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Autore: xXx_Whatsername    22/03/2012    4 recensioni
« Domani mi sposo, che tu venga alla cerimonia o meno, che la cosa ti renda felice oppure no io domani mi sposerò e sai benissimo che non c'è niente che mi farà cambiare idea.»
Aprì gli occhi, lo guardò dritto ed esaminò ogni centimetro del viso di Gilbert, ogni sfumatura rossastra presente nei suoi occhi indiscreti, la piega triste delle labbra ruvide e secche da cui anno dopo anno aveva sempre sentito uscire quella voce sgraziata che le era stata sempre vicina. Gli occhi di lei si velarono di un sentimento vergognoso e nonostate questo puntò il dito verso la porta cercando di apparire decisa quando in realtà non lo era affatto.
« Vattene via.»
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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dsdsadas
I Don't Love You.

« Quindi hai deciso. »
« Era già tutto deciso e tu lo sai.»
« Non dire cazzate. Non era deciso un diavolo di niente e non hai deciso ancora adesso. Lo vedo, te lo leggo negli occhi.  Dopo tutto questo tempo ho imparato a riconoscere quando fingi.»
« E allora ti consiglio di stare con me più tempo perché sei totalmente fuori strada. Sono sincera e seria. Ho deciso.»
« Vorrei tanto stare più tempo con te, ma tu lo impedisci, sempre. Eppure so' perfettamente quello che vuoi davvero.»

Elizabeta e Gilbert si guardarono, gelidi, nessuno dei due voleva lasciare che alcuna emozione riuscisse a uscire fuori da i loro occhi o dalle loro bocche.
Ma l' aria che respiravano era pesante, dolorosa e tagliente alla stessa maniera. Se non fossero stati così orgogliosi, probabilmente quell' aria li avrebbe fatti cedere.
La magiara non sapeva come rispondere all' ultima provocazione del prussiano, eppure lei era una di quelle donne sempre con la risposta pronta.
La verità era che Gilbert aveva ragione. Ma quello lei non l' avrebbe ammesso neppure sotto tortura neanche a se' stessa, figurarsi al ragazzo che le stava davanti.
Elizabeta prese un respiro, chiuse gli occhi per mettere in ordine i pensieri e lanciò un ordine, duro, quasi fatale.

« Domani mi sposo, che tu venga alla cerimonia o meno, che la cosa ti renda felice oppure no io domani mi sposerò e sai benissimo che non c'è niente che mi farà cambiare idea.»
Aprì gli occhi, lo guardò dritto ed esaminò ogni centimetro del viso di Gilbert, ogni sfumatura rossastra presente nei suoi occhi indiscreti, la piega triste delle labbra ruvide e secche da cui anno dopo anno aveva sempre sentito uscire quella voce sgraziata che le era stata sempre vicina. Gli occhi di lei si velarono di un sentimento vergognoso e nonostate questo puntò il dito verso la porta cercando di apparire decisa quando in realtà non lo era affatto.
« Vattene via.»

L' albino non ebbe alcuna reazione evidente, ma dentro di lui si sentì morire.
Parola dopo parola la vedeva sempre più lontana, più persa, meno sua. Eppure, quel dannato orgoglio, quel sentimento stupido ed irrazionale gli impediva di poter fare qualcosa di buono, di necessario.
Avrebbe voluto piangere e invece si ritrovò a ridere sguaiatamente, in modo incontrollato, per poi finire a bruciare gli occhi verde prato di lei con i suoi così rossi e distruttori.
« Tu credi che tenterò di restare vero? Di convincerti a farmi rimanere.»
Elizabeta lo guardò dura, senza lasciare intendere che era esattamente ciò che pensava e quello che desiderava. Avrebbe voluto vederlo piangere per davvero. Sentirlo supplicare di essere sua, di non andare, di non lasciarlo. E invece tutto ciò che aveva ottenuto da lui era stata una stupida discussione, frasi che non volevano dire niente di concreto, sui quali significati si poteva solo provare a immaginare. Non gli aveva chiesto di stare con lui, non lo aveva fatto apertamente e non credeva neppure che fosse intenzionato a farlo.
No, anzi, ne era sicura, non l' avrebbe supplicata.
Era evidente dalle sue parole e dai suoi sguardi così pieni di superbia, odio e disprezzo, lei non sapeva ne' per chi ne' per cosa.
O forse lo sapeva e semplicemente non voleva capirlo che erano tutti per lei quei sentimenti negativi, che stonavano nell' aria che si sarebbe dovuta respirare la sera prima di un matrimonio, erano solo e soltanto per lei.
« Non farò nulla di tutto questo.» Continuò Gilbert, assetato di pianti e scuse che non arrivavano. « Non ti chiederò di restare con me. Non ti chiederò neanche di farmi rimanere, non ti chiederò assolutamente niente. Me ne andrò. E domani, stanne certa, non sarò in mezzo a tutti quegli idioti a piangere, felice per te. Non piangerò affatto domani. Domani l' unica cosa che farò sarà evitare di pensare a te, a quello che fai, a come ti stai mandando da sola in rovina. Domani non ti amerò nemmeno più quanto ti ho amata ieri. Domani tu non sarai più niente.»

