«Salve a
tutti, mi chiamo Axel e oggi sono qui per
descrivervi il più pericoloso animale che si possa trovare
in questi meandri
non poi tanto oscuri.
Il suo nome scientifico è Roxas Lief ma comunemente viene
denominato Rox dagli
altri membri della sua specie e affini.
Questa strana bestiola non supera mai un certo metro di altezza,
infatti
risulta per lo più avere una costituzione nana e
mingherlina.
Nonostante questo
suo fisico da principessina però riesce a sfoderare i suoi
artigli infernali e
mostrare alle altre specie che sa procacciarsi il cibo e difendere il
suo
territorio anche da solo.
Non è insolito che il Roxas Lief si aggiri per le strade di
Twilight Town tutto
indaffarato su uno skateboard mentre cerca di mantenersi in equilibrio
con
scarsi risultati, visto che in una mano tiene un ghiacciolo al sale
marino, suo
alimento preferito, e nell’altra le chiavi di casa.
Alle volte capita che questo strano esemplare emetta strani versi
esasperati
che a primo impatto sembrano suoni di diniego, ma alla fine si
riscoprono
essere gemiti che si espandono nell’aria quando un altro
esemplare gli si
avvicina.
Solitamente il Roxas Lief non si concede facilmente, ma si spera che
oggi apra
le sue tenere gambe pelose ad un nobile esemplare nel pieno della sua
fertilità
e fac-»
«Te la sei presa per la questione delle gambe pelose,
ammettilo.» Esclamò dopo
qualche secondo di silenzio – un record, quel giorno- il
fulvo, sporgendosi sopra
al materasso verso l’altro ragazzo e allungando una mano
verso di lui.
Prima che il dito indice potesse raggiungere la sua guancia, Roxas,
afferrò saldamente
la mano dell’altro con la sua e la torse verso il basso,
mantenendo un
espressione fredda e impassibile.
«Ho detto di tacere.»
La voce del biondo non ammetteva repliche
ma, com’era giusto che fosse, Axel non si diede per vinto e
ritornò all’attacco
anche con l’altra mano.
Per la seconda volta quella fu torta all’ingiù da
Roxas, che non la smetteva di
scuotere la testa e fissare malamente il compagno.
«Oh, andiamo, mi sto annoiando. »
«Trovati un hobby che sia diverso dal
narrare le mie gesta sottoforma di documentario, chiaro?»
Axel annuì, districando le sue dita dalla
presa di Roxas e ritornando a sdraiarsi comodamente sopra al letto.
Allungò una gamba sopra lo stomaco dell’altro e
sospirò beato, socchiudendo gli
occhi verdi e arricciando le labbra in un sorriso.
Sotto la sua gamba Roxas intanto era ritornato relativamente tranquillo
e aveva
deciso di riprendere a leggere il libro da dov’era rimasto
poco prima che l’altro
lo interrompesse per l’ennesima volta; ovvero alla prima
riga, della prima
pagina del primo capitolo.
«Tanto
tempo fa in un antico castello,
situato in un antico mondo con un antico nome – World that
never was, per
specificare- viveva una bella principessa di nome Roxas, promessa in
sposa al
perfido cavalier Riku che da lei voleva ben altro che gli averi.
Oddio, voleva anche quelli, ma puntava un po’ più
in sotto, verso la sottana
della gonna rosa che spesso indossava.
Ma all’amabile dolce fanciulla la situazione non gabava
affatto, perché nel suo
cuoricino c’era la figura di un’altra persona; un
ardito giovane pimpante dai
capelli color del fuoco e il fisicaccio da superstar.
Quindi la pulzella, armata di buona volontà e una scopa,
scappò dall’antico
castello per correre incontro al suo prode amato.
Dopo mille peripezie, dragoni sputafuoco e maghi cattivi la giovincella
riuscì a raggiungere la casa dell'amato.
Quando lo vide in lontananza il suo cuore scoppiò dalla
gioia e -»
«E così morì, in quanto se un cuore
scoppia porta alla morte. Fine della storia e tornatene a fare
qualunque cosa
tu stessi facendo prima di venire a casa mia.»
Axel si rotolò un po’ nel letto,
allungando le braccia verso l’alto e afferrando una ciocca di
capelli biondi –
qualcosa gli diceva che apparteneva a Roxas- per poi tirarla verso il
basso.
Il più piccolo grugnì un insulto e
infilò un dito nella pagina del libro in cui
era arrivato, socchiudendolo e piegandosi verso Axel.
Sospirò e gli soffiò un insulto addosso,
scuotendo la testa.
«Allora, che facevi prima di venire qui?»
Il rosso fece spallucce, continuando a
tirare verso di sé una o due ciocche dell’altro
ragazzo, facendo passare
qualche ciuffo di capelli tra le sue dita; era un gesto che lo
rilassava molto,
in effetti.
«In realtà pensavo a te.»
«Che monotono che sei.»
Axel ridacchiò un po’, passandosi una
mano tra i capelli e arricciando un po’ il naso.
«Se non altro sono sincero, no?»
«Anche io lo sono, specialmente quando ti
dico di tacere!»
«Ho compreso, ho compreso» con una lieve
risata si passò una mano sopra la bocca, fece finta di
tirare una cerniera e di
chiuderla con un lucchetto, per poi buttare via la chiave.
