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Autore: CillyScarlet    23/03/2012    4 recensioni
Non era un segreto che stesse morendo e si sarebbe fatto ammazzare se non avesse potuto passare questi ultimi istanti con lei. Ma tutti, inconsciamente, sapevano che Anko si sarebbe sentita un po' meglio se avessero continuato a combattere in modo da donarle quegli ultimi minuti bagnati d'acqua e sangue in compagnia del suo “quasi-amante”
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anko Mitarashi, Kakashi Hatake
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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“Lo sai, non mi sono mai sposata,” disse Anko, seguita da un suono che poteva dirsi un mix tra una risata e un colpo di tosse. “Quindi il mio funerale dovrà essere dannatamente bello, Kakashi Hatake.” Kakashi, la osservava dal punto in cui era seduto, annuì e tento di respingere le lacrime che sicuramente l'avrebbero fatta infuriare.

“Okay,” replicò con voce rauca “Allora cosa vuoi?”

“Un sacco di rose,” rispose lei, con lo sguardo rivolto al grigio e piovoso cielo. “di quelle bianche. Sono sempre state le mie preferite.”

“Posso farlo,” replicò Kakashi, tossendo per nascondere un gemito, un lamento, un qualcosa che comunque stava cercando di uscire, di scappare.

Entrambi gli shinobi sembravano non curarsi della battaglia che stava avendo luogo attorno a loro, ma non potevano permettersi questo tipo di lusso per molto tempo, a causa degli altri guerrieri di konoha che stavano fiancheggiando il nemico poco distante da loro. Il jounin in questione sapeva bene che questa sarebbe stata l'ultima opportunita per darle il suo ultimo regalo. Non era un segreto che stesse morendo e si sarebbe fatto ammazzare se non avesse potuto passare questi ultimi istanti con lei. Ma tutti, inconsciamente, sapevano che Anko si sarebbe sentita un po' meglio se avessero continuato a combattere in modo da donarle quegli ultimi minuti bagnati d'acqua e sangue in compagnia del suo “quasi-amante

“Non ho ancora finito,” insistette la giovane, la sua voce si faceva sempre più affaticata “voglio essere vestita di bianco. Forse addirittura un vestito da sposa. di satin. Perché no?”

“Perché no?” ripetè kakashi d'accordo.

“Ma fai in modo che mi copra quello stupido segno maledetto. Non voglio che la gente mi ricordi per quello.”

“Certo”

“Non essere accondiscendente con me, Hatake” lo ammonì la ragazza, la sua voce si faceva sempre più debole. “Questo è quello che voglio al mio ultimo saluto o darò la caccia al tuo culo per sempre.”

Kakashi rise – ma quella battuta rese ancora più difficile cercare di trattenere le lacrime.

“Non preoccuparti,” disse “Sto prendendo appunti mentalmente. Tutto sarà esattamente come tu vuoi che sia.”

“Bene. E sarà meglio che ci siano delle perle. Voglio indossare una collana di perle.”

“Perle. Okay.”

“E per il funerale... non voglio che sia come quello del terzo. Non voglio tutta quella tristezza.”

Il primo pensiero di Kakashi fu una sorta di strana indignazione nei confronti di Anko. Ovviamente sarà triste! Non solo perché konoha sta perdendo uno dei jounin più esperti e determinati prima ancora che avesse la possibilità di addestrare un proprio team, ma stava perdendo una ragazza sempre sorridente, arguta, bellissima, una ragazza che era sempre stata la prima a buttarsi in ogni sfida e l'ultima ad abbandonare. Konoha stava perdendo Anko.

Lui stava perdendo Anko.

“Anko?” domandò improvvasamente Kakashi, prima ancora che potesse ragionarci su.

Lo guardò, con un'espressione interrogativa, giusto per provare che lo stesse ascoltando.

“Mi sposerai?” sbottò

Gli occhi ormai socchiusi della ragazza si spalancarono improvvasimanete, nonostante tutto il dolore che stava provando.

