Prompt: "inferiore a 500 parole"
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Inghilterra, (Francia)
Genere: introspettivo, slice of life
Rating: verde
Conteggio parole: 499 (fdp)
Avvertimenti: flashfic. missing moments
Disclaimer: Hetalia è un'idea di Hidekazu Himaruya. Io non ci guadagno nulla a scrivere (di 'sti due cretini che sono Francia e Inghilterra)
Note: Scritta per il COWT 2 di maridichallenge. Volendo usare una metafora estremamente cara a noi donne, è palesemente una fic taglia 46 che vuole entrare in dei jeans taglia 44: ovviamente il risultato è disastroso, visto come appare ingessata e in perenne apnea.
Il titolo è tratto da "Certe Notti" di Ligabue.
Riassunto: In cui Inghilterra fa una delle sue solite visite a sorpresa a Francia, senza sapere nemmeno lui il perché.
Inghilterra
avrebbe dovuto
ringraziarlo per il suo non far domande; per come lo accoglieva nella
sua abitazione senza dimostrarsi più di tanto sorpreso; per
come
gli faceva spazio alla tavola, apparecchiando il posto vuoto accanto al
suo con poche stoviglie, ma sempre con quella cura che lo
contraddistingue in ogni cosa che fa; persino per come si fa
silenzioso, aprendo bocca solo per poche essenziali frasi -
“buonasera”, “accomodati pure”,
“spero
che la cena sia di tuo gradimento” – lasciando che
poi il
resto della serata fosse inglobato dal vociare sommesso della
televisione di là in salotto, lasciata apposta accesa,
giusto
per rendere più ovattato il silenzio tra loro.
Inghilterra alza lo sguardo, e lo poggia quasi con cautela su Francia, che gli dà le spalle.
Pare un’eternità da quando la loro muta cena è finita, e lui si è arroccato nella poltrona del salotto a far palesemente finta di essere interessato a quanto può offrire la televisione.
Francia è ancora in cucina, lontano, lontanissimo, intento a lavare i piatti con una lentezza che all’inglese pare fin troppo eccessiva.
Conscio della quasi impossibilità che possa essere scoperto, si sofferma nell’osservare il movimento lento e regolare delle spalle di Francia, i capelli che scivolano morbidi raccolti in un basso codino, come le pieghe della camicia mutino con grazia e gentilezza, in un gesto che, per quanto una parte del suo cervello gli continui a ricordare quanto sia banale – e quindi, noioso, scontato – nel suo ripetersi quotidiano, Inghilterra non può far a meno di trovare… fascinoso, quasi ipnotico; evocatore di – questa volta sì – di una quotidianità familiare, così estranea da lasciarlo senza parole.
E’ in quel momento che si accorge di non star quasi più respirando, ritrovandosi la mano premuta contro la bocca in una posizione che il suo corpo ha deciso di assumere da sé, quasi non si fidasse più abbastanza della razionalità del proprio cervello, come se la scena che ha sotto gli occhi potesse sbriciolarsi da un momento all’altro anche solo per colpa del palesarsi della propria presenza.
Adesso che ci pensa, non è nemmeno troppo sicuro di sapere perché Francia si dimostri così quieto nei suoi confronti, a fronte di una relazione che li lega a doppio filo sempre stata come minimo burrascosa, se non proprio violenta e rabbiosa, nei momenti più drammatici. Mai tranquilla, questo sicuro.
Oddio, un’idea su uno dei possibili perché Inghilterra ce l’avrebbe pure, e ha come scenario principale la camera da letto; o anche il salotto, o se si vuole anche la cucina stessa. Del resto con Francia non si può mai sapere (dove si andrà a finire; il come è quasi sempre lo stesso, e il perché irrilevante).
Possibilmente, però, preferirebbe il letto.
E in mancanza di altre alternative, Inghilterra si accontenta di questa spiegazione. Del resto, sì è rifugiato lì perché non ha voglia di domande che cerchino risposte in un abisso di cui non vuole nemmeno prender nota l’esistenza.
Francia non indaga e sorride appena, e questo, per ora, gli basta.
Inghilterra alza lo sguardo, e lo poggia quasi con cautela su Francia, che gli dà le spalle.
Pare un’eternità da quando la loro muta cena è finita, e lui si è arroccato nella poltrona del salotto a far palesemente finta di essere interessato a quanto può offrire la televisione.
Francia è ancora in cucina, lontano, lontanissimo, intento a lavare i piatti con una lentezza che all’inglese pare fin troppo eccessiva.
Conscio della quasi impossibilità che possa essere scoperto, si sofferma nell’osservare il movimento lento e regolare delle spalle di Francia, i capelli che scivolano morbidi raccolti in un basso codino, come le pieghe della camicia mutino con grazia e gentilezza, in un gesto che, per quanto una parte del suo cervello gli continui a ricordare quanto sia banale – e quindi, noioso, scontato – nel suo ripetersi quotidiano, Inghilterra non può far a meno di trovare… fascinoso, quasi ipnotico; evocatore di – questa volta sì – di una quotidianità familiare, così estranea da lasciarlo senza parole.
E’ in quel momento che si accorge di non star quasi più respirando, ritrovandosi la mano premuta contro la bocca in una posizione che il suo corpo ha deciso di assumere da sé, quasi non si fidasse più abbastanza della razionalità del proprio cervello, come se la scena che ha sotto gli occhi potesse sbriciolarsi da un momento all’altro anche solo per colpa del palesarsi della propria presenza.
Adesso che ci pensa, non è nemmeno troppo sicuro di sapere perché Francia si dimostri così quieto nei suoi confronti, a fronte di una relazione che li lega a doppio filo sempre stata come minimo burrascosa, se non proprio violenta e rabbiosa, nei momenti più drammatici. Mai tranquilla, questo sicuro.
Oddio, un’idea su uno dei possibili perché Inghilterra ce l’avrebbe pure, e ha come scenario principale la camera da letto; o anche il salotto, o se si vuole anche la cucina stessa. Del resto con Francia non si può mai sapere (dove si andrà a finire; il come è quasi sempre lo stesso, e il perché irrilevante).
Possibilmente, però, preferirebbe il letto.
E in mancanza di altre alternative, Inghilterra si accontenta di questa spiegazione. Del resto, sì è rifugiato lì perché non ha voglia di domande che cerchino risposte in un abisso di cui non vuole nemmeno prender nota l’esistenza.
Francia non indaga e sorride appena, e questo, per ora, gli basta.