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Autore: Blainer    22/03/2012    3 recensioni
[Seblaine] Per il giorno 4 della Seblaine week ecco un cross-over con Once Upon A Time, enormemente improvvisato!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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"Ricorda che la magia ha sempre un prezzo" Tremontino era eccitato e compiaciuto di poter stipulare un nuovo contratto.

Alec roteò gli occhi seccato. "Me l'hai già detto, non fare il pappagallo". Si guardò intorno circospetto. Non voleva essere associato a un simile e sudicio individuo ma soprattutto non sarebbe dovuto trovarsi lì quella notte e rischiava molto per non essere scoperto, per questo motivo gli aveva chiesto di incontrarsi solo una volta arrivata la sera e completamente incappucciato.

"Ti ho chiesto solo se puoi farlo. Dimmi qual è questo tuo dannato prezzo"

"Una sciocchezza.. diciamo che un giorno verrò a riscuotere." esclamò con una voce acuta e squillante Tremontino, fremendo dal sadismo.

"Affare fatto. Mi darai quello che voglio?"

"Ripetimi cosa desideri.."

"Indipendenza. Voglio essere indipendente e non più sotto il giogo autoritario di mio padre, il duca. Voglio essere libero, non voglio la vita per cui sono stato destinato. Voglio essere in grado di fare quello che mi pare, senza curarmi di nessuno. Ma tutti qui conoscono il duca, quindi devi anche fare in modo che non mi riconoscano subito come suo figlio."

"Una firma qui.." Tremontino tirò fuori dal nulla una pergamena e una piuma d'oca scintillante. Il ragazzo davanti a lui senza alcuna esitazione prese la piuma e firmò il patto. La pergamena venne subitamente arrotolata e fatta di nuovo magicamente sparire.
Tremontino fece un leggero movimento delle dita e raccolse da terra, dove prima non c'erano, un elegante cappello con una piuma vistosa e un paio di stivali, porgendoli al proprio interlocutore.

"Tutto qui? E' uno scherzo?"

"Indossali, e tutto quello che hai detto sarà realtà...."




"Hai veramente fame oggi! " Emma guardò intenerita il bambino che sedeva al suo tavolo, che si stava gustando un frappuccino.
"L'operazione C.O.B.R.A. richiede tante energie! Anche tu dovresti fare colazione con più del solito caffé, ne vuoi un po'?" disse Henry, guardando con dolcezza la donna.
"Sto bene così, tranquillo" disse, sorseggiando il suo caffé, quando la sua attenzione fu colpita da un ragazzo che andava in giro tra i tavoli con delle confezioni di caramelle tra le mani Sembrava volesse venderle, ma non stava riscuotendo tanto successo.

"Scusate" il ragazzo si avvicinò al loro tavolo. Era moro di capelli, degli occhi nocciola e un curioso abbigliamento che comprendeva bretelle e papillon. Era un adolescente molto carino. "Il mio Glee Club cerca di finanziarsi per il viaggio alle Nazionali vendendo caramelle e toffee. Sarebbe grandioso se poteste contribuire" Sfoggiò un sorriso radioso, mostrando le confezioni.

"Sai una cosa, Henry? Credo che un po' di fame mi sia tornata" disse la donna, tirando fuori il portafogli e allungando una banconota al ragazzo, a cui si illuminarono gli occhi.

"W-wow! La ringrazio, è veramente gentile" disse con un'espressione stupita, porgendo la confezione e ritirando la banconota.

"Dammi pure del tu, sembri un ragazzo apposto, sono Emma"

"Blaine e.. grazie ancora" Guardò i due per poi avviarsi verso l'uscita.

"Allora.. secondo il tuo libro quello sarà una sorta di principe affacinante, vero?" Emma guardò incuriosita il bambino.

"Non proprio un principe, in realtà è un marchese." rispose con sincerità il bambino.

"Bé in effetti mi sembra troppo giovane per avere in mano le redini di un regno" ridacchiò e disse sarcastica Emma.

 "In realtà prima - si sentì un tonfo all'uscita, Blaine era caduto nei gradini all'ingresso della caffetteria - era un contadino poco di buono"




Ryley cadde nel fango per l'ennesima volta. Non riusciva mai a combinarne una buona. I suoi fratelli l'avevano abbandonato alla morte del padre. Ed era stato costretto ad andarsene, viaggiare, con l'eredità più inutile della storia un gattaccio pulcioso che aveva vestiti più raffinati dei suoi.
"Stiamo camminando da giorni, e sinceramente ormai muoio di fame. Stiamo andando da qualche parte almeno?"
Ryley tolse la faccia dal fango, guardandosi intorno per capire da dove provenisse la voce.
"Sono qui"
Il ragazzo restò con gli occhi spalancati mentre il suo gatto stava ora in piedi davanti a lui. "T-tu?"
"Datti una ripulita e alzati, ti aiuto io..."




