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Autore: Michi_chan    17/03/2012    3 recensioni
[Questa è una fanfic a quattro mani, scritta da Mya e Alicchan]
"La guerra per il potere assoluto si era da sempre combattuta alla luce della storia.
Da secoli, maghi, ladri, ma anche persone comuni, trascorrevano la loro esistenza con un unico scopo.
Trovare ciò che li avrebbe resi invincibili.
Secondo un’antica leggenda, nei meandri di una foresta selvaggia e sconosciuta …
-Che noia questa storia!- borbottò una voce.
-L’ho appena iniziata- ribatté la narratrice.

***
Questa storia farà schifo?
Sicuro.
Sarà un fiasco totale?
Molto probabile.
Voleranno oggetti contro le autrici?
Na-tu-ral-men-te.
Detto questo, vi lasciamo alla nostra piccola creazione.
Mya_ e Alicchan ~
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Axel/Shuuya, Jordan/Ryuuji, Shawn/Shirou, Xavier/Hiroto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I personaggi presenti in questa fanfic (a parte gli OC) non appartengono alle autrici. Questa fic non è a scopo di lucro.
Chiunque plagerà e/o prenderà ispirazione da questa fic sarà perseguito a termini di legge.

Questo account è stato creato da Mya, su consiglio di Alicchan e qui queste due autrici con evidenti e seri problemi mentali scrivono storie a quattro mani e un neurone, proprietà privata di Mya (???). Buona tortura, cioè, fortuna, cioè … ehm … *COFF*

Alicchan: Considerato il fatto che secondo la professoressa di filosofia della scuola di Mya lei dovrebbe avere relazioni con bambini più piccoli per sviluppare in qualche modo la dolcezza e la sensibilità che evidentemente non possied—
*qualcuno lancia una pirofila addosso ad Alicchan*
Mya: dolcezza un corno. Quella professoressa non capisce niente. *sbuffa*
Alicchan: comunque, questa fic nasce dalla storia che Esme ha inventato martedì per tenere buoni i bambini di cui ora di deve occupare (Gossip: uno di loro la odia e un altro si è preso una cotta per lei) ogni fine settimana e ogni martedì pomeriggio u.u
In pratica ha meno tempo per amoreggiare con il suo ragazz—
*e un’altra pirofila vola sulla testa di Alicchan*
Mya: s-silenzio -///- La storia non è niente di speciale. Se vi va, leggetevela, ma se poi non siete soddisfatti le pirofile le dovete tirare in testa ad Amy.
Alicchan: m-ma … WTF o.ò [cit]
*inziano a discutere*

L’idea di partenza è di Mya, e il resto lo abbiamo organizzato insieme un paio di sere fa.
Anche se sembra-è- la solita e noiosa favoletta da due soldi, speriamo che vi piaccia almeno un po’.
Buona lettura,
Mya_ e Alicchan ~





Tale


La guerra per il potere assoluto si era da sempre combattuta alla luce della storia.
Da secoli, maghi, ladri, ma anche persone comuni, trascorrevano la loro esistenza con un unico scopo.
Trovare ciò che li avrebbe resi invincibili.
Secondo un’antica leggenda, nei meandri di una foresta selvaggia e sconosciuta …

-Che noia questa storia!- borbottò una voce.
-L’ho appena iniziata- ribatté la narratrice.

T  here is always   Hope.


-E’ noiosa lo stesso!- si ostinò ad ammettere il suo interlocutore.
-Allora non ascoltarla!- fece un coro di altre voci.
Il parco era illuminato dalla luce del Sole, il vento soffiava leggero e muoveva i fili d’erba intorno ai bambini che, chi più chi meno, aspettavano impazientemente che dalla ragazza seduta di fronte a loro uscisse una storia degna di questo nome.
Ma Esme sicuramente non era il tipo più indicato per soddisfare le richieste di quel gruppetto che l’aveva –letteralmente- trascinata in quel parco per raccontare quella storia.
-Come volete, ma secondo me la storia sarà …-
Una bambina dai lunghi capelli biondi e ricci lo zittì - … Una vera noia. Sì, Marco, lo sappiamo-
-Sta zitta Stella!-
Esme tossì –La volete sentire la storia sì o no? Io posso anche andarmene …- e fece per alzarsi.
Un imperioso “No!” la bloccò e la costrinse a tornare seduta.
Brutta idea, quella di passare una giornata con un gruppo di bambini scalmanati di una casa famiglia solo per dare corda a una prof. di filosofia …
-Bene. Allora. Dov’ero rimasta …- e ricominciò a narrare.

