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Autore: angelad    19/03/2012    11 recensioni
è il 19 marzo a casa Castle. Rick è stranamente malinconico. Chi riuscirà a farlo sorridere di nuovo?
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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 Premessa
 

Ieri sera volevo scrivere una ff su Castle papà, per festeggiare la festa dei papà, poiché lo ritengo straordinario in quelle vesti. Non sono riuscita a farmi venire l’ispirazione coinvolgendo Alexis nel racconto, visto che il suo personaggio mi dà un po’ tedio da qualche puntata a questa parte. Così l’ho scritta inserendo la piccola Joy. Per chi non sapesse chi sia, è la bambina di Kate e Rick nata nella mia ff “L’araba fenice”. Buona lettura, ci sentiamo in basso.


TANTI AUGURI SUPER PAPA’
 

 
 

La pioggia cadeva fitta su New York quella mattina.

Castle guardava fuori dalla finestra con aria malinconica.

Stava sorseggiando il caffè che si era preparato nel tentativo di scaldarsi. Non era riuscito a dormire molto quella notte, così si era alzato per non disturbare Kate e lasciarla riposare ancora un po’. Prendersi cura di Joy richiedeva energie, non voleva rischiare di svegliarla prima del dovuto.

Ormai la loro creatura aveva dieci mesi, dieci mesi nei quali erano diventati una famiglia meravigliosa dove l’amore e l’allegria erano divenute una costante fissa nella loro vita.

Non voleva farsi vedere dalla sua compagna così triste proprio per questo, doveva solo calmarsi e tutto sarebbe passato.

Immerso totalmente nei suoi pensieri non aveva sentito la donna scendere le scale. Quando Kate lo vide capì, ci mise un secondo. Gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro stringendolo per la vita, mentre appoggiò la testa contro la schiena muscolosa dell’uomo.

“Ti manca vero? Oggi poi è un giorno speciale” sussurrò la giovane donna.

“Già un po’.. Oggi è la prima festa del papà che non festeggio con Alexis. Da quando è andata all’università il tempo che passiamo insieme è sempre meno. Capisco che sia giusto, deve crearsi una sua vita, ma sono sempre suo padre. Vorrei che non fosse mai cresciuta, che fosse rimasta da qui all’eternità..”.
Scoppiò a ridere: “Ok mi autocensuro, sono patetico. Odio farmi vedere così da te. Penserai che sono un egoista, in fondo non sono solo. Ci siete tu e la nostra Joy. Cosa posso volere di più?”.

Kate gli diede un bacio su una spalla: “Penso solo che tu sia un padre dolcissimo. Le tue emozioni sono giustificate. Sai a volte guardo Joy e mi sembra impossibile che sia già passato quasi un anno dalla sua nascita. Vorrei fermare il tempo anch’io. Quindi non preoccuparti tesoro, siamo sulla stessa barca, ormai  posso capire cosa si prova. È giusto che tu ti senta un po’ vuoto oggi. Tu e Alexis avete sempre avuto un rapporto speciale”.

L’uomo si girò e la guardò negli occhi: “Grazie”.

La donna si limitò a sorridere.

In quel preciso istante un pianto disperato, proveniente dal piano di sopra, attirò la loro attenzione.

“Credo che la nostra principessa si sia svegliata e non sia stata molto contenta di non averci trovato accanto a lei!” decretò Rick.

“Mi sa proprio di no- concordò Kate- valla a prendere, mentre io le faccio scaldare il latte e preparo il biberon. Un po’ di colazione la calmerà”.

Castle salì al piano di sopra di corsa e, aperta la porta della loro camera da letto, si diresse verso il lettino bianco posto accanto alla finestra, dove una piccola signorinella decisamente offesa ed impaurita lo stava aspettando in piedi attaccata alle sbarre.

Vedendo la sua bambina, la malinconia di poco prima sparì di colpo. I neonati sapevano fare miracoli.

“Buongiorno Joy! Ben svegliata amore di papà! Come sei riuscita a metterti dritta? Non voglio saperlo, il pediatra ci ucciderà. Ci ha proibito di farti  camminare, dice che sei ancora troppo piccola. Vorrei che provasse a passare mezza giornata con te, sei testarda come tua madre, quando decidi una cosa non te la leva dalla testa nessuno..”.

La prese in braccio, ma la piccola continuò a fissarlo con aria  truce, poi si voltò dall’altra parte per non guardarlo in faccia.

