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Autore: fellina    18/03/2012    9 recensioni
...ritornò in stanza e rimase a fissare l'intruso nel suo letto dalla porta.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Non ci credo neanche io, ho finito il capitolo! E meno male che sapevo già cosa scrivere…
L'immagine qua a fianco è una foto che ho fatto io (con il cellulare, risoluzione schifosa ç.ç) quando sono andata al Cartoomics. Ho beccato sul treno due cosplayer di Naruto e Sasuke versione Piyo Piyo e non potevo non fare una foto. In realtà ne ho un'altra, che metterò nella prossima storia che posto. E vi avviso già che nella prossima fangirlerò in un modo assurdo per quella foto ù.u
Non ho mai fatto caso alla grandezza del carattere, ho sempre lasciato quello di default del sito, come questa volta, perché in alto, dove c'è scritto "Capitolo pubblicato il...." c'è "Dimensione del testo" che permette di ingrandirlo o diminuirlo a seconda delle esigenze. Però se preferite che metto il carattere più grande, basta dirlo (anche perché quel tasto cambia tutta quanta la pagina). Ho cercato di evitare il monoblocco enorme, e...bon, se c'è qualcos'altro di questo genere da modificare, basta che me lo dite e provvederò ^__^
Altra nota: io non capisco niente di economia, è già tanto che so andare a pagarmi le bollette. Per cui, tutte le informazioni che ci sono sulla roba strana studiata da Sasuke sono prese a caso googleggiando a caso. Non sono da prendere minimamente sul serio.






Abbassò la levetta del miscelatore dell'acqua.
C'erano un po' di cose che non riusciva a spiegarsi, ma non aveva voglia né interesse a capire la situazione.
Uscì dalla doccia, strofinando i piedi sul tappetino e tamponandosi il corpo con l'asciugamano. La doccia lo aveva rilassato e ora aveva soltanto sonno.
Sistemò l'asciugamano nella cesta della biancheria sporca e indossò il pigiama.
All'indomani, in realtà quel giorno stesso vista l'ora tarda, avrebbe portato quel ragazzo a casa della rosa o da qualche altra parte e il problema sarebbe stato risolto.

Andò nella camera da letto. Il problema vero adesso era dove dormire. Nel suo letto c'era quel tizio, sul divano del soggiorno non ne aveva alcuna intenzione.
Si ricordò che aveva un futon, preso quando aveva comprato l'appartamento finché non era arrivata la mobilia.
Prese la sedia della scrivania e la avvicinò all'armadio. Lo aveva riposto in alto, ben sigillato, anche se non credeva veramente che lo avrebbe utilizzato di nuovo.
Come venne fuori, il futon si trascinò dietro una scatola, che cadde sul pavimento in legno rovesciando il contenuto.
Sasuke, ancora arrampicato sulla sedia, chiuse un attimo gli occhi e affondò la testa nella plastica del futon che teneva in braccio. Era semplicemente una serata storta, sarebbe passata.
Risistemò la scatola con il suo contenuto di nuovo in alto all'armadio. Stese il futon a terra e ci si sedette sopra dopo aver spento la luce. Si passò le mani nei capelli prima di sdraiarsi. Una buona dormita e sarebbe passato tutto.



Aprì gli occhi completamente sveglio, ma con un mal di testa tremendo. Ecco uno dei casi in cui una buona abitudine si rivelava essere negativa. Sapeva che mancava qualche minuto alle sette di mattina, perché si svegliava sempre a quell'ora, pochi minuti prima che suonasse la sveglia.
Aveva dormito tre, quattro ore al massimo, troppe poche per riprendersi. Ma restare sdraiato sarebbe stato inutile, era talmente abituato ad alzarsi a quell'ora che riaddormentarsi era impossibile. Anche stare coricato gli dava fastidio.
Si alzò e sollevò le tapparelle del balconcino, mentre la sveglia iniziò a suonare. Il cielo era di uno strano colore grigiastro. Non si capiva se era giorno, notte, se sarebbe stato bel tempo o si sarebbe messo a piovere.
Si avvicinò al comodino per spegnere l'allarme e lanciò un'occhiata al ragazzo. Aveva il viso arrossato e leggermente contratto. Non se ne ricordava il nome.
Non aveva idea di quello che doveva fare, perciò pensò di lasciarlo riposare e aspettare Sakura.



