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Autore: aly7    17/10/2006    8 recensioni
Piccola One Shot. Draco Malfoy adulto. Ripensa a lei, mentre è disteso su un letto, ferito gravemente. L'amava davvero.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CONFESSIONS OF A BROKEN HEART

 

Sono qui.

Chiuso in una stanza sudicia e fredda, disteso su un letto ancora più lurido.

Fuori è buio. La luna sembra troppo impegnata a lottare contro la nebbia, per illuminare un po’ il cielo di questa notte infelice.

Guardo il mio corpo.

Le ferite, non vogliono rimarginarsi, quasi a volermi punire per ciò che è successo.

I dolori che provo, mi lacerano il corpo.

Ho freddo.

Non ho mai provato così tanta sofferenza in vita mia,

Neanche da piccolo, quando mio padre, mi colpiva e mi feriva senza sosta, notte e giorno, con ogni tipo di incantesimo.

Odio stare qui, odio stare in questo posto, odio tutto ciò che vedo.

Ma anche ciò che on vedo più.

Sono stanco.

La battaglia è stata estenuante e nonostante siano passati ormai 5 giorni la fatica sembra non volermi abbandonare.

Alzo gli occhi e fisso il soffitto.

La malinconia mi assale.

Non riesco a pensare a nient’altro che hai fatti di 5 giorni prima.

Sento le dita della mano sinistra intorpidite.

Alzo il braccio e lo porto vicino al volto.

Le dita della mano sembrano a posto, a parte qualche livido e graffio qua e là.

Rimango immobile per un lungo istante.

L’ho visto.

Quello per cui la mia mente soffre, quello per cui il mio cuore patisce.

Quello che non riesco a dimenticare.

E’ ancora lì.

Nessuno l’ha tolto. Nemmeno io. Nonostante siano passati ormai 5 giorni.

Il mio anulare è imprigionato da un anello.

Un semplice anello, che sembra però pesare una tonnellata.

Lo sfilo delicatamente, con la mano destra, quasi avessi paura di romperlo.

Un gesto semplice e naturale, che capita a tutti di fare, ma che io non avevo mai compiuto.

L’oro dell’anello brilla come non mai.

Non era per niente sporco, neanche una minima ammaccatura.

Sembrava quasi che non fosse mio, visto come ero ridotto.

L’unica cosa che non era a pezzi in me era quell’anello.

Lo giro e lo rigiro tra le dita, aveva un incisione dentro, scritta a caratteri eleganti e raffinati.

Conoscevo bene quelle parole, conoscevo bene quei nomi incisi dentro per sempre.

Quante volte l’avevo lette e rilette, prima di tutto questo.

Stò per rifarlo.

Avvicino l’anello ancora di più al mio volto.

Alzo di poco la testa, sperando di avere una visuale migliore.

Perfetta.

Ma appena leggo la prima lettera, mi blocco.

Non ci riesco.

Metto quel piccolo anello nel palmo della mia mano e lo stringo più forte che posso.

Volevo distruggerlo, volevo rompere quel piccolo oggetto insignificante, che significava molto per me.

La mano mi fa male. Il sangue sembra riprendere il suo corso e fuoriesce un poco, lasciandomi segni profondi sul palmo.

In un momento di rabbia, lo scaravento contro il muro, facendolo cadere sul pavimento.

L’ho perso di vista.

Mi pento subito di questo mio gesto.

Cosa stavo facendo?, ero forse impazzito?

Cerco di sollevare il busto per recuperarlo.

Ma il male è atroce e neanche un muscolo sembra volermi ascoltare.

Sento una fitta sul petto fasciato da lunghe e pesanti bende.

Devo avere di certo qualche costola rotta.

La pozione non deve aver fatto ancora effetto.

Gli occhi stavano diventando lucidi.

Mi viene quasi da ridere a questa mia reazione per me inaspettata.

Stavo per piangere.

Io sentivo dentro di me una tristezza infinita.

E stavo per piangere.

Rido ancora, ora più di prima.

Sarebbe stata orgogliosa di questo.

Si, ne sono sicuro.

Lei non mi avrebbe di certo creduto se le avessi detto che stavo piangendo.

Ma forse… se lei fosse qui, ora, non starei piangendo.

Mia moglie.

E’ strano per me dirlo, non sono ancora abituato.

E mai mi abituerò ora, dopo quello che è successo.

Mi volto nuovamente verso l’unica finestra presente in questa sotto specie di stanza.

Ora il cielo sembrava più chiaro e meno tetro.

La luna aveva vinto la sua battaglia.

Almeno lei, non aveva fallito, al contrario di me.

Io, l’erede di una delle più importanti famiglie del mondo magico, aveva fallito.

Non avevo portato a termine il mio compito.

Salvarla.

Potter aveva vinto, certo.

Ma io?... io ora che dovrei fare?.

Ripudiato dalla mia stessa famiglia, il disonore a mio padre, traditore del mio Signore, che non ho mai sentito mio.

Ma lo rifarei.

Lo rifarei sempre, 10, 100, 1000 volte; non cambierei mai la mia vita.

Nonostante quello che pensano gli altri, nonostante nessuno si fidi di me.

Non me ne importa, mai tornerei indietro.

Se questo significa avere lei.

Ora però… sono solo.

Sono cambiato per lei,

per lei, che mi ha insegnato cosa voleva dire amare una persona più di te stesso,

lei, che mi ha insegnato cos’è l’amicizia…

cos’è la compassione.

Ora che sono cambiato, lei non c’è più.

