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Autore: HopelessGirl    22/03/2012    2 recensioni
Dean non era un suicida, era assolutamente di gran lunga fuori dai suoi pensieri. Finire all’Inferno, la prima volta che successe, fu per puro caso. Conseguenza di una sua scelta presa in un momento di disperazione.
Non che le altre volte fosse premeditato. Ciò avrebbe implicato che lui stava effettivamente cercando di morire. Ma non era così.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Fandom: Supernatural
Pairing: Sam/Dean
Personaggi: Sam, Dean
Rating: Giallo
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico e Malinconico.
Warning: Soft Wincest.
Words: 710
Note: Traduzione con contenuti Slash. Vagando su internet ho trovato quest’autrice che scrive one-shot sul genere Wincest di una semplicità che mi ha colpita. Spesso, molte di queste, seppur brevi e comunque scritte a mo di appunto in un blog, riflettevano chiari e nitidi alcuni miei flash riguardo i due nostri amati fratelli. Perciò l’ho contattata e ho chiesto la sua autorizzazione per poter tradurre e pubblicare in questo sito alcune delle sue opere. Ora, se lasciate qualche commentuccio sarò ben lieta di tradurglieli così che possa sapere le vostre opinioni al riguardo.
Per quanto riguarda il tema trattato posso semplicemente dire che la versione Dean-indifferente-alla-morte la conosciamo tutti, e tutti un po’ gioiamo della preoccupazione di Sammy.

Disclaimer: I personaggi non appartengono ne a me ne alla vera autrice di questa storia, e questa è un’opera di fantasia senza alcun fine di lucro.

 

 

 

 

.be my escape

 

 

 

 

«Dannazione, Dean?» Gridò Sam. «Stai cercando di farti ammazzare?»

 

Dean non era un suicida, era assolutamente di gran lunga fuori dai suoi pensieri. Finire all’Inferno, la prima volta che successe, fu  per puro caso. Conseguenza di una sua scelta presa in un momento di disperazione.

 

Non che le altre volte fosse premeditato. Ciò avrebbe implicato che lui stava effettivamente cercando di morire. Ma non era così.

 

Ad ogni modo, non aveva davvero visto quella cosa piombargli addosso finché non gli era arrivata a pochi passi di distanza, e, ingenuamente, non sapeva bene che cosa stava provando fino a quando lo spirito non aveva iniziato ad urlare e bruciare, per poi svanire in un ultimo agghiacciante grido. Seguito immediatamente dall’immagine di Sam che gli urlava qualcosa di incomprensibile .

 

Dean sapeva che si trattava di frasi come «Stai bene?» o un più incazzato «Sei impazzito?», ma Dean semplicemente non riusciva a metabolizzarlo. Tutta la sua mente ronzava, girava, vorticava senza controllo, in quanto ricordava distintamente di aver pensato “Oh... spero sia finita.” quando si era trovato sul punto di morire. Era diventato un tema ricorrente, una sorta di mantra.

 

Che modo assurdo di andarsene.

 

Quindi è così che morirò.

 

Spero che Sammy starà bene.

 

Oh, pazienza.

 

Oh, bene.

 

Oh, beh...

 

Lui non voleva morire. Non voleva. Semplicemente... non gli importava se prima o dopo sarebbe accaduto.

 

Il che era totalmente differente rispetto al desiderio, alla brama di morire. Era semplice indifferenza, nessuna sorta di condotta suicida. Non che Sam sembrasse essere in grado di cogliere quel sottile filo di differenza.

 

Dean si sentiva stanco - troppo stanco per spiegare, ad ogni modo- e non rispose. Sam interruppe il suo borbottio infuriato e guardò seriamente Dean, e tutta la rabbia e la frustrazione semplicemente fluirono via dal suo corpo. Il minore puntò i suoi occhi in quelli di Dean, e nel suo sguardo c’era troppo, decisamente troppo, di un qualcosa al quale Dean non era in grado di dare un nome. Sam mosse debolmente la mano, come intenzionato a sfiorare la spalla del maggiore, per poi lasciarla cadere inerme su un fianco.

 

«Cristo, Dean.»

 

«Beh, Non penso che lui abbia qualcosa a che fare con tutta questa storia.» Era pessima, ma era l’unica cosa che gli era venuta in mente, del resto Sam voleva avere questa conversazione allo stesso disperato modo in cui lui non voleva doversi trovare obbligato ad affrontarla. 

 

«Chiudi quella fottuta bocca.» Esalò Sam avvicinandosi con decisione al corpo del fratello, afferrando saldamente il braccio di Dean così da tenerlo con forza vicino a se, impedendogli di allontanarsi, o sfuggire alla presa del suo piccolo fratellino.

 

«Non puoi... non puoi fare così, Dean. Non puoi volere sul serio che queste cose ti uccidano. Tu...» Si leccò le labbra e Dean avrebbe voluto gridargli “Per favore, te lo scongiuro..” anche se non era sicuro del motivo per il quale lo stesse implorando. «Non puoi lasciarmi. Non adesso. Non prima che io...» Iniziò Sam prendendo un profondo respiro e, tenendogli saldamente il viso con una mano, premette le sue labbra con forza contro quelle di Dean. Unì prepotentemente i loro respiri in uno solo, in un bacio che aveva un sapore un po’ troppo simile a quello della birra.

 

Pochi istanti dopo Sam lo allontanò da se, ma solo il necessario da impedire a se stesso di baciarlo di nuovo e più intensamente, e sospirò «Devi sapere che io non posso farcela senza di te, Dean. Semplicemente non ce la faccio.» Gemette poggiando la fronte contro quella dell’altro.

 

Il maggiore si sentì travolgere dalla sensazione di essere finalmente riuscito a trovare casa, lì, al sicuro fra le braccia di suo fratello, e non poté fare a meno di chiedersi come aveva potuto solo pensare di abbandonare tutto questo, abbandonare Sam. L’idea di essersi comportato come il più merdoso fratello al mondo lo torturò, quasi quanto la consapevolezza di essersi reso conto, solo nell’attimo in cui Sam lo aveva baciato, di quello a cui stava rinunciando. Ma ormai il gioco era fatto.

 

Dean non era sicuro di come trasmettere tutti quei sentimenti tormentati a Sam, così si accontentò di ridere silenziosamente, quasi impercettibilmente contro le labbra del suo fratellino, del suo Sammy,  borbottando poi un debole e arrendevole «Sì, Sammy, lo so.»

  
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