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Autore: Duvrangrgata    19/03/2012    3 recensioni
Gazel adorava la neve tanto quanto Burn la odiava.
Gazel aveva il freddo nel sangue.
Questa storia partecipa al contest "Niente è impossibile" indetto da Marts, Fede e Cha.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leggeri fiocchi di neve danzavano nell'aria, posandosi silenziosamente sui passanti.
Burn fece una smorfia quando uno di essi gli si posò sul naso.
Io odio la neve!
Il rosso lanciò un occhiata all'albino, che camminava tranquillo di fianco a lui, osservando con un sorriso accennato i fiocchi di neve che gli danzavano intorno.
Gazel adorava la neve tanto quanto Burn la odiava.
Adorava uscire con gli amici a giocare a palle di neve, vestito solo con una maglietta e dei pantaloni leggeri, mentre gli altri erano imbacuccati nei loro piumini di lana. Gazel aveva il freddo nel sangue, e Burn non poteva fare a meno di chiedersi come facesse a non sentirlo mai. Stavano camminando da qualche minuto e già non si sentiva più le dita dei piedi.
All'improvviso Gazel iniziò a correre e Burn si affrettò a seguirlo, chiedendosi cosa mai avesse visto l'albino. Si fece largo tra la folla fino a raggiungerlo, ma quando vide che cosa aveva attirato l'attenzione dell'amico si girò per tentare di darsela a gambe. Ovviamente Gazel lo afferrò prima che potesse fare anche un solo passo, e lo trascinò di peso verso la biglietteria della pista di pattinaggio.
Con sommo orrore del rosso, pochi minuti dopo si ritrovò attaccato al pannello di plastica bianca a bordo pista; mentre Gazel volteggiava sicuro, attirando gli sguardi degli altri pattinatori.
Sembra un angelo.
Un angelo di ghiaccio.
Burn si diede mentalmente dello stupido, mentre tentava -inutilmente- di non fare la figura dell'idiota.
Dopo l'ennesima giravolta l'albino si fermò davanti al compagno, tendendogli poi una mano. Il rosso scosse la testa e si aggrappò più forte al bordo, non osando guardare negli occhi l'altro. Gazel sbuffò, poi afferrò la mano del rosso e lo tirò verso il centro della pista. Preso alla sprovvista, Burn barcollò per lo strattone e cadde addosso all'albino, che non riuscì a frenare la caduta.
 Burn trattenne il fiato, il viso a pochi centimetri da quello di Gazel. L'albino non potè fare a meno di restare incantato a guardare gli occhi gialli del compagno, caduto sopra di lui.
Come ferro attirato da una calamita, il rosso non riuscì a fare a meno di avvicinare il viso a quello del compagno, fino a portare le loro labbra a sfiorarsi.
Fu un contatto breve, intimo, ma carico di significato.
Durò meno di un battito di ciglia e spesso Gazel si chiese se non se lo fosse soltanto immaginato.
Ma quel giorno, su quella pista, nacque qualcosa.
Qualcosa che sarebbe cresciuto pian piano, fino a sbocciare in qualcosa di splendido e meraviglioso. –

 

Quindici anni dopo…

 

"Papà papà, guarda!"-
Gazel sorrise, accarezzando i capelli biondi del figlio.
-"Mi ci porti vero? Vero?"- Se c'era una cosa capace di sciogliere il cuore di ghiaccio dell' ex capitano della Diamond Dust, era lo sguardo da cucciolo di suo figlio. C'era da dire che erano poche le persone capaci di resistere agli occhioni azzurro cielo del piccolo Xander.
Appena la misteriosa costruzione gli si parò davanti agli occhi Burn accarezzò l'opzione di darsela a gambe, ma la manina di suo figlio stretta alla sua lo fece desistere. Non poteva credere che quel luogo ci fosse ancora dopo tutti quegli anni.
Trascinato a forza all'interno della struttura, osservò con attenzione suo marito infilare quelle che lui considerava armi mortali (ma che in realtà erano solo semplici pattini) ai piedi del figlio. Un moto di tenerezza gli invase il petto, mentre osservava la teste vicine delle due persone più importanti della sua vita. Amava suo marito, e fino a qualche anno prima non avrebbe mai pensato che potesse esserci qualcuno che avrebbe amato ancora di più.
Ma poi era arrivato Xander, e tutto era cambiato. Quel bambino di soli due anni aveva cambiato completamente la loro vita. Adesso ne aveva cinque, e assomigliava in maniera impressionante a Gazel, nonostante non vi fossero legami di sangue tra loro. Amavano entrambi pattinare, giocare con la neve e mangiare il gelato, ovviamente al cioccolato. Lui, al contrario, amava particolarmente quello alla fragola, e proprio non riusciva a sopportare il sapore del cioccolato. Certo, dopo quella volta la sua avversione era decisamente calata.

-" Avanti Burn, smettila di tenere il broncio! Non è mica la fine del mondo!"-
Un grugnito indefinito uscì dalla bocca del rosso, gesto che fece alzare gli occhi al cielo al ragazzo che gli camminava al fianco, un cono al cioccolato stretto nella mano destra.
Un leggero venticello fresco muoveva i suoi capelli bianchi, facendo risaltare alla luce del sole i tenui riflessi argentei.
-"Hai intenzione di sprecare questa bellissima giornata di sole tenendo il muso? Suvvia, cerca di non pensarci. Non muori se per una volta non mangi il tuo adorato gelato alla fragola!"-
Il rosso lo fulminò con un' occhiata, e Gazel non potè fare a meno di scoppiare a ridere, divertito. Al suono della risata cristallina dell'albino Burn si girò di nuovo verso di lui, osservando sorpreso come gli occhi azzurri del ragazzo brillassero particolarmente.
-"Non capisco perchè tu non abbia preso un altro gusto. Come il cioccolato, ad esempio"-
-"Sai che odio il cioccolato!"-
Il ghigno che attraversò le labbra sottili di Gazel fece correre un brivido freddo lungo la schiena del rosso, che deglutì, una leggera ombra di preoccupazione negli occhi dorati.
Prima che potesse anche solo intuire quello che stesse succedendo le labbra dell'albino si poggiarono leggere sulle sue, e le sue mani gli circondarono il viso. Burn sentì chiaramente il sapore del cioccolato mischiato a quello del suo ragazzo, e pensò che, dopotutto, forse come gusto non era così male.

A risvegliarlo da quel ricordo di tanti anni prima fu la voce squillante di suo figlio.
-"Papà, Papà vieni anche tu!"-
Il piccolo Xander tentava di rimanere in equilibrio su un paio di pattini blu scuro, la piccola mano stretta in quella dell'albino, mentre l'altra si aggrappava forte al bordo della pista.
Un sorriso gli illuminò il volto, mentre osservava le due persone più importanti della sua vita ridere e divertirsi come mai prima.
Li raggiunse a bordo pista e afferrò la mano del piccolo Xander. Iniziarono lentamente a pattinare, cercando di trovare un equilibrio.
Dopo la sua quinta caduta, Burn rinunciò a contare le successive, e dopo qualche minuto si ritirò fuori dalla pista, limitandosi ad osservare incantato la sua famiglia.
Forse il cioccolato da solo non gli piaceva, ma insieme alla fragola era tutta un'altra cosa.

   
 
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