Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Shee    16/10/2006    7 recensioni
[Eriol/Tomoyo][Sakura/Li (un accenno)]
"A volte mi sento come il polline di un fiore."
Genere: Generale, Romantico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eriol Hiiragizawa, Li Shaoran, Sakura, Tomoyo Daidouji | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Buondì ragassuoli! Eccomi ancora qui!! Allora questa storia l’ho cominciata non so quanto tempo fa, con in mente un’altra coppia e cioè Toy/Tomoyo, non fate quelle facce! Suvvia, un po’ di contegno! In fondo secondo me lui non è così tanto più grande, dopotutto anche se Sakura gli arriva si e no alle ginocchia (ahahahaha) io sono convinta che sia una cosa normale negli anime, i ragazzini o bambini sono sempre dei nani, e gli adulti o i ragazzi degli stangoni incredibili! Non c’è più giustizia per noi povere tappe! Vabbè lasciamo perdere questa nobile causa.

 

Comunque ci tenevo a precisare che il testo in blu non è, come al mio solito, una canzone, ma è tutta farina del mio sacco è.é e… beh anche se non c’è di cui vantarsi l’ho detto per informazione ghghghghgh…

 

Vi lascio alla fanfiction che come immaginerete (c’è scritto nel commento XD) parla di Eriol e Tomoyo!!! Che belli sti ciccetti! Ihihih… okay sono sclerata, lo ammetto ihihihih… vi lascio alla ff, tanto ci vediamo in fondo XD !! Zeo!!!

 

°°°

A volte mi sento come il polline di un fiore.

 

La ragazza si alzò dal letto sfregandosi gli occhi con energia, aveva una strana sensazione nel petto, una cosa che fino ad ora aveva provato in fondo, che aveva soffocato… ma che la sera tornava su, a galla, sbracciando per farsi vedere.

Cos’era?

Tomoyo scosse la testa, non ha senso crogiolarsi nei propri pensieri o crucci egoistici, no? Sorrise allo specchio che le rimandò l’immagine di un sorriso tirato e falso.

“fanculo” pensò voltando le spalle al suo riflesso irritato, aprì l’armadio ed estrasse la divisa della scuola. Ora frequentava il liceo, o meglio il terzo anno di liceo, aveva quasi diciassette anni, ma l’istituto ero lo stesso delle elementari, solo la divisa era un po’ cambiata.

La indossò in fretta mentre la voce di sua madre la incitava a scendere, scese al piano di sotto e fece colazione con calma, dopotutto erano solamente le sette di mattina.

Dopo mezz’ora era a scuola, per la chiacchierata rituale di inizio mattina.

- buongiorno!- esordì entrando in classe.

- ‘giorno- rispose laconico Lee, Tomoyo lanciò uno sguardo a Sakura che dormicchiava con la testa appoggiata sul banco, la scrollò un pochino e mentre lei si svegliava si avvicinò al proprio banco. Poi con tono malizioso osservò –sembrate insonnoliti…avete fatto le ore piccole?- vide Lee voltarsi di scatto e diventare rosso gradualmente, mentre Sakura aveva anche le orecchie rosse, questa si voltò verso Tomoyo e chiese in tono battagliero –cosa vorresti insinuare?- la ragazza allora assunse l’espressione più innocente che possedeva nel suo repertorio –ma niente, Sakura niente…- si sedette sul banco con un gesto fluido e poi riprese con il tono di prima –coda di paglia?-

Era da qualche settimana che Lee e Sakura stavano assieme… ma erano comunque sempre imbarazzati se si alludeva a loro in qualche modo anche solo leggermente intimo.

La mora sospirò, aveva ancora in mente quel brano che aveva letto la sera prima su internet, sembrava calzarle a pennello…si sentiva davvero un granello di polline invisibile, anche se si ripeteva che non era così invisibile, dopotutto.

 

Sono essenziale, utile, perlomeno;

senza di me non nascerebbero altri bei fiori,

anche io ci sono in quel fiore.

 

-Tomoyo, ti dispiace? Noi andiamo a fare un giretto- gli occhi della ragazza si soffermarono sulle loro mani giunte e sorrisero dolcemente.

- andate, intanto io ripasso un po’…-

Dopotutto era sempre stato così, non c’era da meravigliarsi, lo sapeva, l’aveva sempre saputo e non le era mai pesato. Erano loro i protagonisti…erano loro che combattevano le carte di Clow, erano loro quelli conosciuti, più popolari… erano loro quelli simpatici, loro quelli che ora stavano insieme.

Tomoyo abbassò lo sguardo sulle proprie ginocchia mentre Sakura e Lee uscivano per andare a fare una passeggiata nei dintorni e scambiarsi qualche bacio.

ci sono e servo, non sono inutile…esisto anche io…non sono da meno di loro due… sono alla loro altezza…” rimuginò scendendo dal banco e avvicinandosi alla cartella di scuola, tanto valeva che ripassasse davvero ancora un po’.

