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Autore: Altaria_18    17/03/2012    5 recensioni
Shu e Jiro sono amici d'infanzia ed eterni rivali nell'atletica, che praticano da circa otto anni; Shu si è fidanzato da poco con Kluke, la sua migliore amica, scatenando la gelosia di Jiro, almeno fino a quando il giovane non incontrerà Bouquet...
Zola, giovane campionessa nazionale del lancio del giavellotto, sta insieme al suo ragazzo, Conrad, da due anni, ma l'arrivo del suo nuovo allenatore, Logi, complicherà la sua relazione.
Lo so, sembra la trama di "Beautiful", ma credetemi, non è così deprimete(almeno credo. XD). Spero comunque che possa piacervi, buona lettura! E fatemi sapere che ne pensate!
P.S. Mi è, finalmente, venuto in mente un titolo più carino e ho, inoltre, alzato il rating da giallo ad arancione sia perché mi sono resa conto di aver usato termini abbastanza pesantucci in alcuni punti sia perché andando avanti ci saranno delle scene in cui sarà necessario
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loghi, Un po' tutti, Zola
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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                                                                 Cambiamenti

 

Il rumore di uno sparo risuonò nell'aria; si spinse con le gambe e le braccia, il suo corpo scattò in avanti, gli occhi color pece fissi su un punto di fronte a lui, il cuore che batteva velocemente per l'adrenalina, la stupenda sensazione dell'aria che gli agitava i folti capelli neri legati ad una coda, quel senso di libertà che provava ogni volta. Ce l'avrebbe fatta, ne era certo; sentì una presenza accanto a sé, che avanzava molto velocemente. No, non si sarebbe fatto battere di nuovo, questa era la sua rivincita!

Spinse le gambe al massimo, stringendo i denti; mancava poco, una decina di metri e avrebbe vinto.

Ma il suo avversario era molto più veloce di lui, e riuscì a superarlo negli ultimi cinque metri vincendo la gara.

-Complimenti Jiro-un uomo giovane e ben piazzato, con una zazzera di capelli rossissimi e degli occhiali da sole si avvicinò ai due ragazzi che, ansimanti, lo guardarono.

-Grazie Gilliam- rispose Jiro, scostandosi da davanti agli occhi azzurri una ciocca di capelli castano chiaro-Sta volta è stata dura, però-aggiunse, lanciando un'occhiata al ragazzo di fianco a lui, che osservava sconsolato il terreno rosso della pista.

-Sì ha ragione, sei stato molto bravo anche tu, Shu, stai migliorando tantissimo-disse Gilliam al ragazzo, sorrideno. Shu alzò il capo, lanciandogli un'occhiata insoddisfatta.

-Se lo dici tu-rispose sconsolato. Aveva perso di nuovo.

-Su coraggio, andate a fare qualche esercizio per sciogliere i muscoli e poi filate a farvi una doccia, per oggi l'allenamento è finito, a domani ragazzi!- Gilliam li salutò con un veloce gesto della mano e se ne andò, lasciando i due rivali da soli. Shu e Jiro si sedettero a terra, iniziando a fare i soliti esercizi di stretching che avevano imparato quasi otto anni prima.

-Sono sfinito- proruppe Jiro, stendendo la gamba destra e allungando il busto fino a toccare la punta del piede.

-Anche io, e pensare che oggi devo vedermi con Kluke per studiare! Non ne ho proprio voglia.-sbottò Shu, svolgendo lo stesso esercizio del compagno. Jiro gli lanciò un'occhiata veloce, per poi cambiare gamba.

-Dimmi, come va tra voi?-chiese, tentando di nascondere la gelosia che lo attanagliava; Kluke gli era sempre piaciuta molto, fin da quando era finito in classe con lei alle medie, ma la ragazza aveva sempre preferito Shu, il quale non si era mai particolarmente accorto di lei fino a qualche mese fa, durante il quattordicesimo compleanno di Kluke, in cui la ragazza aveva confessato i suoi sentimenti al moro e si erano fidanzati. Ciò che faceva davvero infuriare Jiro era il fatto che, in realtà, Shu considerava Kluke una sua grande amica, una sorella, e l'unico motivo percui aveva deciso di accettare la proposta della ragazza, diventando il suo fidanzato, era perché non voleva rovinare un'amicizia a cui teneva molto. Aveva confessato ciò a Jiro pochi giorni fa, e il ragazzo aveva dovuto sforzarsi enormemente per non mollargli un pugno; Shu non se la meritava!

