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Autore: stella incantevole 003    17/03/2012    4 recensioni
"...insomma in quel periodo io e tua madre ci siamo avvicinati molto....e io...io mi sono innamorato di lei." disse tutto d'un fiato.
In quel momento un tuono squarciò il silenzio che si era creato dopo che Jacob aveva smesso di parlare.
"c--cosa?" sussurrai.
Era stato innamorato di mia madre? No. No. Non era possibile.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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POV RENESMEE
Il sole era alto nel cielo. Risplendeva in ogni angolo del bosco. Dagli alberi,ai fiori,all'acqua del fiume. Ispirai profondamente quello scorcio inaspettato di calore. Eravamo a Forks e non potevo certo sperare che uscisse sempre il sole. Mi resi conto che era da un pò di tempo a questa parte che amavo terribilmente la luce,tutto ciò che significava splendore,lucentezza. E odiavo profondamente invece tutto ciò che stava a significare buio. Lo respingevo. Lo allontanavo da me. Non ne capivo il perché. Forse ero abituata alle belle giornate che c'erano a New York,e quindi ogniqualvolta che tornavo a Forks,volevo che ci fosse sempre il sole. Ma ovviamente non poteva essere così. Eravamo nella cittadina più piovosa di tutto lo stato di Washington. Quindi non potevo certo aspettarmi un sole che spaccava le pietre. No.
O forse mi sentivo così per quello che stava succedendo nella mia vita.
A Yale andava tutto a meraviglia. La mia migliore amica,i miei amici,Nahuel,mi volevano bene. Eravamo ogni giorno di più,sempre affiatati. I corsi andavano splendidamente,non potevo lamentarmi. Odiavo essere la prima in ogni materia,però non riuscivo a fare altrimenti. Avevo un istruzione maggiore rispetto agli altri,grazie alle doti eccellenti della mia famiglia,ma in modo particolare di mio padre. Si perchè prima di iniziare il liceo,papà mi aveva fatto una full immersion di tutte le discipline,quindi ero un pò più avanti rispetto agli altri. Ma io cercavo sempre di non darlo a vedere. Volevo essere come gli altri,nè più nè meno. Per me era importante questo. Essere mezza vampira,o meglio un ibrido,era già di per sè un problema. E quindi non volevo aggiungere pensieri ad altri pensieri.
Un'altra spiegazione alla teoria “la luce”,erano ovviamente i miei genitori. Mia madre e mio padre erano il rimedio a qualsiasi tempesta,preoccupazione,dispiacere. C'erano sempre,in qualunque momento. Mi capivano al volo. Eravamo legati da un filo spesso,indistruttibile,che fino a questo momento,per fortuna,non si era spezzato o rovinato.
Mi mancavano terribilmente quando ero a Yale,era difficile per noi separarci,proprio perchè tutte le volte che tornavo a casa,stavamo così tanto tempo insieme,ci immergevamo l'uno nell'altro che poi ci era impossibile distaccarci e in un certo senso tornare alla realtà.
Mi sarebbe stato difficile vivere senza di loro. Era impensabile. Contro natura. Privo di qualsiasi spiegazione logica.
Eravamo una squadra. Una famiglia.
E poi c'era lui. Jacob.
Jacob. Jacob.
Ormai popolava i miei sogni sia ad occhi aperti che chiusi. Non ero sicura di quello che sentivo per lui.Provavo qualcosa,questo era certo.Ma cosa?
Bè dopo quello che era successo una settimana fa,le cose avrebbero dovuto essere più chiare. E in un certo senso lo erano. Ci eravamo baciati. Era stato tutto naturale,privo di forzature. Libero. Sincero.
Le nostre labbra aderirono perfettamente l'una con le altre. Era stato bello,passionale.
Ero contenta di averlo fatto,e anche lui lo era.
Certo però la confusione nella mia testa regnava sovrana. Si era attaccata a me,e non ne voleva sapere di abbandonarmi. Ma poi di cosa ero confusa? o era semplicemente paura?
Mi scrollai dalla testa questi pensieri. Non mi andava di pensarci ora.
Mi accorsi di essere arrivata al confine con la Push. Si andavo da Jacob.
Superai senza difficoltà i grandi alberi,dove iniziava la riserva dei Quileute.
Vidii all'orizzonte una figura che veniva verso di me. Lo riconobbi all'istante.
I nostri occhi si incontrarono. Eravamo a un paio di metri di distanza,ma ci avevamo messo meno di mezzo secondo a catturare lo sguardo dell'altro.
Ci avvicinammo insieme. Arrivammo uno di fronte all'altro.
"ciao." dissi sorridente.
"ciao bellissima." mi rispose. Entrambi avanzammo e mi ritrovai tra le sue braccia. Erano calde,forti,possenti.
"sei in ritardo..." sussurrò al mio orecchio.
"si mi ha chiamato Nahuel e non mi voleva più lasciare." risposi.
"dovrò fare una chiaccheratina poi con Nahuel..." disse ridendo.
Mi staccai da lui. "e dai non fare il geloso....lui è mio fratello,lo sai" gli risposi.
"lo so...lo so" disse abbracciandomi e dandomi un bacio tra i capelli.
Sorrisi.
"come mai mi sei venuto incontro?" dissi staccandomi da lui.
Mi guardò negli occhi. si fece serio. "perchè ti devo parlare Resm..." rispose.
Lo guardai. "spero niente di grave..." dissi sorridendogli.
"no...non credo...non lo so bene...dipende..." farfugliò.
Lo vidii strano. Stavo iniziando a preoccuparmi.
Gli strinsi il braccio.
"dimmi..." lo pregai quasi.
 Fece un lungo respiro. Gli sudavano le mani. che stava succedendo?
" Jacob..mi stai facendo preoccupare seriamente..." dissi nervosa.
"ascolta Resm....tu sai quello che è successo a tua madre tanti anni fa,vero?" cominciò.
Non capivo dove voleva andare a parare. Che diavolo c'entrava ora questo?
Decisi di stare comunque al suo "gioco".
"certo...papà ha....mi spieghi perchè mi stai parlando di questo,Jake?" sbottai.
"vedi Resm,c'è un motivo per cui ti parlo di quel periodo. Sai che tuo padre aveva lasciato tua madre per proteggerla....e nel periodo...."
Parlava lentamente. Quasi impaurito. Perchè avevo l'impressione che non mi stesse dicendo nulla di buono?
"...insomma in quel periodo io e tua madre ci siamo avvicinati molto....e io...io mi sono innamorato di lei." disse tutto d'un fiato.
In quel momento un tuono squarciò il silenzio che si era creato dopo che Jacob aveva smesso di parlare.
