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Autore: A june    01/07/2003    3 recensioni
Un segreto, una vendetta ed un passato...chiaro, no?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Moonlight Shadow

 

D: dunque, dunque, i bellissimi personaggi di Saiyuki appartengono a Kazuya Minekura con la speranza di poter finalmente leggere il manga di questo meraviglioso anime, beccatevi la mia prima fic sull’affascinante mondo dell’Ovest!…Speriamo bene!…

Comunque sempre per i consigli, i commenti, gli incitamenti a scriverne un’altra (ehm le minacce di morte non sono necessarie) postate ad: aneurin_june@hotmail.com

Come il solito, il ringraziamento più grande va alla mia migliore amica, che s’è dovuta sorbire tutti i miei vaneggiamenti (e non solo) fin qui messi ‘su carta’: GRAZIE CHIARAAAAAAAAAA!!!!!(Rifacciamo presto le sei del mattino perché mi sono troppo divertita!)

Mi spiace deludervi, ma non ho ancora finito perché devo ringraziare un’altra ragazza speciale (evviva Rox) che mi ha incitato a scrivere questa storia, quindi prendetevela con lei (adoro fare la scarica barile)!!!

Per il momento è tutto, consigli per gli acquisti…no questo è Costanzo!

*****

Capitolo primo.

Deserto, intravedeva intorno a sé nient’altro che un’arida distesa di sabbia, perfino quel gruppo di case, scorte a diversi metri distanza, nella sua testa non rappresentavano che non un ennesimo miraggio frutto della stanchezza che l’attanagliava da diversi giorni; da quanto era in viaggio, non lo ricordava più, parecchio, fidandosi dell’usura delle sue scarpe, eppure la sua sete di vendetta ancora non si era placata, anzi, al contrario, più il suo obiettivo le sfuggiva di mano, più il fuoco della rivalsa ardeva nel suo petto; nulla l’avrebbe fermata: né i miraggi, né il deserto, né la ferita inflittagli durante l’ultimo combattimento; o almeno, questo era ciò di cui s’era convinta prima d’accasciarsi priva di sensi sulla terra bruciata dal sole.

****

<>disse tra sé e sé spronando il cavallo, un bel sauro dalla chioma bionda, ad aumentare il passo <>sbuffò avvertendo le gocce di pioggia farsi sempre più insistenti; le sentiva, gelide, violente, puntellarle il corpo come una miriade di aghi; “Avanti Nakago la locanda è vicina!”incitò con vigore l’animale che rispose ubbidiente ai comandi dell’amazzone che lo montava, appena ella scoccò le briglie.

Percorsero diversi metri al trotto, nonostante il cielo plumbeo era riuscita a riconoscere le luci delle finestre del piccolo villaggio di albergatori, una vera e propria oasi per tutti i viaggiatori, “Ci siamo quasi, avanti un ultimo sforzo bello!”lo incoraggiò “Stasera ti sei meritato un lauto pasto, mio caro Nakago!”sorrise soddisfatta dalla prestazione della sua cavalcatura, ma non fece in tempo a complimentarsi di nuovo con il suo purosangue che questi si bloccò “Ehi amico che diavolo ti prende?”gli chiese come se potesse risponderle “Non mi sembra che ci sia un burrone da queste parti!”e con un colpo di reni tentò di spronarlo, ma senza successo, non si muoveva “Accidenti a te stupida bestia!”borbottò scendendo a terra; conosceva il suo Nakago, la sua testardaggine era equivalente alla sua bellezza, e Nakago era il più bel cavallo mai visto in tutte le terre del nord-ovest quindi era impossibile convincerlo ad avanzare di un passo se aveva deciso di non spostarsi “Imbecille, non possiamo dormire sotto le stelle”lo redarguì come se fosse una persona, effettivamente Nakago era più intelligenti di tanti uomini che aveva conosciuto “non senti, PIOVE!”gridò al culmine della rabbia, ma la voce grossa con lui non funzionava, bisognava convincerlo per vie traverse “Avanti fifone!”lo schernì afferrando le briglie e provando a farlo camminare, senza successo ovviamente, s’era impuntato come mai aveva fatto prima d’allora “SAI COSA TI DICO RAZZA DI STUPIDO?SONO STUFA DI PRENDERMI TUTTA QUEST’ACQUA PERCHÉ tu sei una bestia cocciuta, vuoi stare sotto la pioggia?...bene, allora stacci da solo!”e così dicendo voltò le spalle e si ritrovò a gambe all’aria “Ma…ma…ma…”balbettò “QUESTI SONO PIEDI!”urlò tastando il terreno dove era inciampata “Per tutti i sutra sacri Nakago, per questo ti sei fermato?”si raddolcì in un colpo avvicinandosi alla creatura sulla quale era capitombolata “…Viva!”annunciò accostando l’orecchio al cuore e udendone chiari e forti i battiti “Presto Nakago!”mormorò montando in sella subito dopo aver disteso la giovane sconosciuta sulla groppa del suo destriero “Stavolta amico mio ti sei meritato tutti gli onori del caso!”esclamò mentre il fido cavallo correva a più non posso in direzione del paesino.