-Tutto bene-rispose il moro distogliendo lo sguardo, osservando una figura sinuosa che si stava avvicinando a loro, con una sacca appoggiata sulla spalla; Shu sorrise, alzandosi in piedi e agitando con foga la mano.

-Chi si rivede! Ehi Zola, ciao!- gridò il ragazzino, con un enorme sorriso stampato in faccia; una ragazza alta e slanciata, dalla carnagione leggermente scura e con lunghi capelli color argento che incorniciavano un bellissimo viso, su cui splendevano due grandi occhi azzurro chiaro, si voltò verso i due ragazzi, accennando un leggero sorriso e avvicinandosi.

-Shu, Jiro, come state?-

-Benissimo, congratulazioni per la gara vinta!-le disse Jiro, guardandola con ammirazione.

-Ci hai riportato qualcosa da Parigi, vero?-chiese Shu impaziente, ricevendo un occhiataccia da Jiro.

-Certo, ecco prendete-disse Zola, estraendo dalla sua borsa una grande scatola di cioccolatini; i due ragazzi la fissarono leccandosi le labbra.

-Sono i più buoni di tutta la Francia, divideteli e non litigate,ne potrete mangiare abbastanza entrambi senza prendervi a pugni!-

-Grazie mille Zola!-esclamò Shu, afferrando la scatola di cioccolatini con sguardo sognante; Jiro, mantenendo il suo solito contegno, spinse da parte l'amico ancora in stato di catalessi e si rivolse alla donna.

-Quindi ora sei campionessa nazionale del lancio del giavellotto. La prossima volta gareggerai per un titolointernazionale- le disse osservandola con ammirazione

-Esatto,  però hanno già fissato la data per la gara internazionale, che si svolgerà fra sei mesi, quindi non ho neanche il tempo di riposarmi un pò o Nene mi squarta. A proposito, sapete dirmi dov'é? Non lo vedo in giro-

-L'avevo visto nel capannone mezz'ora fa-

-Grazie Jiro, ora scusatemi ragazzi ma devo proprio andare, godeteveli quei cioccolatini-

-Senz'altro Zola, grazie!- disse Shu, mentre la ragazza si allontanava, per poi rivolgersi a Jiro.

-Andiamo, se arrivo in ritardo Kluke si arrabbierà, li lascio a te e domani ce li dividiamo, d'accordo?-

-Sì come vuoi-disse Jiro, sbuffando e dirigendosi verso gli spogliatoi, seguito dal compagno che lo guardava confuso

*

-Chi si vede, la nostra campionessa! Bentornata!- un ragazzo giovane, dai lunghi capelli blu elettrico e gli occhi dello stesso colore si avvicinò a Zola, dandole una leggera pacca sulla spalla e sorridendole bonario.

-Grazie Lamere, sai dov'è finito Nene?-

-Vai nel suo ufficio, mi ha chiesto di dirti di raggiungerlo lì -

-Come mai non andiamo direttamente sul campo?-chiese Zola, confusa.

-Non ne ho la minima idea, comunque oggi mi è sembrato molto turbato, chissà cosa gli è successo. Scusa ma ora devo andare ad allenarmi, di nuovo complimenti per la vittoria- le sorrise allontanandosi e uscendo di fretta dal capannone.

Zola entrò in un piccolo studio, pieno di coppe poste su vari scaffali e foto appese ai muri, molte delle quali ritraevano lei e altri suoi compagni di allenamento. Seduto ad una scrivania un uomo anziano dai folti capelli bianchi stava osservando lo schermo di un computer con poco interesse; appena sentì la porta aprirsi alzò i suoi occhi arancione chiaro, osservando la ragazza appena entrata e sorridendo.

-Ce l'hai fatta mocciosa-

-Pare di sì vecchio-rispose Zola, sedendosi su una sedia davanti al suo allenatore, che la guardò cupo.

-C'è qualcosa che non va?- gli chiese la ragazza scrutandolo a fondo. Nene rimase in silenzio per qualche minuto, osservando la superficie lignea della sua scrivania. Dopo un pò alzò gli occhi e decise di parlare.

