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Autore: StoryGirl    15/03/2012    1 recensioni
Se Nakamaru scoprisse che stare vicino al compagno di classe non è poi così male?
Nakamaru Yuichi, Ueda Tatsuya { MaruDa } .
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Tatsuya, Yuichi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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TITOLO: Hands held high.
AUTORE: StoryGirl.
GENERE: OneShot. Au. Romantica.
RATINGS: Pg.
DISCLAIMERS: Nessun personaggio mi appartiene, purtroppo.
PAIRING: Nakamaru Yuichi, Ueda Tatsuya { MaruDa } .
PROMPT: Scritta per l’anomeme sulle fiction scolastiche: Dato che non mi piacciono le cose troppo mielose, anche qualche insulto ci starebbe bene x°° Ecco, all'inizio mi piacerebbe che i due ragazzi si odiassero, per poi ampliare la loro storia fino a scoprire di essere innamorati uno dell'altro. Un particolare che mi attira sono i club pomeridiani*_* Nakamaru in quello di calcio (giustamente) e Ueda in quello di pianoforte :3 Forse ho specificato troppo? XD.
RIASSUNTO: Se Nakamaru scoprisse che stare vicino al compagno di classe non è poi così male?
THANKS: A [info]yuya_lovah che l'ha letta in anteprima, come sempre.
A [info]hikari_guren, che l'ha promptata.
A [info]mauve_amethyst, perchè l'ha betata.
PAROLE:  1350, con il conteggio di word.

Hands held high

Nakamaru Yuichi era da sempre considerato il miglior calciatore della scuola, nonché il miglior atleta: era stato convocato più volte dal preside in persona per poter ricevere premi uno dopo l'altro.
Insomma, godeva di una certa popolarità in tutto l'istituto.
Ueda Tatsuya, invece, era un ragazzo solitario, la cui unica passione consisteva nel pianoforte, che amava.
Anche lui, come il primo, era considerato un talento, un vero e proprio genio in grado di eguagliare grandi come Mozart e Beethoven.

"Ueda_kun, mettici più brio"

"Ueda_kun, sei stato davvero fantastico oggi, voglio farti i miei migliori complimenti"

"Ueda_san, ti prego, accetta i miei sentimenti. Mi sono innamorata di te la prima volta che ti ho visto. Anche se non ricambi, ti prego di accettarli"


"Nakamaru_kun, mi aspetto grandi cose da te nella prossima partita"

"Nakamaru_kun, Nakamaru_kun, sei stato fantastico. La tua sensei è fiera di te"

"Nakamaru_san, mi spiega come fa? Lei è sempre così perfetto. Aaaaaaah, quanto vorrei essere bravo come lei, ma non è possibile, lei è un vero talento"


C'era sempre stata competizione tra il club di calcio e quello di musica in quella scuola, quella tradizione risaliva a diversi decenni prima, fatto sta che era sempre rimasta immutata.
Era strano, perché non c'era qualcosa di simile, nei due club, per cui combattere, per cui voler imporre la propria supremazia.
Forse il problema risaliva al fatto che, da quando si aveva memoria, nei due club c'erano sempre stati i due talenti dell'istituto.
I ragazzi più in gamba, quelli che meritavano più attenzioni e che, di certo, nel futuro avrebbero compiuto grandi cose.
E anche quell'anno era la stessa cosa.
Persino i due ragazzi sentivano la competizione ribollirgli nel sangue.

"Ueda_kun, come è andata la lezione oggi? Non ti fanno male le dita? Sempre a muoverle... chissà se le muovi anche su qualcosa d'altro, mmh? E' vero ciò che dicono su di te, no?"
"Nakamaru_kun, dovresti stare attento, sai? Potresti inciampare inavvertitamente e romperti una gamba. Sarebbe davvero un bel dispiacere, no? Perché nella prossima partita ci sarà il manager di quell'importante squadra. Pensa se non potessi partecipare. Il tuo sogno sarebbe rovinato per sempre"


Le schermaglie tra i due erano iniziate fin da subito, e non era mai finite.
Si odiavano a prescindere da qualsiasi altra cosa: non si erano mai parlati, il loro sentimento era un qualcosa di superiore, come se gli fosse stato imposto.
Forse, se solo avessero provato ad andare d'accordo l'un con l'altro avrebbero potuto scoprire delle piacevoli novità, ma nessuno dei due, purtroppo, aveva dato all'altro una possibilità.

Si sa però, che al cuor non si comanda, ma di certo nessuno dei due avrebbe ammesso il loro piccolo segreto.
Ueda Tatsuya si fermava sempre, dopo le prove, a guardare da lontano il campo di calcio, ritrovandosi a sorridere quando notava l'impegno che ci metteva Nakamaru Yuichi per segnare, nonostante la partita fosse solo d'allenamento.
D'altra parte, Nakamaru Yuichi non avrebbe mai confidato all'altro di trovarsi spesso a sospirare nel sentire le lenti note del pianoforte fuoriuscire dalla stanza del club di musica.
In conclusione, entrambi sarebbero potuti diventare grandi amici, ma non lo avrebbero mai fatto perché la scuola aveva una tradizione da mantenere.

"Ho saputo che dovrai partecipare ad un'audizione. Auguri! Mi raccomando, non far sfigurare tutta la scuola. Non credo che i tuoi compagni di corso sarebbero contenti se per colpa tua passassero per degli incompetenti"
"Non ti preoccupare di me, Nakamaru_kun. Preoccupati piuttosto di centrare la porta avversaria, sarebbe alquanto disdicevole se tu dovessi fare auto-goal, non trovi?"


