Serie TV > Castle
Ricorda la storia  |      
Autore: Luli87    18/03/2012    10 recensioni
Voglio allontanarti da me ma allo stesso tempo ho voglia di te.
Ho una voglia incredibile di ricambiare questo tuo abbraccio, di sfogarmi, di piangere, di baciarti, di arrabbiarmi, di gridare, di picchiarti, di mandarti via e dirti di non tornare a cercarmi mai più… Lasciami in pace Rick…
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"NON LASCERO' PERDERE"


Le sue grandi mani mi afferrano forti e mi tirano verso di sè. Stringono le mie braccia e mi impediscono di scappare. Sto cercando di trattenere la mia rabbia, odio litigare con lui. Odio alzare la voce, come soprattutto odio che lui abbia ragione. E con me ha sempre ragione.
Mi conosce, non so come ma ha un talento innato nel capire la personalità delle persone e, anche se non voglio ammetterlo e mai lo farò davanti a lui, ha capito perfettamente la mia. È entrato dentro la mia testa, dentro i miei modi di fare, dentro i miei pensieri e sa esattamente quando fingo, quando mento; sa sempre la verità, la mia verità. E sa, anche questa volta, che non lascerò perdere, che non mollerò. Che ormai ci sono dentro fino al collo e Dio solo sa quanto ci sono vicina. Non lascerò perdere.
Non adesso.
Scorgo appena la pistola sul tavolo, accanto a noi. L’ho appoggiata lì quando è entrato. Lei mi da sicurezza, mi rende ferma e convinta di ogni mia azione. Ma Rick adesso mi abbraccia forte e mi impedisce di raggiungerla, di allontanarmi. Le mie mani, ancor prima che i nostri corpi si attaccassero, d’istinto si sono alzate e si sono appoggiate sul suo petto, per spingerlo via, per impedirgli di… Di cosa?
Quello che sta facendo è esattamente quello che volevo facesse. Quello che speravo facesse. Inutile negarlo: volevo un suo abbraccio, forte e prepotente. Lo volevo dannatamente così, perché io ho bisogno di lui. Ho bisogno della sua testardaggine, perché solo Rick sa come tenermi testa. O almeno ci prova. Ho bisogno di essere placata e lui sa come farlo. So che lo sa.
Ma non questa volta. Non posso lasciare la presa adesso. Non ancora.  
Ho la guancia appoggiata alla sua spalla e sento le sue braccia avvolgermi completamente. Le sue mani sono aperte su di me, le sento sulla schiena. E non sono ferme: mi stanno cullando, cercando di placarmi. Non parla, non sussurra, non emette alcun suono. Respira nervoso e, in silenzio, ascolta i miei respiri. Non devo permettermi di piangere per cui cerco di fare respiri profondi, calmi, costanti. Ma non ce la faccio, sono troppo nervosa e arrabbiata. Sì, sono furiosa. E tremo.
Vorrei prendere a pugni un sacco, vorrei correre veloce per chilometri e chilometri, vorrei portare il mio corpo allo sfinimento in modo da spegnere la mia mente. Ho una missione da portare a termine, la mia missione, l’obiettivo che mi sono prefissata da anni. Maledetti anni. Tempo, fatica, lacrime. Anni di psicoanalisi buttati nel cesso.
Mamma, sono così vicina a capire cosa sia successo. Sono così vicina alla cattura del bastardo che ti ha uccisa.
Lui vuole fermarmi, sta facendo di tutto per fermarmi. So che lo fa per me, perché sicuramente finirà male. Si farà male qualcuno.
Mi farò male io, ne sono più che sicura. E lui vuole farmi desistere.
 
Non posso permetterglielo.
Non posso.
 
Castle, non avresti potuto
chiamarmi e dirmelo al telefono?
Se hai qualcosa
da dire per favore dilla.
 
Beckett, tutti quelli coinvolti
in questo caso sono morti.
Tutti.
Prima tua madre e le sue colleghe; poi Raglan,
e McCallister. Sai che la prossima sei tu.
 
