15 marzo,1478
Nella cittadina di Nedersville scendeva la nebbia e l’oscurità ricopriva ogni cosa. Gli abitanti non esano del tutto ignari di quel che stava per accadere,percepivano qualcosa dell’ombra di sangue che stava per avventarsi su di loro. Uno straniero passeggiava misterioso tra le loro strade con una perfetta andatura,ritto nel suo metro e ottanta circa e un mantello nero. Era  inverno e quindi era molto comune quell’abbigliamento. Ma quel tessuto era diverso,sembrava seta ma più resistente. Le anime più mature,che avevano già visto l’orrore,riconobbero la stoffa del Diavolo. Al suo passaggio la gente avvertiva un colpo al cuore,i più superstiziosi si facevano il segno della croce. Il terrore penetrava nelle case,e i poveri contadini feudali cercavano di non pensarci,ma erano consapevoli di non potergli sfuggire. Lui,il puro Male,colui che vive nelle tenebre,il figlio del Diavolo,l’orrore nel suo bell’aspetto,la mascella possente e i denti bianchi come la neve. Scoccò la mezzanotte. Adesso tutto avrebbe avuto inizio. Lui si presentò in piazza,fermo in un angolo,a poca distanza alla casa dove una vecchia stava giocando a carte da sola fuori sul tavolino. Questa si fece il segno della croce più volte,iniziò a pregare,lo guardava. Lui riusciva a sentirla,anche non voltandosi. Poi di scattò si girò e le sorrise. Un sorriso di malvagità e brama. La vecchia non rispose più delle sue azioni per il terrore che le affaticava il povero cuore, afferrò un mattarello che si era portata dietro e urlò “anima impura!” al tenebroso non-morto,che lasciò andare il capo all’indietro,ridendo. Continuò a fissarla con lo stesso sorriso e gli stessi occhi penetranti,sembrava che ti scrutasse l’anima. Il cuore della vecchia stava per cedere oramai,lei ansimava e pregava Dio. Il non-morto iniziò ad avvicinarsi in modo assai strano,come se sotto ai piedi avesse i venti. Arrivò davanti alla vecchia e una folata di vento gelido li pervase,e il mantello di Lui si alzò. Aprì la bocca e si leccò gli aguzzi denti,con gli occhi rossi fissi sulla sua preda. La vecchia tentò invano di riportarlo a Dio,urlava preghiere,gli gettò persino il mattarello in testa. Tutto questo non fece che incrementare la risata malata di Lui,che le si avventò contro. Un grido si soffocò nella gola della donna,che in quel momento sentì le zanne del Male bucarle la rugosa pelle e bucare la carne. Era paralizzata,mentre Lui se ne nutriva avidamente. Non una goccia lasciava cadere a terra,non una perduta. Il non-morto alzò il capo per emettere un sordo rumore,simile ad un urlo o ad ululato,che arrivò in ogni casa,facendo scoppiare i pianti e levare le grida della povera gente. Le sue labbra erano intrise del bramato nettare,nella sua gola lo sentiva scorrere e il corpo di nuova energia pervadere. Provò a succhiare ancora,preso dalla foga più assoluta,ma con sgradita sorpresa capì di aver già prosciugato quella vecchia anima,e la lasciò al suo riposo. Con gli occhi aperti che facevano raggelare il sangue la vecchia cadde sul tavolino,e le carte caddero giù,alcune seguirono il vento ed altre si abbandonarono al prato. Ma il non-morto sentiva la brama di sangue in ogni fibra del suo corpo,e la foga salire sempre di più finché non poté più controllarla. Gridò un’altra volta,un grido che partì dal petto e fece tremare le fondamenta. Gli occhi gli uscirono quasi dalle orbite,più rossi che mai,e i denti vibravano dal desiderio. Vide una bambina al centro della piazza,dove c’era il pozzo. Stava prendendo l’acqua in un delizioso vestitino bianco,tremava per il freddo e si stava affrettando. Moriva di paura,e Lui poteva sentirlo. Decise di cibarsene. Il figlio del Diavolo si sistemò il lungo mantello e i folti capelli neri,si dipinse un sorriso amichevole e cortese sul volto e si diresse dalla piccola. La salutò e le chiese che faceva una bimba nel cuore della notte in piazza, se il papà e la mamma erano a casa,se aveva fratelli o sorelle. La bimba grazie alle domande si fidò dell’Estraneo e iniziò a dargli confidenza,disse di avere tre fratelli. Il figlio del Diavolo allora le disse di stare attenta,con tutti i malintenzionati in giro,e lei gli sorrise con un tenero sorriso fanciullesco che avrebbe addolcito anche il cuore più orso e distaccato. Appena la bimba salutò con la buonanotte e diede le spalle all’Estraneo,lui le si avventò addosso e le squartò il collo. La bambina prima che l’osso le si spezzasse gridò,e la madre uscì di casa in preda al dolore,ma su recuperata  e trasportata di nuovo a casa da suo marito e padre della piccola e suo padre. Intanto il figlio del Diavolo succhiava dal collo frantumato della bimba tutto il sangue che poteva,poi con un taglio deciso le aprì il corpicino e se ne cibò. Lasciò il mutilato e orripilante cadavere in mezzo alla piazza. Ora era appagato,la sua anima malata si era macchiata di altri terrificanti peccati che avevano saziato la sua sete. Il giorno dopo sparirono tutte le orme,fu come se quell’uomo non ci fosse mai stato,come se l’orrore non fosse mai passato per Nedersville e quell’ombra di sangue fosse stato solo il mal tempo. Ed è quello che continuarono a sostenere i cittadini,con il cuore marcito per il ricordo di quei gridi e la  visione che pochi hanno avuto del corpo della bimba. Del non-morto non rimase che un pezzettino di quella stoffa ritrovato a pochi metri dal corpo della piccola,che ora è custodito avidamente da qualche anonimo fanatico.