21/03/2012
0 recensioniFandom: Eyeshield 21
Personaggi: Clifford D. Louis, Donald “Mr Don” Oberman
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: Flashfic, What if? (E se…), Shonen-ai
Conteggio Parole: 387 (FiumiDiParole)
Note: 1. Scritta per lo più di notte. Non so se è ambientata prima o dopo la fine del manga XD
2. Dedicata al mio personale Mr Don ù_ù
{ Expressions ~
Don aveva sempre trovato molto triste la mancanza di partecipazione emotiva di Clifford. Lo stimava come quarterback - e anche come giocatore d'azzardo -, ma sfortunatamente lasciava molto a desiderare quando si trattava di fare compagnia.
Non che fosse stupido, era infatti un ragazzo intelligente e arguto... il suo difetto stava nel fatto che era semplicemente troppo silenzioso, e quando non giocava a carte, passava il tempo davanti al portatile a fare chissà quali ricerche.
Sapeva che Clifford era in grado di gestire qualsiasi argomento ma in certe occasioni preferiva non aprir bocca per aspettare il momento propizio per parlare.
Per Don tutto quello era... noioso. L'atteggiamento del quarterback gli metteva addosso una gran tristezza e proprio per quel motivo, da qualche tempo a quella parte, si era messo in testa di far spuntare sul volto di Clifford qualche nuova espressione... cercando ovviamente di guadagnarci in prima persona, altrimenti non ci sarebbe stato alcun divertimento.
Era stato relativamente semplice bloccare il quarterback contro il sedile della limousine la prima volta, e incoraggiato dal bagliore stupito che balenò negli occhi dell'altro, insinuò le mani sotto gli indumenti di Clifford.
All'inizio aveva tentato di scappare - forse per puro istinto -, rivolgendogli anche qualche insulto poco gentile, ma alla fine era stato in grado solo di accontentare il lineman mostrandogli senza volerlo realmente tutte le sue espressioni migliori... almeno secondo l'ottica di Don.
Era stato divertente e anche abbastanza soddisfacente - Clifford che tentava testardo di trattenere il piacere, con le labbra strette e la fronte aggrottata, era uno spettacolo più che eccitante -, e per quanto il lineman amasse concedersi ai piaceri della carne con graziose signorine, aveva trovato impossibile non cadere ancora nella necessità di vedere ancora l'altro giocatore in quelle condizioni.
Era stato più forte di lui.
Come un bisogno primario, la voglia di possedere il quarterback l'aveva spinto a cercare più volte il corpo dell'altro... senza mai però trovare una vera e propria spiegazione a quell'istinto.
Di una cosa però era certo. Quando guardava Clifford addormentato addosso al suo corpo, con un'espressione piacevolmente rilassata - era troppo stanco e 'sbattuto' per riuscire a controllassi anche in quegli istanti -, Donald non riusciva a ripetersi che l'avrebbe fatto ancora.
E quello, in fin dei conti, era in grado di rattristarlo ancor di più della mancanza di partecipazione emotiva di Clifford nella vita di tutti i giorni.