Secondo un’antica leggenda, nei meandri di una foresta selvaggia e sconosciuta, ai confini della Città di Cristallo [1], c’era una porta, che conduceva ad una biblioteca immensa. Questa biblioteca era costruita interamente in cristallo, marmo e oro e al centro di essa, in un giardino immenso, vi era una fontana. Incastonata in quella fontana, c’era una pietra.
Era quello, il tesoro.
Era quello, che da secoli le più svariate creature cercavano disperatamente, per aumentare i loro poteri e divenire i più forti nell’universo.
Ma la chiave per aprire quella porta era stata nascosta. Nessuno tra i custodi della biblioteca voleva che quella pietra finisse nelle mani sbagliate.
Mai ciò sarebbe dovuto accadere. In caso contrario, sarebbe stato Ragnarok [2], la fine di tutto. A prendersi questa enorme responsabilità, fu una donna.
Elmeida Pendragon [3] era una delle sacerdotesse più importanti e potenti della città. Il sapere di un intero popolo, racchiuso in un’unica persona.
Questa donna, conosciuta per la sua saggezza e purezza d’animo, quanto per la sua straordinaria bellezza, custodiva da secoli, insieme alle altre sacerdotesse della Città, il segreto per raggiungere la Biblioteca leggendaria. Oltre a questo, si diceva che la chiave per poter aprire le porte di quel luogo erano nascoste da qualche parte nel tempio, e solo Elmeida e le sue sottoposte sapevano quale fosse l’esatta ubicazione.
Nonostante gli sforzi delle sacerdotesse di allontanare il male, la Città di Cristallo fu attaccata, durante una notte d’estate, e rasa al suolo.
“Sacerdotessa Elmeida, sacerdotessa, una cosa orribile è appena accaduta! Un esercito a varcato il confine della città, ha rotto la barriera che ci difende. Vogliono la chiave!” la voce disperata di una giovane ragazza eliminò il silenzio presente nella sala del tempio, creando immediatamente angoscia nei cuori delle presenti.
“ Ebbene” iniziò la donna, appoggiando la bambina addormentata che portava in grembo su un letto di cotone “Preparatevi, perché questa notte potrebbe essere la fine”.
A quelle parole, si susseguirono pochi e tragici eventi.
L’intera Città fu distrutta in pochi attimi.
Case bruciate, templi abbattuti.
Persone che gridavano, imploravano il cielo e gli autori di quella crudeltà.
Nessuna voce fu ascoltata, quella notte.
Uomini, anziani, donne, bambini.
L’avidità umana non fece distinzioni.
Non c’era pietà, e tutto cadde in un baratro oscuro, da cui non si poteva scappare.
Solo una sì salvò.
Era quella bambina addormentata, la figlia di Elmeida.
La piccola era in fin di vita, ma il padre, utilizzando i suoi poteri curativi, la salvò.
Il prezzo da pagare però fu alto. Infatti, il mago morì e poco dopo con lui, anche Elmeida.
Noahlienne” la voce della sacerdotessa era ormai un sussurro, quasi inudibile “Salvala. Salva mia figlia. Salva la mia piccola. Portala … lontano … da qui …”
La ragazza prese in braccio la bambina “Signora, voi ...” iniziò, ma l’altra la interruppe e si alzò.
Barcollò leggermente. Le gambe non la reggevano, il cuore le pulsava in petto e il sangue ormai usciva senza controllo dalla profonda ferita sul suo fianco.
“Ti proteggerò io. Ricordati Noahlienne, nessuno dovrà prendere la chiave al collo di mia figlia. Nessuno dovrà farle del male. Proteggi la mia piccola, Noahlienne. Proteggila.”
“Elmeida, per l’amore della tua bambina, vieni con noi! Non c’è più speranza qui! Non resisterai!”
La donna si voltò. I suoi capelli dorati sembravano quasi risplendere di una luce propria. Gli occhi, del medesimo colore, erano sereni, nonostante tutto.
“Fuggi” sussurrò semplicemente, e sembrava quasi una supplica.
Prima che Noahlienne scappasse.
Prima che le porte del tempio venissero distrutte.
Prima che di essere uccisa.
Ti voglio bene, mia dolce Hazel [4] …” disse, prima di spirare.
E non ci fu davvero più alcun suono, nella Città di Cristallo, quella notte.