****

Il vento continuava a picchiettare violentemente contro il legno logoro delle persiane; quel frusciare aggressivo sembrava non infastidirla per nulla; seduta accanto alla finestra, ascoltava, come una nenia confortante, i sibili penetrare con furia nella misera stanza della locanda nella quale si trovava.

“Oh ti sei svegliata!”esordì appena vide gli occhi della sconosciuta aprirsi e roteare alla ricerca di chissà quale indizio che le comunicasse in che posto si trovasse “Vuoi mangiare qualcosa?”domandò in tono gentile la sua salvatrice.

“Chi sei?”chiese l’altra nonostante la confusione nella sua testa la facesse sempre più da padrona.

“Non è bene per una ragazza della tua età girare in un posto come questo da sola, i demoni sono parecchi e tu sei anche ferita!”all’udire quella voce ricordò l’incidente accorsogli mentre si era lanciata all’inseguito di quel maledetto omicida nel quale aveva rimediato un bello squarcio al fianco “Ho fatto venire un medico”le spiegò notando l’espressione interrogativa disegnato sul volto delicato della ragazza dai grandi occhi neri “cioè una volta era un specie di anestesista, pare che con un dosaggio sbagliato abbia fatto fuori il figlio di un tizio molto importante e che questi gli abbia sterminato la famiglia…una storiaccia insomma…comunque a differenza del solito l’ho trovato sobrio…non è niente di grave, dieci giorni con i punti e poi andrai a posto…allora vuoi mangiare?”ripeté versandole un po’ di zuppa calda in una ciotola.

“Ma tu chi sei?”rinnovò il quesito la degente sempre in attesa.

“Attenta che è calda!”l’avvertì posandole la scodella sulle gambe “Forse è meglio che t’imbocchi io, sei ancora tanto debole, dovresti curare di più la tua salute sai, hai rischiato di morire!”continuò la sconosciuta senza degnarsi neppure di risponderle, come se non udisse le parole della giovane di fronte a lei.

“NON HO BISOGNO DELLA PATERNALE NON HO BISOGNO DI MANGIARE VOGLIO SOLO DIAVOLO SAPERE CHI ACCIDENTI SEI TU!”urlò certa che ora la sua voce sarebbe stata ascoltata, ma la donna dai lunghi capelli biondi continuava a fissarla negli occhi senza scomporsi minimante dopo la sua sfuriata; quest’atteggiamento non faceva altro che inviperirla di più, se avesse potuto, si sarebbe alzata e l’avrebbe schiaffeggiata o peggio, pur di vedere quel suo viso di porcellana assumere un’espressione diversa da quella che ora, difficile a crederlo, le raggelava il sangue.

“A quanto ho capito non hai ancora appetito, non c’è problema, un sonno ristoratore a volte è più che sufficiente per riprendere le forze, la tua tempra è robusta fortunatamente, perché, capisci, io non ho nessun’intenzione di fermarmi un altro giorno in questo postaccio perché tu non ti sei ripresa!”esclamò raccogliendo il mantello posto su una sedia di fronte il caminetto e avvolgendolo intorno alla sua figura sottile.

“COSA?!”disse con maggior enfasi l’altra sempre più stupita dal comportamento piuttosto bizzarro di quella donna dallo sguardo fiero.

“Buonanotte!A domani!”tagliò corto lei, chiudendo con leggerezza la porta e lasciandola con un palmo di naso.

“’Notte”mormorò perplessa la giovane ferita prima di chiudere gli occhi e d’addormentarsi cullata dal fruscio del vento.

****

“Finalmente siamo arrivati, ho una fame!”esclamò il ragazzino dagli occhi furbi, appena misero piede nella taverna.

“Tanto per cambiare!”sbuffò il mezzo demone dai lunghi capelli scarlatti.

“TACI PERVERTITO DI UN KAPPA!”brontolò l’affamato, mentre i suoi compagni di viaggio prendevano posto al tavolo indicato dall’oste.

“Stupida scimmia!”commentò l’altro scatenando ancora di più le proteste del giovane guerriero.

“FINITELA IMBECILLI!”li colpì il monaco, sfinito dai continui battibecchi tra i due.

“MA SANZO!”piagnucolò il ragazzino prima di beccarsi un’altra sonora sventagliata sulla testa dal bonzo.

“Perché non ci calmiamo?”suggerì il ragazzo alto e bruno dall’aspetto mite “Guardate ci stanno portando da bere!”disse tirando un sospiro di sollievo alla vista dell’uomo che s’avvicinava verso di loro, carico di sakè, ottimo calmante per quelle teste calde.

Ordinarono in fretta il pasto e altrettanto in fretta lo consumarono; la serata stava trascorrendo in maniera piacevole, in tutta tranquillità, come non avveniva da qualche tempo: una partita a carte, qualche battuta per far infuriare Goku, sigarette, alcool, cibo, cosa potevano desiderare di più in quell’istante?

