“la nostra
favola”
CAPITOLO
1: Chidori, Sousuke e… il ballo di primavera
-Piccola-Kana!- urlò una voce femminile, facendo voltare una ragazza dai lunghi
capelli blu. Kaname Chidori era una ragazza molto famosa nella scuola che
frequentava. Non c’era ragazzo che non le chiedesse di
uscire, non c’era persona che non la trattasse con rispetto. Non c’era
individuo che…
-AHHH!-
urlò Chidori all’improvviso, vedendo la testa di Sousuke Sagara spuntare da un
cespuglio.
Kioko
osservò la scena divertita.
BANG!
-a volte
sei davvero violenta Chidori- commentò il ragazzo dopo
aver ricevuto un ben assestato pugno sulla testa.
-SOUSUKE!!!- sbottò lei –si può sapere perché mi stai sempre tra i
piedi?-
-è una coincidenza- rispose Sousuke impassibile.
Kioko rise
sinceramente. Era davvero strano come quei due riuscissero
a metterla su di morale.
Sousuke
uscì dal cespuglio, spazzandosi via un po’ di foglie dalla divisa. Doveva stare sempre attento a Chidori, doveva proteggerla.
-sei impossibile Sagara!- commentò sospirando la ragazza, avviandosi in classe.
-Allora
ragazzi, come capoclasse mi è stato chiesto di dirvi…-
cominciò Chidori, cercando di sovrastare il caos che i suoi compagni facevano
–ragazzi! Mi ascoltate?- nulla da fare, i suoi amici erano
occupati in altro.
-non farò
mai più la capoclasse, parola mia!- sbottò lei infastidita
–RAGAZZI!!!-. Gli studenti si zittirono all’istante, concentrando la
loro attenzione su Chidori.
-si può
sapere perché devo sempre urlare alla fine?!?!?!?- la
ragazza sospirò –tra due settimane c’è il ballo di primavera. Ora, mi è stato
chiesto di occuparmene, ed io ho accettato…-
-GRANDE
CHIDORI!- urlarono in molti.
-grazie,
grazie- continuò lei –allora, datevi da fare a cercare
un accompagnatore o una dama, perché tra due settimane dovrà essere già tutto
pronto. Grazie dell’attenzione-.
La ragazza
si sedette stancamente davanti a Sousuke.
-stanca
Chidori?- chiese lui.
-non sai
quanto…- disse lei sbadigliando –ma, se non mi occupo io di queste cose, chi lo
fa?-.
Sousuke
sorrise:
-sei davvero
una brava persona- disse.
Chidori
arrossì appena:
-ma
no!- disse sorridendo –non faccio nulla di speciale!-.
-Sagara…-
disse Chidori sospirando –ma si può sapere quando mi darai un attimo di
respiro?-
-non so di
cosa stai parlando- rispose lui impassibile,
continuando a camminarle accanto, fingendo di leggere il giornale della scuola:
-Sousuke…-
continuò lei –finora hai accarrato la prof di matematica, un giocatore di
football, una ragazzina del primo anno… quante altre persone vuoi
uccidere?-
-nessuno-
continuò lui –sto solo leggendo un giornale-
-si, d’accordo, come vuoi tu…-.
I giorni
passavano, e Chidori cominciò ad organizzare il ballo. Assieme a dei
collaboratori, cominciò ad indicare il giusto collocamento di determinate cose.
-allora…
quella tenda va appesa lì, quel tavolo là infondo…-
disse, dando un rapido sguardo alla tavoletta che aveva in mano –e, quei
fiori…- si bloccò un attimo.
Si voltò.
La tenda,
che dei collaboratori avevano fissato precedentemente,
aveva le gambe. E lei aveva la sfortuna di sapere a chi appartenessero.
Scostò
veloce la tenda, trovando un Sagara sull’attenti, con espressione volta al
soffitto.
Dolorosamente
preoccupata.
-SA…GA…RA!!!!!!!!!!!!!!!!!- urlò esasperata –E ADESSO CHE DIAMINE CI
FAI QUI? SEI UN INCUBO, SEI UNA PERSECUZIONE… QUESTA è
UNA COSPIRAZIONE CONTRO DI ME!- disse, accasciandosi su una sedia. Sousuke la
osservò un attimo:
-ehm…-
cominciò.
-zitto.
Non parlare. Non voglio sentire nulla! Visto che sei qui, datti da fare!- disse la ragazza spingendolo –ora, darai una mano a
sistemare tutto. Chiaro?-
-agli
ordini!- disse lui scattando in piedi.
Il
sergente Sagara poteva anche essere un grande ufficiale, uno dei migliori. Ma, se c’era una persona che gli incuteva terrore, quella
era Kaname Chidori.
Chidori riuscì,
con l’aiuto di tutti, a sistemare la palestra per il ballo. Sagara era stato
quello che si era impegnato più di tutti, con grande
sorpresa della ragazza. Non riusciva più ad essere arrabbiata con lui. Da un
po’ di giorni lo fissava sorridendo, e riusciva a mantenere i nervi saldi anche
quando Sousuke diceva una della sue stupidaggini.
Come ormai
si verificava ogni volta, Chidori ricevette molti
inviti da parte di molti ragazzi, che le chiesero di andare al ballo assieme a
loro. Lei aveva sempre rifiutato, con una scusa più che plausibile:
-sarò molto occupata con l’organizzazione della festa, non avrò il tempo di parteciparvi
purtroppo- rispondeva sorridendo. In realtà questo non era l’unico motivo.
Sentiva di volere un invito da qualcun altro.
Era appena
arrivata a scuola, ed entrò in classe sbadigliando.
