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Autore: Steven Uchiha98    23/03/2012    1 recensioni
21/03/2033, siamo alla fine della III Guerra Mondiale tra USA e UIRE (Unione Imperi Russo-Europei). Mark è un soldato che vede la pace come una "mancanza di guerra", ma nonostante questo è più che deciso a raggiungerla, spinto dal desiderio di aiutare l'umanità il più possibile con l'Amore negatogli dall'adolescenza. Durante una delle Battaglie decisive incontrerà la causa di tutto questo, una sorta di reincarnazione dell'Odio, ma giustificata ossessivamente, e forse non inutilmente, dal protagonista...
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una Vita all'Amore, una Vita all'Odio...


21/03/20xx, Washington, 2 km a sud della Casa Bianca.

Siamo barricati in trincea. Il nostro spazio aereo occupato. Nemici ovunque. Munizioni scarse. Ma siamo ancora in piedi: la precisione dei cecchini alleati ci permette di far economia sui proiettili, mentre si ricorre anche ai razzi per tirare giù quella dannata fanteria americana. Crollato questo avamposto, avremo la strada spianata per prendere la Casa Bianca e così avvicinarci sempre più al nostro obbiettivo primario: la terminazione dell'Impero "democratico" USA. Non so come l'Italia riuscì a staccarsi da tutto, formare alleanze con la Russia e liberarsi dello strapotere Nato. E ora siamo a un passo dalla fine, nel vero senso della parola, sia essa positiva o negativa, perché questa fortezza è davvero inespugnabile! Ma siamo ancora in piedi.

Sono teso, molto teso: non sbaglio un colpo, nessun proiettile vola inutilmente; in fondo sono Generale dell'Esercito non certo per raccomandazione. Io sono uno di quei governatori che assistono i loro cittadini in prima persona, sul campo, e in questo caso, in mezzo alle esplosioni. Nonostante sia circondato dalla morte, anche se i miei uomini spediscono nell'Ade decine e decine di vite, sono fermamente convinto che la pace possa esistere, ma solo come "mancanza di guerra". Ma mentre mi perdo in riflessioni un colpo mi prende alla spalla: è entrato nella pelle...mi accascio e urlo il nome del medico, che ansimante mi cura magistralmente la ferita, levando il proiettile con estrema precisione e fermando tempisticamente l'emorragia. Faccio per riprendere il fucile per iniziare ancora a seminare morte gratuita quando vengo attratto da una luce...

E' strana, ma ammaliante, non riesco a trattenermi: chiedo fuoco di copertura e corro verso quella moltitudine di arbusti facendo attenzione a non far rumore. Una sagoma è avvolta dalle fiamme; riconosco la fisionomia, e subito vengo preso dai sensi di colpa: "Cosa è successo? E' davvero...lei? E perché qui?" sussulto, l'istinto preme per levarla da quel fuoco, ma non soffre. Un repentino giro del corpo e inizio a sudare freddo: mi ha visto?

"Tu..."-sussurra-"Ma sì, finalmente sei arrivato. Fatti avanti Mark, vieni fuori." una voce fredda, ma nello stesso tempo leggermente derisoria, come se sapesse già perché sono qui e cosa il destino ci riserverà. Avanzo con il fucile in mano, il sudore che scivola dalle mani tremanti minaccia di farmi mollare la presa sull'arma: ho paura, per la prima volta: prosegue con il suo discorso, con un distacco a cui mi ero abituato, nelle serate in chat tentando di risolvere le questioni di coppia.
"E così ce l'hai quasi fatta. Il tuo grande sogno si è quasi realizzato: gli USA verranno presto schiacciati dalla vostra potenza. Sono stupita, avevi solo 14 anni quando mi hai confessato il tuo grande obbiettivo...Ti ho più volte ripetuto di crescere, di piantarla di fare il bambino, eppure hai continuato." le sue parole come filo spinato mi dilaniano dalla pelle fino al cuore, in un dolore che ossessivamente giustifico, come se il mio interlocutore non fosse la donna che ho sempre amato e dalla quale ho sempre ricevuto frecce avvelenate, al posto delle parole. 
"Eppure eccoti qui"-prosegue dopo una pausa, per osservare la mia reazione-"Che tremi...ma non è il freddo: sono io vero?"

Non rispondo. Sono paralizzato dal conflitto della mia parte rassegnata al destino contro quella che ancora vede una speranza. Non la riconosco più. Lei avverte questo mio subbuglio dell'animo, lo desidera, e lo alimenta. Le sfugge una risatina. Quasi prevedo le sue prossime parole, ma non sarò mai preparato ai suoi fendenti immateriali, ma altrettanto dolorosi.
"E' sempre così: anche l'uomo più infame si piega davanti a una donna. Tutti hanno un lato romantico, per quanto represso, nonché il più debole...altro che virilità, altro che essere uomini!" ora la sua voce sembra modulata apposta per accendere una polemica. Sta perdendo il controllo? No, anzi: è più calma che mai, e parla con parole che non avrei mai immaginato di sentire da lei, nonostante le nostre numerose liti...
"Se penso..."-ora riprende la compostezza di prima, per non attirare l'attenzione-"Se penso che anch'io stavo per cadere nella trappola dell'amore...Stavo per crederci anch'io sai? Stavi per piacermi, mi convincevo piano piano che forse l'amore avrebbe potuto davvero superare tutto. Ma mi hai aperto gli occhi, mi hai fatto capire l'importanza dell'odio e in più hai aumentato la mia fiducia in esso. E tu Mark? Dove sei arrivato con il tuo amore? Hai sbriciolato piano piano il tuo interesse per il sesso femminile, non hai più fatto niente con nessuna, pur di rimanermi fedele...solo amiche, mi promettevi. In effetti così è stato, per una volta hai mantenuto ciò che hai detto. Mentre il tuo cuore moriva, sei arrivato fin qui, a realizzare ciò che l'altra parte di te desiderava. Ma c'è ancora un ostacolo davanti a te, probabilmente più ostico della guerra...come va?"

Le punto il fucile, tolta la sicura: ormai ho capito.
"Sì, lo ammetto: sono io il grande capo che cerchi. Io governo gli USA!" segue una risata raggelante, ma umana: la risata di una ragazza che, per non soffrire per amore, incatenò il suo cuore e lo soggiogò al sentimento che più gli è affine e allo stesso tempo avversario. Non posso sparare, non riesco, e soprattutto Non Voglio. Mentre esito sull'imminente mossa da dietro la pira compare un'altra figura: mi punta addosso il fucile. Spara; in un momento mi trovo in ginocchio, mentre lei si avvicina...la vista piano piano si oscura...è la fine...

No. Non finisce così! Con un colpo di reni e con tanta, tanta forza d'animo mi alzo e mi avvicino verso la ragazza, la Mia ragazza: mi appoggio alle sue spalle, e tutto torna improvvisamente come prima. Le mie labbra sanguninanti incontrano le sue, ritroviamo la sintonia a lungo cercata ma mai trovata, ma destinata ad essere mantenuta in eterno. Lei ci sta, mi abbraccia, e partecipa del mio bacio, sapendo che sarà l'ultimo, almeno da vivi. Alla fine cado, i ginocchi si sciolgono, ecco i miei ultimi secondi di vita, queste ultime immagini mi paiono illusioni, ma sono reali: Minerva mi sfila l'anello dal dito, mi toglie il ciondolo e li indossa. Il mio legame è passato a lei, segno di un Amore destinato alla rovina terrestre, ma alla felicità nel prossimo regno dell'Ade...

   
 
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