"c--cosa?" sussurrai.
Era stato innamorato di mia madre? No. No. Non era possibile.
Non rispose. Gli sorrisi. "stai scherzando....stai scherzando?" dissi ridendo.
"Resm...." continuò avvicinandosi.
"dimmi che stai scherzando" dissi più forte.
"Renesmee..." ripeté.
"Dimmi che stai scherzando Jacob. Dimmelo." stavo per urlare.
"non posso....è così purtroppo...." rispose abbassando lo sguardo.
" No...no...no....." dissi. In quel momento capii che cosa significava la parola dolore. Una delle sue tante sfaccettature. Dolore in quel preciso istante voleva dire:delusione,rabbia,vergogna. Jacob e mia madre. La mia mamma. La mia eroina. Il mio punto di riferimento. Il mio tutto.
Grosse lacrime iniziarono a bagnare il mio viso. Ero stata privata nel giro di un minuto della mia gioia,della mia felicità. Si era tutto frantumato. Distrutto.
Sentii che Jacob appoggiò le mani sulla mia spalla. Mi scuoté.
"Renesmee...." sussurrò. "ascoltami....."
Ma io non lo ascoltavo.
"posso spiegarti...." ripetè.
"mia madre era anche lei innam..." non riuscii a finire la frase.
"non ha importanza..." rispose risoluto.
"c'è l'ha invece.....rispondimi" dissi con uno scatto d'ira.
Prima di rispondere inspiro. "si ma non come amava tuo padre...."
Eccolo il colpo definitivo. L'ultima pugnalata. Quella più crudele. Quella che faceva più male.
Mi divincolai. Jacob mi tenne stretta.
"lasciami...." sussurrai.
Non lo fece.
"lasciami...." ripetei più decisa.
"ti ho detto di lasciarmi Jacob!" urlai.
Finalmente si allontanò da me.
"ascoltami Resm...non è come pensi." disse.
"non è come penso?? non è come penso?" gridai.
"lascia che ti spieghi...."
"non le voglio le tue spiegazioni....non le voglio....."
Ero accecata dalla rabbia. Volevo fargli male. Tanto male.
Si avvicinò a me. "allontanati...." dissi. "non ti avvicinare."
"ti prego Resm...."
"perchè Jacob? PERCHE'? Mia madre no.MIA MADRE NO.!" Stavo urlando. Ma non me ne fregava niente. Dovevano essere tutti spettatori del mio dolore. Nessuno escluso.
"mia madre no......."continuavo a ripetermi ininterrottamente.
Non ci potevo credere. Non ci volevo credere. Era un incubo. Poteva essere solo questo.
"Resm,ti prego,ascoltami...." disse Jacob avvicinandosi.
"non ti voglio ascoltare!" sbottai. "perchè non me l'hai detto subito? perchè?"
"volevamo proteggerti" rispose dolcemente.
Feci una risata amara. "proteggermi?? da cosa volevate proteggermi?" gridai.
"dovete smetterla,SMETTERLA,di proteggermi. Io so badare a me stessa. A me stessa" ripetei.
Ripensai a alla frase che aveva detto. Non solo lui,ma più persone.
"Volevamo?" chiesi. "tu e mia madre?"
Annui.
"perfetto...perfetto. E mio padre che ruolo ha in questa storia?" domandai.
"Tuo padre era d'accordo a non dirti niente....lo avremmo fatto nel momento opportuno." rispose.
"vi siete messi tutti e tre d'accordo! avete deciso per me." risposi accigliata.
"non è così...." disse.
"che c'è stato tra di voi? voglio la verità!" dissi.
Respirò. Poi mi guardò negli occhi.
"solo un bacio...solo un bacio." rispose in fretta. "un bacio che le ha fatto capire che amava tuo padre...." aggiunse.
Quell'ultima parola mi frantumò totalmente. Un bacio,solo un bacio.
Non mi accorsi che ormai non la smettevo più di piangere.
Lo guardai. "Renesmee ti prego..." disse subito.
"no non ti avvicinare....." dissi mettendogli una mano davanti. Gli diedi le spalle e iniziai a camminare più veloce che potevo.
"Renesmee ti prego aspetta...."
"Renesmee...." urlò.
Iniziai a correre. Sfrecciavo nella foresta. Sentivo il vento sulla pelle. Non riuscivo a distinguere niente per quanto ero accecata dalle lacrime. Non era giusto. Non era giusto.
Mi fermai. Mi accasciai a terra. "No...no....no....." Piansi per la rabbia,la frustrazione,la delusione.
Che cosa avevo fatto di male?
Presi il cellulare. Digitai il numero e aspettai. Una voce calda e femminile mi rispose. Cercai di essere il più naturale possibile.
"si salve. Il primo volo per New York" dissi.
"vediamo....il primo volo è tra circa 2 ore." rispose affabile.
"perfetto." Diedi il mio nome e chiusi la telefonata.
Mi asciugai le lacrime. Non volevo rimanere un minuto di più lì. Potevo andare direttamente in aeroporto,ma in quel momento decisi di andare a casa. Ero disperata. Volevo far del male ai miei genitori,a mia madre. A lei. L'unica donna al mondo che mi conosceva meglio di chiunque altro.
Cominciai a correre. Arrivai a casa nel giro di pochi minuti. Erano entrambi a casa. Li sentivo ridere. Lasciai la mente aperta. Volevo che mio padre sentisse,percepisse il mio dolore. Per colpa loro.
A causa loro.
Aprii la porta. Si girarono entrambi nello stesso istante. Si alzarono dal divano.
"dimmi che non è vero,mamma,ti prego,dimmi che non è vero...." la implorai piangendo.
Si avvicinò a me. "Renesmee..." sussurrò.
Mi allontanai. "perchè mamma? perchè? mi hai mentito. Tutto questo tempo senza dirmi niente. Niente. Mi avete trattata come una bambina. Non lo sono. NON LO SONO."
Gli diedi le spalle. "Tesoro ti prego...."
Gli andai vicino. I miei occhi,un tempo suoi,la guardavano. "non voglio ascoltarti....non più mamma,non più. Mi hai mentito,mi hai guardato in questi anni senza dirmi niente. " urlai. Mia madre taceva,non diceva nulla. Era pietrificata.
"Renesmee non parlare così a tua madre." disse papà mettendosi vicino alla mamma.
Non lo ascoltai.
"Perchè mamma? Perchè mi hai fatto questo?" gridai.
