Videogiochi > Dragon Age
Ricorda la storia  |      
Autore: Shadow Eyes    18/03/2012    4 recensioni
La forza di volontà di Morrigan è ragguardevole e Alistair l’ha sempre segretamente invidiata per questo; ma è altresì un’arma a doppio taglio e lui lo capisce rallentando quel tanto che gli permette di sentire il fiato corto e affaticato della compagna di viaggio. Vi è sempre un rischio di ritorsione naturale, quando si pretende troppo dal proprio fisico. Un buon soldato lo sa… ma una donna più selvaggia dei Chasind?
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Alistair Therin, Morrigan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A Diamond in the Rough



… ‘Cause nobody wants to do it on their own
And everyone wants to know they're not alone.
There's somebody else that feels the same somewhere,
There's gotta be somebody for me out there.

Nickelback – “Gotta Be Somebody”




Può sentirla imprecare alle sue spalle.

∙◦◌◦∙

Procede stringendo il pugno bianco sul proprio bastone, un sostegno precario ma che non necessita di alcuna richiesta per fare semplicemente il proprio dovere. Sente il respiro che pesa sui polmoni mentre tenta di mantenere il passo con gli altri; ma il gruppo avanza e lei resta in silenzio, lasciando che le loro schiene per pochi istanti le riempiano le iridi d’oro. Pian piano, Morrigan resta indietro.
Un passo, due passi, tre passi…

∙◦◌◦∙

Alistair si volta e vede che i capelli corvini le ricadono sul volto quando si ferma a riprendere fiato. È stanca ma non lo ammetterebbe mai… e lui lo sa. Non vuole e non può essere un peso per nessuno, se vuole evitare di fare affidamento sugli “altri”. Sui suoi compagni di squadra. Su quella che ha finito inevitabilmente per diventare la sua piccola e disastrata famiglia. Lei e quelle sciocche regole inculcatele da quella vecchia mefistofelica di sua madre.
A volte, nella quiete notturna dell’accampamento, si era ritrovato a pensare che forse nemmeno lei avesse la completa certezza di stare facendo la cosa giusta; che forse, al di là di quello sguardo fiero e sprezzante oltre ogni dire, ci fosse un minimo di incertezza, un minimo di umanità. La guardava con la coda dell’occhio trafficare in quella miriade di sacche che si trascinava dietro, così lontana da loro, così distante con lo sguardo, persa a ricordare chissà quale diavoleria magica. Era in quei momenti che sentiva che forse non c’era poi così tanta differenza fra loro e che erano davvero tutti nella stessa barca, ad affrontare pericoli per proteggere un chissà quale incerto futuro… e che forse aveva bevuto troppa birra. Dopotutto si stava parlando di Morrigan, la Strega delle Selve, figlia di un potenziale abominio millenario, succhia sangue, mangia cuccioli e solo-il-Creatore-nella-sua-infinita-fantasia-sa-cos’altro e che la parola “sbagliato”, per lei, non ha mai avuto senso. Lei è sempre stata stoicamente convinta di essere l’unica detentrice della verità assoluta. Ne deriva che niente e nessuno a parte lei può essere più fermamente convinto di star facendo la cosa giusta. Quello che faceva sempre la mossa sbagliata, del resto, era lui e quindi era un concetto che poteva capire fin troppo bene.
La solita testona…, rimugina tra sé il giovane Custode, prima di rendersi conto di cosa avesse pensato. Sorprendendosi della nota di apprensione che impregnava quel piccolo rimprovero, rabbrividisce. Gli era balenato nella testa con quella divertita leggerezza che possono avere solo pensieri familiari. E dire che, solo qualche mese prima, squadrava Morrigan con gli occhi ridotti in due piccole, dispettose fessure ostili, studiando giorno e notte un modo per avere la meglio su di lei nei loro duelli verbali. Si riscosse disgustato. Lui preoccupato per quella lì? E cosa avrebbe dovuto aspettarsi in seguito? Un maiale volante? L’Arcidemone che decide di propagandare la pace nel mondo? Sten che sorride e abbraccia i bambini?
A quell’ultimo pensiero gli scappa una risatina che gli si congela sul viso quando si rende conto che Morrigan lo sta fissando con un tale astio da potergli potenzialmente incendiare i capelli, se solo fosse stata davvero in grado di farlo. La donna sibila tra i denti un insulto che gli arriva solo a metà; a quanto pare è convinta che stesse ridendo di lei. Alistair sente le guance arrossarsi per l’indignazione e l’imbarazzo, quindi si affretta a sollevare le mani in un infantile gesto di difesa e a riprendere a camminare.
«Strega.», borbotta, sollevando con aria oltraggiata il naso verso il cielo; il sole sta tramontando oltre le fronde silvane degli alberi, irradiando d’una delicata tonalità dorata i loro visi.