Il braccio sinistro su cui è posto il marchio dei mangiamorte

Mi brucia e da fastidio.

Quante persone ho ucciso?

Quante famiglie ho fatto soffrire?

Solo ora, riesco a capire, quanto male ho fatto.

Solo ora capisco; Ora che, come facevo io, qualcuno ti ha portato via da me.

Coloro di cui io mi fidavo, coloro con cui ho passato una vita intera.

I miei compagni di sventura.

Loro… loro sono stati.

Pansy Parkinson ti ha portato via da me.

Sapevo che era pericoloso,

sapevo che tu non dovevi venire,

ma tu, sei testarda e non so come

sei l’unica al mando

che riesce a farmi cambiare idea, che riesce a convincermi.

Non avrei dovuto accettare,

avrei dovuto impormi, resistere.

Ora, nonostante la morte di Pansy, sento ancora le sue grida di supplica e l’odore del suo sangue sulle mie vesti,

ora, nonostante sia morta per mano mia,

non riesco a trovare pace.

Tu. La mia dolce sposa.

Colei che ho giurato di amare in eterno.

Colei per cui ho sfidato la mia famiglia e la sua, pur di averla…

Non c’è più.

Ginevra Malfoy,

conosciuta da tutti come Ginny, la piccola di casa Weasley.

Il tuo ricordo è nitido dentro di me.

Ricordo ancora l’odore di vaniglia che avevi.

Ricordo i tuoi dolci occhi verdi,

così diversi dai miei.

Ricordo le tue labbra sulle mie

In teneri e dolci baci.

Come mi manchi Gin.

E pensare che ti odiavo.

Ricordo ancora il nostro primo incontro,

al Ghirigoro.

Tu, sempre insieme a San Potter,

ovunque ti incontrassi eri sempre insieme a lui.

Pensavo di odiarti, per quello stupido cognome che avevi.

Tanto nemico alla mia persona.

Ma poi, ho capito.

Niente trovavo di nemico in te.

Niente.

Il mio odio più profondo,

si è trasformato in amore.

In un amore che mi opprimeva,

che non i faceva respirare.

Sempre tu nei miei pensieri.

Ho cercato di dimenticarti, ci ho provato con tutte le forze,

cercando anche le compagnie di altre;

ma mai, neanche per un secondo ti ho dimenticata.

Ti hi insultata, schernita, ti ho trovato tanti piccoli nomignoli stupidi,

ho provato in ogni modo, ma più vedevo e più ti volevo.

Ti sei messa con lo sfregiato al tuo 6 anno,

ma lui era troppo impegnato a fare l’ero, per accorgersi di te.

Per accorgersi di quanto eri bella.

Adoravo i tuoi boccoli vermigli.

Adoravo le tue mani piccole e minute.

Adoravo ogni singola parte di te.

Ma tu mai… ti sei accorta di me, di quanto fossi importante.

Poi… la svolta.

Tutto velocemente.

La scuola era finita per entrambi,

Eri già entrata tra gli Auror,

a fianco di tuo fratello, non di Potter,

lui ormai, l’avevi dimenticato.

Io d’altronde, ero un mangiamorte.

Durante le battaglie mi logoravo.

Volevo vederti, ma anche no.

Poi…. Presi la mia decisione.

Diventai un traditore.

Mi misi al fianco di Silente, il preside che tanto odio ad Hogwarts.

Nessuno si fidava di me,

neanche tu all’inizio.

Ma più il tempo passava, e più ti avvicinavi.

E fu li che anche tu capisti di amarmi.

CI amammo in segreto per u lungo periodo.

Troppo preoccupati per il giudizio degli altri.

Quando tempo abbiamo sprecato Gin!

Venimmo scoperti un anno dopo.

Le poemi che erano molte, tutti i tuoi familiari erano contro di noi.

Ma tu, non ti sei lasciata convincere.

Tu, la mia adorata.

E fu, proprio durante uno dei nostri litigi, per causa dei tuoi,

che io ti chiesi di sposarmi.

Mi dissi di si.

E una settimana dopo, eri una Malfoy.

Ti portavi di li, dalla “Tana” come la chiamavi tu.

Quella sotto specie di casa.

Mio padre, mi aveva già ripudiato,

ma riuscii a trovare, grazie all’aiuto di alcuni, una bella casa.

Casa nostra.

Tu non l’hai mai vista.

Cinque Giorni fa, durante l’ultima battaglia

Tu…

sei morta tra la mie braccia.

Ora sono qui,

in questa sottospecie di stanza,

in un lurido ospedale,

da solo.

E l’unica cosa a cui riesco a pensare,

e che tu sei stato il mo angelo,

che mi ha portato via dal buio, dove non trovavo l’uscita,

e a quanto eri bella.

 

              *****************      ****************    ****************

Eccomi qui, con una piccola (si fa per dire) One shot.

Spero davvero vi sia piaciuta. L'ho scritta in un momento un pò triste della mia vita.

Nono ho molto da dire, penso che la storia di capisca da sola!

Per le lettrici di Ti rivoglio con me..., non disperatevi, continuerò la storia!

E solo, che, non volendola farla banale o bisogno di un pò di tempo per pensare a come

far continuare la storia, come aveva già detto non voglio sia troppo scontata!

nonostante io sia una fans sfegatata della coppia Draco/Ginevra, penso che

renderò un pò più ingarbugliata la storia tra loro, immettendo tra loro alcuni personaggi..

basta non voglio dire altro!!

Spero che recensiate numerosi, anche per saper se dovrei riturarmi, oppure continuare!!

Baci baci                     Bye

 

  
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