10 things I hate about you
#9
{ you won: I trust you }
« Sta
ridacchiando, Gold. »
È rimasto curvo
su quell’antica lampada a olio – se Henry la vedesse, probabilmente
strillerebbe che è quella del Genio di comesichiama,
e il guaio è che lei non avrebbe
nulla da obiettare ormai – per alcuni lunghissimi minuti, mentre lei ha
cercato in tutti i modi di staccarsi da lì, uscire dal dannatissimo
negozio dei pegni ora che ha la conferma del fatto che l’aiuterà;
ma sta ridacchiando, sta ridacchiando,
ed Emma non lo sopporta. Sa troppo bene cosa vuol dire.
« Oh, non la
prenda come una canzonatura, signorina Swan. Sono
solo molto colpito. Addirittura lusingato. »
Emma si accorge di non
essersi mossa dalla sua posizione, curva sul tavolo da lavoro, abbastanza
vicina da vedere il suo respiro offuscare la lucentezza della lampada –
non riesce comunque a muoversi per sgranchirsi le braccia, o per impedirsi di
rispondere con un ultimo strascico di stizzita diffidenza.
« Sì, beh,
questo non cambia quello che penso di lei. »
Alza lo sguardo insieme
a un sorriso amabile. « Davvero? E cosa penserebbe di me? »
« Che è un
subdolo manipolatore pazzo e pericoloso. Che non guarda in faccia nessuno e che
pensa sempre e soltanto per sé. E che, da qualche parte dentro di lei, non
è nient’altro che un uomo ferito. »
Come me.
Gold posa adagio la lente sul
piano. Punta i gomiti e unisce le mani, e per un po’ se ne sta
così, a guardarla, con espressione indecifrabile. Non ridacchia
più, ma il messaggio di quel riso è rimasto a permeare l’aria
tra loro, a turbarla nella sua inconfutabile verità: eppure, sei venuta da me.
Forse è proprio
quel silenzio – il fatto che lui non lo ribadisca, che non ridacchi più – a seccarla
maggiormente.
Si dice, per l’ennesima
volta, che è per Mary Margaret. Che farebbe davvero di tutto per lei.
Che non le importa di calpestare il proprio orgoglio, né di stringere
accordi col diavolo in persona, per l’unica amica che abbia mai avuto da
ventotto anni a questa parte.
Ma Gold
resta in silenzio e Emma sente che tra loro c’è dell’altro.
« Una volta le ho
detto che so riconoscere un’anima disperata. Si ricorda? »
Annuisce, tesa.
« Mi rincresce dover
ammettere che non avevo capito che per lei fosse lo stesso... »
La mano di quell’uomo
è quasi morbida quando si posa sulle sue nocche contratte, e il suo
sorriso gentile è quasi bello nel volto sempre così pieno di
segreti, e quel flusso di comprensione che c’è – c’è
sempre stato – tra loro sembra così vero da essere quasi giusto.
Emma Swan
non è una donna dalla lacrima facile. Negli ultimi mesi, ha mostrato le
lacrime a due sole persone: a un bambino che è venuto da lei a cercare
di ridarle un po’ di speranza e a un’amica che l’ha aiutata
senza mai aspettarsi nulla in cambio e che ora ha bisogno di ogni aiuto
possibile. Mai, mai, mai si sarebbe immaginata di piangere un giorno di fronte
al signor Gold.
Ma è solo un
attimo. Gold ha rispetto della sua resa – ecco la
parola giusta, quella che non le ha detto, forse per non ferirla più di
così – e allontana le dita e lo sguardo; torna alla sua lampada e
riprende a studiarla come se non gli importasse di nient’altro.
Ma non ridacchia
più.
« Vada pure,
signorina Swan. Vada a cercare le sue prove contro
Regina. Vinceremo questa battaglia, e la signorina Blanchard
sarà felice di aver trovato un’amica come lei. Glielo prometto. »
Emma tira su col naso. Si
passa velocemente la mano, quella che lui ha toccato, sugli occhi umidi,
strappando via la debolezza che l’uomo ha portato alla luce. Annuisce di
nuovo.
« Grazie »
mormora.
Gold non risponde, e non ridacchia più, e a lei non
importa più.
Mentre se lo lascia alle
spalle, Emma scopre di averlo lasciato vincere su tutta la linea – e lo
odia per questo – e le sta bene così.
Spazio dell’autrice
(Timeline: episodio
1x16, dopo la richiesta d’aiuto di Emma a Gold
per incastrare Regina e scagionare Mary Margaret.)
Io. Amo. Questo. Episodio. ♥
Credo che sia il più completo, fin qui, in tutta la serie. Perché
si focalizza su Neve e James ma dà moltissimo peso a svariati personaggi
di contorno, una cosa che finora non era avvenuta o comunque non in modo
così evidente. E anche perché finalmente Emma si ritrova a
mettere da parte il proprio orgoglio, poiché a questo punto è palese
che qualcosa di vero nella teoria di Henry deve
esserci, e dunque quale alleato meglio del signor Gold
per andare avanti? Ho adorato in modo viscerale il loro confronto nell’epilogo.
Quella di Emma è stata una vera e propria resa e – ripeto – QUESTO SIGNIFICA
CANON. xD
Beh, eccoci. Manca un solo capitolo. Spero continuiate a non
disprezzare i miei trip mentali ♥
Aya ~