∙◦◌◦∙

Morrigan tossisce e ringhia un altro improperio, serrando la presa sul bastone. Ci mancava solo che quell’idiota d’un cretino le sghignazzasse dietro, pensa tra sé. Certo, come poteva non approfittarsene, adesso che non era nemmeno in grado di scagliargli contro una misera palla di fuoco? Sospira amaramente e comincia a rimpiangere i bei vecchi tempi in cui era libera di potergli scatenare contro una tempesta di ghiaccio con un solo schiocco di dita… ovvero quasi una settimana prima, quando l’hurlock non aveva ancora avuto la brillante idea di trapassarla con una spada arrugginita.
Le gambe le tremano ma sopporta il giramento di testa che le sfasa la vista e ricomincia ostinatamente a mettere un piede dopo l’altro, ansimando e bevendo qualcosa da una piccola boccetta trasparente. In fin dei conti, dopo aver categoricamente rifiutato ogni genere di aiuto, non poteva fare altro.

∙◦◌◦∙

La forza di volontà di Morrigan è ragguardevole e Alistair l’ha sempre segretamente invidiata per questo; ma è altresì un’arma a doppio taglio e lui lo capisce rallentando quel tanto che gli permette di sentire il fiato corto e affaticato della compagna di viaggio. Vi è sempre un rischio di ritorsione naturale, quando si pretende troppo dal proprio fisico. Un buon soldato lo sa… ma una donna più selvaggia dei Chasind?
«Sapete, ho notato un particolare interessante.», comincia lui con tono vago, guardando dritto dinanzi a sé. «Qualcosa che può esservi d’aiuto a fugare i dubbi riguardo la vostra nascita.»
Sente gli occhi ferini della Strega delle Selve inchiodarsi sulla sua nuca.
«Tu? Tu hai capito qualcosa? Per conto tuo? Quale meravigliosa sorpresa! E ci hai messo solo… quanto? Mesi? I tuoi genitori sarebbero orgogliosi di te.», la voce è ironicamente acre, affilata come la lama di un pugnale ma il Custode può distinguere la stanchezza nascosta fra le parole.
«Oh, sì. Non riesco a crederci neanch’io…», le risponde allegramente annuendo, pregustandosi la vittoria, «che ingobbita così su un bastone somigliate ancora di più a vostra madre – che il Creatore benedica il suo naso adunco! Non potrei avere più dubbi sull’autenticità delle vostre origini nemmeno se lo volessi.»
Chiude un occhio sorridendo, aspettandosi una sfuriata e, infatti, la sente mormorare qualcosa, ma in un sussurro troppo flebile per poter essere interpretato. Alistair si volta accigliato e lei crolla sulle ginocchia.
«Oh-ho, cosa veggono le mie fosche pupille!», esclama con un tono che tradiva l’esasperazione che provava, «Avevo ragione anche quando dissi che perfino i migliori cadono! Due affermazioni corrette in un giorno solo, mi merito una torta… anzi, no! Una statua d’oro massiccio! … O magari di formaggio. Mh, vedremo.»
Le si avvicina e, dopo un attimo di esitazione, le passa un braccio attorno alla vita. Lei lo ringrazia sentitamente con una leggera scossa elettrica. Lui dà un greve commiato alla propria ei-fu-perfetta-capigliatura ora tutta sull’attenti e sconvolta e le afferra il polso, passandosi il suo braccio attorno al collo. Lei protesta ma è troppo spossata per poter anche solo pensare di fare altro, così finisce per soffocare i proprio rantoli in colpi di tosse.
«No, no, non fate così! Non ringraziatemi, potrei commuovermi e piangere.», grugnisce l’uomo, lanciandole un’occhiata obliqua. «Mi dovete dei capelli nuovi, una volta che sarete sufficientemente in forma per farmeli crescere con i vostri “alakazam”.»
Morrigan schiocca la lingua e china il capo per sottrarre alla sua vista il sorriso che era riuscito a strapparle dalle labbra carnose.
«Anzi, no… ora che ci penso, direi che preferirei tenermeli croccanti e che sanno di pollo, piuttosto che rischiare di peggio con voi.»
Tace per un istante, meditabondo.
«Mmh, pollo…», mormora poi improvvisamente, con voce deliberatamente voluttuosa. «Volete un assaggio?»
«Idiota.», soffia disgustata Morrigan, non riuscendo però a camuffare completamente il divertimento.
Alistair ride e sa che, in fondo, deve solo avere pazienza.
Il sole continua a bruciare, ormai quasi alla fine del suo ciclo, facendo brillare i capelli corvini della donna di riflessi ambrati. I pensieri del custode si smarriscono fra quelle onde color dell’ebano e i sensi si inebriano di quell’odore pungente così selvatico, così tipico di lei, mentre camminano fianco a fianco lungo un sentiero coperto di breccia e sporadiche piantine.
Le sue dita le carezzano distrattamente il dorso della mano.
Lei finalmente si arrende e si lascia sostenere.
«Puzzi.»
«Oh, vi adoro anch'io!»
Ma solo per questa volta, sia chiaro.