 

Ma quello che tutti osservano, ammirano, lodano

In un fiore sono i petali, colorati e profumati.

 

E ora anche questo, anche questa stupida cotta, cotta che inconsciamente aveva chiamato più di una volta amore. Guardando quegli occhi seri, o ironici brillare, guardando quell’espressione indecifrabile, e cercando di comprendere, osservando il suo comportamento con Sakura. Eriol…

Basta Tomoyo!” e invece lo era, era innamorata di lui, non l’aveva voluto, all’inizio, e ancora stentava a rendersene conto, rivedeva sé stessa che si ingelosiva per Sakura, quanto le piaceva, ma poi quando era arrivato lui piano piano tutto era scemato in un’altra gelosia. Perché con lei lui era così dannatamente gentile?

E quando si perdeva nei suoi pensieri senza distogliere lo sguardo da quei capelli scuri, da quella pelle chiara, come la sua, da quegli occhi scuri e profondi celati appena dalla lenti e dalla montatura degli occhiali.

Ancora a distanza di anni se lo ricordava perfettamente, il tono della sua voce, come i ciuffi di capelli gli ricadevano dolcemente sul viso, sulla fronte e lui con un gesto fresco li scostava e ritornava sui libri.

Erano passati, quanti?, due, tre anni? Non se lo ricordava, sapeva solo che ora lo voleva più che mai. Vedere, toccare, parlare, abbracciare… baciare.

 

Loro ci sono anche grazie a me,

io faccio parte del fiore,

ma ciò che lo rendono bellissimo sono i petali.

 

Ed è quando vuoi qualcosa così intensamente che accade quel piccolo miracolo che ti tira su di morale, che ti fa capire di non essere sola, che te lo fa ricordare. Quel piccolo, grande, miracolo, forse fantasia, forse il famigerato intuito femminile. Non lo sappiamo, forse proprio magia…

lanciò uno sguardo fuori dalla finestra, stiracchiandosi, e la sua attenzione fu catalizzata dai movimenti di una persona che stava seduta nel giardino della scuola, non lontano dalla finestra della loro classe. Il cuore le balzò in gola, la figura si scostò i capelli dal viso, mentre leggeva.

- Eriol…?-

Tomoyo continuò a guardarlo ancora qualche minuto, fissa, senza capire se stava impazzendo o meno, poi il suono della campanella e l’entrare di alcuni compagni la riportarono alla realtà.

Si morse le labbra e senza fiatare uscì dalla classe.

- Tomoyo dove vai la lezione sta per…- Tomoyo non aveva ascoltato nessuno dei tanti e ora stava precipitosamente scendendo le scale.

Si ritrovò fuori, si guardò a destra e sinistra e decise per la destra, la loro classe era là, quindi anche Eriol.

Lo scorse ancora, seduto sotto quell’albero, era proprio lui, che ci faceva lì?

Lo osservò ancora una volta, non era cambiato molto, era diventato più altro, non era più esile come un tempo ma un ragazzo in pieno sviluppo, pur mantenendo la corporatura snella ed agile, il viso era sempre gentile, con quel sorriso indecifrabile e gli occhi addolciti dall’increspatura della labbra, gli occhiali che sembravano essere stati creati apposta per il suo viso, per renderlo ancora più desiderabile.

- Eriol…- mormorò la mora facendo un passo verso di lui, quello si voltò e appoggiò il libro rovesciato sull’erba alla sua destra.

- Buongiorno Tomoyo- le sorrise, poi accennò con gli occhi al suolo coperto da erba verde accanto a lui, lei si sedette senza toglierli gli occhi di dosso.

- come mai non ci hai avvisati? Sakura ne sarebbe stata felicissima…- senza rendersene conto Tomoyo spostò lo sguardo verso la finestra della propria classe, poi più lontano, dove lui non potesse intercettarlo.

- ne sono certo, è sempre stata una cara ragazza- sorrise alle proprie parole, degne di un uomo sulla via dell’anzianità –ma sono felice che tu mi abbia scoperto-

- non volevi essere scoperto?-

- non da altri-

 

 

 

Piano volerò tra i fiori,

li farò nascere crescere,

sarò con loro… ma sarò invisibile

e ancora mi farò male,

ammirando i colori attorno a me…

 

Eriol le si avvicinò, mentre lei arrossiva leggermente, fece per aprire la bocca per dire qualcosa ma lui la precedette –nutrivo la speranza che tu mi trovassi per prima, sarebbe stato più facile-

- cosa sarebbe stato più facile?- chiese scavando a fondo in quegli occhi blu che ricordava così vagamente ma che erano così tanto vicini a lei in quel momento.