Gli scappò da ridere, ma trovò il lato positivo di quella buffa situazione: la piccola  aveva smesso almeno di piangere.

“Sei decisamente offesa tesoro! Cosa ti ho fatto di male? Perché non mi guardi? Ho commesso il terribile errore di non essere accanto a te quando ti sei svegliata? Lo so sei abituata a svegliarti nel lettone abbracciata al più bel scrittore di New York. Ti sposto sempre vicino a me quando mamma va al distretto, è il nostro segreto, ma non possiamo mica farci scoprire così. Se scendiamo con il tuo bel faccino imbronciato, papà dovrà trovare una scusa credibile con la mamma. Sai ha la pistola, papà rischia la vita se mai lo scoprisse. Dai tesoro fammi un sorriso, fallo per il tuo papino..” le fece il solletico e la tempestò di baci ovunque.

Joy fece un leggero gridolino, poi appoggiò la testolina sulla sua spalla, appoggiando una manina contro il suo petto, ma non spostò il suo sguardo sul viso dell’uomo.

Castle la abbracciò:“ Ce l’ho quasi fatta! Abbiamo sancito un piccolo trattato di pace. Il prode cavaliere Richard Castle ha scalato le mura del castello fortificato, dove la piccola Joy si nascondeva! Vero piccola? Cerchi di fare la dura, ma non sai resistere al mio fascino. Anche in questo assomigli a tua madre, ma mi piacete davvero un sacco!”.

Rick parlava mentre scendeva le scale, attirando l’attenzione di Kate.

“Perché  assomiglia a me? Cosa ha combinato? ” chiese la donna.

“Niente, le stavo solo dicendo che siete bellissime!”.

“Si certo, immagino. È sicuramente quello che le hai detto!” lo canzonò la compagna.

Joy, sentendo la voce di sua madre, alzò la testa e la cercò con lo sguardo. Non appena la vide le sorrise e le allungò le braccine.

Kate la rapì dalle braccia del suo uomo e la strinse forte a sé. Joy appoggiò la sua guancia contro quella della donna, solo in quell’istante posò i suoi magnifici occhi azzurri su Rick.

“Ah è così che ci si comporta monellina? Mi consideri solo ora che sei in braccio alla mamma? Ecco ora sono moolto triste, mi sa che piangerò” scherzò l’uomo iniziando a far finta  di singhiozzare nascondendosi gli occhi con un braccio.

Kate gli resse il gioco: “No povero papà.. Oggi è la sua festa! Non dobbiamo farlo piangere, noi gli vogliamo bene. Ecco ora lo abbracciamo per consolarlo, che ne dici?”.

La donna si avvicinò e con il braccio libero lo cinse per la vita. Rick “si calmò” subito e si appoggiò contro il seno di Kate.

“Si voglio le coccole”.

Joy rimase per un secondo indecisa sul da farsi, magari stava pensando che i suoi genitori fossero impazziti, poi, solo con l’innocenza che un bambino può avere, appoggiò la sua manina tra i capelli di suo padre abbozzando una carezza maldestra.

La guardarono entrambi estasiati, poi Rick alzò la testa e baciò sua figlia su una guancia.  Era felice.

In quel momento il suo cellulare squillò. Andò a rispondere.

“Castle.. Alexis tesoro, ciao!”. Un sorriso megagalattico gli illuminò il viso, mentre sprofondò nel divano.

Kate sorrise, era contenta che Alexis avesse chiamato. Guardò Joy e le disse: “E’ la tua sorellona. Sta facendo gli auguri a papà. Oggi è un giorno speciale è il 19 marzo, la festa di tutti i papà. Dobbiamo escogitare anche noi un regalo per lui, che ne dici? Magari lo portiamo al museo..  mentre io ti preparo il latte tu pensaci ok? Stai cinque minuti qui nel seggiolone”.

Joy la  fissò con aria interessata, poi si mise a giocare con gli animaletti di gomma che la donna le aveva messo davanti.

Dopo qualche minuto Rick le raggiunse in cucina decisamente euforico: “Mie signore ho l’onore di comunicarvi che sono il miglior padre del mondo. È ufficiale! Alexis mi ha appena chiamato, abbiamo parlato di un po’ di tutto, dalla nuova università ai suoi nuovi amici.. ha un nuovo fidanzato.. e me lo ha detto! Capite? Se non fossi un genitore coi fiocchi non me lo avrebbe mai confidato. Normalmente le figlie femmine non parlano dei loro amori con il proprio vecchio, siamo una categoria dichiaratamente gelosa..”.