Al prussiano tremava la voce per la rabbia, ma Eilzabeta non volle cedere, non poteva cedere.
Eppure, in quel momento si sarebbe volentieri gettata a terra a piangere.
Cosa stava facendo? Cosa stava lasciando? Cosa aveva già perso?
« Vattene allora. Non m' importa.» Mentiva, mentiva spudoratamente sia a lui che a se' stessa. « Io non ti amo e visto che non mi ami neppure tu non capisco cosa parliamo a fare.»
Bugia.
Lei lo amava, lo amava accome, lo amava più di ogni altra cosa al mondo. Ma vallo ad accettare, vallo a dire a tutti, a dire a lui. No, Elizabeta preferiva soffocarlo quel sentimento, farlo morire, ammazzarlo con l' auto-convincimento e dimenticarsi di averlo fatto.
Ma si può dimenticare quello che ti ha spinto ad affrontare la giornata per tanto, tanto tempo? Si possono dimenticare interi anni di vita? Intere adolescenze?
Lei sperava di sì, ed era convinta di no.
Ma ci avrebbe provato.
E ci avrebbe provato anche Gilbert a dimenticarla. A non amarsi più, si sarebbero messi d' impegno entrambi, con tutte le loro forze.
Il loro amore era qualcosa di ieri, non si sarebbero mai più amati come avevano fatto durante quegli anni, così intensamente da far sembrare che si odiassero follemente; quell' amore prepotente, immaturo, sciocco, sarebbe svanito, rimasto solo un ricordo.
Non si sarebbero più amati come avevano fatto prima.
Anche se si fossero innamorati di nuovo.
Gilbert lo sapeva mentre usciva dalla casa dell' ungherese sbattendo le porte, scappando via a passo veloce: se si fossero innamorati di nuovo, se si fossero ritrovati di nuovo ad abbracciarsi, a baciarsi intensamente come se ne avessero bisogno tanto quanto l' aria che respiravano di certo non sarebbe stato lo stesso amore che li aveva travolti per tutti quegli anni.
Non sarebbe più stata una cosa innocente, pura e semplice come lo era stata per anni fino a quel giorno, una cosa così naturale che non ci avevano fatto neanche caso.
Sarebbe stato un amore pieno di rimorso, rabbia e rancore, un amore terribilmente negativo per tutti.
E mentre Elizabeta piangeva seduta per terra e Gilbert cercava rifugio per le sue lacrime fra gli alberi di una foresta sconosciuta tutti e due si erano innamorati di nuovo, perdutamente, l' uno dell' altra.
Anche se non si sarebbero mai amati come si erano amati fino a ieri.



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Angolo Autrice:

E niente, scrivo cose tristi perché sono triste anche io.
Il titolo è un link per una canzone dei My Chemical Romance da cui prende il
nome la shot. GilbertXElizabeta perché mi andava e perchè sono una delle mie
OTP.
Non so' che scrivere, sto scrivendo un mucchio di frasi sconnesse.
Uff.



  
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