"Blaine, sei proprio tu? Appena ti ho salutato mi sei cascato subito! Aspetta, ti do una mano" il ragazzo in giacca e cravatta aiutò quello a terra ad alzarsi e raccogliere tutte le cose che aveva fatto cadere.
"Grazie Seb" il ragazzo arrossì, guardando l'altro con uno sguardo dolce.
L'altro lo teneva a braccetto per sollevarlo, con occhi languidi e uno sguardo lascivo. "Figurati. Stai ancora lavorando? Per quanto ne hai?"
Blaine guardò le scatole "Una giornata intera credo.. se le cose continuano così. Ho venduto solo una confezione.."

"Dai qua" Sebastian prese le scatole, le rimise nella busta che Blaine portava con sé e si appropriò della busta. "Ora tu vieni con me, ce ne andiamo in giro da qualche parte."

"Ma, Seb, ti ho detto che non posso! E' davvero importante che io venda..."  il ragazzo venne interrotto dall'altro, che tirò fuori una banconota da cento e gliela mise tra le mani. 
"Fatto, ora hai la giornata libera e.. non azzardarti dirlo a nessuno".



"Che cavolo era quello? MI HAI FATTO INSEGUIRE DA UN CINGHIALE?"

Alec si leccò il pelo indifferente. "Era l'unico modo per portarlo nella mia trappola. E senza quel cinghiale saresti morto di fame, padrone."  

"Mah.. potevi almeno avvertirmi!" ribatté Ryley.

"Non serve.. mi occupo io di te.." il gatto si avvicinò, accoccolandosi sulle gambe del padrone e strofinando la sua testa sotto il suo mento.

"Dovrei avercela con te, lo sai, vero?" disse il ragazzo, cominciando ad accarezzare il gatto con la mano. Di tutta risposta ricevette delle fusa e occhiate dolci a cui non seppe resistere.





"Henry qui, ORA" Regina entrò spedita nell'ufficio dello sceriffo, un velo di visibile irritazione la circondava.
Il bambino roteò gli occhi amareggiato e raggiunse la sua madre adottiva, che rivolse a Emma un'occhiata truce.
"Signorina Swan, invece di stare con i figli degli altri perché non va a fare il suo lavoro?"

"Che intende dire?" Emma sostenne lo sguardo acido che le veniva rivolto.

"Intendo dell'aggressione avvenuta ai danni di un ragazzo che ora è all'ospedale e che probabilmente perderà un occhio" la donna prese in mano suo figlio trascinandolo e lo portò via.



Alec era terrorizzato. Continuava a correre nel bosco senza una meta. Il suo piano era andato storto. Aveva costretto Ryley a buttarsi nel lago, sapendo che sarebbe stato salvato dalle guardie del re, ma avevano perso troppo tempo e l'avevano tirato fuori tardi. Era privo di sensi? Morto annegato? Il gatto non lo sapeva. Sapeva solo che quelle non erano le sue vere intenzioni.. ma che aveva ferito l'unica persona di cui realmente gli importava.


"Non volevo fargli del male... Non era nemmeno lui che volevo colpire!" Sebastian si mise le mani nei capelli, disperato.

"Ti credo. Io lo capisco quando qualcuno vuole mentirmi. " Emma gli mise una mano sulla spalla. "Ma quello che hai fatto ha causato gravi danni"

"La prego, mi dica che si riprenderà.." 

"Questo non posso saperlo. Sentì, questa è un'aggressione, ed è un reato serio. E' una fortuna per te che non sia ancora maggiorenne, perché le conseguenze sarebbero ancora più gravi. Ti terrò in cella per un giorno, spero che tu impari a non combinare altri guai. I tuoi genitori sono già d'accordo."

"Scommetto che non vorrà più vedermi"...



"Dov'è il mio gatto?" Ryley si era appena svegliato dopo ore di sonno pesante.

"Gatto? Non c'era nessun gatto quando vi abbiamo soccorso!" Ryley si trovò davanti un ragazzo con una ampia gonna, il che lo portò a inarcare il suo sopracciglio triangolare in modo sospettoso. 

"E voi chi siete?"

"Sono il principe Eric. Mio padre è il re. Voi dovete essere il marchese di Carabas. Le grida che chiedevano di salvarvi la vita dicevano questo."

"Dicevano il vero" improvvisò, Ryley, ancora un po' stordito. "Ma siete davvero sicuri che nessuno sia venuto a cercarmi?. Il mio gatto mi avrà seguito.."

"No, nessuno è venuto a reclamarvi qui.."




"No non è venuto, e meglio così! Perché se si fa vivo io.. io! Lo mangio vivo ecco! Come ha potuto farti questo?" Kurt si alzò dalla sedia, recuperando la sua borsa a tracolla. "Comunque ora devo andare a scuola, stammi bene tesoro" Gli diede un bacio sulla guancia.

