. Dove sia andato a finire il suo istinto di sopravvivenza, la sua salvaguardia mentale. Perché non riesca a proteggersi e, soprattutto, perché non voglia più farlo.
E' sparito tutto, ovviamente per colpa di Potter. Potter che gli lascia le chiavi della casa dove si è trasferito da quando si è separato e gli dice col sorriso sulle labbra "Se vedi che non arrivo in tempo ai nostri incontri, vieni pure a sbattermi giù dal letto," come se fosse una cosa normale. Come se fossero due amici di vecchia data.
Come se Draco non avrebbe dato tutto, da adolescente, pur di vedere Potter rivolgersi a lui come gli si rivolge adesso. Come se a Draco tutte quelle risate e parole gentili non lacerassero il cuore. Come se non fosse fottutamente innamorato di lui da quando nemmeno sapeva cosa volesse dire la parola "amore".
Potter proprio non capisce che Draco deve stargli lontano, non capisce che più continua a dimostrargli affetto più lui si illuderà che ci possa essere altro, come un fottuto ragazzino dagli ormoni impazziti e la fantasia sfrenata. Che è rimasto così tanto dannatamente innamorato di lui da non sopportare di vederlo con la Weasley e non riuscire a pensare all'amicizia fra i loro figli senza provare un moto di invidia per Scorpius - e sentirsi un verme l'istante successivo.
No, non lo capisce.
E Draco non vuole farglielo capire evidentemente, perché dopo quei cinque minuti passati a riflettere su quanto sia tutto incredibilmente sbagliato, apre comunque quella porta. E lo fa sempre. Lo sta facendo anche adesso.
Ho scelto di lanciarmi.

***

Si può dire tutto su Lily Luna Potter - e di solito lei non ci fa neanche più di tanto caso - ma non che non sia una ragazza maledettamente intuitiva, e che il Cappello abbia sbagliato Casa quand'è toccato a lei di essere smistata. Ha solo undici anni, è praticamente uno scricciolo, ma dentro di sé Scorpius sta cominciando a temere il suo sguardo: è disturbante, a volte, un po' troppo indagatore.
Segretamente, ciò che teme di più è che capisca i loro piani e riesca a sabotarli in qualche modo. Quando ci pensa, si dice di star sopravvalutando quella che in fondo è solo una bambina; quando la vede, però, cambia immediatamente idea.
Capisce di non aver sbagliato a giudicare la sorellina più piccola del suo migliore amico quando questi gli si presenta trafelato vicino il Lago e gli comunica, con due occhi impossibilmente larghi e la voce roca per la corsa, che "Lily sa".
Lily Luna Potter sa che lui e Albus stanno cercando di far mettere insieme i loro padri... Salazar, ma come? Ogni volta che ne hanno parlato si sono premurati di non farsi sentire da nessuno, ed è più che certo di non averla vista nei paraggi durante i loro discorsi. Come ha fatto a scoprirlo?
Rabbrividisce pensando alle possibili conseguenze di quel fatto.
"E ora che si fa?" chiede, mentre pensa a quel nuovo Grande Nemico - come se la versione più grande e pazza di Albus non bastasse già. "Se apre bocca è la voltabuona che i nostri padri ci vietano per sempre di vederci!"
Albus lo guarda allarmato, poi parla, ma è un sussurro davvero basso, ancor più basso del precedente. "Lei... lei non vuole dirglielo."
"Cosa?" Non ha completamente senso. "Perché?"
Lo sguardo di Albus si fa ancora più allarmato, ed è lì che Scorpius capisce che non ha evidentemente considerato l'altra opzione. "Lei ha detto che... che vuole aiutarci. Che vuole aiutarci col nostro piano."
Per quanto si sforzi, non riesce a capire quale delle due possibilità sia davvero la peggiore.
   
 
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