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Autore: RurRK    22/03/2012    5 recensioni
Due bambini si incontrano a Venice Beach. Lei ha 3 anni. Lui ne ha 7. Subito si odiano a morte. Ma degli avvenimenti improvvisi e la convivenza porta il loro rapporto a migliorarsi. Fino al giorno in cui si devono separare. Una promessa cambierà tutto.
Kristen è una ragazza di 17 anni. Dure perdite e un passato non troppo felice plasmano il carattere della ragazza, facendola diventare scontrosa. La sua vita cambierà quando incontrerà Robert, un ragazzo di 21 anni e il suo amico Tom. Le loro vite si intreccieranno.
Cosa succederà? Lo scoprirete solo leggendo ^^
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Venice Beach Agosto 1993

POV Robert
 “Robert dai scendi dall’auto , siamo arrivati, non fare i capricci!” Mia mamma era, come sempre dopo un lungo viaggio, esasperata dai continui lamenti di Lizzie e dei schiamazzi di Vichy. Io, l’unico zitto e riservato, ero quello preso di mira , dato che avendo 7 anni non potevo ribellarmi al loro volere. “Forza aiutatemi a scaricare le valigie” Quel santo di mio padre era l’unico che mi appoggiava in quella gabbia di matti che mi ritrovavo per famiglia. Cercava sempre di far ragionare mia mamma quando mi incolpava inutilmente ed è sempre stato il più paziente e premuroso. Era sempre calmo e pacato nonostante dovesse assistere tutti i giorni come me le litigate di tre femmine con l’argento vivo al posto del sangue.
Mentre scendevo svogliato dalla macchina sbuffai rumorosamente spostando dai miei occhi un ciuffo ribelle biondo che mi copriva la visuale.“Claudia, porta tu il mio bagaglio” quella vipera di Liz amava vedermi soffrire a causa sua, quindi mi vestiva da femmina e mi chiamava Claudia, ma qui, in questo posto di VIP pomposi e chiacchieroni come l’America, non glie lo avrei permesso. Per nulla al mondo.
“Muoviti polenta” Di nuovo la Sua voce irritante e pungente . Sbuffai,  mentre i raggi del sole mi colpivano in piena faccia bruciandomi e costringendomi ad abbassare gli occhi. Io odio il sole, l’estate e tutto ciò che riguarda il caldo, perché caldo significa sudore e costume,e io non ero di certo un campione con il fisico da urlo.
Decisi di andare ancora più piano, giusto per scatenare l’ira disastrosa della serpe. Alzai gli occhi al cielo, pensando alla mia cara e vecchia Londra, e al fresco clima che 12 mesi su 12 la attanagliava. Ma a me piaceva così. Se pensavo che sarei potuto passare un’intera estate con Tom, il mio migliore amico, passando in tutte le sale giochi della città invece di stare qui in questo postaccio ….. ahhh ! Basta, dovevo andarmene o sarei impazzito.
Sfruttai della momentanea distrazione dei miei dovuti all’ennesimo litigio tra le mie sorelle (se così potevano essere definite) e scappai. Corsi più velocemente che potevo zigzagando fra le persone intente a crogiolarsi al sole. Chi li capiva era bravo: cosa c’era di tanto divertente a stare sdraiati come dei babbei sotto il sole cocente di mezzogiorno solo per piacere alle persone? Mah …
Vedevo tutto sfuocato intorno a me, gli unici colori che percepivo erano quel giallo insistente della sabbia e del sole, e l’azzurro del mare e del cielo. Colori troppo accesi per i miei gusti, troppo caldi. Cominciavo a sentire la stanchezza mentre dietro di me sentivo le urla dei miei genitori che cercavano di raggiungermi. Le mie gambe sembravano sempre più pesanti e un dolore insistente al polpaccio costrinse il mio corpo a rallentare, anche se impercettibilmente. Avevo il fiato corto, ma non mi fermai fino a che la mia vista si appannò dallo sforzo e dalle lacrime causate dalla mia disperata mancanza di casa. Quando proprio non ce la facevo più, decisi di rallentare e nascondermi quando …