"Renesmee ora basta...stai esagerando." si intromise mio padre duro. Si mise davanti alla mamma,proteggendola. Pensava che gli facessi del male. Scossi la testa. Non gli interessava niente di me. L'importante era mia madre e basta. che io esistessi o no,non gliene importava niente.
"Renesmee...." disse duro mio padre.
"che c'è non è vero papà? Io sono soltanto un errore,un imprevisto...."
"No..." gridò mia madre. "oh no che non lo sei...." Era sconvolta.
"....non ero nei vostri piani. Avreste dovuto andare al college e invece non ci siete andati per colpa mia,la mamma è morta per colpa mia,tu mi volevi morta papà....morta." gridai.
Mi allontanai da loro. "sai papà hai ragione,basta. Me ne vado,non voglio stare qui un minuto di più." dissi. Salii le scale e raggiunsi la mia camera. Presi la borsa e misi le prime cose che mi capitarono sotto mano.
"Renesmee aspetta...." Mia madre si attaccò al mio braccio. Era pietrificata dal dolore. "tesoro ti prego....non andare. Non mi lasciare. " Sembrava che stesse piangendo. Non riuscivo a guardarla. Distolsi gli occhi. Le lacrime continuavano a scendere. "papà ti ha perdonata,io no." risposi. Si accasciò a terra. "Bella!" urlò mio padre.
"mamma...." sussurrai. Ma non mi avvicinai. " mi dispiace..." riuscii a dirle.  Scesi le scale. Vidi Jacob davanti alla porta.
"Renesmee...." disse mio padre. Aveva lo voce incrinata. "ti prego...."
"non voglio ascoltarvi.....io non sono necessaria per voi....per te. Io sono solo un errore e nulla di più. Fate finta che quel giorno sull'isola non sia successo nulla." risposi freddamente. Mio padre mi guardò. Aveva lo sguardo vuoto,perso. Non mi disse nulla.
Scesi le scale di corsa.
"spostati..." dissi.
"assolutamente no..." rispose.
"Jacob potrei farti molto male....SPOSTATI" urlai.
"vai forza sono pronto. " disse aprendo le braccia.
" lasciami andare...."
"prima devi ascoltarci....."
"non VOGLIO ASCOLTARVI. spostati."
"lasciala andare Jacob...." disse mio padre.
Jacob lo guardò stupito.
"cosa?" chiese.
"lasciala andare...."ripeté calmo.
Guardò prima mio padre e poi me.
Si allontanò dalla porta. "Renesmee...." lo sentii dire.
Uscii in fretta. In quel momento vidi arrivare il nonno,la nonna,Alice Jasper, Emmett e Rosalie.
"ma che diavolo succede?" chiese zia Rosalie.
"Renesmee..." disse Alice.
"Mi dispiace...." risposi semplicemente.
Ma io ero già lontana. Volevo andarmene. Ero piena di ustioni,ferite. Avevo dolore dappertutto. Volevo dimenticare. Volevo Dimenticarli.


POV BELLA
Mi sentivo completamente alla deriva. Uno dei miei due porti sicuri era stato distrutto,raso al suolo. Una tempesta si era scagliata su quel mare calmo e bellissimo e aveva portato con sé solo amarezza,tristezza e tanto tanto dolore. Ero dentro quel mare agitato e crudele e non trovavo nessuna via d'uscita.
Mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo, di circa dieci anni. La stessa sensazione,lo stesso vuoto,lo stesso smarrimento era presente in ogni capillare del mio corpo. Lo percepivo. E faceva male. Il dolore provato durante la mia trasformazione era niente,niente in confronto a quello che provavo in quel momento. Tutta la bellezza,tutta la luce era sparita. Annullata. Morta. Sepolta.
Ero in quelle stesse condizioni,forse però questa volta era ancora peggio. Perché se quella volta potevo sfogarmi piangendo,ora non mi era possibile. Le mie lacrime erano imprigionate dentro i miei occhi. Ghiacciate. Non potevano più uscire. Lo dovevo dimostrare così il mio dolore,sembrando una statua,ferma,senza poter urlare,piangere fino all'ultima lacrima.
Se ne era andata. Esattamente come fece Edward. Non voleva più vedermi. Non voleva perdonarmi.
La mia bambina. La mia Renesmee mi odiava,mi detestava. E io non avrei mai potuto vivere con la consapevolezza che lei mi odiasse. Non lei.
Mia figlia era la mia vita. Ma in quel momento la mia bambina si era portato via tutto,qualsiasi cosa. Tutta la gioia di vivere era con lei. Solo con lei.
"Bella?" Sentii Edward sussurrare il mio nome. Non gli risposi. Mi prese la mano.
"Bella,amore,ti prego rispondimi." mi implorò.
Non riuscivo a parlare. Avevo un sasso dentro la gola.
Appoggiò la sua testa sulla mia. Sospirò. "Mi dispiace tanto amore....." disse. Stava male. Lo sapevo. Lo sentivo. Non potevamo vivere senza di lei. Se io e Edward non potevamo fare a meno l'una della altro,era impensabile fare a meno di lei. Non c'eravamo più io e lui e il nostro amore. No,adesso c'eravamo io e lui,il nostro amore,e l'amore incondizionato per nostra figlia.
"Ci ha lasciato.....mi ha lasciato....." dissi con un filo di voce. "mi odia,la mia bambina mi odia. Pensa che non le vogliamo bene. Crede che lei per noi,non conti niente. Le ho mentito,su di me e su Jacob. Avrei dovuto dirglielo.." cominciai ad alzare la voce. "...avrei dovuto saperlo,capirlo. Che razza di madre sono?..."
"Bella? ora calmati!" sentii dirmi da Edward.
"che madre sono Edward? che madre sono?" dissi furiosa con me stessa.
"Tesoro...." disse Edward.
Mi accasciai su di lui. Ero sbriciolata,esattamente come dieci anni fa. Tutto se ne era di nuovo andato e io nonostante fossi una vampira non sapevo se questa volta avrei avuto la forza di reggere a tutto questo.
"che razza di madre sono?" continuai a ripetermi. Una,due,tre volte.....



POV EDWARD.
Mia figlia se ne era appena andata e feci la cosa che in quel momento mi era sembrata più saggia. Sbattei Jacob contro il muro. Ero a pochi centimetri dal suo viso.
"come diavolo ti sei permesso di raccontarle tutto?razza di bastardo? non sapevi che l'avresti fatta soffrire?" gli urlai contro.
Cercò in tutti i modi di staccarsi dal muro ma io lo tenevo ben saldo.
"doveva sapere e tu lo sai..." sibilò.
"non in questo modo....non in questo modo....hai deciso tu per noi!hai deciso tu per me e Bella!"