Dedicata a Chiara









.:~*~:.

Bam! *esplode la pagina* Ed eccomi qui con questo breve racconto sul mio Custode e la mia Strega preferiti! XD Spero vi sia piaciuto ma comunque sia, fatemi conoscere sempre il vostro parere. Anche perché qui lo stile è stato un po’ un mio esperimento e quindi sono certa di aver combinato un gran casino con i verba volant. XP
Perché Morristair? Be’, perché per prima cosa io sono sempre stata convinta che prima o poi nel gioco sarebbero diventati una coppietta e invece poi ho scoperto il fantasmagorico mondo delle romances. XD Ma li adoro comunque e continuo a pensare che insieme siano esplosivi. (Ah, a proposito, i capelli di Alistair sono meno traumatizzati di quanto voglia far capire il proprietario. XD) … Mh, il secondo motivo per il quale ho deciso di cimentarmi in questa avventura è… perché Chiara – compagna di shippate (e no, non vuol dire che rapiniamo le vecchiette sui marciapiedi XD) – mi ha chiesto un sequel de: “Non svegliare…” e io ho pensato: “SI. PUÒ. FARE!!” … E invece mi è venuto fuori questo. T___T Spero ti sia piaciuto comunque, Chia'... anche se meriti di sicuro qualcosa di meglio di questa stupidiozia! XD ♥ Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me. :)

Allora, ora vorrei solo chiarire alcune cose e poi passo e chiudo. *^*
1. Il titolo vuol dire: “diamante grezzo”… è una citazione della canzone dei Nickelback. In questa storia ho associato la relazione tra Morrigan e Alistair alla lavorazione del diamante (guarda un po’ che viaggi mi faccio XD). Sapete quanto tempo e pazienza ci vogliono per trasformare un diamante grezzo in un diamante? … Be’, chi ha orecchie per orecchiare, orecchi! XD
2. La citazione sulla “piccola famiglia disastrata” l’ho tratta da Lilo e Stitch perché era giusta per l’occasione… in fondo Morrigan è un po’ lo Stitch del gruppo XDDD *viene fulminata a morte*;
3. “Il naso di Flemeth”… dunque, fa parte di un dialogo tra i due nel quale Alistair afferma che il naso di Morrigan è uguale a quello della sua venerabile madre XD;
4. “Anche i grandi cadono”, è un’altra citazione (fatta a memoria, quindi non uguale a quella originale) di un banter tra i due nel quale per una volta Alistair riesce a dimostrare che Morrigan non sa tutto (non sa infatti il nome del marito di Andraste);
5. Ѐ proprio per la scelta del pairing, che questa storia è una “what if…?”.

Ok, credo di aver detto anche troppo… in chiusura posso solo ringraziare di cuore mia madre, donna dall’abnorme, immensa, immane pazienza… che deve sorbirsi le mie storie ogni volta. X°D Lei sì che si merita una statua di formaggio a grandezza naturale!! *__* ♥♥♥♥♥♥♥

See ya,

Shadow Eyes
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: Shadow Eyes