- piccola, curiosa Tomoyo… sei come ti ricordavo-

- tu invece sei cambiato molto- disse, senza riuscire a frenarsi, la verità è che aveva paura, una paura tremenda di essere innamorata di un ragazzo che ormai non c’era più, che magari era cambiato radicalmente.

- molto meno di quanto immagini- sorrise poi cambiò discorso- tu piuttosto, che ci fai tutta sola?-

- Sakura e Li sono andati a tubare da qualche parte indisturbati- disse irritata, lui la guardò curiosamente e lei arrossendo disse che –sai, mi sento un po’ di troppo, li capisco, vogliono stare soli ora che si sono messi assieme- in quel momento Tomoyo realizzò che forse Eriol era tornato per Sakura, che forse ne era innamorato, e che in quel modo, forse, l’aveva ferito. Preoccupazioni inutili.

- ce l’hanno fatta, alla fine!- esclamò –ne sono felice!- poi sorridendo ancora disse serio –sono certo che Sakura non ti considera di troppo-

- non è Sakura, o Li… sono io che mi sento di troppo! Non fraintendermi, con loro sto benissimo, ma ogni tanto è bene lasciarli soli senza videocamere- ridacchio divertita, ancora quella mania non le era passata, dopo qualche secondo di silenzio aggiunse piano –ora la cosa più importante per entrambi è l’altro, ed è giusto così, no?-  rivolse ad Eriol uno sguardo triste e speranzoso, come se volesse sentirsi dire che no, non era giusto, ma la risposta non fu quella.

- hai ragione, quando si è innamorati la cosa più importante al mondo è lei… o lui, ovviamente- le parole si persero in un silenzio spezzato solo dal frusciare delle foglie, ma dentro i pensieri rimbombavano come onde.

- sei mai stato innamorato Eriol?- La ragazza si voltò verso di lui guardandolo quasi dolorosamente.

Anche Eriol, o il Signor Clow che di esperienza ne aveva di più, avrebbero saputo descrivere quella strana sensazione che era scoppiata nel petto di Eriol a quello sguardo. Dolore, calore, intenso e forte.

La baciò, niente di più. Una bacio breve, leggero, un battito di ciglia, un respiro e ancora un bacio, meno leggero, non più tanto breve.

- lo sono ora-

- e di chi?- chiese mordendosi le labbra di quel sapore nuovo, sorrise.

- e tu?- le gote della ragazza si tinsero di rosa acceso, e lei dissimulando l’imbarazzo spinse Eriol a terra –non vale rispondere alle domande con altre domande!- lui la attirò a sé facendosela rovinare addosso, le avvicinò il viso e fece per baciarla, ma si fermò giusto qualche centimetro distante.

- sì, che vale se tu poni domande spinose…- entrambi scoppiarono a ridere allegramente rotolando uno di fianco all’altro, senza pensare che tre piani più su la lezione era cominciata da un bel pezzo.

 

ma un giorno arriverà l’ape che golosa

mi porterà via con sé…

e a lei donerò la mia dolcezza,

senza smettere di essere parte di un fiore…

 

Stavano stesi sull’erba verde in silenzio da qualche secondo quando entrambi dissero all’unisono

- si, di te- risero brevemente dopo essersi guardati negli occhi.

- prima tu-

- no tu!-

- prima le signore-

- signorina prego, no vai tu!-

- ti amo-

- come?-

- sì sono innamorato, sì lo sono di te- si guardarono per qualche secondo e lei non riuscì a non baciarlo, poi sulla labbra socchiuse gli soffio la sua risposta – sì sono innamorata e… sì lo sono di te, contento rompiscatole?-

- sono abbastanza soddisfatto, sì, ma tu dovresti essere in classe- Tomoyo saltò su in modo impressionante –me ne ero completamente scordata, devo andare- esclamò.

- bacio?-

- sfacciato-

- uno solo-

- non ho tempo- rispose mordendosi le labbra, quasi quasi…

- dai che ti costa, questa ora ormai l’hai persa!- esclamò quello di rimando, erano anni che la sognava e ora lei era lì, pronta per essere abbracciata, non voleva più perdere un secondo.

Tomoyo fece un gesto strano con la mano, come per mandare tutto in quel posto, e si gettò, letteralmente, su Eriol.

Forse quella fu da considerarsi la mattina scolastica più proficua della sua vita, senza contare il fatto che aveva saltato la verifica di matematica.

 

 

Allora belli! Come è andata? La fine è un po’ spremuta vero? Lo so lo so,  ma non sono riuscita a fare di meglio per questa volta, vedrò di fare meglio la prossima volta…

comunque lasciatemi un commentino okay? Vi amo tutti! Ahahah

 

COMMENTINO PLEASE, non vi chiedo molto, anche solo una parola^-^!

 

°Carillon°

  
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