-E’ una cosa crudele! Sei stata cattiva!- la voce di Marco per poco non perforò i timpani di Esme –E’ ingiusto!-
La mora incrociò le braccia al petto –Notizia flash piccolo marmocchio, la vita non è giusta. E noi dovremmo saperlo meglio di chiunque altro- ribatté, acida.
Marco si zittì e mise il broncio.
-E’ stato nobile- sussurrò Francesca, una ragazzina con i capelli castani raccolti in una coda di cavallo –Il gesto dei genitori di Hazel. Sacrificare la propria vita, per salvare la figlia. Anche se non c’era speranza-
-C’è … c’è sempre speranza …- si sentì in dovere di puntualizzare Esme.
-Anche se la vita è ingiusta?- chiese Stella.
La mora annuì -Anche se la vita è ingiusta- confermò.
Marco borbottò qualcosa come –Non è vero, non c’è speranza se la vita è stata ingiusta-, ma Esme non ne diede conto.
-E Hazel?- domandò Mattia, un bambino biondo e con ciuffo ribelle che gli ricadeva in viso –Hazel e Noahlienne? Dove sono? Si sono salvate?-
La senese avrebbe voluto rispondere che i due personaggi della storia erano stati catturati e uccisi, la pietra usata per scopi malvagi e la fine era arrivata, senza lasciare scampo a niente e nessuno.
Così sarebbe tornata presto a casa per poter mangiare la sua shortcake, e al diavolo la prof. di filosofia e i suoi discorsi sulla “mancanza di apparente dolcezza, sensibilità e capacità di provare compassione verso gli altri”.
Però qualcosa negli sguardi speranzosi dei bambini davanti a lei la convinse che una storia non poteva finire così.
Insomma, dopo tutto aveva detto che c’è sempre speranza, anche se la vita non è giusta.
Sospirò, si sistemò la giacca e puntò i suoi occhi verdi verso i suoi piccoli ascoltatori.
Ricominciò a raccontare.

Il sole stava lentamente sorgendo. Noahlienne correva ormai da ore. Era esausta, il suo respiro era affannato, ma non poteva fermarsi.
Sapeva che se lei non avesse trovato la chiave nella città, allora avrebbe cercato in lungo e in largo.
Avrebbe devastato tutta la foresta e l’avrebbe trovata. Avrebbe trovato la giovane sacerdotessa e la piccola Hazel.
Continuò a correre. Ormai poteva scorgere la città di Mnemoris.
Qualcosa però non andò come previsto. Bastò una semplice freccia, che si andò a conficcare nella schiena della giovane, e questa cadde, a pochi passi dalle porte della città. Prima di morire, riuscì a nascondere la neonata con un incantesimo insegnatole dalla stessa Elmeida.
Proteggi la mia piccola, Noahlienne. Proteggila.
E l’aveva fatto. Fino alla fine.
Nessuno vide Hazel, né la chiave che pendeva dal suo collo esile.
Il corpo della giovane sacerdotessa fu lasciato lì, inerme.
Se ne andarono, e non tornarono più.
Alcuni, venendo a sapere della scomparsa della chiave e delle brutale distruzione della Città di Cristallo, provarono ribrezzo nei confronti di quella crudeltà gratuita.
Altri, non provarono alcuna pietà per gli innocenti che erano stati uccisi, quella notte. Solo grande sconforto per la perdita di quel tesoro.
Altri, ancora, provarono entrambe le cose.
Sta di fatto che tutti dimenticarono.
Dimenticarono Elmeida, le sacerdotesse e quelli che combatterono fino all’ultimo per difendere la propria città e il loro infinito coraggio.
Dimenticarono la leggenda, la Biblioteca, la pietra e quella chiave.
Ma lei no.
Lei non avrebbe mai dimenticato.
Il desiderio di ottenere quel potere era troppo grande, per poterlo assopire.
E, nell’ombra, lei si preparava a tornare.
E non si sarebbe arresa.
Mai.