Il futon era stato rimesso a posto. La scrivania era invasa di libri, fogli ed evidenziatori. Vi era anche il computer, ma non veniva utilizzato da qualche minuto e perciò lo schermo riproduceva lo screensaver di un acquario tropicale.
Il moro stava creando una mappa concettuale.
Fattori produttivi pluriennali, fattori produttivi d'esercizio.
Immobilizzazioni materiali, immobilizzazioni immateriali.
Fattori anticipati, fattori correnti.


Sentì citofonare e si dovette fermare. Normalmente avrebbe ignorato il suono, soprattutto mentre stava studiando perché interrompere e poi riprendere complicava l'apprendimento. Ma era probabile fosse la rosa ed era meglio controllare.
Andò ad aprire e si ritrovò la ragazza davanti.

"Con permesso" disse lei educatamente, abbassando lo sguardo ed arrossendo un po'.
Sasuke rispose "Prego" e le fece cenno con il braccio di entrare.
La seguì nella camera da letto e rimase dietro di lei mentre Sakura controllava il ragazzo sdraiato.
"La febbre è ancora molto alta." sospirò preoccupata.
"Prendo una giacca così lo portiamo a casa tua, o in ospedale."
"No" rispose la rosa, forse un po' troppo velocemente, voltandosi a guardarlo. "All'ospedale non possiamo portarlo. E a casa mia non conviene nemmeno perché io sto fuori tutto quanto il giorno e a volte anche la notte per il tirocinio."
La ragazza studiava scienze infermieristiche, perciò oltre alle lezioni all'università doveva fare tirocinio direttamente negli ospedali.
Il suo sguardo smeraldino si spostava velocemente, smarrito, dagli occhi neri al pavimento, alla parete, per poi ritornare a guardare il moro, e la sua voce si fece esitante "Non potresti tenerlo qui ancora per qualche giorno? Almeno finché la febbre non scende e la ferita al fianco non sia guarita abbastanza."
Poi, come se avesse realizzato la situazione, sgranò gli occhi. Imbarazzata, iniziò a dire velocemente "Scusami, sicuramente anche tu avrai da fare. Non ti volevo causare problemi, solo che non so proprio come fare. Però verrò ogni volta che potrò per controllarlo, e …"
"Va bene" Il moro bloccò quel fiume di parole. "Può restare qui."
Beh, la cosa non è che gli piacesse, ma non è che quel ragazzo gli avesse dato fastidio. E in quei giorni sarebbe rimasto dentro casa per preparare gli esami, perciò non gli sarebbe cambiato nulla.
Gli occhi verdi trasmettevano gratitudine e felicità. "Grazie mille, Sasuke-kun."

La rosa si voltò nuovamente verso il biondo, portando le coperte ai piedi del letto e controllandogli le ferite.
Gli ematomi erano diventati più grandi e scuri, i tagli più piccoli si stavano cicatrizzando, mentre la ferita al fianco era ancora messa male.
Dalla borsa tirò fuori un cofanetto e da questo prese due pomate ed un rotolo di garza. Medicò il ragazzo, tra i gemiti leggeri dello stesso, sotto lo sguardo attento del moro.
Poi osservò l'orologio, si scusò e andò via di fretta. Lasciò il cofanetto all'Uchiha, in modo da ritrovarselo lì per le medicazioni future.



