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Autore: AmeliaWitch    21/03/2012    1 recensioni
Nella notte in cui Lily perde la vita Severus ripensa al loro rapporto. Ai dodici rintocchi della mezzanotte egli affida i ricordi , belli o dolorisi , che lo legheranno per sempre a lei.
[La storia ha partecipato al contest "Ci sono notti che..." indetto da Andrea S. sul forum Efp]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ci sono notti che ... non accadono mai

Voglio ringraziarre Andrea S. per aver indetto questo contest.
 Mi è piaciuto dal primo momento che l'ho visto  tanto da "costringermi"  a trovare un'idea per partecipare!
Ovviamente la mia scelta è ricaduta su un personaggio  su cui non perdo mai l'occasione di scrivere.
Meglio smetterla di blaterare. Buona lettura!


Costellazione: Freccia
Stella: Sham
Prompt: Debolezza
Accenno mitologico: mito di Prometeo



"La Mezzanotte."

.

 Primo rintocco.

Avevo otto anni quando scoprii quanto mi attirasse l’idea di te.
Per qualche tempo mi limitai ad osservarti da lontano, troppo spaventato dall’idea di avvicinarti. Io ero il cencioso bambino di Spinner’s End. Tu eri una fata.
Dietro dei cespugli incatenai il mio animo a te. Diventasti la tentazione a cui non ero capace di resistere. Non mi bastava guardarti , dovevo conoscerti. Mi mostrai a te, teso. Scappasti.
Una sera ti imbattesti in me, seduto su una panchina, fuggito dai colpi di mio padre. Stringesti la mia mano con la tua e la facesti ondeggiare, presentandoti , tu piccola, come facevano i grandi. “Io mi chiamo Lily e tu?”.

 

Secondo rintocco.

“Oggi un mago è venuto a casa. Mi ha portato questa.” Mi dicesti , mostrandomi una lettera simile alla mia. “I miei genitori hanno un po’ paura. Forse non andrò in quella scuola.” “Ma sei una strega! Digli che devi andare e che non importa quello che pensano loro.” Boccheggiai. “Severus vorrei venire ma se i miei genitori stanno male...” “Vuoi stare lontano da me!” ti incolpai ferito. “Non è vero, tu sei mio amico!” “Allora giura che verrai con me. Scapperemo se sarà necessario.” Esitasti e io scappai per nasconderti le lacrime. Quella notte insonne fu buia, come l’idea di Hogwarts senza la mia certezza: tu.

 
Terzo rintocco.

Avevo imparato a ottenere la tua ambita attenzione con piccoli tiri mancini a scapito di tua sorella. Desideravo l’ammirazione dei tuoi begli occhi. Forse quella volta esagerai. .”Petunia si arrabbierà.” ”Tranquilla , le diamo solo un’occhiata. Non verrà mai a saperlo.” ti rassicurai mentre tenevo tra le mani una lettera indirizzata a Silente. “Cosa crede di ottenere con tutte queste sciocchezze? E’ solo una babbana.” ”Severus, non parlare così di lei. È mia sorella.” Ero geloso di come proteggevi chi non ti amava abbastanza  . “È così. Lo capirai e smetterai  di interessarti a lei.” “Sei un bugiardo! Vattene!”
Non mi parlasti più fino a che non salimmo sull’espresso per Hogwarts.

 
Quarto rintocco.

La notte era bella e cosparsa di diamanti in Sala Grande. I tuoi occhi sgranati la fissavano ipnotizzati , mentre i miei divoravano il tuo viso ammaliati. Le nostre mani si stringevano forte.
Lo smistamento iniziò ma non me ne curai. Io ero felice dove ero.
“Evans.” Fu il tuo turno e io mi sentii perso. Ti vidi diventare Grifondoro. Cercai i tuoi occhi per rassicurarmi, ma tu li rivolgesti altrove.
Fui chiamato e il cappello mi mise davanti una scelta: Grifondoro o Serpeverde La rabbia mi ingannò. Volevo punirti e condannai me stesso. Divenni Serpeverde e ti vidi piangere. Capii che mi volevi ma non potevo più tornare indietro.

 
Quinto rintocco.

Il nostro primo bacio fu anche l’ultimo. In una fredda notte d’autunno del nostro quarto anno ad Hogwarts ti trovai rannicchiata sulla scala che portava ai sotterranei, con gli occhi lucidi e le guance infiammate dalla collera per l’ennesimo scherzo di Potter. Mentre eri immersa nel mio abbraccio, osai posare le mie labbra sulle tue tremanti. Frastornati ci esplorammo con l’inesperienza di chi bacia per la prima volta. Al suono del coprifuoco ci separammo. L’imbarazzo era palpabile e silenzioso. Tu mi osservasti turbata poi dovesti scappare ,io rimasi lì,immobile ed incapace di confessarti quelle parole che ,forse, avrebbero cambiato la nostra vita.

 

Sesto rintocco.

Il quadro della signora Grassa si chiuse davanti ai miei occhi. Mi avevi concesso un altro momento, nonostante la rabbia e l’umiliazione. Io lo sprecai balbettando risposte incerte alle tue domande. 
Avevo sempre creduto di amarti così tanto da non poterti fare un torto. Fui uno sciocco. Sbagliai con te più che con chiunque altro. Avrei voluto amarti invece ti allontanai da me.
Al quadro ,ormai vuoto, che ti separava da me, al corridoio umido del sotterraneo, al cuscino che assorbì tutte le mie lacrime quella notte mormorai quello che tu non avresti più voluto ascoltare: “Sei diversa perché io ti amo, Lily.”