-So che non prenderai bene la mia decisione, ma ormai non vedo altra soluzione. La verità, mia cara, è che io non ho più nulla da insegnarti. Sono diventato troppo vecchio e stanco e tu sei una ragazza con straordinarie capacità che io non sono più in grado di farti tirare fuori-

-Ma cosa dici vecchio rimbambito!-sbottò Zola, leggermente stupita dalle parole del maestro, che la ignorò completamente.

-Hai ventidue anni e sei già diventata campionessa nazionale; credimi, sono certo che riuscirai a vincere anche la prossima gara, ma non con il mio aiuto. Hai bisogno di un allenatore migliore di me-

-Non esiste qualcuno più bravo di te Nene-

-Ti ringrazio per i complimenti ma tu mi sopravvaluti. Io ho fatto il mio tempo e ti ho portata fino a un certo livello, al mio livello. Anzi, ormai sei anche più brava di me, non posso insegnarti altro. Per questo ho chiamato un nuovo bravissimo allenatore che arriverà tra pochi minuti-

-Cosa?! Ma stai scherzando? E perché non mi hai informato prima di questo cambiamento? Perché me l'hai detto all'ultimo momento?!-sbottò Zola alzandosi in piedi di scatto e guardandolo in cagnesco; non voleva lasciare Nene. Ormai si allenava insieme a quel vecchio da nove lunghi anni, se era diventata tanto forte il merito era solo suo, e l'idea di non poter più allenarsi con lui la stava terrorizzando. Non ce l'avrebbe fatta, non senza la sua guida. Lo vide sospirare, guardandola atono.

-Ti fidi di me, mocciosa?- le disse all'improvviso, e Zola lo guardò titubannte, per poi annuire con decisione; lo vide sorridere stancamente.

-Allora fa come ti dico e non controbattere. Ho preso la mia decisione e così sarà, ora smettila di battere la fiacca e vai fuori a scaldare i muscoli. Cerca di fare bella figura mi raccomando- Zola non seppe cosa dire, ma se Nene aveva deciso di cedere il posto a un altro lei l'avrebbe accontentato, per quanto sarebbe stato duro separarsi da lui, dall'unica persona che aveva sempre creduto nelle sue capacità. Gli lanciò un'occhiata veloce, per poi alzarsi e uscire dalla stanza, avviandosi verso il prato destinato ai lanci.

Non gli disse nulla, odiava mostrare i suoi sentimenti, quando lo faceva si sentiva una debole, ma dentro di lei sentì il suo cuore versare lacrime che i suoi occhi non erano in grado di mostrare.

*

Jiro stava tornando a casa, fissando il marciapiede e con la mente persa nei suoi pensieri; in quel momento Shu era sicuramente arrivato a casa di Kluke. L'immagine della ragazza gli attraversò la mente facendolo sospirare.

"Kluke, cos'ha Shu che io non ho?"pensò sconsolato. All'improvviso, voltando un angolo, sentì qualcosa, anzi, qualcuno venirgli addosso; cadde a terra sbattendo la schiena, mugugnando dal dolore e pronto a mangiarsi vivo l'infame che lo aveva atterrato, ma la voce gli morì in gola quando si accorse che il suo aggressore era una ragazzina della sua età, con lucidi capelli neri legati in due lunghe codine che le ricadevano ai lati del volto. La ragazza alzò il viso dal petto di Jiro, puntando due grandi occhi viola su quelli azzurri del ragazzo, che arrossì leggermente.

-Oh mi spiace tanto!- esclamò la ragazza, rizzandosi in piedi-Sono così maldestra, ti ho fatto male?-porse una mano a Jiro, che la afferrò titubante, raccogliendo la sua sacca e sperando che la scatola di cioccolatini non si fosse danneggiata, altrimenti Shu l'avrebbe ucciso.

-No non preoccuparti, sto bene-le rispose, rosso in volto. Era davvero carina; la vide sorridere amabilmente.

-Io mi chiamo Bouquet!-

-Jiro-rispose il ragazzo, accennando a un sorriso, che la ragazza ricambiò.

-Piacere Jiro, se non hai nulla da fare vorresti venire con me? Ti offro una cioccolata calda per scusarmi- per un attimo Jiro fu tentato di rifiutare; dopotutto quella Bouquet era una sconosciuta, e a causa dell'allenamento massacrante di quel giorno aveva le gambe a pezzi e voleva solo stendersi sul letto e riposare. Eppure una parte di lui lo spingeva insistentemente ad accettare l'invito della ragazza, avendo alla fine la meglio sul suo cervello.

-D'accordo!-esclamò Jiro seguendo Bouquet in un bar.