-Chi è questa ‘lei’ di cui parli?- domandò Maria, un’altra ragazzina dagli occhi neri e attenti.
-Lo scoprirete la prossima volta- annunciò Esme.
Un “COOOSAAAA?!?!?” si levò alto nel cielo, facendo volare via gli uccellini tranquillamente adagiati sugli alberi del parco.
-Non puoi!- si lamentò Mattia.
Il bambino vicino a lui, Stefano, si unì all’amico –Hai ragione! Non puoi!-
-Invece io posso. Io posso tutto- ribatté ferma la senese.
Marco sbuffò -Sì, certo- poi incrociò le braccia dietro la testa.
Stella gli diede una gomitata in pieno stomaco –A Martedì allora, Esme-
La ragazza si alzò –Sì … Sì, ci vediamo Martedì-





[1]: http://kyt.altervista.org/Coralyne/Territori/DUCATI/CRISTALLO/image005.jpg
[2]: Ragnarok, negli antichi miti nordici islandesi, è per così dire l’equivalente dell’Apocalisse. Il giorno in cui il mondo cesserà di esistere.
[3]: Pendragon è un cognome britannico, lo stesso di Re Artù (King Arthur Pendragon)
[4]: Hazel è il nome inglese del nocciolo. Nel linguaggio dei fiori, significa riconciliazione.

Note di Alicchan: cosa farei senza Mya che sa e trova tutte queste cose?? Non vivrei 8DD




*Note delle autrici*
Alicchan: è carina come storia. Sono già morte tre persone, per non contare la città distrutta. Sai essere davvero allegra Mya-san.
Mya: Già *sorseggia the*
Alicchan: hai finito di bere the?! >.<
Mya: … no. *sorseggia the*
Alicchan: dì la verità, te l’ha regalato Edgar DD:
Mya: ovvio, il the Twinings è buono.
Alicchan: ovviamente questa fanfic avrà dello yaoi (poveri bambini rimarranno segnati a vita) e i personaggi di IE verranno fuori a breve. Speriamo.
Mya: … *sorseggia the*
Alicchan: okay, considerata la scarsa collaborazione della mia collega, vi saluto io anche a nome suo -3-
Mya: secondo te sono davvero insensibile come dice la mia prof? *sorseggia the*
Alicchan: b-beh … ^^”
Mya: *sorseggia the*
Alicchan: ecco … … ^^””
Mya: *sorseggia the*
Alicchan: ^^””” …. T’oh! Ma guarda che ora si è fatta! E’ meglio se salutiamo ^^
Mya: *sorseggia the e saluta con una mano*
Alicchan: Ciao a  tutti!! Se l’inizio vi è piaciuto, lasciate un commento! Anche piccolino! A noi farebbe davvero molto piacere!!
Mya: … Alicchan?
Alicchan: sì? ^^
Mya: non hai risposto alla mia domanda.
*Alicchan sale su una delle sue 44 palle di fieno in fila per 6 con il resto di 2 e se ne và*
*Mya si deprime e sorseggia the Twinings*



Ps: il titolo della fic "Tale" è il nome inglese di Favola.
Pps: i titoli dei capitoli possono anche avere poco o niente a che fare con il capitolo stesso.
Ppps: Mya è ancora depressa -w- *indica la senese che continua a bere the*


  
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