“E quello schianto chi è?”proruppe Gojyo indicando la ragazza, l’unica donna degna di questo appellativo presente nella locanda, visto che l’altra era la moglie del taverniere e proprio una bellezza la poverina non era, bastavano quelle sopracciglia somiglianti a dei mustacchi per far perdere qualsiasi fantasia ad un uomo.

“Quale è quale?!”domandò Goku voltando la testa da una parte e dall’altra alla ricerca della fanciulla così apprezzata dal suo amico.

“Stupida scimmia!La biondina che parla con l’oste!”l’insultò il ragazzo intento a spegnere una sigaretta “Amici, buonanotte, non aspettatemi alzati!”confessò borioso, lasciando alcune pacche sulla spalle di Hakkai che sorrideva beato.

“In bocca al lupo!”gli augurò il demone con un occhio celato da una lente grigia verde mentre il suo fedele amico s’alzava dalla sedia e s’avvicinava con fare seducente verso la misteriosa creatura.

“Imbecille ricordati che domani si parte all’alba!”bofonchiò Sanzo, contraddetto dall’ennesimo comportamento dissoluto del suo compare.

‘State a vedere’ sembrava suggerire la mimica del mezzo demone ormai alle spalle della sua preda, gli era così vicino da portene riuscire a distinguere il profumo, così intenso che a Gojyo sembrò di provare un capogiro; svenimento che per poco non lo colse appena la donna dagli occhi turchesi lo degnò della sua attenzione con un cortese sorriso.

“Pare ci sia riuscito!”commentò Hakkai notando la ragazza cedere la bottiglia di vino al suo corteggiatore e facendo segno di seguirla.

“Tu dici?Allora perché quel pervertito di un kappa sta facendo tutti quei cenni?Sanzo tu lo capisci?!”l’interrogò il ragazzino dagli occhi vispi.

“Quali cenni?!”sbuffò il bonzo, prossimo all’esaurimento nervoso, accontentando la richiesta del suo ‘animaletto’.

Gli bastò udire quella risata cristallina perché i ricordi, vaghi e confusi di quel tempo, d’un tratto gli sembrassero nitidi e chiari nella loro semplicità: i giochi, le risa, la spensieratezza, come era possibile per uno come lui, vissuto sempre per ascoltare e servire ubbidiente il suo maestro di cui avrebbe preso un giorno il posto, comportarsi come il bambino che era?Un sorriso festoso e una vocetta argentina che l’invitava per un momento a dimenticarsi quel suo ruolo di erede designato, di cui tutti erano all’oscuro, ma che lei sembrava conoscere era bastato per smuoverlo dal suo fanciullesco torpore.

“A…”sospirò come colto da un’improvvisa illuminazione che il rumore della sedia caduta dietro di lui interruppe immediatamente “no, non è possibile!”scosse la testa in barba alle espressione sconcertate dei suoi seguaci; ordinò in fretta e furia un whisky e lo trangugiò senza pensarci troppo su; nel frattempo il conquistatore Gojyo ritornava alla base con l’aria da cane bastonato.

“E tu che ci fai qua?!”s’informò Goku tra una costoletta e un’altra.

“Taci stupida scimmia!”lo zittì l’altro riprendendo posto e stendendo le gambe sul tavolino causando l’ira del monaco.

“Togli questi piedi da qua!”gli ordinò, senza mezzi termini, l’uomo dai capelli dorati e dagli occhi suadenti.

“Altrimenti?!”lo sfidò il mezzo demone non proprio di buonumore per il due di picche rimediato poco prima.

“Vuoi morire?”si fece sotto Sanzo puntandogli la canna della sua West and Smith in mezzo alla fronte.

“Avanti fai fuoco se ne hai coraggio!”continuò questi reggendo lo sguardo piuttosto eloquente del suo ‘cattivo’ amico.

“Perché non ci calmiamo?”propose Hakkai intervenendo nella lite “Eravate così allegri si può sapere cosa vi è preso?Gojyo, hai per caso tentato di rimorchiare una donna sposata?”ipotizzò il più tranquillo del gruppo di Sanzo.

“Diavolo Hakkai, certo che no!Non faccio di queste cose!”si giustificò il giovane ritrovando la ragione contemporaneamente al monaco che alle parole del compagno di viaggio abbassò l’arma dal volto del demone dagli occhi scarlatti “Svoltato l’angolo proprio nel momento in cui credevo di avercela fatta mi ha colpito con una sonora sventagliata sulla testa, non ho ancora capito dove lo tenesse nascosto quel cavolo di harisen, per un momento ho creduto di trovarmi di fronte a Sanzo in gonnella!”a quell’esclamazione tanto sincera tutti scoppiarono a ridere tranne ovviamente il monaco che li salutò piuttosto pensieroso.

<>disse tra sé e sé <

  
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