“UEEEE UEEEE” una bambinetta di circa 3 anni urlava come una sirena ai miei piedi, piegando la bocca rossa e carnosa in una smorfia di tristezza e buttando la testa all’indietro, facendo ricadere i suoi riccioli castani sulle spalle. Mancava solo un’altra urlatrice a intralciarmi la strada. Mi chinai cercando di capire cosa aveva da ululare così tanto. La sua vocetta stridula mi perforava i timpani, costringendomi a portare le mani a tapparmi le orecchie. Mi stava già antipatica .
Una volta raggiunta la sua altezza scorsi con più facilità le lacrime che copiose cadevano sulle guance arrossate. “Che succede Kiki?” Quella che doveva essere sua madre mi lanciò un’occhiataccia con i suoi occhi verdi, facendomi aggrottare le sopracciglia. Ci raggiunsero anche i miei genitori, che, senza degnarmi di uno sguardo , si inginocchiarono di fianco alla piccoletta e iniziarono a chiedere scusa. Ma scusa per cosa poi? Compresi solo quando mia madre mi chiamò in causa. “ Robert è un bambino molto cattivo – sii, certo diamo sempre la colpa a Robert, è qui per questo! – però scommetto che non l’ha fatto apposta a distruggerti il castello di sabbia!” Alzai gli occhi al cielo e scossi il capo. Tutto questo trambusto per un castello?
Vero Robert?Rivolsi uno sguardo annoiato al viso di mia madre e me ne pentii subito. I suoi occhi azzurri ,che modestamente avevo ereditato, bruciavano di rabbia e il suo viso dolce e gentile era contratto in una smorfia di rabbia. Ahia, dopo avrei sofferto molto. “ Si, si scusa non volevo” Mi rivolsi titubante alla piccoletta che, con uno sguardo assassino, decise di farmi la linguaccia. “Butto cattivo!” Quanto la odio … l’ho già detto che sembrava peggio delle mie sorelle? “ Scusatelo” accennò mio padre prendendomi per un orecchio , ma non con fare cattivo, solo come minaccia implicita “è solo che è un bambino e sta attraversando un periodo di ribellione. Possiamo dimenticare il tutto e ricominciare?Io sono Richard Pattinson e loro sono Claire, mia moglie, Lizzie e Victoria, le mie bambine, e Robert, il più piccolo e monello” Davanti a noi si erano materializzati un uomo con vicino un bambino poco più piccolo di me e la donna con la bambina, tutti sorridenti e ultra abbronzati. Americani … “ Piacere Richard, io sono Jhon e lui è Cameron il mio piccoletto. Poi ci sono Jules, la mia stupenda moglie e Kristen, la più piccola e capricciosa” (non me ne ero accorto genio!) “ Ma voi non siete americani vero? Avete uno strano accento … mhhhh Inglesi forse?” “Si esatto veniamo da Londra siamo qua per tre settimane in vacanza. Non vi dispiace se noi ci accampiamo qui vicino vero?” Mio padre era sempre pronto a fare amicizia. “Certo che no!! Accomodatevi e dimentichiamo l’accaduto” La donna sembrava simpatica, ma la piccoletta continuava a fissarmi con quei suoi occhioni verdi smeraldo con fare assassino. Mia mamma strinse la mano alla donna di nome Jules e da quel momento capii che avrei passato, mio malgrado, molto tempo con la piccola peste.

 

Okkey guys, questa è a mia prima fan fiction. Non ammazzatemi D: temo già le vostre reazioni!! T.TAnyway, spero che sia di vostro gradimento e, beh devo supporre che se siete arrivati fin qui, vi è almeno un po' piaciuta. Bene, recensite e ci sentiremo mooolto presto!! ;D
  
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