Lavoro con te da tre anni. Mi conosci.
Sono un inguaribile ottimista.
Ma sai una cosa, Beckett?
Questa volta non vinceremo.
 
Castle, hanno ammazzato mia madre.
Cosa vuoi che faccia?
 
Lascia perdere.
Ti uccideranno, Kate.
E se questo non ti importa...
pensa almeno a tutte le persone
che ti vogliono bene.
 
È chiaro che voglio solo il tuo bene.
Sono il tuo partner.
Sono tuo amico.
 
È questo che siamo?
 
Vedi, non so ancora che cosa siamo.
Ci siamo baciati e non ne abbiamo mai parlato.
Siamo stati sul punto di morire congelati, insieme,
ma non ne abbiamo mai parlato.
Perciò non ne ho idea, di che cosa siamo.
Ma non accetto che butti via la tua vita!
 
Tu non mi conosci, Castle.
 
Ti nascondi lì dentro,
così come ti nascondi in relazioni vuote con uomini che non ami.
Potresti essere felice, Kate.
Meriti di esserlo, ma hai paura.
 
Abbiamo chiuso, vattene.
 
Ma non se ne è andato. Mi ha stretta a sé. E il suo profumo mi sta annebbiando la mente.
Lui ha ragione su tutto. Mi sto nascondendo in relazioni vuote e allo stesso tempo non riesco ad abbandonare il caso di mia madre. È vero, è così. Abbandonare questo caso sarebbe come dire addio a mia madre senza un perché. E non posso farlo.
Sono una detective per questo. Sono diventata quella che sono più di ogni altra cosa al mondo per trovare il suo assassino. Ho paura? Sì. Di lasciar perdere? No.
Ho paura di perdere lei.
Ho paura di deludere mia madre.
Di non trovare chi l’ha strappata da me.
Questa è la mia paura.
E non mi potrò mai considerare una persona normale fino a quel giorno.
O forse neanche quel giorno. Se mai arriverà.
 
Una persona normale lascerebbe perdere e si lascerebbe andare al presente? Mi ha chiesto di lasciare perdere. Lui.
Non sono una stupida, so che Rick prova per me le stesse cose che provo io. Chiamarlo amore è presto e al momento non me la sento proprio, ma allora perché seguirmi ogni giorno nel mio lavoro e farsi sempre gli affari miei? Da colleghi ad amici, da amici a… Che cosa siamo?
Vedi, non so ancora che cosa siamo.
Sono innamorata di te, Rick.
Ci siamo baciati e non ne abbiamo mai parlato.
E vorrei baciarti ancora. Anche adesso. 
Siamo stati sul punto di morire congelati, insieme,
ma non ne abbiamo mai parlato.
Siamo stati sul punto di morire tante di quelle volte.
E sono arrivata alla conclusione che sì, questo caso mi ucciderà.
L’hai detto anche tu, no?
Ti uccideranno.
Non posso permettergli di fare del male anche a te però.
Ho perso mia madre, l’amore più grande della mia vita.
Ho perso mio padre, ma sono riuscita a salvarlo dall’alcool e dalla depressione. Non è più quello di una volta. Sono cambiata io tanto quanto è cambiato lui.
L’omicidio di mia madre ci ha cambiati per sempre.  
Rick, non voglio perdere anche te. Non voglio nemmeno rischiare che ciò accada.
E per salvarti, tu che non c’entri niente con tutto questo schifo, devo allontanarti.
 
