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Autore: Odissey    17/03/2012    3 recensioni
Io sono l'unico padrone di me stesso.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                        Vendetta.




Mondi di ghiaccio aveva attraversato, per lei.
Oscure tempeste di fuoco; in antri oscuri si era rifugiato, per tenersi lontano dai pregiudizi degli altri Uomini Ombra, li aveva sfidati, affrontando perfino il crudele animo di se stesso, che come un rampicante mendace, si insinuava nella sua mente, ordinandogli di detestare ciò che di più puro esiste al mondo.
Perchè lui era un Aljiunnu, un Uomo Ombra.
Viveva nel buio e la luce per lui sarebbe stata causa di morte, se le avesse permesso di illuminare il suo cuore.

Ma come potevano chiedergli, loro, così diversi da lui, così stanchi e annoiati dello scorrere uguale del tempo sulle loro carni in decomposizione, di odiare la luce?
Jenny era la luce; era quanto di più puro, di più splendido esistesse al mondo.

Non l'aveva mai ammesso, neppure a lei, quando l'aveva costretta a partecipare a quei giochi sadici, dettati dalla parte peggiore della sua anima, ma il solo toccarla, sapere che con le sue mani sporche di peccati inconfessabili e oscure era come se inquinasse quel candore, gli faceva perdere del tutto la ragione.
Jenny non era per lui e anche se lei fosse stata consenziente, la natura non avrebbe mai permesso ciò.
Perché erano due specie diverse, no?

Un lupo non si innamorerebbe mai di un agnello, così affermano le leggi dell'universo.
E Julian era un lupo alquanto singolare, unico nel suo essere perennemente celato sotto incantevoli spoglie d'agnelli.

Incantevoli capelli simili a filamenti di vetro ghiacciato, e occhi blu, come il ghiaccio che permeava incessantemente il mondo in cui avrebbe tanto desiderato condurla, affinché rimanesse lì con lui.
Blu, come il cobalto delle coperte che avvolgevano il corpo di Jenny, tenendola al caldo,  mentre la ragazza si lasciava scivolare in un sonno senza sogni, di nuovo.
Era ormai da tempo che non lo sognava più.
Questo impediva a Julian di avvicinarsi di più a lei, di poterla stringere fra le sue braccia calde, quanto quelle coperte, sussurrarle dolci parole all'orecchio e contribuire in tal modo a soffiare sbuffi dorati fra i sentieri di rose che il suo amore percorreva inconsciamente, quando dormiva.
Illusione, era tutta un'illusione.
Il solo pensare di poter essere ancora vicino a lei, di poterla ancora toccare... non era reale.
Quella probabilità era svanita assieme al suo nome.
Cancellato dalla tavola dai suoi stessi fratelli, annullato, come se non fosse mai esistito.

Semmai qualcuno avesse nuovamente pronunciato il suo nome con fervore, donandogli la forza di rinascere a questo mondo, non avrebbe dimenticato.
E questa volta, sarebbe stato in grado di sfruttare al meglio la metà crudele di sè, ma non sulla luce. 
Sull'oscurità.
Sì, semmai fosse tornato, si sarebbe vendicato.
Lo doveva a Jenny, lei aveva pianto per lui, gli aveva tenuto la testa in grembo, accarezzandogli i capelli. Il suo volto era stato l'ultima cosa che aveva visto prima di andarsene e non avrebbe potuto chiedere di meglio.

Si sarebbe vendicato.
Doveva solo aspettare.
Sì, perché nulla scompare per sempre; nemmeno lui.
E questa volta avrebbe reagito, avrebbe annientato quell'oscurità, perché...

Pur con le sembianze di un sogno, gli parve che il suo cuore perdesse un battito alla vista dell'anello ancora infilato nel dito di Jenny.

" ... Perché sono io l'unico padrone di me stesso. "







Ho scritto questa storia senza alcuno scopo di lucro. I personaggi sono proprietà di Lisa Jane Smith.
  
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