Lo lasciai andare. Ero troppo furioso e non volevo assolutamente fare cose che poi mi avrebbero fatto pentire. Non avrei fatto ulteriormente male a mia figlia.
Ci odiava. per colpa di quel cane Renesmee ci odiava. Se ne era andata,arrabbiata, delusa,per colpa nostra.
Sbattei un pugno contro il muro. Sentii lo scricchiolio e piccoli pezzi di intonaco caddero a terra.
"avrò sbagliato il tempo,ma Renesmee doveva sapere...." cominciò calmo.
"a me non interessa niente delle tue congetture,delle tue idee,non avevi il diritto di raccontare a mia figlia,Jacob,mia figlia quello che lei hai raccontato.....è una storia troppo dolorosa e tu gliela messa così su un piatto d'argento,senza prepararla,senza un bel niente,ma solo per il tuo egoismo..." ribattei.
"ora basta,non mi farò ancora insultare da te succhiasangue.....troverò Renesmee e le parlerò. Mi ascolterà..." disse.
"cosa?" risposi. "no tu forse non hai capito,devi rimanere lontano da mia figlia...lontano. Hai già fatto abbastanza danni.....ci penso io a lei."
"non mi dai ordini Cullen...." ribattè
"prendila come ti pare,ma tu mia figlia la lasci stare. ci pensiamo noi a lei."
"Renesmee ha bisogno di me e io di lei e tu lo sai..."
Gli andai vicino. Eravamo di nuovo faccia a faccia. "a me di quello che hai bisogno tu in questo momento non interessa minimamente...hai preso delle decisioni che non ti competevano,Renesmee è figlia mia e di Bella e siamo noi, noi ,Jacob,a decidere cosa dirle e non dirle. E sopratutto quando. Spettava a Bella dirglielo non certo a te bastardo."
"non riesci ancora ad accettare il legame che c'è tra me e lei..." rispose sempre tranquillo.
Sospirai esasperato.
"del legame che c'è tra te e lei non mi interessa. Io adesso rivoglio indietro mia figlia. Te ne sei fregato delle conseguenze,non ti importava niente della reazione di Renesmee o di Bella. Hai pensato solo a te stesso,non pensando minimamente a quello che avresti causato. Esattamente come quando hai detto a Charlie che eri un licantropo,fregandotene di mettere in pericolo Bella. Ma questa volta non la passerai liscia. Se mia figlia non ci perdona,giuro che te la faccio pagare." gli dissi furioso.
"Edward..." Sentii la voce di Bella. Mi girai di scatto verso le scale. Era in piedi,sembrava che stesse per cadere.
Fui subito da lei.
"Amore...." le dissi abbracciandola."andrà tutto bene vedrai...."
"riportamela a casa Edward,ti prego....riportami mia figlia." mi sussurrò quasi piangendo.
"te la riporto tesoro,te lo prometto...." le dissi abbracciandola più forte.



POV RENESMEE
Stava ormai albeggiando quando arrivai al campus. Ero riuscita a prendere l'ultimo volo che partiva da Seattle la sera prima per giungere il più presto possibile a New York e poi a Yale.E ora mi trovavo di fronte al dormitorio deserto.
"tenga il resto,grazie." dissi al tassista.
“Grazie a lei,signorina." rispose benevolo. Era felice,aveva iniziato bene la giornata.
Presi la mia borsa e uscii dal taxi. Appena fuori respirai l'aria fresca e pulita di prima mattina. Non si sentivano molti rumori,a parte qualche clacson in lontananza e il cinguettio degli uccelli ancora flebile. New York era sempre sveglia,sopratutto di notte,ma quella mattina era tutto tranquillo. Oppure  ero io che non volevo sentire niente. Optai per la seconda ipotesi.
Mi diressi verso il campus,prendendo la via del dormitorio. Presi l'orologio per vedere che ora erano,ma mi accorsi che lo avevo spento. Non volevo ricevere telefonate,non volevo sentire nessuno. Dialoghi imbarazzanti e privi di logica in quel momento.
Cercai la chiave intasca,ma non la trovai. Provai nella borsa. Niente.
Dove l'avevo lasciata? Poi mi ricordai che l'aveva Charlotte,e che l'avrei avuta solo al suo ritorno,visto che era il periodo del giorno del Ringraziamento e non c'era nessuno a Yale. E adesso come diavolo avrei fatto?Qualcuno si stava accanendo verso di me. La mia vita familiare distrutta e ora avrei dormito sotto un ponte.
"Renesmee??" sentii chiamarmi. Mi girai lentamente. Avevo riconosciuto l'odore.
"ciao Nahuel..." dissi sedendomi su uno dei gradini. Inspirai profondamente.
Venne subito vicino a me. "che ci fai qui a quest'ora? che cosa è successo?" mi chiese preoccupato.
Nahuel era per me come un fratello. Veniva a Yale con me e subito,fin dal primo momento che ci eravamo visti era scattata la sintonia,la scintilla. Eravamo simili,uguali,ci capivamo. I miei genitori,mi percorse una fitta al loro pensiero, gli volevano bene,il resto della mia famiglia anche,e pure..Jacob.
E poi i miei genitori erano tranquilli sapendo che c'era lui accanto a me. Si sentivano al sicuro,perchè Nahuel non avrebbe permesso che mi succedesse qualcosa. "Ero sua sorella!" mi diceva.
E io gli volevo bene. E anche molto.
"niente Nahuel...non ne ho voglia di parlarne,tra l'altro...." dissi mettendomi le mani nei capelli.
Lo sentii sospirare. Si sedette accanto a me.
"rimarrò qui finché non mi dirai ciò che è successo..." sentenziò. " e lo sai che lo faccio...."
Mi scappò un sorriso. Non scherzava.
Rimanemmo un pò in silenzio. Nahuel sempre accanto a me,e io muta,senza proferir parola.
"Jacob è stato innamorato di mia madre..." dissi dopo un pò.
Il vento fece muovere le fronde degli alberi. "l'ho scoperto ieri..."
Non lo guardai,il suo silenzio valeva più di mille parole.
Poi sentii le sue braccia avvolgermi. Mi attirò dolcemente a sè e io mi abbracciai a lui. Mi nascosi nel suo petto. Stavo ricominciando a piangere. E mi sfogai come non aveva ancora fatto.
Nahuel ascoltò silenzioso il mio pianto,senza dire nulla,baciandomi soltanto i capelli,assistendo a quello spettacolo mortificante e doloroso.
Piansi tutte le mie lacrime,buttando fuori il dolore,e la cocente delusione che mi avevano afflitto. Non la meritavo. Per niente.