Una volta che la rosa fu andata via, Sasuke ritornò alla scrivania. I pesci che nuotavano tra le piante acquatiche svanirono, lasciando posto ad un documento pdf quando Sasuke toccò con un dito il trackpad.
Un singulto, seguito da colpi di tosse, lo distrasse dalla lettura.
Il ragazzo si era sollevato a sedere sul letto, inarcando la schiena in avanti, e tossiva talmente forte che sembrava stesse soffocando.
Istintivamente, il moro si sollevò dalla sedia e gli si avvicinò, notando che stava anche sputacchiando muco. Lo vide rizzarsi trattenendo il respiro e gonfiando le guance.
"No, non ci provare, non sul mio letto!" Sasuke afferrò velocemente la bacinella che era rimasta vicino al letto dalla sera prima e gliela scagliò davanti tanto velocemente che l'acqua all'interno schizzò sulle coperte.
"Che diavolo vomiti? Non hai mangiato nulla!" disse seccato il moro, distogliendo lo sguardo per il disgusto. Poi si rigirò, vedendo che non aveva proprio rimesso, ma più che altro sputato saliva e succhi gastrici.
'Forse perché non ha mangiato nulla, ma se dorme come fa a mangiare?' pensò.
Afferrò dei fazzoletti dal comodino cercando di ripulirlo e li gettò schifato dentro la bacinella. Il viso del ragazzo era infuocato, ne sentiva il calore anche senza toccarlo direttamente.
Andò a svuotare la bacinella in bagno, sciacquandola per bene e la riportò vicino al letto per sicurezza.
L'altro era nuovamente disteso, con gli occhi socchiusi e lucidi. Sembrava stremato.
'In genere quando si sta male si bevono cose calde, magari un brodo. Ma se gli dò acqua da mettere nello stomaco non è peggio? Vomiterà sul serio!'
Aprì gli armadietti della cucina in cerca di qualcosa da dargli. 'Del riso semplice gli dovrebbe andare bene.'


"Su, mangia!"
Il biondo era sistemato con la schiena sollevata, sprofondato in cuscini voluminosi appoggiati alla spalliera del letto. Aveva gli occhi socchiusi, era sveglio ma tutt'altro che lucido.
Sasuke era seduto sul letto a fianco a lui con sulle gambe il piatto fumante, in mano un cucchiaio con un po' di riso. Premeva la posata sulle labbra del biondo, cercando di fargliele aprire per imboccarlo.
Lentamente, con molta pazienza, riuscì a fargli ingoiare quasi mezzo contenuto del piatto. Quando vide che il biondo cercava di scansare il cucchiaio e continuava a tenere la bocca sigillata, si arrese, lo ripulì e lo risistemò sdraiato per farlo riposare.



Lo schermo del computer era nero. Essendo passato molto tempo, il pc era andato in stand by. Sasuke lo fece ripartire, ma aveva molta voglia di spegnerlo del tutto. Non era proprio dell'umore di studiare, ma doveva farlo. Fortunatamente, aveva una grande forza di volontà.
Si andò a preparare un tè per rilassarsi e ritornò al computer, riprendendo a studiare e sorseggiandolo di tanto in tanto.

Rimase lì tutto il giorno fino alla sera, alzandosi solo per prepararsi uno spuntino. Una volta chiusi i libri, mise il riso che era rimasto a riscaldare e si andò a sciacquare il viso per riprendersi e prepararsi psicologicamente.

"A noi due" disse sedendosi sul letto vicino al ragazzo con il piatto e un cucchiaio.
Ormai più pratico, impiegò meno tempo a farlo cenare. Riuscì anche a fargli bere due bicchieri d'acqua e mezza tazza di tè.
Gli diede una pillola di quelle del cofanetto come chiesto dalla ragazza e lo rimise a dormire.

Soddisfatto, ripulì il tutto e si mise davanti all'armadio con le mani sui fianchi.
"Adesso tocca a te"
Risalì sulla sedia e tirò nuovamente fuori il futon, facendo attenzione a non far cadere la scatola. Sistemò e si sdraiò.
E anche quella giornata era passata.
  
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