Ma sentire le tue braccia intorno al mio corpo, sentire il tuo petto appoggiato al mio, respirare contemporaneamente a te… ho la mente inebriata dal tuo profumo e sono così confusa.
Voglio allontanarti da me ma allo stesso tempo ho voglia di te.
Ho una voglia incredibile di ricambiare questo tuo abbraccio, di sfogarmi, di piangere, di baciarti, di arrabbiarmi, di gridare, di picchiarti, di mandarti via e dirti di non tornare a cercarmi mai più… Lasciami in pace Rick…
 
Mi stacco da te e ti guardo negli occhi. Non ti muovi, mi fissi e basta. Hai la bocca aperta e respiri ancora in modo agitato. Dal nervoso e dalla rabbia ti pulsa anche la vena sulla tua fronte. Lo percepisco appena. Muovo pochissimo gli occhi per verificarlo ma tu, rapido, appoggi la tua mano sulla mia guancia e ciò mi riporta ad incatenarmi al tuo sguardo di ghiaccio.
E il nulla ci circonda.
Il silenzio. L’imbarazzo? La pace.
I tuoi occhi sono incatenati ai miei e appena scendono sulle mie labbra, anche i miei fanno lo stesso sulle tue. Hai un’espressione così concentrata. Amo i tuoi occhi. Amo le tue labbra socchiuse, le voglio.
Voglio baciarti e anche tu lo vuoi.
Al diavolo tutto, al diavolo questi pensieri, al diavolo il volere allontanarti per proteggerti.
Proteggimi tu Rick, ho bisogno di te.
Fallo adesso. Ora.  
La tua mano calda sulla mia guancia accende il mio corpo.
Non riesco a non farlo: ti butto le braccia al collo e con foga catturo la tua bocca.
E dentro di me, dentro la mia testa, dentro il mio stomaco, in ogni mia cellula, esplodono i fuochi d’artificio.  
Ricambi i miei baci, affogando con piacere nella mia bocca, e ogni bacio è sempre più intenso. Ruoti la testa prima da una parte e poi dall’altra, cercando l’angolazione migliore, o forse lo fai semplicemente per il fatto che vuoi assaporare ogni parte di me, partendo proprio dalle mie labbra.
La tua lingua esplora ed assapora, cerca la mia, la trova e ci gioca. Sembra la voglia rapire, cullare, strappare, non lo so. L’unica cosa che so è che non voglio che smetta.
Ma, ahimè, dobbiamo anche respirare per continuare a vivere.
E tu così il respiro me lo togli.
 
Mi stacco da te e ti fisso di nuovo.
Oh cielo. Cos’ho fatto?
Ci siamo baciati davvero.
Non dovevo! Cos’hai fatto, Kate?!
Ma che bacio.
E che voglia.
No!! Devo mandarti via!!
L’avresti mai detto sarebbe stato così… dannatamente bello?
La voglia, la rabbia, il desiderio, il troppo tempo perso, l’aver negato o rimandato così a lungo.
Perché?
Mi gira la testa.
 
Ma non vuoi permettermi di pentirmi di questo gesto, lo leggo nei tuoi occhi, di nuovo. Infatti, non passano nemmeno due secondi che le tue mani tirano di nuovo il mio viso verso il tuo. E i baci si susseguono ancora, ancora e ancora.
Non riesco a resisterti, non ce la faccio.
La mia mente vorrebbe, ma la Kate che nascondo no, vuole che continui.  
Sono io che voglio avere la mia notte magica prima della tragedia a cui sto per andare incontro, oppure sei davvero tu che mi fai questo effetto? Dio, quanto ti voglio. Quanto lo voglio.
Un’ultima notte prima di rassegnarmi al mio destino, prima di portare a termine il mio scopo. E forse, prima di morire.  Un’ultima notte per amarti, per darti tutto ciò che posso. E per prendere per me quelle scosse di adrenalina che rimpiangerò in eterno. Mi mancherai. Perché tutto questo è soltanto adesso, io…
Ma tu sei qui, ora, con me.
Ogni tuo bacio è un morso sulle mie labbra, la tua lingua affonda e prepotente cerca strada, le tue mani si muovono sicure e forti intorno alla mia schiena, al mio collo, sulle mie spalle, non trovano pace. Torturano ogni angolo della mia maglietta, pronte a strapparmela ad un mio minimo cenno.
No, non aspetti alcun cenno, mi alzi di forza la maglia, dal basso, e me la sfili velocemente.
Ricambio il tuo desiderio: via la giacca, voglio toglierti la camicia. Non mi fermo su alcun bottone, te la tiro così forte che uno addirittura si rompe, mentre gli altri sembrano arrendersi da soli davanti alla nostra fame.
Mi aiuti nello spogliarti, agevolando i miei movimenti, per poi concentrarti di nuovo sulla mia bocca. Sei avido, sei insistente, mi spingi indietro ma io resisto e spingo a mia volta il tuo corpo, e vinco: ti lasci cadere sul divano, tirandomi con te.
Continuando ad assaporare le mie labbra slacci i tuoi pantaloni e subito dopo anche i miei, che scivolano via, sembrano sparire in un decimo di secondo.
Sei caldo, sei arrabbiato, sei avido. E io sono altrettanto calda, arrabbiata, avida.
 