"mi dispiace piccola..." sussurrò.
"anche a me..."singhiozzai.
Mi scostai da lui e mi alzai cominciando a camminare. Non mi andava di stare seduta. Mi pulii gli occhi con il dorso della mano.
Nahuel mi guardava. "posso capire perché l'hanno fatto." disse.
"anche tu con la storia del proteggermi.....no ti prego.So badare a me stessa." ribattei.
"certo che sai badare a te stessa,ma spiegami  se saresti riuscita a badare a te stessa..." rispose enfatizzando l'ultima frase. "....dopo questa verità."
Mi fermai e lo guardai. "ce l'avrei fatta..."
"non ci credo."
"e allora si vede che non mi conosci." dissi io.
"no ti conosco abbastanza Resm,per capire che non c'è l'avresti fatta. E ne sei la prova vivente adesso."
"se sto così è perchè mi hanno mentito...."
"ah quindi se te l'avessero detto,l'avresti presa bene..." continuò alzandosi. Venne di fronte a me.
"non c'entra niente questo...."
"no c'entra eccome....Ok adesso ti arrabbierai anche con me,ma io sono del parere che l'hanno fatto solo per il tuo bene. "
Feci una risatina amara. "bene bravo...la pensi anche tu come tutti."
"non è questo il punto,solo che se non te l'hanno detto è semplicemente perchè non volevano perderti. Punto."
"e adesso non mi hanno persa lo stesso?" chiesi io irritata.
"perchè ti hanno persa?" ribattè deciso
Scossi la testa. Mi rispondeva con altre domande.
"hai visto? non riesci nemmeno tu a rispondere."
Mi avevano persa? la mia testa diceva si,ma il mio cuore era di tutt'altro parere.
"Nahuel non è semplice...." dissi sospirando
"lo so che non è semplice,ma tu sei una ragazza forte abbastanza per poter accettare tutto questo. Io so quanto ti amano i tuoi genitori e Jacob,l'ho visto come ti guardano e mi rifiuto categoricamente di pensare che non l'hanno fatto in buona fede." Ascoltami...." disse prendendo il mio viso con le sue mani. "parla con tua madre,ascoltala,devi darle un'altra possibilità,lo so che sei arrabbiata,ma è tua madre Resm.....tutti sappiamo il rapporto speciale che avete...."
Era vero. Io e mia madre eravamo legate da qualcosa di indissolubile. Fin dai primi momenti della mia vita,avevo capito quanto l'amassi. Tre giorni l'avevo aspettata dopo la mia nascita. Ero piccola,ma questo particolare lo ricordavo bene. Non volevo allontanarmi,o più che altro non potevo. Ma ero delusa,e non me la sentivo di chiamarla o altro.
"...e la stessa cosa vale per Jacob. Ama solo te e nessun'altra e se te l'ha detto è solo perchè non voleva segreti...tutto qui...." terminò.
"non lo so....non sono più sicura di niente...." gli risposi andandomi di nuovo a sedere.
"tutto si aggiusterà...ne sono sicuro...vedrai....." disse venendomi incontro.
Annuì tristemente.
"ora però dovresti andare a riposare.....non credo che tu abbia dormito stanotte..." mi sussurrò.
Scossi la testa. "dai vieni ti accompagno....non c'è nessuno....siamo in pochi qui al campus...."
"mi dispiace Nahuel.....so che ci tenevi a venire a Forks...." dissi.
"ma ci andrò a Forks Resm....e lo sai perchè? " ripose aprendo la porta. "perchè tu farai pace con tua madre e Jacob molto molto presto...."
"ne sono così sicura...."
"oh io si invece..." disse con un sorriso abbastanza convincente.

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Il cielo era nuvoloso e presagiva un acquazzone. Il vento mi accarezzava il viso e ogni tanto mi scompigliava i capelli. Lo sciabordio del mare mi rilassava,facendomi dimenticare anche se per un solo istante tutto quello che era successo negli ultimi quattro giorni. Ero a cinquanta chilometri da New York,nella cosiddetta baita del Sole e cercavo in tutti i modi di scacciare le ultime ore. Ero distrutta,senza più un appiglio,senza un salvagente,senza niente. Ero stata privata nel giro di pochi giorni dell'unica cosa che contava nella mia vita:l'affetto dei miei genitori e di Jacob. Pensare a lui,mi faceva male,tanto male. Era come la punta di un coltello che ogni tanto mi pizzicava,sempre lì pronto a ricordarmi quello che era successo. Non li sentivo e non li volevo vedere. Nessuno.
Ispirai profondamente e lasciai la spiaggia,andandomi a sedere sulla panchina,di fronte al mare. Era di un blu forte,potente. Era calmo,tranquillo. La marea era alta, le onde si infrangevano contro gli scogli. Ma per il resto,c'ero solo io. Io con il mio dolore e la mia delusione.
Nonostante tutta la sofferenza che provavo,in quel momento non avrei desiderato altro che l'abbraccio di mia madre,di papà,di Jacob. Mi mancavano. Mi mancava sentirli,parlarci. Era tutto scomparso,finito. Ma ero troppo arrabbiata per chiamarli,mi serviva tempo.
Mentre mi perdevo in quell'orizzonte infinito,lo sentii. Era inconfondibile. L'avrei sempre riconosciuto anche a chilometri di distanza. I suoi passi erano silenziosi,ma io con il mio udito riuscivo lo stesso a sentirlo. Si avvicinò a me e si sedette,non guardandomi ma osservando il mare davanti a lui.
Era arrabbiato,lo sapevo. Anzi credo che deluso era il termine più adatto.Rimanemmo per cinque minuti in silenzio,senza dire niente. Poi fui io a parlare.
"mi dispiace per quello che ho detto....io non volevo. scusami" dissi girandomi e guardandolo per la prima volta.
Mio padre diede un ultimo sguardo all'orizzonte e poi incrociò il mio,di sguardo. Rivedere i suoi occhi mi diede un sussulto al cuore. Erano tristi.
"dispiace anche a me...." sussurrò.
Lacrime silenziose cominciarono a scendere sul mio viso. Papà ne raccolse una e poi si avvicinò a me,circondandomi le spalle. Io molto naturalmente lo abbracciai e cominciai a piangere. Buttai fuori tutta la mia rabbia,la mia delusione,il mio dolore,di nuovo nel giro di pochi giorni. Papà mi tenne stretta a sé,senza dirmi nulla,accarezzandomi qualche volta i capelli.Lo ringrazia mentalmente per quello.Non volevo parlarne.