*

"Maledetto Nene e i suoi ragionamenti da vecchio pensionato nulla facente!" pensò Zola con rabbia, mentre muoveva le braccia per scaldare i muscoli e prepararsi all'allenamento "Mi ha fatto vincere il titolo di campionessa nazionale e all'improvviso pensa di non essere più in grado di aiutarmi? Non ha senso! E come gli è venuto in mente di chiamare un altro allenatore senza consultarmi? Non so neanche chi sia!"

Afferrò un giavellotto che si trovava a terra; aprì le gambe, portando la mano che reggeva il bastone all'indietro e l'altra avanti. Scattò con rabbia e, una volta arrivata sul limite del campo, lo lanciò con tutta la forza che aveva in corpo, ringhiando per il nervosismo. Era finito davvero lontano, aveva sicuramente fatto un nuovo record. Con uno sbuffo andò a recuperare l'arma infilzata sul prato e una volta tornata indietro si sedette a terra, posando il giavellotto accanto a se e osservando il cileo azzuro, cercando di sbollire la rabbia. Sapeva benissimo com'era fatto Nene, quando prendeva una decisione non c'era modo di fargli cambiare idea; avrebbe dovuto abituarsi a questo suo nuovo allenatore e per prima cosa doveva calmarsi, o avrebbe fatto una pessima figura a causa del nervosismo che aveva in corpo. Il rumore della sua suoneria la distrasse e osservò la sua sacca; non avrebbe dovuto rispondere, ma dopotutto per il momento non aveva nulla da fare; aprì la sua borsa e afferrò il cellulare, osservando lo schermo e sorridendo lievemente, per poi rispondere.

-Pronto?-

-Tesoro, sono io-le rispose una voce maschile e allegra.

-Conrad, dimmi-

-Sei al campo?

-Sì, è successo qualcosa?-

-No no tranquilla, mi chiedevo se questa sera volevi uscire con me, che ne dici? Dopotutto non ci vediamo da una settimana-

-Ci siamo visti due giorni fa-rispose Zola, sorridendo leggermente.

-Ah già è vero! Ma solo per pochi minuti...dai dimmi che sei libera!-

-Avevo già detto a Delphinium e a Chintya che sarei uscita con loro, vieni anche tu se vuoi-ci fu un attimo di silenzio, poi Conrad parlo di nuovo.

-Delphinium?-chiese con astio. Zola alzò gli occhi al cielo; chissà quando sarebbe finita quella stupida rivalità fra la sua migliore amica e il suo ragazzo, che andava avanti da due anni ormai.

-Sì, lei Conrad-il ragazzo non parlò per qualche secondo, e alla fine, prima che la ragazza si spazientisse e gli riattaccasse in faccia, le rispose.

-D'accordo vengo, l'importante è che ci sei tu-Zola, leggermente in imbarazzo, fece finta di non aver sentito le ultime parole pronunciate dall'uomo.

-Bene, passami a prendere alle nove, a dopo-

-Ciao piccola-riuscì a dire Conrad prima che Zola chiudesse la conversazione e lanciasse il cellulare nella sacca, con un leggero sbuffo. Odiava a volte il modo in cui Conrad la trattava. Era troppo dolce e protettivo, e per una come lei quei suoi modi erano soffocanti. 

-Pelandrona che stai facendo per terra? In piedi forza! Non farmi fare brutta figura-Zola riconobbe immediatamente quella voce autoritaria e, ancora leggermente stizzita, si voltò verso Nene pronta a dirgliene quattro, ma le parole le morirono in gola. Accanto al suo vecchio allenatore, infatti, c'era un'altra persona.

Un uomo molto alto, con lunghi capelli biondissimi e occhi azzurri come i suoi, con un viso angelico, la stava guardando con curiosità; la maglia nera aderente metteva in risalto i pettorali scolpiti e i muscoli torniti delle braccia. Al solo guardarlo Zola sentì una strana scarica elettrica attraversarle la spina dorsale, facendola tremare. 

Nene osservò la sua allieva rimanere immobile a terra mentre fissava il nuovo arrivato con la bocca spalancata e con un'espressione da ebete in faccia; notando che sembrava essere stata fulminata sul posto, decise di parlare al posto suo, sorridendo sotto i baffi.

-Zola, ti presento Logi, il tuo nuovo allenatore, spero lavorerete bene insieme-

 

 

 


  
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