Vide che non era sola. Sousuke era già al suo posto, intento a scrivere
qualcosa su un foglio. Chidori si avvicinò piano, leggendo cosa Sagara stesse
scrivendo:
-ma…-
disse all’improvviso –questi sono i compiti di matematica!- esclamò incredula
–Sagara, ti sei ridotto all’ultimo minuto per fare i compiti per oggi?-
-ieri sono stato molto occupato, Chidori- disse lui, continuando a
scrivere.
-sai che
sei proprio strano- disse lei sedendosi e fissandolo.
Poggiò il mento sulla spalliera della sedia, notando con quanto impegno Sousuke
cercasse di risolvere i problemi:
-devi
moltiplicare- disse la ragazza, posando un dito sul foglio –vedi, basta
moltiplicare questo esponente per un altro, trovare le
basi ed è okay-
-grazie
Chidori- disse Sousuke scrivendo ciò che l’amica gli aveva suggerito.
-senti
Sagara- continuò Chidori –hai ascoltato l’annuncio che ho
fatto alla classe l’altro giorno?-
-quello
del ballo?- chiese il ragazzo continuando a scrivere –certo. È dovere di ogni studente ascoltare il capo superiore-
-magari
anche gli altri la pensassero così- commentò la
ragazza sorridendo –allora… con chi verrai?-. il
ragazzo si bloccò un attimo:
-non credo
che verrò con qualcuno. Tu ci sarai?- chiese Sagara osservando Chidori.
-bè…-
rispose lei guardando fuori dalla finestra –credo di
dover essere presente per forza. Devo controllare l’andamento della festa
eccetera-. Un raggio di sole illuminò il sorriso malinconico di Chidori –ma tu devi esserci!- esclamò posando lo sguardo su di lui –la
festa l’ho organizzata io, l’hai visto tu stesso! Devo prenderla come un’offesa
personale???-
-ma
no!- esclamò Sousuke indignato –non potrei mai! E invece tu,
da chi sarai accompagnata?-
-io?-
chiese lei –bè… da nessuno-
-cosa?-
-non
fraintendermi, non è che nessuno mi abbia invitata!- chiarì lei –è solo che non
mi sarebbe piaciuto andare con chi mi ha invitata!-
-bè,
allora ci sarai o no?-
-ci sarò, ci sarò! Ma da sola!- esclamò
lei.
-se vuoi
ci andiamo insieme- disse lui –tu non dovresti restare da sola-
-cosa?-
chiese lei –Sagara… davvero?-
-certo!-
esclamò lui. La campanella suonò, gli studenti cominciarono ad entrare e
Chidori fu costretta a girarsi. Ringraziò anche il tempismo della campanella.
Avrebbe giurato di star cominciando a diventare rossa.
Chidori
camminava per il corridoio con un sorriso splendente che illuminava tutti.
Sembrava davvero al settimo cielo. Kioko le si avvicinò:
-ehm…
piccola_Kana… -
-ciao!-
esclamò Chidori raggiante.
-che ti è successo?- chiese l’altra.
-nulla! Perché?-
-non ti ho
mai visto così… felice!- concluse –qualcosa sarà
successa-
-te lo
dirò presto- disse Chidori, -per ora voglio godermi
questo momento- l’amica la scrutò con sguardo interrogativo, e non disse altro.
Sousuke
era poggiato sul muretto della scuola, con un giornale militare in mano, e
scrutava attentamente ogni individuo che passava. L’uomo che dava la caccia a Chidori poteva benissimo essere lì in mezzo. Le lezioni
erano terminate, e gli studenti si apprestavano a tornare a casa. Sarebbe stato
un momento ideale per rapire la ragazza. Quando si
voltò verso l’ingresso dell’edificio, vide che Chidori era in avvicinamento,
accompagnata da una sua amica:
-bene-
si disse tra se –basterà scortarla fino a casa-.
Chidori
camminava tranquillamente lungo il viale, con quel sorriso tanto insolito ma
sincero. Si guardò intorno, e notò Sousuke appoggiato al muretto del recinto.
La ragazza si fermò di colpo, diventando più rossa che mai.
-ma…
perché stai diventando rossa? Senti caldo forse?- chiese Kioko.
-no, no, sto… bene- disse Chidori, più per convincere se stessa che
l’amica.
-calmati
stupida- si disse tra se e se –a te non piace Sousuke, e perciò non devi diventare rossa. Che motivo avresti?
È lo stupido Sagara di sempre, solo che…-
-solo che
stavolta ha compiuto un gesto molto dolce- intervenne
un’altra vocina nella sua testa.
Chidori si
diede un piccolo pugno sul capo. Perché farsi tanti
problemi? Non si sarebbe mica trascinata il ragazzo fino a casa!
Chidori
camminava lungo il tragitto di casa a passo lento e rilassato. Nulla le sarebbe
andato storto quella giornata. Sicuramente.
O
almeno, lo sperava.
Tutto ad
un tratto, si voltò, sentendo dei passi dietro di lei. C’era un ragazzo con in mano un giornale al contrario, che camminava con
noncuranza.
Chidori
sospirò e sorrise. Si avvicinò al ragazzo e gli sfilò il giornale:
-fai la
mia stessa strada?- chiese, osservando il volto calmo di sempre di Sousuke.
-affermativo-
rispose lui –spero non ti dia fastidio-
-ma no- rispose lei –oggi, non c’è
nulla che mi dia fastidio- disse sorridendo. Poi, entrambi ripresero
a camminare. Chidori osservò Sousuke. Avrebbe giurato di averlo visto
arrossire.