Nda.-Questa cosa è ambientata dopo il Cell game.-



In cima alla Capsule Corporation, esattamente al limitare del cornicione, stava seduto Vegeta: un poderoso e scolpito polpaccio ciondolava nel vuoto, le labbra serrate evidenziavano la tensione della mascella squadrata.

<< Grazie al cielo! La Terra è salva ancora un volta! >> esultò Bulma, gettando le braccia attorno al collo del padre.
<< Oh, finalmente tornano i tempi di pace e goia! >> trillò, la stralunata signora Brief, incorniciandosi il volto con entrambe le mani e determinando la fine nefasta del servizio da tè che stava sostenendo.

<< Tsk! >> sbuffò, come a voler spazzare via quelle inutili immagini dalla propria mente.
Alzò lo sguardò verso il cielo: persino le stelle, di diverse galassie, tanto vecchie da conoscere bene il dolore e la disperazione, rimasero sconcertate e mortificate davanti gli occhi immensamenti tristi e pieni di rancore del Principe della più forte razza guerriera.
"Sei un vile Kakaroth. Sei il disonore della nostra razza. Solo un vigliacco avrebbe deciso di restare nell'aldilà per allenarsi. Prima che i cyborg sconvolgessero questo stupido pianeta, ho scavato in ogni singolo angolo di questo stupido universo per trovarti e sconfiggerti. Non puoi sfuggirmi. Combattendo contro quel mostro di Cell ho potuto testare quanto sia migliorato dal nostro ultimo incontro.
L'adrenalina che entra in circolo durante i combattimenti, l'eccitazione, l'ambire ad essere sempre vincitore, è la sensazione più sublime che un guerriero possa provare. Ma l'avvessario perfetto rende tutto più entusiasmante.
La maschera di magnanimo benefattore che ti sei imposto ha finito per ingannare anche te; percepisco a fior di pelle la tua  avidità di supremazia, leggo nei tuoi occhi la brama del sangue nemico.
Forse ne sei inconsapevole. Ma non m'importa.
Io pretendo il tuo ritorno perchè spasimo dalla voglia di vedere i tuoi occhi rabbiosi e sottomessi. Se dovessi scorgere in loro quell'allegria ingenua, ormai familiare, i miei piani andrebbero a monte.
Non ci sarebbe sangue alla fine della lotta.
Ed io rivendico il diritto di insudiciare la terra col tuo sangue, voglio vederla intrisa dal liquido sgorgante dalle tue luride e morenti membra: non dovevi osare battermi, non dovevi osare risparmiarmi.
Non perdonerò mai questo tuo gesto. Non si salva dalla morte un guerriero che si teme, si ha compassione solo per i deboli. E tu, scarto della razza sayan, non puoi provare pietà per il tuo re. Un oltraggio simile ha lacerato il mio orgoglio, potrà essere risanato solo dalla tua morte per mano mia. Ciò che mi trattiene in questo misero posto è l'aspettativa del tuo ritorno. I terresti continuano a blaterare intorno alla pace. Io non avrò pace fino a quando non sarai tornato.
Torna Kakaroth. Tu devi tornare.