Quei ragazzi avrebbero continuato in quel modo per anni se il fato, o il destino, o qualunque altro modo voi vogliate chiamarlo, non si fosse presentato alla porta del loro cuore, bussando e pretendendo di entrare.

"Dannazione! Cosa ci fai tu qui?"
"Questa domanda dovrei fartela io, Ueda_kun. Questo è il ripostiglio delle attrezzature sportive, cosa dannazione ci fai qui dentro?!"
"Non sono affari tuoi"


A volte, si sa, il destino è beffardo, e forse è proprio a causa di esso che i due ragazzi si ritrovarono chiusi all'interno di quello stesso ripostiglio.

"E' tutta colpa tua se ci ritroviamo chiusi qui dentro. Stupido, Ueda_kun"
"Colpa mia?! COLPA MIA?! E da quando, sarebbe colpa mia? Se tu non avessi detto ai tuoi cari compagni di squadra di chiudere il ripostiglio quando andavano a casa, noi non ci saremmo mai ritrovati in questo posto! Chiusi dentro. E per di più, insieme!"
"Ah, certo, ora sarebbe colpa mia se tu hai voluto entrare in questo ripostiglio, certo, certo"
"Fammi uscire da qui, idiota! Devo esercitarmi con il pianoforte, domani ho un'importante audizione"
"Pensi che io mi diverta a stare qui dentro con te? ANCHE IO VORREI USCIRE DA QUI!"


I due ragazzi vennero liberati dopo solo un'ora, che a loro sembrò un'intera eternità e tutto perché, in cuor loro, non volevano ammettere i sentimenti che si stavano impossessando dei loro cuori.
Stare così vicini, per così tanto tempo, gli aveva fatto provare sensazioni contrastanti l'una con l'altra.
Da una parte vi era l'indignazione, ed il fatto che entrambi si dessero la colpa l'un l'altro per ciò che era successo.
D'altra parte vi era l'attrazione reciproca che, sebbene mascherata da odio, si faceva sentire più che forte che mai in uno spazio così ristretto.
Nakamaru poteva sentire il respiro di quel ragazzo, il suo profumo, quasi intossicante che gli faceva girare la testa.
Ueda, dal canto suo, poteva sentire il battito del cuore dell'altro, così forte, che gli arrivava dritto nelle orecchie finendo per far aumentare persino il suo, di cuore.
Ovviamente, però, nessuno dei due ammise ciò che stava accadendo.
C'era una tradizione da rispettare.

"Ueda_kun. Ueda_kun, so che hai avuto problemi con Nakamaru_kun, sappi che se hai bisogno di parlarne la tua sensei è qui per te"

"Nakamaru_kun. Nella scuola sta iniziando a proliferare una strana voce. Dicono che hai avuto problemi con il ragazzo del club di musica. Se vuoi parlarne il tuo sensei è a tua disposizione, sappilo"


Neppure i professori il cui compito sarebbe stato quello di osservarli per comprendere il loro stato d'animo, si resero conto dei sentimenti che albergavano nel cuore dei due ragazzi.
Anche loro erano troppo presi dalla questione "tradizione" per poter anche solo immaginare che, per un anno, quella tradizione si poteva anche lasciare da parte per il bene dei due studenti.
Sebbene non sia neppure tutta colpa loro, è ovvio che, se quei professori avessero fatto davvero il loro lavoro, l'amore dei due ragazzi sarebbe sbocciato prima.

"Come? Dobbiamo andare l'uno dall'altro? Perché diamine dovrei assistere a lui che suona il pianoforte? Mi annoierò a morte, preside!"
"E io cosa dovrei dire allora? Dovrò guardarti mentre sudi e ti riempi di terra in nome di un pallone. Mi dici chi di noi è messo peggio, eh?"


Ma il Preside era stato irremovibile.
Brav'uomo, il Preside, un uomo che si era accorto, prima di tutti gli altri, di ciò che stava realmente accadendo nelle emozioni di quei due ragazzini.
E sì, aveva deciso di dargli una mano.
Fu così che i sentimenti dei due ragazzi poterono trovare un nome: bhè, sarebbe stato il contrario.
Nakamaru realizzò, ascoltando l'altro, che gli piaceva come muoveva le dita su quello strumento e che anzi, sarebbe stato interessante sentire quelle stesse dita sul proprio corpo.
Avrebbe voluto che Ueda Tatsuya lo accarezzasse come faceva con il pianoforte, gli parlasse come sembrava fare con esso.
Allo stesso modo, Ueda non poté fare a meno di comprendere che guardare quel ragazzo sudare gli trasmetteva una certa adrenalina nel corpo, qualcosa che non aveva mai sentito prima d'allora.
Un qualcosa dal sapore forte, vagamente dolce-amaro e con un retro-gusto pepato che gli arrivava dritto allo stomaco, facendolo ribollire.
Insomma, i due ragazzi avevano appena compreso di essere innamorati già da tempo, forse da troppo tempo.
Il bacio che si diedero, in quello stesso ripostiglio degli attrezzi che aveva riconosciuto per primo il loro amore, fu qualcosa di epico.
Le due lingue si accarezzarono mentre ai ragazzi pareva di sognare.

"Ma... e ora? Come faremo... Tacchan?"
"Parli della tradizione? Ovvio, la mandiamo al diavolo"
  
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