Roxas sospirò un po’ e si lasciò
scappare ugualmente un piccolo sorriso, mentre
riprendeva il libro in mano e lo riapriva nella pagina dove aveva
appoggiato la
mano.
«Il
mondo era in grave pericolo – TA DA
DA DAAAAAN- e solo un eroe poteva salvare la situazione – DA
DA DAAAAA
DAN-: il supereroe
Axel e la sua fida
spalla, Roxas.
-Musichetta epica, fingi che ci sia una musichetta epica e qualche
tuono in
lontanaza-
La città di Gotam city era in pericolo, Superman era
scomparso ora mai da diversi giorni e gli abitanti
inneggiavano un nuovo eroe, qualcuno che potesse salvarli dal male che
divulgava peggio delle frasi stupide dette da Sora.
E chi non arrivò, se non il prode Ax-»
«Adesso basta!»
Roxas lanciò il libro a terra senza troppe premure,
fregandosene altamente dell'ora tarda e del fatto che aveva speso la
sua paghetta per comprarlo, e fulminò con lo sguardo
l’altro
ragazzo mentre le sue mani si andavano ad incrociare sopra al petto e
la testa
continuava a muoversi da destra a sinistra.
«A parte il fatto che a Gotam city non c’era
Superman ma Batman … » Iniziò a dire
con voce seccata il biondo, arricciando il
naso come infastidito. «… Questa sera sei davvero
irritante, più del solito.
Che ti costa stare zitto?»
Axel si grattò la nuca e gettò uno
sguardo veloce al libro per terra per poi tornare a puntare i suoi
occhi fini
verso quelli più rotondi dell’altro.
Allora sorrise, stirando le labbra verso l’alto in un sorriso
felino.
«Adesso posso anche stare zitto.»
Roxas inarcò un sopracciglio, lievemente meravigliato
e al tempo stesso spazientito. Scosse la testa e sospirò dal
naso, cercando di
non farsi salire più mal di testa di quanto già
ne avesse.
«Visto che sono masochista te lo chiedo
lo stesso: come mai adesso puoi stare zitto e prima no?»
Il fulvo allargò ancora di più il suo
sorriso, mentre incrociava le mani dietro al testa e si lasciava andare
in un
sospiro quasi beato.
«Adesso le tue attenzioni non sono più
rivolte a quello stupido libro ma a me, quindi non ho più
bisogno di parlare.
Mi sembra logico. »
Per un attimo il biondo si stupì, poi
però il suo cervello gli ricordò che era pur
sempre di Axel che stava parlando
e quindi si limitò a scuotere la testa e a sorridere appena
un po’.
«Logico.»
Si sarebbe volentieri alzato dal letto per prendere il libro e, quindi,
gettarlo in testa al suo amico, ma preferì di gran lunga
godersi il silenzio in cui l'altro sembrava aver tutta l'intenzione di
calarsi.
E visto che non si era mai sentito di un Axel silenzioso
perché non approfittarne?
Il ronzio della pila rimase nell’aria della camera ancora per
qualche secondo
finché non si spense definitivamente e Axel e Roxas rimasero
in compagnia dei
loro respiri.
Il maggiore mosse la mano alla cieca,
andando a tentoni, finché non tastò il corpo di
Roxas, più precisamente la
spalla. Fece scorrere il palmo lungo l’intero braccio con
dolcezza finché non
arrivò alla sua meta: la mano dell’altro.
Giocherellò un po’ con le dita più fini
di Roxas, mentre il respiro si faceva
più pesante a causa del sonno.
Il biondo sbadigliò lievemente e si portò la mano
libera agli occhi,
strofinando le palpebre che sentiva pensati.
«So che avevo detto che sarei stato
zitto, ma almeno la buonanotte posso dartela?»
«Uhm uhm.» un mugugno che poteva essere
anche perso come un “sì” secondo i
canoni di Axel.
Quindi si sporse verso il volto semi addormentato del minore e gli
scioccò un
bacio a fior di labbra.
«Buona notte, domani ti racconterò
qualche altra storia prima di andare a dormire.»
«Vorrà dire che domani nasconderò un
coltello sotto al cuscino.»
«Dolce.»
«Nh.»
«C’era
una volta, tanto tempo fa -»
«TACI!»
.
-Mel;
Che cosa questa cosa?
Mah, chi lo sa.
Non è una vera e propria storia, lo so, però
volevo scrivere qualcosa nonostante il "blocco dello scrittore". E non
è che non stia scrivendo, per l'amor del cielo, sto
scrivendo come una bestia, solo che non storie.
Avete presente il roleplay? Ecco, se un anno fa ruolavo normale adesso
lo sto facendo fin troppo e mi toglie tempo alla scrittura.
Se non altro ruolo Roxas e mi tengo in allentamento -!?-
Anyway, sto divagando. Questa sottospecie di nonstoria è
stata scritta in poco tempo ma con buona volontà. Volevo
qualcosa di semplice, abbastanza simpatico e che facesse capire alla
gente che no, non vi libererete facilmente della mia presenza in questo
fandom e su questa coppia.
Quindi alla prossima, dove sicuramente ci sarà una trama, un
inizio e una conclusione sensata.
SHALALA SHABAMBABY