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Autore: li wei    21/10/2006    2 recensioni
Garnet ha perso suo padre da poco..a Lindblum troverà suo zio, una città in festa, e forse...qualcosa o qualcuno che la renderà felice..
Genere: Romantico, Malinconico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole di quella mattina non era ancora caldo, ma a lei quel tenue venticello che la infreddoliva sembrava decisamente rilassante.
Le spalle scoperte apprezzavano il leggero solletichio provocato dalle ciocche dei capelli, mossi dalla brezza, mentre gli occhi si crogiolavano alla vista dell’interminabile orizzonte.
Dall’alto di quel belvedere poteva chiaramente vedere l’ampia pianura sottostante ed il mare, che si estendeva verso chissà quali spiagge.
Ogni volta che tornava a Lindblum, da suo zio, non poteva trattenersi dal salire lì in cima ad ammirare il paesaggio e lasciarsi emozionare dalla comparsa di un coniglietto dall’altro lato della lente del grande telescopio.
Sapeva bene di essere ancora una bambina, ma questo di certo non le pesava, poteva continuare a essere spensierata e a godersi quei suoi momenti di pace.
Certo quella donna autoritaria di sua madre la teneva in riga, ma delle poche libertà concesse, Garnet sapeva come farne buon uso.
“Che spettacolo” pensò mentre avvicinava l’occhio destro alla piccola feritoia che conteneva la lente, socchiudendo leggermente l’altro.
Intanto con una mano modificava l’inclinazione del suo strumento preferito, mentre con l’altra teneva nel pugno, stretto stretto, il pendente che portava al collo.
La sua attenzione cadde sulla guardia che stava alla porta di accesso della città.
Era molto composto e immobile, in modo assolutamente innaturale.
Visto così, dall’alto, sembrava solo un punto colorato disegnato sulla montagna, non di certo un uomo.
I suoi zii sarebbero stati felici di sapere che le guardie svolgevano il loro lavoro con grande serietà e dedizione, ma questa figura immobile sembrava più inquietante che intimidente, una lieve differenza fondamentale.
Non aveva voglia di indugiare ancora su quella figura così statica.
Aveva voglia di vedere cose in movimento, si, era già lei abbastanza bloccata in quel posto per tutti.
Spostò il telescopio verso la Porta Sud.
Qualche nave sarebbe passata, con le sue vele colorate e agitate dal vento e lei avrebbe provato a indovinare il contenuto del carico…peccato che non aveva nessuno con cui scommettere, era piuttosto brava a capire cosa trasportavano le navi dalle semplici vele, poteva divertirsi un po’ con questo gioco, ma le guardie non l’assecondavano molto.

Anche le navi le vennero a noia.
L’eccessivo silenzio del luogo la stava facendo innervosire ora, e la pace idilliaca di poco prima si stava frantumando.
Non voleva nemmeno rientrare in casa, ma adesso sentiva comunque il bisogno di fare qualcosa che la rendesse serena.
Si guardò attorno, nessuna guardia era abbastanza vicina da vedere cosa stava per fare. Sollevò delicatamente la gonna da entrambi i lati e, dopo essersi seduta con un piccolo sforzo sul parapetto, si girò leggermente, lasciando le gambe a penzolare verso il nulla, rimanendo in una posizione piuttosto pericolosa.
Iniziò a dondolare ritmicamente le gambe, per sfogare un po’ la tensione che le stava aumentando.
Poi, come suo solito, iniziò a canticchiare leggermente la sua canzone preferita, quella che, non si sa come, aveva il potere di farla sentire tranquilla, serena, pacata, forse anche un po’ malinconica, ma beata.
Il motivetto le usciva dolcemente dalle labbra, ormai era diventata molto brava a cantarlo, anche se si accorgeva talvolta che la sua voce di bambina prendeva delle strane inflessioni più mature incontrollabili. Sapeva che stava crescendo, chissà come sarebbe diventata, da grande..

"Principessa Garnet!" chiamò una voce lontana.
Probabilmente qualcuno stava salendo le scale per avvisarla che era giunto il momento di addentrarsi nella vita di corte, e questo qualcuno l’avrebbe vista in quella posizione.
Avrebbe urlato e l’avrebbe fatta rimproverare.
Di scatto la principessa si girò e appoggiò i piedi a terra, strisciando il polpaccio destro contro il muro e procurandosi numerosi graffietti fastidiosi.

"Principessa Garnet, eccovi! Vi ho cercata dappertutto..ma avrei dovuto sapere che eravate qui"
"Ah Steiner siete voi. Scusatemi se vi ho fatto preoccupare. Stavo solo osservando il meraviglioso paesaggio di Lindblum"
L’uomo in armatura completa si tolse l’elmo e si asciugò il sudore dalla fronte. Doveva aver cercato davvero ovunque e aver corso molto prima di trovarla.
I corti capelli castani invecchiavano il volto di Steiner che, a tutti gli effetti, non doveva nemmeno aver ancora compiuto trent’anni.
"Principessa, vostra madre vi cerca per la visita alla città, vuole che indossiate l’abito che vi ha regalato vostro zio. Vi accompagno alle vostre stanze."
Steiner le pose la mano e Garnet sorrise, era un uomo veramente premuroso con lei, sembrava che dalla morte di suo padre, Steiner volesse in qualche modo non farle sentire la mancanza di un’onnipresente e affezionata figura paterna.