 
Settimo rintocco.

Durante il nostro sesto anno ci evitammo come due nemici. Io avevo il cuore spezzato e tu soffrivi. Al settimo anno ,testardo ed ingenuo , ti persi tra le braccia di un altro.
Incapace di chiudere occhio quella notte passeggiai nei corridoi fino all’entrata della tua sala comune. Mi nascosi ad un rumore di passi e vidi te. Eri stretta a lui ,quello che un tempo dicevi di odiare. L’intimità dei vostri sguardi e la tua risata ,di nuovo libera e bella, mi ferirono. “Sei pazzo James Potter!” “Si, di te.” Ignari di me,osservatore straziato, rientraste nella vostra sala comune. Mentre io rimasi lì, sentendomi l’unico vero pazzo.

 
Ottavo rintocco.

Quando il marchio nero mi scavò la pelle , le mie ossa vibrarono facendomi male. Nonostante la nausea per quelle sensazioni , io mi sentivo forte e pronto a servire una causa che credevo fosse giusta.
In una battaglia ci incontrammo, combattendo su fronti opposti.  Tu assalivi i nemici, bella come un’amazzone. Quando ti imbattesti in me , ti bloccasti. Sguainammo le bacchette l’uno contro l’altra, senza intenzione di colpire. I miei occhi cercarono i tuoi , ma questi osservavano il mio marchio. Mi guardasti triste, come se io fossi la tua peggior sconfitta. Per la prima volta ti odiai, perché il tuo giudizio insinuò in me il dubbio.

 

Nono rintocco.

“Vuoi essere il mio testimone?” Ridesti. “Tuo marito  non gradirebbe un mangiamorte al  matrimonio.” Mi incupii, rivolgendo lo sguardo verso lo spicchio di luna che si intravedeva dalla mia finestra. Era la notte prima del tuo matrimonio.
Venisti da me senza timore , perché ero ancora il tuo amico, dicesti. Io ti accolsi  come se non ci fossimo mai separati, come se ci concedessimo , quella notte, di non essere nemici.
Io mi illusi, considerandoti di nuovo mia. Così alle luci dell’alba in me si rinnovò il dolore. “Non andare.” Ti pregai ma non mi ascoltasti. Con un’ultima carezza andasti incontro al tuo destino, lasciando il mio ancora più buio.

 

Decimo rintocco.

La gelosia mi aveva corroso quando ti avevo scoperta tra le braccia di Potter ma il vederti stringere al seno suo figlio mi logorò senza freno. Volevo che quel bambino fosse mio. Che fosse il frutto del nostro amore, quello che ti strappava una risata afferrandoti una ciocca di capelli, non un bimbo che in fasce ricordasse già il suo odioso padre.
Fragile e spietato disprezzai una creatura senza colpa e me la presi con te. Ti diedi della stupida per averlo messo al mondo durante la guerra e tu mi guardasti ferita. Volevi condividere la tua gioia ma io non potevo accettare che tutto quell’amore non fosse per me.

 

 Undicesimo rintocco.

“La profezia parla dei Potter.” Sibilò Voldemort e io , conscio del mio errore, mi sentii sanguinare. Avrebbe fatto del male a te. Lo supplicai di risparmiarti, incapace di capire che la perdita di tuo figlio ti avrebbe condannata comunque. Privo di fiducia nella promessa di una serpe, mi rivolsi all’unico capace di contrastarlo. Poi, insicuro, ti cercai.
Era buio quando apparisti alle mie spalle. “James pensa che sia con Harry.” In preda all’emozione di vederti e alla paura di perderti , ti strinsi “Lui vi cerca. Vi vuole morti. Scappa Lily. Adesso!” Dolorosamente mi allontanasti .“Il mio posto è qui, Severus. Ma non temere. Andrà tutto bene.” Ti sbagliavi.

 

Ultimo rintocco.

La notte è buia e senza stelle sopra la tua casa distrutta. Vi hanno tradito. Silente ha fallito e lui non ti ha risparmiata.  Ciò che mi resta di te è solo un pugno di momenti sbagliati .
Come un Prometeo egoista ho cercato di rubare il fuoco dei tuoi capelli ramati , dei tuoi occhi, della tua anima per goderne io solo. Perciò mi spetta un’eterna penitenza.
Sono stato debole per paura di non essere abbastanza e ti ho impedito di amarmi. Ma sarò forte ora ,mio sfortunato amore, per proteggere tuo figlio, l’unica scintilla che mi rimane di te. Tu però aspettami. Portato a termine il mio compito, tornerò da te.

Piccolo spazio per le comunicazioni di servizio:
Mi vorrei scusare con i lettori che seguono le mie long. Purtroppo la stesura dei capitoli va' a rilento per i mille impegni che si presentano ogni giorno. Vi assicuro comunque che porterò entrambe alla fine ... spero che mi concediate ancora la vostra pazienza. 

Grazie per aver letto fino a qui ^^ . Un abbraccio.

   
 
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