Dico sempre che non sono Dramione, ma continuo a scrivere storie su di loro. E’ buffo ho già scritto due storie Dramione, con questa tre, ma mai una Ron – Hermione. Però le altre storie Draco – Hermione le ho scritte per un motivo, dedicandole entrambe le volte a una persona speciale: la mia Puffola! Questa la dedico anche a lei, un agguerrita sostenitrice Dramione, che oggi compie gli anni. In tuo onore ecco qua una Dramione tutta per te, spero ti piaccia. Buon Compleanno Puffola!

Amore a prima vista

Sono entrambi convinti
Che un sentimento improvviso li unì.
E’ bella una tale certezza
Ma l’incertezza è più bella.

 
In un freddo pomeriggio di inverno zia e nipote passeggiavano per le vie di Londra alla ricerca di uno stimato e prestigioso tra i dentisti Babbani.

Ad ogni negozio Andromeda si fermava spiegando al nipotino dai capelli biondi e gli occhi di ghiaccio l’uso di diversi oggetti Babbani. Draco dal canto suo adorava i pomeriggi con la zia, ma sapeva non doveva ma farne allusione in presenza del padre: Lucius. La famiglia Malfoy, infatti, era conosciuta nel mondo Magico per la lotta verso i Babbani e i Nati – Babbani; per questo Narcissa preferiva tenere segreto al marito gli incontri e le corrispondenze che aveva con la sorella, sposata con un Babbano. Ma quel pomeriggio, Andromeda e Draco non correvano pericoli, in quanto Lucius era furi città per risolvere questioni di ‘ grandissimo onore per i Malfoy ‘ e Narcissa aveva approfittato per chiedere alla sorella di portare da un dottore per i denti il figlioletto, ‘ Cissy guarda che i medici Babbani sembrano essere Magici come i nostri Medi-Maghi ‘ aveva assicurato Andromeda.

< Draco tesoro siamo arrivati! > Andromeda si fermò davanti ad una palazzina con su affisso un grande cartello ‘ Studio Odontoiatrico Granger ‘ , spinse il portone ed entrò trascinando dietro il nipote.

< Zia cosa c’era scritto sul cartello? > chiese con fare curioso il bambino, Andromeda rispose gentilmente aggiungendo < Eppure tuo padre dovrebbe convincersi che è arrivata l’ora dell’istruzione, hai sei anni ormai! > così dicendo fece cenno al bambino di entrare nell’enorme sala d’attesa.

Non conoscendosi, credono
Che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che pensano le strade, le scale, i corridoi
Dove da tempo potevano incrociarsi?

Chiedendo a Draco dove desiderava sedersi, si accomodarono su due eleganti poltrone in pelle; e all’improvviso il cuore di Draco iniziò a battere all’impazzata alla vista di una bambina che dimostrava la sua età, posta dietro la scrivania in una sedia accanto la segretaria, intenta a leggere un libro.

La bambina aveva uno sguardo intelligente e dei lunghi capelli crespi di colore castano, la quale di tanto in tanto richiamava la donna accanto per farsi aiutare a leggere una parola che probabilmente trovava difficile.

< Lisa puoi aiutarmi? E’ troppo difficile per me! >

Draco continuava a fissarla, e adesso che l’aveva sentita parlare si accorse che la dolce bambina aveva la voce più bella del mondo.

< Ma certo … su piano piano, unisci le lettere > rispose la segretaria avvicinandosi alla bambina e incoraggiandola ad iniziare.

< Ma – gi – ca – me – nte … Magicamente?! > chiese alzando lo sguardo furbo verso la donna; quella le rivolse un cenno d’assenso facendo sorridere la piccola lettrice.

Draco notò che la bella bambina aveva due grandi denti sporgenti ma ciò nonostante non le impedivano di avere un sorriso radioso, pensò.

< Guarda come scrivo bene il mio nome! > esclamò la solare bambina, nel risentire di nuovo l’angelica voce a Draco si dipinsero le guancette di rosso. La bambina si chinò su foglio, armeggiò per qualche secondo con uno strano tubicino di plastica dal colore blu, e poi si rialzò.

< Hermione Jane Granger … mamma dice che devo imparare a scriverlo tutto completo > .

Adesso Draco sapeva il suo nome, Hermione, in quel momento gli parve un dolcissimo nome perfetto per lei.

Vorrei chiedere loro
Se non ricordano –
Una volta un faccia a faccia
In qualche porta girevole?
Uno ‘ scusi ’ nella ressa?
Un ‘ ha sbagliato numero ’  nella cornetta?
-          Ma conosco la risposta.

No, non lo ricordano.
Li stupirebbe molto sapere
Che già da parecchio tempo
Il caso giocava con loro.
Non ancora pronto del tutto
A mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava.
Gli tagliava la strada
E soffocando una risata con un salto scansava.

Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
O lo scorso martedì
Una fogliolina volò via
Da una spalla a un’altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.

Chissà, forse già la palla
Tra i cespugli dell’infanzia?
Vi furono maniglie e campanelli
Su cui anzitempo un tocco posava su un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
È solo un seguito
E il libro degli eventi
È sempre aperto a metà.