"Sai,Resm,quando ho incontrato tua madre la mia vita è radicalmente cambiata. Ero stato fino a quel momento una persona che non ero. Non ero umano,ma dovevo sembrarlo,e non era facile,per niente. Mi consideravo un mostro che non meritava niente...." parlava lentamente e dolcemente,senza mai lasciarmi.
"...figurati se mai avrei potuto immaginare di poter avere un giorno una famiglia,tutta mia per giunta. Ma così è stato,e ancora non riesco a capire che cosa abbia fatto per meritarmelo. Quando ho incontrato tua madre quel giorno a scuola,ho capito che lei sarebbe stata la mia salvezza,ma anche la mia condanna. Condanna perchè avevo paura di privarla della sua vita a causa della mia natura,e salvezza perché lei rappresentava allo stesso tempo aria nuova,pulita,rappresentava per la prima volta: vita." Si fermò,poi continuò,mentre mi accarezzava i capelli.
"Lei era l'unica a non avere paura di me,di quello che ero. non gli importava cosa fossi o non fossi. E quando una notte la sentii dire il mio nome nel sonno,il mio cuore sembrò tornare a battere,il buio aveva lasciato il posto a una debole luce,le tenebre stavano iniziando a scomparire. Capii che l'unico mio obbiettivo nella vita era amarla,con tutto me stesso,perchè lei era la mia luce,il rimedio a tutte le crudeltà che mi affliggevano. E lei ricambiava,mi amava come io amavo lei." Mi diede un bacio tra i capelli.
"il giorno del suo diciottesimo compleanno la situazione precipitò. La  mia natura l'aveva messa in pericolo,sarebbe potuta morire. Non era colpa di Jasper,ma solo mia. Mia e del mio egoismo. Perché amarla significava metterla in pericolo, significava morte. E la mamma meritava ben altro. Una famiglia come le altre,non come me,come noi. Decisi quella stessa sera di lasciarla alla sua vita,di vivere la sua vita lontana da me. perchè sarebbe stata più sana,e nient'affatto pericolosa. Lasciarla però fu per me come la morte. Lasciarla sola in quel bosco,fu forse anche peggio della morte stessa. Passai i cinque mesi successivi a vagare da uno stato all'altro,ma tua madre era sempre qui,la sentivo dappertutto. In ogni fibra del mio essere. Vivevo con la consapevolezza che lei viveva. Da qualche parte lei c'era. Anche se non con me." Mi distaccai leggermente da lui,per guardarlo. Il suo viso era rilassato,tranquillo.
"La situazione precipitò quando credetti che fosse morta a causa mia. I Volturi,la sofferenza furono niente quando l'abbracciai sotto il campanile a Volterra. Tenerla ancora tra le mie braccia fu il paradiso. Non l'avrei mai più lasciata,per nessun motivo. Ma durante la mia assenza dovetti fare i conti al mio ritorno con una persona che era entrata a far parte della sua vita:Jacob."
A quel nome mi irrigidì. Papà se ne accorse.
"papà ti prego,non...." lo supplicai.
"Tesoro,ascoltami,è molto molto importante....alla fine capirai tante cose. Ti fidi di me?" disse accennando un sorriso e accarezzandomi una guancia.
"mi fido di te,papà." risposi. Mi fidavo ciecamente di lui. Annui e mi diede un bacio tra i capelli.
"Vedi Resm,per la mamma Jacob rappresentava,e credimi è difficile ancora oggi ammetterlo,la sua ancora di salvezza dopo tutto quello che era successo. Le era stato vicino,le era stato amico, ed è diventato anche qualcosa di più."
Mi strinsi ancora di più a mio padre. In quel momento avevo bisogno di sentire il suo abbraccio.Mi stava raccontando qualcosa di molto doloroso. E io volevo fargli sentire che c'ero.
"Voleva portarmi via la mia unica di ragione di vita,ma l'avrei accettato,perchè tua madre era libera di scegliere. Libera di stare con chi voleva. Io l'avrei accettato perchè per me l'importante era la sua felicità. Sarei stato qualunque cosa volesse che io fossi. Mi sarei allontanato da lei,per quanto difficile sarebbe stato,ma l'avrei fatto. Perchè l'amavo e l'amo tutt'ora più della mia stessa vita. Le ho chiesto di sposarmi e mi ha risposto di si,rendendomi l'uomo più felice sulla terra. Ma Jacob c'era,era sempre presente,e quando c'è stato quello che c'è stato,fui consapevole che tua madre amasse anche lui. Ma amava più me,disse. Poteva sopravvivere alla lontananza di Jacob." Si fermò. Dolcemente mi scostò da lui. Mi spostò una ciocca di capelli. I nostri occhi si incrociarono. "Ora Resm,perchè ti dico questo? voglio che tu capisca che la mamma non ti ha detto tutto perchè aveva paura proprio di questa reazione."
"si,ma non poteva essere altrimenti,papà..." dissi. "è troppo difficile per me,dovresti saperlo."
"lo so Resm,però tu devi cercare di capire tua madre e Jacob. Non volevano assolutamente farti del male. Anzi lo hanno fatto solo per il tuo bene." Alzò una mano perchè vide che stavo per controbattere. Mi fermai."l'abbiamo fatto solo per il tuo bene. la tua felicità è troppo importante per noi."
"ma è così complicato papà...." dissi appoggiandomi sulla sua spalla.Mi abbracciò.
"lo so che è complicato,ma tu,puoi farcela. La mamma e devo ammettere anche Jacob ti vogliono un gran bene e non farebbero niente,niente che possa nuocerti o altro. La paura di perderti ha fatto sì,che questa storia non uscisse fuori."
"avevano intenzione di dirmelo?" chiesi.
"certo,non sapevamo i tempi,ma l'avresti saputo....volevamo solo che fosse indolore,o almeno che non ti colpisse così forte...." rispose.
Rimanemmo un pò in silenzio. Il cielo continuava a essere terso,lucente anche se stava iniziando ad arrivare qualche nuvola.
"come sta la mamma?" gli chiesi. Volevo saperlo,ci pensavo da 4 giorni ormai. L'avevo vista accasciarsi a terra,e mi ero pentita di non essermi avvicinata.
Mi strinse di più a sè. Ci mise un pò a rispondermi. "la mamma non sta bene....le manchi ed è certa che ti abbia persa." sussurrò.
"non mi ha persa....non mi potrà mai perdere" risposi.Ed era vero.
 Papà mi strinse ancora di più a sè.
"lo sapevo,tesoro,l'ho sempre saputo. Avete un rapporto troppo forte,solido,e non si potrà mai spezzare.Ti adora resm,indiscutibilmente." rispose
Sentii gli occhi di nuovo inumidificarsi. In un lampo mi vennero in mente le parole che avevo detto a mio padre.