Kate alzò gli occhi al cielo, il suo compagno era partito per la tangente. Nessuno lo avrebbe più fermato, i suoi monologhi potevano essere infiniti. Perfino Joy aveva smesso di lanciare gli animaletti giù dal seggiolone e lo fissava, tenendo un elefantino in mano.

 Ad un tratto allungò le braccia verso di lui, nel tentativo d’attirare la sua attenzione, ma l’uomo non si accorse del suo gesto.

La piccola non si diede per vinta e si sporse in avanti ancor di più mormorando piccoli monosillabi tipo “da-da, ta-ta”, ma non ottenne l’effetto sperato. Castle era ancora troppo indaffarato a parlare con il vento.

La donna la vide sospirare e abbassare le braccia in segno di sconfitta.
Ad un tratto, però, nell’azzurro dei suoi occhietti si fece largo la luce della determinazione. Joy prese un lungo e profondo  respiro e, quasi urlandolo, pronunciò: “Papà!”.

La casa sprofondò nel silenzio, sia Rick sia Kate erano rimasti pietrificati. La loro piccola creatura aveva appena parlato.

Fu la donna a risvegliarsi per prima ed a sorridere alla figlia, Rick restò ammutolito.

“Tesoro! Sei stata bravissima! La tua prima parolina..”, la accarezzò, mentre la prendeva in braccio.

La piccola sorrise e indicando Rick col dito ripeté: “Pa-pà”. Era tutta soddisfatta.

Kate continuò la frase per la figlia: “Credo che questo sia il suo regalo per te. Per festeggiare insieme la festa del papà. Direi che la scelta è stata perfetta. Tu che ne pensi?

Rick non riuscì a trattenere una lacrima, si era commosso: “Grazie Joy! Sei stata speciale. Non potevo chiedere di meglio. Questa sarà una giornata indimenticabile. Sono davvero l’uomo più fortunato del mondo ad avere una bambina come te al mio fianco”.

Joy rise e gli passò l’elefante che teneva ancora in mano.

“Vuoi giocare? Ok piccola, andiamo sul tappeto” gridò strappandola dalle braccia di Kate e facendola volteggiare sopra la sua testa. Joy rideva a crepapelle.

Kate cercò di protestare: “Rick, no deve  mangiare! Le sballiamo tutti i ritmi”.

“Lascia perdere i ritmi, chissene importa! Io e Joy abbiamo deciso di infrangere tutte le regole che quell’antipatico di un pediatra ci darà. Tanto dormiamo già nel lettone, nessuno potrà fermarci! Siamo due disubbidienti!!!”. Rick si era lasciato prendere troppo dall’entusiasmo.

Kate era incredula: “Dorme nel lettone? Da quando?”.

“Ho detto lettone? No intendevo lettino.. vero Joy?”. La piccola sorrise.

“Richard Castle voglio la verità, ora!”.

L’uomo tentò di minimizzare: “Ok, diciamo che qualche volta, molto accidentalmente, Joy è finita nel nostro letto dopo che tu sei uscita per recarti al lavoro. Solo per le coccole.. poche pochissime coccole! Lo giuriamo”.

Eccoli, gli occhi da cucciolo. Come avesse fatto ad insegnare a una bambina di dieci mesi a farli così bene era un mistero.

“Come avete potuto farlo… senza di me?!? Non voglio che accada mai più. Da stanotte la nostra signorinella potrà godersi il suo meritato riposo in mezzo a noi due, ogni qualvolta lo vorrà. Voi due potete coccolarvi da soli? e io? Chi sono? Non va bene per niente. Voglio partecipare” disse la donna strizzando l’occhio.

“Cosa ti avevo detto Joy? Con gli occhi da cucciolo è vittoria su tutta la linea! Non sa resistere. Non si è nemmeno arrabbiata!”

Kate si avvicinò e li abbracciò: “Concordo, siete irresistibili! Tanti auguri super papà! Felice giornata”.

Rick la baciò: “Tu, ma soprattutto Joy l’avete resa speciale, grazie”.
Era veramente l’uomo più felice del pianeta!
 
Angolo mio!
Cosa ne pensate? Castle è tenerissimo quando fa il papà, mi piace troppo! Anche questa è una short, ma sto lavorando anche a una long che spero di pubblicare presto, semmai riuscirò a trovare un titolo che mi soddisfi..
Grazie a tutte! Se volete lasciare un commento, ne sarei contenta! Bacione

 

  
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