Scesero le scale e ritornarono verso la Sala del trono, dove suo zio Cid si stava intrattenendo in una conversazione sui festeggiamenti conseguenti all’arrivo della regina Brahne in città.
Brahne rideva soddisfatta, mentre Cid le elencava quello che stavano mettendo in piedi.
"Come sempre, caro Cid, la tua accoglienza è impeccabile. Mi sembra di essere più amata qui a Lindblum che nel mio stesso regno. Ogni volta che veniamo a farvi visita, organizzate sempre qualcosa di eccezionale, e di cui non mi fai parola. Hai una serbo una sorpresa eccezionale anche questa volta?"
Brahne sorrideva veramente entusiasta, e Cid la osservava per vedere se, nei suoi occhi, qualcosa potesse far trapelare quanto suo marito il Re di Alexandria le mancasse.
Brahne sorrideva, ma Cid lo vedeva, lei soffriva.
Il dolore per la perdita di una persona eccezionale come il suo amico, Cid aveva cercato di nasconderlo, almeno agli occhi delle sue due ospiti, però la mancanza si sentiva pesantemente anche a palazzo.
Non era passato che un mese dalla sua scomparsa, che già tutti fingevano di non averlo mai conosciuto, e questo Cid non sapeva come affrontarlo.
Da un lato avrebbe voluto ordinare una giornata di memoria, dall’altra capiva che avrebbe procurato ulteriore disagio alla piccola Garnet.
"La Principessa Garnet Til Alexandros chiede di essere ricevuta" disse la guardia alla porta della stanza.
"Fatela accomodare" rispose mestamente Cid cercando di scrollarsi di dosso i suoi tristi pensieri.
"Allora, piccola Garnet, com’è Linblum oggi?" chiese sperando di riuscire a cambiare discorso anche nella sua testa.
"Splendida e vivace come sempre zio" disse lei compiendo un delicato inchino.
"Oh Garnet, sai che non voglio che tu sia così formale con me. Vieni qui, siediti sulle mie gambe corte e storte, così potrai dire a tutti che sei salita anche sul trono di Lindblum."
Garnet sorrise e si avvicinò, con delicatezza si appoggiò alle sue gambe, lasciando che il suo peso fosse tutto assorbito dal corpo dell’uomo.
"Ormai posso vantarmi di essermi seduta qui almeno una cinquantina di volte e, come diceva papà, ho ampiamente soddisfatto il desiderio degli Alexandros di sedersi su questo trono."
Come diceva papà..
Tutti risero, ma nessuno serenamente.
"Stai crescendo piccola mia, tra poco mi supererai anche per in altezza" disse Cid cercando di riportare la loro attenzione a quella stanza e in quel momento.
Brahne emise un repentino versetto ironico "Speriamo che non superi me in peso."
Questa volta risero con più gusto, infondo ne avevano tutti bisogno.

Steiner intanto, in pieni accanto alla porta, con le braccia incrociate al petto, sbuffava infastidito.
Come era possibile, pensava, non vedere quanto la piccola principessa stesse soffrendo e non volerla aiutare.
Cercavano tutti di non pensarci, nessuno voleva più parlare del grande vuoto lasciato dalla scomparsa del re.
Ma lui, capo dei Plutò, sapeva bene come l’umore dei suoi uomini fosse cambiato da quando quel fatto era accaduto.
"Ora però Garnet corri a indossare il vestito che ti ho regalato, o diventerà troppo tardi. Oggi facciamo un giro in città, la mia gente non vede l’ora di vedere il tuo bel visino. Steiner ti prego, accompagnala tu".
"Con piacere" rispose il soldato aprendo la porta e invitando la principessa a seguirlo.

Non appena Garnet fu uscita, Brahne chiese a Cid una cosa che da tempo la turbava.
"La Regina Hilda...come mai non è ancora venuta a salutarci da ieri?"
Cid rimase momentaneamente bloccato, senza emettere un respiro. Poi impacciato cercò una scusa, ma trovò solo una mezza verità.
"Hilda è in viaggio, arriverà a breve. Voleva provare l’ultima aeronave che abbiamo progettato".
Brahne annuì, facendo finta di non capire che era solo una scusa.


Grazie per aver letto il primo capitolo. Spero vi sia piaciuto..alcuni dicono che il mio modo di scrivere è pomposo e stucchevole. Può darsi, ma io spero vi piaccia lo stesso. Se mi commenterete, sarò felicissima di rispondere sul mio Livejournal( almeno avrà un suo utilizzo..XD):

http://natsumi_h.livejournal.com

Eh si..sono anche la Natsumi_H che se ne è andata da True Colors XD
  
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