"N-non resti con me? " chiese sorpreso e un po' deluso Blaine.

"Mi dispiace, ci sono le lezioni, e poi devo andare nelle aule vuote a commiserarmi per quello che è successo. Ma dopo scuola torno, promesso" Sorrise e uscì dalla stanza d'ospedale.  




Un orco.. aveva battuto un orco. Era bastata la furbizia. E quella ne aveva da vendere. Ma probabilmente neanche quella sarebbe bastata a riconquistare la fiducia del proprio padrone. Ma doveva tentare il tutto per tutto. Se avesse realizzato i sogni di Ryley molto probabilmente sarebbe stato perdonato.
Era per quello che Alec aveva preparato tutto nel minimo dettaglio per rendere quello il castello del Marchese. 
Restò nascosto a osservare l'atto finale del suo piano: il re e Ryley che entravano e tutto che filava liscio per quest'ultimo. Ma poi accadde qualcosa di imprevisto: il re concesse al principe la mano di suo figlio..




Sebastian andò con tanta esitazione fino alla stanza di Blaine. Bussò una volta. Ricevendo l'avanti del ragazzo. Il suo cuore mortificato era colmo di fitte. 
La sua uniforme sgualcita a causa della nottata passata in bianco, nell'ufficio dello sceriffo. Appena era stato rilasciato si era diretto lì.

Blaine lo vide entrare, lo sguardo abbassato. "Chi si VEDE.." Blaine sottolineò ironicamente l'ultima parola.

"So che non mi puoi vedere - Sebastian esitò per la gaffe appena fatta - volevo dire.. ecco.. sono qui per scusarmi. E' il minimo. Blaine non volevo che accadesse niente di tutto questo." Lo guardò con gli occhi lucidi.  "Mi sento una merda per quello che ti ho fatto. Io ho pensato che.."

"NON HAI PENSATO." lo guardò male. "E' questo il problema. Non hai pensato che ho un ragazzo, come al solito hai fatto come ti pareva. Per favore... - esitò a dire quelle parole - vattene..."




"Gatto? Sei tu?"

Alec si avvicinò al letto di Ryley. 

"Sono venuto per dirti addio, padrone" il muso chino.

"Ma? Addio? Finalmente ti ho appena ritrovato..!" Ryley si alzò per andare incontro all'animale.

"Ti ho ferito.. Non merito né il tuo perdono né la tua compagnia." 

Ryley lo prese di peso, portandolo in braccio. "Tu hai reso la mia vita migliore, sei sempre stato gentile con me. Certo, hai fatto un errore ma.. ma.. io non ti permetterò di uscire dalla mia vita, d'accordo? Tu per me significhi.. tutto ecco."





Sebastian si allontanò, attanagliato dal rimpianto e si diresse verso la porta.

"Fermo, aspetta." La voce di Blaine lo fece voltare.

"Cosa c'è?" Le lacrime che gli rigavano gli occhi.

"E' stato un errore. Io ne compio sempre centomila al giorno, perché sono un imbranato. E' stato uno stramaledettissimo errore. Ma tu sei importante per me."

"Blaine..." il cuore in gola, si avvicinò per abbracciarlo, stingerlo, sentire l'odore della sua pelle e ringraziare il cielo che fosse ancora vivo.




"Lo sposerai?" Alec chiese con una puntina di gelosia nella sua voce.

"Ho altre opzioni?" disse Ryley un po' sconsolato.

"Se solo fossi ancora un ragazzo.."

"Che intendi con ancora?" 

"Non sono sempre stato un gatto. Prima ero un ragazzo. E anche molto carino se devo dire la verità. Ti sarei senz'altro piaciuto. almeno io non portavo gonne"

"Quindi è stata una magia?" Ryley lo accarezzò.

"Già... una stupida magia"

"Ci sarebbe una soluzione... - Ryley deglutì - la magia più forte di tutte.."

"N-no ma f-fai sul serio..?" 

Le loro bocche si avvicinarono per un'istante, Ryley chiuse gli occhi, e quando li riaprì aveva davanti a sé il principe più bello che avesse mai visto.



Blaine riaprì gli occhi. Non sapeva perché l'aveva fatto, non sapeva perché all'improvviso avesse sentito il bisogno di baciarlo. O meglio, lo sapeva eccome.

Sebastian lo guardò, con uno sguardo pieno di lui. Non si sarebbe mai perdonato per aver fatto del male alla persona più importante della sua vita e si ripromise che avrebbe vissuto solo per rendere felice quella persona.

Blaine gli accarezzò la guancia, abbozzando un sorriso. Sebastian chiuse gli occhi, un sorriso compiaciuto che raramente gli si vedeva in volto.

"Ehi, non mi starai facendo le fusa?" ridacchiò Blaine.

  
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