 
Saranno passate tre ore? Quattro? Ho la testa appoggiata alla tua spalla e il respiro non è più affannato. Il mio corpo ancora sudato inizia a sentire un po’ di freddo e non posso fare a meno di chiedermi che ore sono. Alzo appena il braccio e vedo che sul polso non ho più il mio orologio.
L’ho tolto mentre facevamo l’amore. Mi dava fastidio. Non me ne sono nemmeno accorta.
Dov’è? Lo cerco, tastando sul tappeto qua e là. Niente, non lo trovo.
Non voglio svegliarti per cui cerco di limitare ogni mio movimento.
Perché siamo sul pavimento? Flashback nella mia mente.
Dal divano siamo rotolati sul pavimento insieme, avvinghiati l’uno all’altra.
Passione, foga, avidità, voglia. 
Cos’è stato tutto questo, Rick?
Guardo verso la finestra e noto che fuori è completamente buio. Le luci della stanza però illuminano bene il tuo corpo, sdraiato accanto al mio.
Ti sei addormentato con un braccio aperto e uno appoggiato sul ventre. E io sono qui, completamente nuda, appoggiata a te.
Abbiamo fatto l’amore ed è stato stupendo. Forse troppo d’impulso?
Siamo stati decisamente impetuosi, violenti, ma dannatamente passionali. Non ho mai sentito un uomo così… MIO.
I tuoi occhi fissi nei miei, non ti sei staccato un secondo.
 
La tua mano tra le mie gambe.
Non farlo Kate.
La tua bocca sul mio collo.
Fermati Kate, lascia perdere.
La tua lingua sulla mia pelle.
Fallo finché sei in tempo.
Tu completamente dentro di me.
Fallo per noi, Kate.
Ogni gesto era accompagnato da un sussurro, una preghiera, l’ennesimo tentativo di dissuadermi.
Ti amo, Kate.
 
Mi alzo appena, cercando di non svegliarti. E ti osservo, perdutamente innamorata.
Ti amo Kate, ti amo.
Quante volte me l’hai ripetuto mentre mi stringevi forte, mentre mi cullavi, mentre mi prendevi?
Raggiungere l’apice del piacere con te e subito dopo sentirmi sussurrare queste parole, accompagnate dall’ennesimo bacio dolce, è stato come un sogno divenuto realtà.
Tu eri il mio sogno Rick, lo sei. E credo che lo sarai per sempre.
Ma nonostante questa consapevolezza, non posso fermarmi.
 
Non è colpa tua. Hai voluto riaprire il caso di mia madre per orgoglio personale e io all’inizio ce l’avevo a morte con te. Ma hai fatto ciò che da sempre io speravo di fare, riaprire quel maledetto caso e indagare ancora. E ancora. E trovare una strada.
Adesso sono così vicina Rick, così vicina…
 
Con una lacrima che scende triste sul mio volto e una tristezza infinita nel cuore, ma felice di aver capito finalmente cosa proviamo l’uno per l’altra, di aver capito com’è l’amore, afferro i miei vestiti e la mia pistola.
Scusami Rick. Perdonami.
Devo andare.
  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: Luli87