“A che gioco stai giocando?” domandò duramente. “non sono stupida. Tra cinque minuti sarò morta. Sarà meglio che non sia quella roba di psicologia inversa per cercare diconvincermi che sto bene, che non sto morendo.”

“Non è così.” promise Kakashi, degluttendo sonoramente. “è solo... che se devo proprio vederti in una bara voglio che almeno tu abbia un anello di diamanti al dito. Un anello che ti avrò regalato io.”

Anko sentì di perdere un po' di padronanza di se stessa.

“Fai sul serio, giusto?” bisbigliò. “Allora perché non ne me ne metti uno al dito prima che chiudano il feretro? In quel momento non mi interesserà più.”

“Non avrebbe nessun senso così,” replicò Kakashi “Io voglio sentirti dire di sì. Voglio che quando la gente ti guarderà dica 'quella è la fidanzata di Kakashi Hatake'. E io saprò cosa intendevi quando hai lasciato questo mondo amando me e solo me. Allora rispondi... mi sposerai?”

Tutta la spavalderia e l'orgoglio della jounin scomparvero completamente. Tirò su col naso mentre una lacrima scese sul suo viso per mischiarsi alla pioggia che ancora batteva inesorabile.

“Sì. Accetto. Voglio essere la tua fidanzata.”

“Non lo dici tanto per?” le chiese guardandola severo.

“A questo punto non sprecherei un solo respiro per dire qualcosa che non penso,” rispose la kunoichi “ non ne ho a sufficienza. Voglio davvero sposarti.”

“Questo è quello che volevo sentire,” replicò baciandole la fronte.

Le labbra le tremarono visibilmente quando afferrò con più fermezza il giubbotto del fidanzato.

“Kakashi, ho paura,” sospirò “ Stringimi.”

“Ti sto stringendo, piccola,” rispose, mentre cercava di tirarla più su; ella sentiva vividamente il caldo respiro di lui scontrarsi contro la sua guancia. “Ti stringerò per il resto della vita. Questa è una promessa.”

Anko abbozzò un sorriso prima di fare una smorfia di dolore e abbassare la testa.

“Fa freddo. Perché ho così paura?” domandò “Credevo fosse facile andarsene. Se tutto finisce qui, sul campo di battaglia, non devi tornare indietro e camminare in mezzo ai cadaveri dei tuoi amici. C'è stato un periodo in cui credevo di non voler sopravvivere. Allora perché ho così paura? Non dovrei.”

“Non c'è vergogna nell'avere paura di ciò che non si conosce,” sussurrò Kakashi mentre con la mano le spostava dal viso ciocche fradice di capelli “Ma è più facile se cedi – dicono. Quindi, anche lentamente, arrenditi.”

“Non mi arrenderò mai.”

“C'è sempre una prima volta,” le assicurò Kakashi “Respira profondamenta e sdraiati. Io non vado da nessuna parte.”

“Me lo prometti?”

“Te lo prometto.”

Kakashi cullava lentamente Anko. C'è sempre una prima volta, realizzò. Lei si stava arrendendo per la prima volta. E lui si era buttato a capofitto nell'amore per la prima volta.

“Sai, Kakashi?” sussurrò “Credo che un pochino avrei potuto amarti.”

La prima volta che sentì quelle parole che avrebbe voluto sentir dire da qualcuno – da lei – per tutta la vita.

“Ti amo anch'io, Anko.”

Kakashi la sentì rilassarsi per poi andarsene tra le sue braccia, aveva un piccolo sorriso che le illuminava le labbra che presto avrebbero perso il loro calore. Così com'era seduto e intorpidito, il suo cervello si riempì di domande. Chi l'avrebbe portata via? Come avrebbe raccontato la storia? Ma soprattutto... come avrebbe potuto vivere senza di lei?

Ma era ancora troppo presto perché potesse dare una risposta alle domande che si era posto. Una sola e semplice promessa eccheggiava nella sua mente:

Un vestito da sposa bianco, di satin con delle perle. Un anello di diamanti. E rose – moltissime rose...

 

  
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