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Autore: Acid Sylvia    18/03/2012    4 recensioni
Ed ho ragione, tu lo sai che ho ragione, anche tu da lassù piangi, anche tu ad ogni nostro concerto urli per farti sentire, io ti sento, chiudo gli occhi e ti percepisco mentre corri, salti sulla tua batteria per distruggerla perché era tua, mentre cerchi ti buttare Matt per terra appropiandoti del microfono per urlare, sempre più forte, sempre di più.
Cazzo Rev, io ti sento ma non posso più vederti.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Synyster Gates, The Rev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve!

E bene sì, in questa domenica freddolosa, cupa e buia è nata questa strana one-shot.

Una one-shot concentrata in pensieri, paure, lacrime, intuizioni, odio e amore, amicizia, contrasti e  sinonimi.

Io semplicemente la amo.

Credo che questa one-shot descriva me, descriva la sofferenza che provo in queste giornate inutili, in queste giornate dove la mente viaggia e vola via, oltre la vita reale e si affaccia per spiare un dopo vita.

Che dire, è molto malinconia ma spero che comunque possa piacervi, non mi aspetto recensioni di pieno elogio, perché ognuno ha propri modi di vivere dolori, io li scrivo e ciò può essere criticato ed inoltre non sono una scrittrice, comunque sia ringrazio tutti,  davvero con tutto il cuore.

Vi lascio con una meravigliosa canzone che si chiama Fiction, grazie alla quale è iniziata tutta questa storia.

http://youtu.be/jFmYlasjqzs

 

Let it burn

 

Estate, calorosa e sudicia estate, stagione opposta all’inverno, stagione in cui si vivono stupidissimi amori, amorevoli cotte e ubriacate in compagnia, le grandi vomitate di massa sulla spiaggia della California.

L’estate era meravigliosa, era bella, era bella come te Rev.

Dal 28 dicembre 2009 l’estate mi fa schifo Rev, mi fa schifo perché tu sei morto nel gelo del pieno inverno, tu sei andato via fra la neve e cubetti di ghiaccio, sei andato via anche quando il mondo tremava.

Posso dirti che eri la mia estate? Eri il mio cuore che si scioglieva, eri la mia continua felicità, è posso dirtelo Rev? Puoi sentirmi lo stesso Rev?

Sono ancora io Rev, sono Syn. Riesci a riconoscermi? Riesci a riconoscere tutte le mie lacrime? Riesci a riconoscere la pioggia che continua a scivolare via dal mio cuore?

Dovrebbe essere una liberazione per me continuare a piangere, sentire pian piano a distanza di anni il mio cuore più libero, la mia faccia più serena, le mie guance lisce e non più rigate dalle lacrime salate e oramai seccate all’aria.

E se ti dimenticassi Rev?

Io non voglio dimenticarti amico mio, non voglio e non posso farlo.

Ho così tanto da dirti ma tu sei così lontano..

Ed ho ragione, tu lo sai che ho ragione, anche tu da lassù piangi, anche tu ad ogni nostro concerto urli per farti sentire, io ti sento, chiudo gli occhi e ti percepisco mentre corri, salti sulla tua batteria per distruggerla perché era tua, mentre cerchi ti buttare Matt per terra appropiandoti del microfono per urlare, sempre più forte, sempre di più.

Cazzo Rev, io ti sento ma non posso più vederti.

Io non posso fare più nulla, perché mi guardano e mi scambiano per un pazzo, uno di quelli che piange osservando il nulla, osservando l’aria e che parla da solo, e gesticolo Rev, gesticolo, vado avanti e indietro, e continuo così, come sto facendo ora, come credo farò per tutta la vita.

Ti odio Rev, ti odio perché mi hai lasciato qui in questo mondo che non è giusto, che non è mai stato per noi. Ti ricordi quando volevamo scappare?

Sei scappato codardo, sei scappato via e mi hai lasciato qui, mi ripetevi c’è Zack, ci sono gli Avenged, Rev gli Avenged sono cinque cazzo, non quattro, cinque. Sai contare?

Riesci a sentire il mio dolore? Riesci Rev?

Riesci a vedere ciò che hai fatto? Perché Rev?

Tu stavi bene. Tu non prendevi medicinali, tu quella sera dovevi stare da me, me l’avevi promesso ma invece era arrivata lei a casa e non ti sei fatto più sentire, l’avevo immaginato, chiamate su chiamate, messaggi e poi la botta finale.

Mi guardavi piangere Rev? Lo facevi?

Hai visto che cos’eri? Eri il mondo, il nostro mondo è caduto. È andato via, tremando, è caduto come il vento che in autunno porta tutte le foglie appese agli alberi creando tappeti con colori caldi.

Sei morto, sei morto quando metà mondo era coperto dal ghiaccio, quando il cielo aveva il tuo stesso colore degli occhi, sei andato via Rev.

Ed adesso io cosa faccio?

 

   
 
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