"pensi veramente che io non ti voglia bene? che non ti ami?" mi chiese.
"io...io...mi dispiace papà,io...." farfugliai.
"ascoltami Resm,tu,insieme alla mamma siete le mie due uniche ragioni di vita." mi scostò dolcemente da lui e mi obbligò a guardarlo negli occhi.
"avrei mai potuto pensare di avere una figlia? se qualcuno me lo avesse detto gli avrei riso in faccia.
per me era già abbastanza aver meritato tua madre,immagina se potevo meritare anche di diventare padre. tesoro,ci ho messo un pò a capire che tu eri speciale,unica. quando ti ho sentito nella pancia della mamma,io lì ho capito che tu eri mia,che eri qualcosa di puro,magico."
"ma io facevo del male alla mamma..." sussurrai.
"eri solo un pò più forte di lei....ma credimi che la mamma rifarebbe tutto,perchè ciò significa avere te." rispose.
Feci un respiro profondo. Era tutto cosi maledettamente complicato. Ora la rabbia stava man mano lasciando il posto alla stanchezza. Si mi sentivo stanca,stanca di soffrire,stanca di dare colpe,di essere arrabbiata. Tutta la mia delusione l'avevo buttata addosso a mio padre,dandogli colpe che non aveva. Anzi....
"Resm?" lo sentii chiamarmi. "non fa niente,tesoro...."
Mi girai a guardarlo. Avevo pensato a voce alta,o meglio aveva ascoltato i miei pensieri.
"e invece si papà...." dissi. "me la sono presa con te,e non è giusto...."
"Eri arrabbiata e lo capisco. E' normale tesoro,una cosa così importante non è semplice da accettare,però devi ascoltarmi attentamente e devi promettermi che non te la dimenticherai mai.Intesi?"
"d'accordo...." risposi.
"Sei una delle due cose più preziose di tutta la mia esistenza e ti voglio tanto bene. Qualsiasi cosa succeda ricordati che io,anzi che io e la mamma ci saremo. Sei la nostra ragione di vita,resm e faremmo di tutto per te,di tutto."
Lo guardai. Era splendido. Sentii gli occhi pungermi. "Ti voglio bene papà.Ti voglio tanto bene" gli dissi mentalmente.
Mi sorrise e poi mi attirò a sè e mi abbraccio. Mi attaccai a lui,nascondendomi tra le sue braccia. Sentii che mi coprii totalmente,non passava nemmeno uno spiffero d'aria.Papà profumava di amore,di casa.
"Non mi lasciare papà..." sussurrai.
"non ti lascerò mai." rispose
Rimanemmo così per non so quanto tempo. Non volevo sciogliere quell'abbraccio. Era così bello. Ma ero pronta a fare una cosa. Ero pronta a lasciarmi tutto alle spalle. Potevo farcela,con l'aiuto dei miei genitori. Volevo farlo. Tutto poteva essere secondario,tranne il suo amore. Ne avevo bisogno. Era la mia vita.
Mi distaccai dolcemente da papà. Lo guardai negli occhi. Mi sorrise. Aveva già capito.
"Ti sta aspettando. E vuole solo riabbracciarti." disse in un sussurro.
"anch'io,papà.Anch'io" risposi sorridendogli.


POV BELLA
Guardai forse per la millesima volta l'orologio. Erano passate quasi 2 ore da quando Edward era andato a trovare Renesmee. E ancora nessuna notizia. Iniziavo a preoccuparmi.
Mi sedetti sul divano,non che fossi stanca,ormai quell'abitudine era sparita da dieci anni,ma più che altro per fare qualcosa,per distrarmi. Stavo in uno dei tanti campus di Yale,questo in particolare era quello di mia figlia. Interpretazione e musica. La sua materia preferita,ereditata da suo padre ovviamente. Sorrisi al pensiero di loro due insieme,a suonare il pianoforte tutte le volte che tornava a casa. Era straordinaria,più brava di Edward,come lui spesso amava dire. E aveva ragione. Scivolava sui tasti in maniera magistrale,non li toccava nemmeno,andavano da soli,anzi erano loro che seguivano lei,tanto affascinati dalla sua bravura. Nel giro di un anno,dopo la vittoria sui Volturi,la nostra vita era cambiata. Ci dedicavamo ad altro e non più a vampiri. Tra cui quello di Edward di insegnare il pianoforte sua figlia. E Renesmee nel giro di poco tempo era diventata bravissima. Certo lei cresceva a vista d'occhio quindi imparare a suonare era un gioco da ragazzi.
E aveva alla fine imparato bene e splendidamente.
Era grande si,una ragazza,nonostante avesse solo 10 anni di vita. E io l'avevo fatta soffrire. le avevo mentito. Mi sentivo una pessima madre. ma quando decisi di non dirle niente,fu soltanto perchè la paura di perderla prese il sopravvento. Non lo avrei sopportato. Come non lo stavo sopportando adesso. Rivolevo la mia bambina. Volevo chiederle perdono. Avrei fatto di tutto per farmi perdonare da lei. La amavo e doveva saperlo,così avrei eliminato dalla testa la sua fissazione che lei fosse stato un errore. No,lei non era questo. La mia bambina era il sole,aria pulita,era felicità,era gioa,era amore. Quell'amore con la A maiuscola,quell'amore che accomunava me e Edward. E lei ne era il simbolo,il nostro fiore all'occhiello,il dono più prezioso e pregiato.
Sapevo che Edward poteva aiutarla. Era l'unico in quel momento che lei volesse vedere. E il rapporto che loro due avevano,era sicuramente il miglior medicinale al suo dolore provocato da me e Jacob.
Mia figlia aveva bisogno di lui. Solo di lui. Perchè poteva capirla,comprenderla,perchè ci era passato,come mi aveva detto. sapeva il suo stato d'animo.
Edward. Edward. Eravamo legati in modo indissolubile. Muore uno,muore l'altro. Una catena,bastava che un anello si rompesse affinchè si rompessero tutti gli altri. la mia esistenza era legata a lui,al suo amore incondizionato,senza il quale io non potevo vivere. Lo amavo ogni giorno di più,senza eccezioni,senza inibizioni,senza freni. E amavo nostra figlia. Li amavo totalmente.
"Bella?" mi sentii chiamare. Mi ridestai e mi girai verso la voce.
"Nahuel..." dissi.
"andrà tutto bene vedrai...." mi disse sorridente.
