Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Gnesina    15/03/2012    0 recensioni
Niente da dire...questa sono io,anche se non so ancora bene in quale parte del mio vuoto personale mi trovo ora.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
vuoto. Inconsciamente cammino in questo spazio vuoto , non sapendo dove andare.
Unico riferimento sono i cartelli che ogni tanto scorgo durante la mia faticosa marcia verso la conoscenza.
Ma indipendentemente dal consiglio che quei cartelli, a volte luminosi, mi danno, sento imperterrito dentro di me una voce.
La voce mi guida e mi distoglie dai cartelli.
La voce mi ama e mi conforta.
La voce mi porta dove bramo di andare.
La voce mi da soddisfazioni ma altrettanti e forse maggiori delusioni.
Passo dopo passo una consapevolezza fastidiosa si fa spazio dentro di me.
I cartelli sono ormai da tempo spariti, e lo spazio vuoto ove mi ritrovo a vagare sembra ancora più infinito e desolato.
La solitudine mi schiaccia.
La solitudine mi divora.
La solitudine mi affama e mi disidrata.
La solitudine mi sgretola e mi distrugge lentamente.
La solitudine anima la mia rabbia e il mio intenso dolore.
Non ho tasche dove infilare le mani ne appigli che mi consentano il riposo.
Sono nuda nella mia tristezza e sola nella mia pochezza di spirito.
Al contempo vittima e carnefice di me stessa.
Con gli occhi chiusi fisso lo spazio davanti a me.
Una lacrima solitaria percorre sibillina e silenziosa il mio stanco viso.
Compostamente mi lascio andare e mi siedo  su quello che spero ,sia il limite dello spazio vuoto.
Mi fermo e mi sembra in lontananza di avvertire la presenza di quei cartelli da tempo scomparsi.
Ma ora le parole che ci abitano non sono più di guida, ma di disprezzo, di biasimo e di vergogna.
Ora mi rendo conto che ad un tratto nel mio viaggio anche la voce è sparita e ho inserito il pilota automatico.
Troppo dure le nuove parole sui cartelli, fanno rinascere in me la voce.
La voce mi guida e mi aizza contro i cartelli.
La voce mi ama e mi protegge.
La voce mi spinge ad alzare un vuoto muro di ostilità.
La voce mi da soddisfazioni ma altrettanti ,e spesso maggiori dispiaceri.
La voce mi schiaccia.
La voce mi divora.
La voce nutre la mia rabbia e il mio dolore.
La voce mi distrugge.
Piano mi alzo sulle gambe malferme.
E ricomincio a camminare, protetta e al contempo attaccata dalla voce che non mi abbandona mai.
Sono stremata, sono vuota, non sono più sicura di essere nulla oltre il niente.
Il vuoto.
Il vuoto sotto i miei piedi mi coglie impreparata.
Ma impreparata e con il sorriso accolgo la novità.
Lo spazio vuoto non c’è più, ci sono solo io che cado e cado e cado.
Cado per lungo tempo assordata dalla voce che urla frasi sconnesse nella mia testa.
Non so se la mia caduta si arresterà mai, ma so che l’unica cosa che voglio se mai questo mio percipitare avrà una fine…e il poter aprire gli occhi e rendermi conto di essere finalmente arrivata alla profonda conoscenza di me stessa e trovare un cartello che mi indichi la via da li in poi.


   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Gnesina