Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: J O A N    19/03/2012    6 recensioni
Vado in cucina, trascinandomi da una stanza all'altra arrancando e appoggiandomi ai mobili per restare in equilibrio.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi lascio cadere sulle ginocchia.
Non se ne sono andati.
E forse non se ne andranno mai.
Gli incubi.
***
Ambientata dopo la fine di Mockingjay, pericolo spoiler.
E' una Katniss/Peeta, dal punto di vista di Katniss.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A









                                                                  








 

After the Storm;
 


 
















Mi sveglio urlando.

Le coperte sudate cadono al lato del letto.

Insipro ed espiro velocemente per prendere fiato.

Prima di riuscire a capire dove mi trovo, prima che realizzi che sono a casa mia, riesco a formulare un solo ed unico pensiero concreto.

Non se ne sono andati.

E sono passati due anni.

Peeta non si è svegliato.

Meglio così, si preoccuperebbe e non voglio.

E poi devo restare sola.

Vado in cucina, trascinandomi da una stanza all'altra arrancando e appoggiandomi ai mobili per restare in equilibrio.

Chiudo la porta alle mie spalle e mi lascio cadere sulle ginocchia.

Non se ne sono andati.

Gli incubi.

Sono passati due anni e li vedo ancora, Rue che viene trafitta da una lancia e mi chiede di cantare.

Ma la melodia non esce, sono diventata una senza voce, come la ragazza dai capelli rossi.

Chissà che fine ha fatto.

Chissà se è viva o morta.

Spero con tutto il cuore che sia sopravvissuta alla guerra.

Non potrei sopportare di non averla salvata un altra volta.

Sento Cato ogni notte. Che urla, urla, urla, non si ferma, mi trapana le orecchie, mi blocca il respiro.

Urla, e mi chiede di ucciderlo, ma io non ho più frecce.

Peeta che muore davanti a me, non riesco a salvarlo.

Non sono riuscita a salvare nessuno.

Katniss Everdeen, la ragazza di fuoco ha generato fiamme che hanno inghiottito e bruciato tutto ciò che amava.

Prim, Prim, perchè sei morta?

Non ho corso troppo veloce?

Non ti ho raggiunta in tempo?

Gli incubi non se ne sono andati.

Lo sapevo, comunque, che sarebbero rimasti.

Lo avevo capito da Haymitch, sono pronta a giurare che i suoi gli martellano ancora nella testa.

E' per questo che beve.

 E io e Haymitch siamo simili per molti versi.


Anche gli incubi di Peeta sono ancora con lui.

A volte si sveglia nel pieno della notte con il fiatone, urlando il mio nome.

Poi mi vede sdraiata a fianco a lui, e passa il resto della notte in pace.

Lui li gestisce, gli incubi.

Per me.

Peeta Mellark, il ragazzo del pane, che ancora una volta è la mia ancora di salvezza.

E poi nei miei sogni c'è sangue.

Tanto sangue, di Boggs, di Finnick, di mio padre.

Sangue, rosso come i capelli di Faccia di Volpe.

Faccia di volpe, che come gli altri torna la notte e mi accusa.

Mi sarebbe piaciuto conoscerla.

Mi accusa di non averla salvata.

Salvata?

Ma io l'ho uccisa.

Nell'arena.

Nell'arena c'era sangue.

Nell'arena c'era rosso.

Rosso, rosso, rosso.

Ogni notte.

Ogni notte.

Sono diventata come Annie?

Pazza?

No, Annie era pazza per l'amore per Finnick.

Io sono pazza perchè non ho più motivi.

A parte Peeta.

Peeta Mellark, il ragazzo del pane che ora è il mio unico appiglio alla vita, il mio unico motivo per non morire.

Prima che me ne renda conto, sono in lacrime, appoggiata alla parete.

Tiro su con il naso come se avessi dodici anni, con la testa sepolta tra le ginocchia.

Perchè io?

Perchè la guerra mi ha portato via così tanto?

Mi sento egoista, non sono l'unica che ha perso persone care negli ultimi tempi.

Eppura mi sembra di averci rimesso troppo.

Nessuna grazia per la ragazza in fiamme.

Forse, dopotutto, sarebbe stato meglio se non avessi dato inizio a questa rivoluzione.


Hai salvato molte persone.

 E' questo che mi dico in questi casi.

E un po' funziona.

Forse.


Non mi rendo neanche conto che qualcuno mi ha stretto la mano.

Peeta.

Non so come sia entrato così silenziosamente, ma non mi importa granchè.

Ricambio la stretta, e non esito a tuffarmi nella sue braccia, quando si siede a fianco a me.

 Restiamo così per qualche minuto, poi lui mi fa appoggiare la schiena al suo petto, e mi stringe le mani.

"Peeta..." Sussurro. "Sto perdendo contatto con la realtà."

Non mi aspetto una risposta.

Voglio solo sentire la mia voce per assicurarsi che sia reale.

 Che non sia solo un sogno.

Che non mi svegli di nuovo nell'arena.

 Ma Peeta inaspettatamente infila una mano in tasca, per poi lasciar scivolare nella mia mano un piccolo oggetto.

Lucente. Minuscola. Bellissima.

La perla.

Era rimasta chiusa in un cassetto per anni.

Come ha fatto Peeta a trovarla?

Ci gioco un po', la faccio rigirare tra le mani, finchè Peeta non parla di nuovo.

"Sai, conosco un gioco. Me l'ha insegnato una persona molto tempo fa."

Mantengo lo sguardo fisso sulla perla ma non mi perdo una sola sua parola.

"Quando ti senti persa, devi fare una sola domanda."

Ora anche la sua mano è sulla perla.

La facciamo girare insieme, finchè non rimane rinchiusa tra la stretta ferrea delle nostre mani.

"Quale domanda?" Bisbigio.

So già cosa sta per dire.

"La domanda che mi ha fatto tornare da te, Katniss Everdeen."

Sorride malinconico e mi da un bacio.

"Illusione o realtà?" Sussurra.






-------------------------------


Joanie's Corner;


HELLO.
Okay, non so da dove mi sia uscita.
Però mi è uscita.
Wow.
Non ho idea di come sia uscita.
Eee sto straparlando, effetti di tre ore sul libro di latino.
Questa storia è per Leave Me Alone, Eloise e Piperita. Ve la dedico, come ogni altra mia storia, praticamente. :3
Una recensione? Anche piccolapiccolapiccolapiccola?
:3

Bacio e alla prossima!
Joan;



 

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: J O A N