Nahuel era entrato nella nostra vita da qualche anno. Era quasi un figlio per me. Un fratello per Renesmee. Stavano insieme qui a Yale e io e Edward eravamo tranquilli perchè sapevamo che c'era Nahuel con nostra figlia. Le voleva bene e si vedeva che avevano un rapporto splendido,autentico.speciale.
"lo spero..." risposi.
"ma certo Bella. Edward l'aiuterà..." disse sempre sorridente.
Si Edward poteva aiutarla. Una piccola speranza crebbe dentro di me.
Non c'era nessuno nel campus in quel periodo,per il giorno del Ringraziamento,quindi c'era un silenzio assordante.
Li sentii ancora prima che aprissero la porta. Due odori impressi nella mia mente. Inconfondibili.
Mi alzai in piedi. Vidii Edward e subito i nostri sguardi si incatenarono. Mi sorrise. Era così bello quando sorrideva.
Poi dietro di lui la vidi. Si fece avanti e incrociai i suoi occhi,simili ai miei da umani. Ero felice che li avesse ereditati. Le stavano d'incanto.
Si fermo a pochi passai da me. Edward era dietro di lei. Non le disse niente,sapeva forse quello che stava per succedere.
"Renesmee..." esordii io.
"ti voglio bene mamma..." mi interruppe. "Non mi interessa niente del passato,so perchè l'hai fatto e va bene così...Io voglio guardare al futuro,con te e con papà. Mi dispiace per quello che ti ho detto,mi dispiace,io voglio solo stare con te mamma,non mi interessa nient'altro. Voglio solo essere felice con tutta la nostra famiglia. E anche con Jacob...." disse tutto d'un fiato. "sempre se tu lo vuoi mamma..."
Se avessi potuto avrei pianto. Il mio cuore ormai spento mi sembrò che facesse un salto per la gioia.
"certo che lo voglio tesoro....non aspetto altro....vieni qui...." dissi e di slancio,insieme,ci andammo incontro. Naturalmente. L'avvolsi tra le mie braccia. La strinsi a me. la mia Renesmee. Non l'avrei lasciata per nessun motivo. Avrei dato la mia vita per lei.
"anch'io ti voglio bene tesoro mio..anch'io." le sussurrai. Vidi Edward avvicinarsi. Era sorridente. Mi diede una bacio tra i capelli.
"Grazie per avermela riportata" gli dissi mentalmente
"non ho fatto niente amore mio. E' stata Renesmee a decidere tutto. Ha seguito semplicemente il suo cuore." mi sussurrò.
Strinsi ancora di più mia figlia a me. Edward si unii all'abbraccio. Entrambi inebriati dall'amore e dal calore che emanava nostra figlia.
 

POV RENESMEE.
Guardai fuori dal finestrino e vidi quelle immense nuvole sovrastare il cielo. Sembravano così soffici,calde e bianchissime.
Il sole stava giocando a nascondino e man mano che ci avvicinavamo a Seattle scompariva sempre di più.
"Tutto bene tesoro?" mi chiese la mamma seduta accanto a me.
Mi girai verso di lei. La guardai. Incrociai anche gli occhi di papà seduto vicino a lei.
Sorrisi a entrambi. "tutto bene mamma,tutto bene...." dissi.
Mi risposero anche loro con un sorriso. mamma mi accarezzò una guancia.
Stavamo tornando a casa,a Forks. Eravamo sull'aereo che tra poco ci avrebbe lasciato a Seattle.
Dopo tutto quello che era sucesso ero felice di tornare a casa. Dai nonni,dagli zii e anche da Jacob.
Si perchè adesso mi aspettava lui. Dovevo parlarci. Ma non ero arrabbiata. O almeno non più.
Cercai di capire che cosa mi aveva spinta a prendermela così tanto con mia madre e Jacob. Mi avevano mentito,mi era sembrato come se si fossero presi gioco di me,per tutto questo tempo. E poi perchè....perchè forse Jacob era qualcosa di più di un semplice amico,oppure no? Ero gelosa di mia madre? no,credo che non fosse quella la causa,forse,non era tanto la gelosia nei suoi confronti,quanto il fatto che fosse mia madre la persona in questione che aveva avuto un amicizia un pò particolare con jacob. Era questo che non accettavo. Mia madre per me era la mia vita e sapere che mi aveva tenuto nascosto un segreto del genere mi aveva scombussolato del tutto. Non era gelosia,era solo delusione nel constatare che le persone più importanti della mia vita mi avevano mentito. Ma questo era acqua passata perchè i miei genitori sono più importanti di qualsiasi incomprensione. E' il passato,e se si chiama "passato" ci sarà un motivo. E io volevo guardare avanti,al futuro.
"tesoro siamo arrivati...." sentii mamma che mi ridestava dai miei pensieri.
Mi alzai dal sedile e guardai fuori. Effettivamente vedevo già le prime luci di Seattle. Eravamo a casa.
"sei pronta?" mi chiese la mamma perdendomi una mano. Gliela strinsi. "sono pronta."
Mi sorrise e mi diede un buffetto sulla guancia.

Appena misi piede sulla terra ferma andai subito accanto a papà.
"papà non avrai ascoltato tutto,spero." gli chiesi.
Si girò a guardarmi sorpreso. Sorrise. "certo che no Resm..."
Aveva un non so che di malizioso negli occhi. "perchè non ci credo?" dissi.
"Resm...non ho ascoltato nulla...." ripetè. Sempre però con quel sorriso sghembo che mi piace tanto alla mamma.
Lo guardai negli occhi. Vidi che si arrese. "Ok dai qualcosina...." ammise.
"papà!!!!!!" sbottai.
Cominciò a ridere. "tesoro sono d'accordo con tutto quello che hai pensato...o meglio su quasi tutto....escluderei la parte relativa a Jacob." disse tra una risata e l'altra.
"papà daiii..." cantilenai io.
"che succede?" chiese la mamma avvicinandosi.
"niente amore...." rispose papà.
Ci guardò entrambi curiosa.
"non me la raccontate giusta...." disse.
"niente mami tranquilla....." risposi sorridendole. Papà andò ad abbracciare la mamma,non prima di avermi dato un bacio tra i capelli.
"d'accordo andiamo che a casa Rosalie non vede l'ora di vederti...." disse papà.
Sorrisi. Mamma mi abbracciò a sua volta. Una catena umana.
Volevo tornare a casa,mi mancava. Mi mancavano tutti. E poi volevo vedere Jacob. Odiavo non parlargli. Volevo solo vederlo e abbracciarlo. Non mi interessava nient'altro,se non il suo abbraccio e il suo calore. Il resto veniva dopo.



  
  
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