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Autore: Kuchiki Chan    19/03/2012    4 recensioni
Si dice in giro che il suicidio sia il gesto estremo di una persona eccessivamente attaccata alla vita. Ora, anche se sono un aspirante suicida, non saprei spiegare quanto sia vera questa affermazione.
Mi chiamo Naruto, Naruto Uzumaki, e sto per morire.
Bene, è inutile dilungarsi ulteriormente, qualsiasi cosa io aggiungessi sembrerebbe solo una scusa. Questa è la storia di un ordinario ragazzo giapponese, Naruto Uzumaki, e delle persone che gli hanno cambiato la vita.
Questa è la storia di Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha e Sakura Haruno.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Premessa;

Ho deciso di imbarcami in una nuova long fiction. Già, credo di essere pazza. Per giunta sul fandom di Naruto, in cui fino ad ora mi sono limitata a pubblicare semplici One Shot.
Come se non fosse abbastanza è diversa da tutte le altre storie che ho scritto e che di solito scrivo. Questa storia è angst, puro e semplice angst. Il protagonista è Naruto Uzumaki, personaggio su cui non ho mai amato scrivere ma che mi ha sempre affascinato. Il mio Naruto è un pò diverso da quello che siete abituati a vedere leggendo il manga o guardando l'anime. Il mio Naruto è spento, sconfitto, il mio Naruto si è arreso. Già, il mio Naruto vuole suicidarsi.
Ma non vi anticipo nient'altro, in fondo il prologo serve proprio a chiarirvi alcuni particolari essenziali.
A breve pubblicherò il primo capitolo, spero che questa premessa riesca ad incuriosirvi.
Vi avverto che durante la storia potreste trovare un pizzico di Shonen-ai (Non vero e proprio Yaoi, non ne sono capace), quindi se non vi piace il genere vi conviene rinunciare a leggere.
Le recensioni sono sempre bene accette, positive e non.
Insomma, buona lettura, e grazie per esservi imbattuti in questa storia ^^







The dark side of the moon.

 
Prologo.
 

Si dice in giro che il suicidio sia il gesto estremo di una persona eccessivamente attaccata alla vita.
Ora, anche se sono un aspirante suicida, non saprei spiegare quanto sia vera questa affermazione.
Perché, appena finirò di scrivere la mia storia e la storia delle persone che mi hanno cambiato la vita, andrò sul balcone del mio appartamento  al settimo piano situato al centro di Tokyo e mi lancerò nel vuoto?

So benissimo che non è una scelta razionale, lo so e basta. So anche che se mi sedessi a riflettere sulla mia poltrona sulle possibili conseguenze di questo gesto, probabilmente lascerei perdere. Ma so anche che non posso continuare a vivere: la vita non ha fatto altro che deludermi, gettarmi continuamente a terra, prendersi gioco di me. Mi ha fatto conoscere tutto. Amicizia, amore, felicità per poi togliermele nel giro di un attimo. Ho solo diciassette anni, ma non mi sento abbastanza forte per affrontare le delusioni che sicuramente mi aspettano. Sono un debole, un codardo, non posso fare a meno di disprezzarmi.

Mi chiamo Naruto, Naruto Uzumaki, e sto per morire.

Non sono mai stato un persona pessimista, io. Sempre allegro, ottimista anche nelle situazioni peggiori, avevo sempre affrontato le difficoltà con il coraggio di chi è abituato a soffrire. Ma tutti i sorrisi forzati, tutte le risate sofferte, tutte le volte in cui ho cercato di mascherare la mia malinconia e il mio dolore sono andati a depositarsi sulla mia schiena dal giorno in cui sono nato. Ora ho diciassette anni, e questo peso che porto sulle spalle mi sta letteralmente spezzando in due. Non posso continuare così, semplicemente non ci riesco. Penso che in un certo senso sia giusto: è comprensibile che chi come me ha sofferto tanto desideri la cessazione del dolore. Del resto, ogni creatura ha diritto alla felicità, e sfuggire al male è solo un bene.

Eppure, da un altro punto di vista, non posso evitare di sentirmi in colpa. La mia filosofia di vita è sempre stata “Non arrenderti mai, trova il coraggio di rialzarti anche nelle situazioni peggiori”. Tutto questo risale però a qualche anno fa, quando ero ancora ingenuo e inesperto e credevo nel futuro, credevo che la vita avrebbe avuto qualcosa in serbo anche per uno scarto come me. Ma la vita è solo una grande presa in giro. Le persone si affannano, corrono in giro come forsennati alla ricerca di un senso, per poi scoprire che tutta la strada che hanno percorso è stata inutile perché un senso semplicemente non esiste. Ed è a quel punto che si rendono conto di aver sprecato tutta la vita inseguendo una chimera. Io non ho intenzione di fare la fine di tutti gli altri.
Io sfuggirò al dolore, ora e subito.

Ma sto divagando. Non sono un poeta, né un filosofo, né sono dotato di un intelligenza o di un acume fuori dal comune. Sono solo un ordinario ragazzo di diciassette anni che scrive per evitare di essere dimenticato.
Quindi, meglio arrivare subito al punto senza cadere in discorsi esistenziali fuori dalla mia portata.

La verità è che in fondo sono un grande egoista. Sto qui, seduto alla scrivania della mia camera semibuia, a tentare di spiegare al mondo i motivi della mia vicinissima uscita di scena. Come se in fondo possano interessare a qualcuno. Eppure non sopporto l’idea di lasciare questo mondo senza provare in qualche modo la mia esistenza. Senza contare la mia segreta speranza che questo manoscritto arrivi a quelle due persone per cui sto facendo tutto questo, quelle due persone che mi hanno dato la vita per poi togliermela subito dopo.

Se mai leggerete queste parole, permettetemi di dirvi che probabilmente non avete mai capito quanto siete stati importanti per me, ragazzi.

Ma non mi conviene rivolgermi ad un interlocutore che probabilmente non avrò mai. Questi semplici fogli scritti a mano potrebbero andare a una persona totalmente estranea a queste vicende: mia zia Tsunade, un vicino di casa, un perfetto sconosciuto, o persino un agente di polizia impegnato ad indagare sul mio suicidio. Quindi è a te che mi rivolgo, caro lettore sconosciuto. Ti ringrazio per essere qui, a leggere l’unica testimonianza della mia vita sulla terra. Non sono bravo a scrivere, non ho mai scritto. Scrivere significa spogliarsi, mettere a nudo la propria anima, e io non sono mai riuscito a comprendermi abbastanza bene per compiere un’operazione del genere.
Ma è di vitale importanza che io ci riesca ora, per riuscire a spiegarti con precisione quello che mi è accaduto.

Prima di avventurarti in questa inutile lettura, promettimi di non giudicarmi, mio caro lettore. Cercherò di spiegare tutto con la massima chiarezza, farò luce sui miei sentimenti, proverò a comprendermi. Ma le cose che scriverò possono essere fraintese o considerate esagerate, me ne rendo conto, quindi permettimi di assicurarti che tutto quello che troverai scritto corrisponde a realtà.
Sarò sincero, te lo prometto.

Bene, è inutile dilungarsi ulteriormente, qualsiasi cosa io aggiungessi sembrerebbe solo una scusa.
Questa è la storia di un ordinario ragazzo giapponese, Naruto Uzumaki, e delle persone che gli hanno cambiato la vita.

Questa è la storia di Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha e Sakura Haruno.
 

 
  
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