Sei cambiata!
Scesi dall’aereo tutta intorpidita ma almeno il mio mostriciattolo era contento… Pensandoci era la prima volta che portavo Nadja a Roma e ce ne era voluto di tempo, mio fratello mi aveva rotto talmente tanto l’anima che alla fine avevo ceduto e avevo prenotato i biglietti. Il trolley rosso pesava e non riuscivo quasi a trasportarlo meno male che avevo intravisto la testa nera e riccioluta di mio fratello
-Franci siamo quiii!!!!- Gridai, ma non mi resi conto che mia figlia era letteralmente piombata addosso a Francesco il quale l’aveva presa e messa per aria
-Zioooooooooooo!!!!!!!!!!!! Mi sei mancatooo!!!!- Aveva gridato Nadja –Mostro mi sei mancata anche tu!!!- Ormai era un abitudine: da quando era nata, cioè tre anni fa, non l’aveva mai chiamata per nome, ma solo mostro; ovviamente era per scherzo perché si vedeva lontano un miglio che gli voleva un bene infinito, certe volte ne ero pure gelosa visto che prima il nostro rapporto era fatto di calci, pugni e lotte pomeridiane sul letto dei nostri genitori. Certe volte mi mancavano quei giochi, ma poi ripensando al dolore che mi procuravano lasciavo perdere e mi godevo la mia scellerata, anormale e pazza vita con il sorriso sulle labbra.
-Ehi smy non si saluta più il proprio fratello maggiore??-disse col sorriso radioso mentre lasciavo cadere la borsa e gli saltavo al collo –Mi sei mancato Francesco!!- Dissi con un filo di voce, rivederlo mi faceva sempre la stessa sensazione: mi veniva da piangere; -Anche tu Claudia- restammo abbracciati per un po’ fino a quando non decidemmo che era tardi e ci avviammo verso la sua macchina, tra me e lui ci sono cinque anni di differenza; mi misi a fissarlo: alto un metro e settanta spalle larghe e muscolose addominali ben scolpiti come del resto tutti i suoi muscoli messi in risalto dalla maglia a mani corta blu scuro e i pantaloni lunghi fino al ginocchio marrone scuro. La Scirocco nera era parcheggiata a 15 minuti dall’uscita di Ciampino, brillante meglio di un diamante, tiene più alla sua macchina che a se stesso. Mi rimisi a guardarlo dopo aver fatto salire Nadja dietro e averle allacciato la cintura, e lui se ne accorse –Perché mi stai fissando in questo modo?- Mi chiese mentre montava alla guida –Come fai a diventare sempre più figo? Se non fossi mio fratello ci proverei!!- Dissi sconsolata salendo anche io; lui mi fisso scuotè la testa e mise in moto –Credo che la Francia ti faccia seriamente male!!- Disse con un sorriso ironico. Io scoppiai in una fragorosa risata –Forse hai ragione tu!- Risposi.
Nadja si era addormentata in macchina cosi la presi e la stesi sul letto matrimoniale in cui avremmo dormito, nella stanza degli ospiti dell’appartamento di mio fratello: cioè la casa di mia nonna paterna morta da due anni. Erano le otto e mezza decisi di andarmi a mettere il pigiama. Aveva tutto rimodernato da quando aveva avuto il permesso di abitarci da parte dei miei zii, era totalmente diversa da quando ci abitavo, eh già abitavo in quella casa dal lungo corridoio con tre camere da letto, due bagni, una cucina e un salone, uno studio e due balconi. E ora non c’erano più tutti quei mobili vecchi pieni di spigoli, le credenze con quei pompon verdi cagarella attaccati alle chiavi; ma un divano nuovo di divani e divani un tavolo rettangolare da sei, la cucina era nuova di zecca e anche i bagni erano cambiati; la sola cosa che non era cambiata era quell’odioso pavimento di marmo, ma a parte questo unico intoppo mi piaceva molto aveva gusto per certe cose. Sorrisi amaramente pensando a quei momenti e mi diressi nel bagno. Finito di sciacquarmi diedi la buona notte a Francesco e andai sotto le coperte a dormire.